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Arte...e dintorni

Pensieri sparsi di chi sta provando ad occuparsi di arte.

 

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Delle appartenenze

Post n°426 pubblicato il 11 Aprile 2008 da calipso81

Da un po' di tempo a questa parte, noto una sorta di corsa nell'esprimere una vicinanza di intenti.

Parlando strettamente del mondo universitario, che è quello che vivo e che mi ha spinto a riflettere, non ho mai capito perchè debba essere bollata con termini "allieva di" e perchè, soprattutto, in questo modo si è esclusi da un ambito e si è in un altro. Come l'"allievo di tizio" non possa apprezzare caio.

Per un periodo più o meno lungo, mi sono sentita "allieva di" perchè ho imparato qualcosa. Ma poi è mancata la stima per tutta una serie di motivi, perdendo così l'elemento fondamentale e basilare su cui dovrebbe fondarsi il "discepolato". Sono giunta alla conclusione di essere stata il classico "numero", una tra le tante. E allora, mancando la stima, e il rispetto da parte del sedicente "maestro" è bene chiudere.

Si incontrano altre persone, che non ti conoscono come quello di prima, ma che t'apprezzano, ti rispettano, quanto meno ti considerano come essere umano e non come automa che vive mangiando libri e documenti d'archivio. PErsone realiste, concrete, che sanno dei reali problemi della vita. Le cose reputate "terra terra". E allora se una di queste persone, come mi è successo, ti "aiuta" anche solo a parlare con una persona dandoti semplicemente il suo contatto, sei automaticamente entrato nella "fazione".

Sto vivendo in modo abbastanza strano la faccenda dell'esame finale di abilitazione. A differenze di alcuni non mi sono mai interessata di chi potesse essere in commissione. Uno valeva l'altro. Lo scritto viene sorteggiato singolarmente da ognuno di noi e ci vuole fortuna nel beccare ciò che sai e rendi al meglio. Altri, invece, erano lì a farsi tutti i conti perchè se c'era TIZIO erano penalizzati perchè appartenenti allo schieramento opposto e quindi bersagli possibili di vendette.

Senza dubbio ci saranno preferenze, ci saranno amicizie da "rispettare", ma a me che importa? Se io faccio il mio dovere, anche se l'esame in sè non va bene, non ho da recriminarmi nulla. Alla fine di tutto il percorso ho saputo per chi e per come tanti sono passati, io e altra gente siamo capitati lì per caso. E allora al di là di stima, rispetto ceh posso nutrire per un docente piuttosto per un altro, l'unica cosa che si può fare è sperare tutto si svolga positivamente.

Non credo nelle fazioni pure. Non credo che una persona brillante venga penalizzata perchè allievo di qualcuno che sta antipatico. Non credo siano così stupidi dal non riconoscere capacità personali che vanno al di là di tutto. Chi teme, chi si lamenta, è solo per pochezza, per timore.

E in quel periodo più o meno lungo in cui mi sentivo allieva, ho semplicemente sbagliato. E' bastato un anno di full immersion nel mondo dell'arte per capire cosa e come voler essere. Che i tanti nomi di autori di libri sono spesso deludenti, che persone che non hai fino a quel momento conosciuto bene si rivelano sorprendenti. Ho imparato che si è allievi solo di persone cui vuoi assomigliare.

 
 
 
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