Sportello "Pari Opportunità"

Post n°36 pubblicato il 11 Ottobre 2007 da CicoloStampaPollino

REGGIO CALABRIA - Nel mese di Ottobre, lo sportello della Commissione Pari Opportunità del Sindacato dei Giornalisti della Calabria sarà aperto Lunedì 15, dalle ore 17 alle ore 19, Martedì 16 e Mercoledì 17 dalle ore 11 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 19, nella sede di Via Biagio Camagna 28 a Reggio Calabria. Lo rende noto la vicesegretaria regionale e coordinatrice della Commissione Pari Opportunità, Catia Acquesta. Lo Sportello rappresenta un’attività di supporto per le giornaliste calabresi che si trovino in situazioni di discriminazione nell’espletamento del loro lavoro. Grazie anche ad un Protocollo d’Intesa con la Regione Calabria, è stato istituito un servizio di assistenza legale per le esigenze particolari di quelle donne che decidono di intraprendere la carriera di giornalista, oltre al servizio di assistenza psicologica per coloro che subiscono atti discriminatori. La coordinatrice della CPO del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Catia Acquesta, invita quindi tutte le giornaliste o aspiranti giornaliste calabresi a rivolgersi allo sportello per avere informazioni, notizie, consigli, sostegno morale e, se necessario, vera e propria consulenza e assistenza legale. Prosegue, intanto, la diffusione del questionario che il Sindacato dei Giornalisti della Calabria sta inviando a tutte le giornaliste calabresi al fine di “monitorare” la realtà esistente nei posti di lavoro per supportarle nel miglior modo possibile, con onestà e coraggio.

 
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SOLIDARIETA' AD  ANASTASI

Post n°37 pubblicato il 13 Ottobre 2007 da CicoloStampaPollino
Foto di CicoloStampaPollino

Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri e i componenti il Consiglio regionale dell’Ordine, unitamente al Segretario del Sindacato dei giornalisti della Calabria Carlo Parisi e all’intero consiglio direttivo, hanno espresso in una nota “ la più sentita solidarietà al collega  Antonio Anastasi del “Quotidiano della Calabria” colpito da vigliacca aggressione compiuta da tre incappucciati armati di bastone che hanno teso un agguato a Crotone al giornalista mentre rincasava a tarda ora dopo una giornata di lavoro. L’episodio ricorda a tutti le difficili condizioni nelle quali si svolge il lavoro di giornalista in Calabria, lontano dai riflettori,in una realtà fortemente condizionata dalla presenza della criminalità mafiosa.

Se cede la libera informazione in Calabria – conclude la nota – calerà il silenzio anche sui fatti più inquietanti”.

Solidarietà piena e convinta esprimono al collega Antonio Anastasi, vittima della vile aggressione, anche il presidente del Circolo della stampa “Pollino-Sibaritide” Cosimo Bruno, i componenti il Consiglio direttivo e i soci tutti ed auspicano che venga fatta piena  anche su questo  grave fatto.

 
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I delegati al Congresso FNSI

Post n°38 pubblicato il 18 Ottobre 2007 da CicoloStampaPollino

Sono 12 i delegati eletti a rappresentare la Calabria al XXV Congresso della Stampa Italiana che si terrà a Castellaneta Marina (Taranto) dal 26 al 30 novembre prossimi. Il risultato arriva dalle consultazioni elettorali che si sono tenute dall’11 al 15 ottobre scorsi nelle cinque province calabresi: Marina di Sibari, Cosenza, Crotone, Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria.

Hanno votato un totale di 355 di cui 169 giornalisti “Professionali” e 186 giornalisti “Collaboratori”. Tra il “Professionali”, la lista n. 1 “ Stampa Libera - Giornalisti per il Giornalismo” ha ottenuto 146 voti, conquistando 5 seggi (Carlo Maria Parisi, Andrea Musmeci, Maria Vittoria Morano, Federica Morabito, e Giuseppe Toscano); la lista n. 2 “Giornalisti Indipendenti” ha ottenuto 21 voti conquistando 1 seggio (Tiziana Murgia). Tra i “Collaboratori”, invece, la lista n. 1 “Stampa Libera - Giornalisti per il Giornalismo” ha ottenuto 147 voti conquistando 5 seggi (Catia Acquesta, Eleonora Delfino, Valeria Bella, Anna Patrizia Pugliese, Francesco Arcidiaco); la lista n. 2 “Giornalisti Indipendenti” ha ottenuto 37 voti conquistando 1 seggio (Michela Surace).

Va rilevato che entrambe le liste fanno parte del nuovo cartello sindacale “Stampa Libera” cui aderiscono Giornalisti per il Giornalismo, Giornalisti Indipendenti, Nuova Professione Stampa Romana e Movimento Unitario Giornalisti della Campania” costituitosi all’interno della Federazione Nazionale della Stampa.

E’ stato, inoltre, eletto Vincenzo De Virgilio quale delegato pensionato al IV Congresso dell’Unione Nazionale dei Giornalisti Pensionati, anch’esso in programma a Castellaneta Marina dal 23 al 26 novembre.

Rispetto al precedente congresso del 2004 a Saint Vincent, la delegazione calabrese è cresciuta di 2 unità grazie all’incremento degli iscritti al Sindacato dei Giornalisti della Calabria. Un incremento, questo, che già a Saint Vincent ha proiettato la Calabria all’8° posto della graduatoria Nazionale, con una rappresentanza senza precedenti costituita da cinque consiglieri nazionali ed un componente la Giunta Esecutiva FNSI.

      

           RISULTATI DEFINITIVI

 

        GIORNALISTI PROFESSIONALI

   Aventi diritto al voto: 251; votanti: 169; voti validi: 167; schede bianche: 0;   schede     nulle: 2.

 

        LISTA N. 1 “STAMPA LIBERA-GIORNALISTI PER IL   GIORNALISMO”   voti               146            seggi 5.

Eletti: Carlo Maria Parisi 142, Andrea Musmeci 100, Maria Vittoria Morano 79, Federica Morabito 78, Giuseppe Toscano 62. Hanno riportato voti: Santa Giannazzo 52 (prima dei non eletti). 

  LISTA N. 2 “GIORNALISTI INDIPENDENTI” voti 21 seggi 0 (1 con i resti).

Eletti: Tiziana Murgia 16. Hanno riportato voti: Erminia Zuccaro 13 (prima dei non eletti), Viviana Rizzo 9, Anna Russo 8.

 

    GIORNALISTI COLLABORATORI

  Aventi diritto al voto: 728; votanti: 186; voti validi: 184; schede bianche: 2; schede  nulle: 0.

 

            LISTA N. 1 “STAMPA LIBERA-GIORNALISTI PER IL GIORNALISMO” voti 147 seggi 4 (1 con i resti).

Eletti: Catia Acquesta 116, Eleonora Delfino 110, Valeria Bella 95, Anna Patrizia Pugliese 73, Francesco Arcidiaco 69. Ha riportato voti: Gianfranco De Franco 20 (primo dei non eletti).

 

    LISTA N. 2 “GIORNALISTI INDIPENDENTI” voti 37 seggi 1.

Eletti: Michela Surace 28. Hanno riportato voti: Anna Leila Marino 19 (prima dei non eletti), Clara Sturiale 17, Imperia Jannuzzi 14.

 

 

     Unione Nazionale Giornalisti Pensionati:

   Votanti: 8

   Voti Validi: 8

   Bianche: 0

    Nulle: 0

 

        De Virgilio Vincenzo: 6

       D’Atri Vincenzo: 2 (I° dei non eletti)

 

 
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Parisi nella Giunta FNSI

Post n°39 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da CicoloStampaPollino
Foto di CicoloStampaPollino

La Calabria conferma 5 consiglieri nazionali

Carlo Parisi rieletto nella Giunta Esecutiva

In Consiglio anche Catia Acquesta, Maria Vittoria Morano, Andrea Musmeci ed Amelia Romeo

            REGGIO CALABRIA - A coronamento di un altro anno record per il Sindacato dei Giornalisti della Calabria (sono 1046 gli iscritti di cui 307 Professionali e 739 Collaboratori), dal Consiglio Nazionale della Federazione Nazionale Stampa Italiana giunge la rielezione di Carlo Parisi nella Giunta Esecutiva, ovvero nell’organo di governo dell’organizzazione sindacale unitaria dei giornalisti italiani. Ad eleggerlo è stato, infatti, il Consiglio Nazionale della Fnsi riunitosi a Roma per dare seguito alle conclusioni del XXV Congresso di Castellaneta Marina, che ha visto la Calabria confermare lo storico risultato ottenuto tre anni fa a Saint Vincent (5 consiglieri nazionali) ed addirittura andare oltre grazie all’elezione di un proboviro in più. Giornalista professionista, dal 9 Novembre 2002 segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria e consigliere generale dell’Inpgi, Carlo Parisi è il leader di “Stampa Libera e Indipendente”, il cartello sindacale nazionale nato dall’esperienza della componente “Giornalisti per il Giornalismo”, che lo stesso ha ricostituito nel 2004 sul solco tracciato nel 1995 dall’allora presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana, Lorenzo Del Boca, attuale presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. “Stampa Libera e Indipendente” può contare su due componenti la Giunta Esecutiva (c’è anche il collaboratore torinese Ezio Ercole) e 20 consiglieri nazionali tra cui appunto i cinque calabresi: Carlo Parisi, Andrea Musmeci e Maria Vittoria Morano tra i “Professionali” e Catia Acquesta ed Amelia Romeo tra i “collaboratori”. Maggioranza femminile, quindi, così come era già avvenuto in occasione dell’elezione del Consiglio Direttivo regionale (10 donne su 19) e della Segreteria (3 su 5). Nel Collegio Nazionale dei Probiviri sono stati, invece, eletti i giornalisti professionali Maurizio Putrone e Saverio Carino ed il collaboratore Genoveffa Romeo. A completare il successo delle delegazione calabrese è giunta la rielezione di Enzo De Virgilio nel Collegio dei Sindaci dell’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati. Al XXV Congresso la delegazione della Calabria era formata da: Carlo Parisi, Andrea Musmeci, Maria Vittoria Morano, Federica Morabito, Pino Toscano (questore), Tiziana Murgia (in Commissione Verifica Poteri), Catia Acquesta, Eleonora Delfino, Valeria Bella, Michela Surace, Gianfranco De Franco ed Anna Patrizia Pugliese, che è stata addirittura eletta vicepresidente del Congresso. Record di presenze femminili, dunque, con 8 donne su 12 delegati.

            Il movimento  “Stampa Libera e Indipendente”, che ha costituito gruppi in quasi tutte le regioni italiane, pone una netta distinzione tra politica sindacale e politica in senso lato. Un movimento, totalmente trasversale rispetto alle posizioni personali dei singoli, che riunisce soggetti con differenti e variegate posizioni politiche personali sotto la bandiera della qualità dell’informazione che può essere garantita soltanto con la professionalità ed il giusto trattamento economico e previdenziale dei giornalisti. Semplice e concreta la linea sindacale. Tra le priorità: assidua assistenza a tutti i giornalisti; impegno per dare dignità ai precari ed ai freelance; serrata lotta per far emergere il lavoro nero e regolarizzare le posizioni dei colleghi sfruttati; vigilanza costante sulle aziende in materia retributiva e contributiva e sugli enti locali per la completa applicazione della Legge 150/2000; azione concreta in difesa dei posti di lavoro dei colleghi vittime di editori senza scrupoli; rivendicazione di dignitosi adeguamenti di pensione a quanti, a questa professione, hanno dedicato la propria vita.   La situazione nel settore, è infatti, allarmante. Nonostante il proliferare di testate giornalistiche, l’applicazione del contratto di lavoro giornalistico nel pieno rispetto delle regole è ancora un privilegio per pochi. Ed ancora più grave è la situazione nel settore radio-televisivo. In Italia, nella selva di emittenti, le aziende con giornalisti contrattualizzati appaiono come mosche bianche e soltanto grazie all’azione congiunta con l’Inpgi, si possono garantire dignità professionale e retribuzioni e contribuzioni adeguate. Importante è giungere presto alla piena applicazione della Legge 150/2000 negli enti pubblici, grazie anche all’accresciuto potere contrattuale del sindacato derivante dal riconoscimento dell’Aran a trattare i profili professionali dei giornalisti addetti stampa nella pubblica amministrazione. Bisogna intensificare l’azione negli enti pubblici per costituire nuovi uffici stampa e regolarizzare posizioni di colleghi per tanti anni costretti a lavorare in stato di precarietà. Altro settore importante, al quale “Stampa Libera e Indipendente” riserva particolare attenzione è quello dei freelance. La libera professione, infatti, nella quasi totalità dei casi, soltanto idealmente finisce per soddisfare il sogno di poter svolgere la professione giornalistica “senza padrini e senza padroni”. Freelance, infatti, con qualche rara eccezione, nell’attuale sistema editoriale è sinonimo di precarietà ed assoluta mancanza di tutele e garanzie per il futuro. Da sottolineare, infine, la particolare attenzione del movimento alle numerose giornaliste che, con grande entusiasmo, hanno raccolto l’invito a rendersi parte attiva negli istituti di categoria. Uno dei capisaldi di “Stampa Libera e Indipendente” è, infatti, il pieno riconoscimento del valore aggiunto costituito dalle donne, che rappresentano una fondamentale risorsa. In una società che si interroga e dibatte sulle “quote rosa”, il giornalismo deve, infatti, definitivamente abbattere in ogni regione tabù e luoghi comuni che non hanno mai avuto ragione di esistere. I mille giorni senza contratto bastano ed avanzano, infine, per sottolineare il fallimento della politica sindacale della maggioranza che ha governato la Federazione della Stampa. Tempi e modalità delle giornate di sciopero, come hanno più volte denunciato in Giunta Esecutiva i rappresentanti del movimento Carlo Parisi ed Ezio Ercole, sono stati troppo spesso sbagliati costringendo i colleghi a pesanti ed inutili sacrifici. Troppe volte si è pensato a “non disturbare il manovratore”, come è avvenuto in occasione delle elezioni politiche ed in particolare delle elezioni per il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, nelle quali linea e candidati delle componenti di maggioranza della Fnsi sono stati pesantemente sconfitti. Una politica sindacale, quella portata avanti dal vertice Fnsi, che si è sempre ostinata a non capire che la professione è da tempo cambiata e che la stragrande maggioranza dei giornalisti italiani, senza contratto e spesso senza lavoro, non può essere legata alle sorti di un contratto, il Fieg-Fnsi, che purtroppo è sempre più privilegio per pochi.

 

 

REGGIO CALABRIA, 28 DICEMBRE 2007

 

 
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BAMBINI E TV

Post n°40 pubblicato il 02 Gennaio 2008 da CicoloStampaPollino

Lo spot, della durata di 37”, attraverso lo slogan «Bambini e Televisione: meglio non distrarsi», richiama l’attenzione sul rapporto tra i bambini ed i programmi televisivi dai contenuti editoriali più complessi, come telegiornali, trasmissioni di approfondimento, ecc., le cui immagini e resoconti giornalistici, per una loro consapevole visione, possono richiedere un livello di maturità non alla portata dei più piccoli.
L’invito ai genitori, alle famiglie ed agli educatori è quindi quello di accompagnare i bambini nella visione di tali contenuti, guidandoli ad una loro corretta comprensione.
La nuova campagna televisiva dedicata al rapporto tra minori e TV, è una diretta applicazione del nuovo Contratto Nazionale di Servizio 2007-2009 voluto dal Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, e sottoscritto dalla Rai il 5 aprile scorso.
In particolare lo spot suindicato adempie all’obbligo fissato nel comma 6 dell’art. 7 del Contratto di Servizio che indica la necessità di prevedere campagne di sensibilizzazione rivolte ai genitori sull’uso corretto della Tv.
Sempre in base allo stesso art. 7 – che è interamente dedicato agli impegni del servizio pubblico nei confronti della programmazione televisiva per i minori - il Contratto di Servizio prescrive anche che la Rai adotti un sistema di chiara riconoscibilità visiva, capace di evidenziare, con riferimento a film, fiction ed intrattenimento, quelli adatti a una visione congiunta con un adulto e quelli adatti al solo pubblico adulto.
Nel caso specifico di programmazione inidonea per i minori, il simbolo deve rimanere costantemente presente per tutta la durata della programmazione.
Su tale base la Rai già dal 30 novembre scorso, preceduto dalla campagna di due settimane “Parental Control” (anche questo spot è visibile all’indirizzo Internet del Ministero delle Comunicazioni prima indicato), ha introdotto un sistema basato sull’utilizzo del proprio logo (farfalla) come elemento che caratterizza l’impegno aziendale per la tutela dei minori e lo ha scandito in due colori (giallo, rosso) che rendono esplicito al telespettatore il tipo di programmazione prevista, così da facilitare una scelta consapevole in nome dei più piccoli.
La segnaletica rossa è accompagnata anche da raccomandazioni verbali sulla inidoneità di determinati programmi per i minori (“il film è adatto al solo pubblico adulto”).
Anche questa iniziativa, come altre relative alla tutela dei più piccoli, è stata sottoposta al vaglio del “Comitato Media e Minori” ottenendo parere favorevole.
Sempre l’articolo 7 del Contratto di Servizio Rai 2007-2009 aggiunge ulteriori significativi obblighi quali:

- l’allargamento della fascia oraria dedicata espressamente ai minori e che passa dal tradizionale 16.00-19.00 a 16.00-20.00

- il vincolo di non interrompere con la pubblicità i programmi per bambini e i cartoni animati di durata inferiore ai 30 minuti, nonché il divieto di usare i personaggi dei cartoni come “traino” pubblicitario;

- il divieto di passare trailer di film vietati non solo durante la fascia protetta, ma anche nella fascia 7.00-9.00, ove è forte la presenza di bambini telespettatori. Il divieto di programmare film vietati ai 14 anni in tali orari si estende quindi ai corrispondenti trailer.

L’attenzione ai minori è per il Ministero delle Comunicazioni un tema strategico. Se tale obiettivo si è concretizzato per quanto riguarda il servizio pubblico con gli obblighi previsti dall’art. 7 del Contratto di Servizio, molto altro ancora si è fatto e si sta facendo sul tema nuove tecnologie e minori, sia sul piano della regolamentazione sia su quello della sensibilizzazione delle famiglie e del mondo della scuola.

 
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SOLIDARIETA'  A  RIZZO

Post n°41 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da CicoloStampaPollino

CARIATI. Persone non identificate  a Cariati hanno incendiato il portone dell’abitazione del giornalista Leonardo Rizzo, direttore responsabile di Radio Centrale Cariati e corrispondente del quotidiano Gazzetta del sud. Il portone è stato cosparso di liquido infiammabile e dato alle fiamme. Rizzo e la moglie, che nel momento dell’attentato erano in casa, sono stati messi in allarme dal fumo che ha invaso l’androne. L’incendio si è spento da solo nel momento in cui si è consumato il liquido infiammabile. L’intimidazione è stata denunciata ai carabinieri. Rizzo, che è anche direttore del giornale d’informazione il ponte-online.it, si è detto certo che l’episodio sia da collegare ad una vendetta per la sua attività giornalistica. “L’Ordine dei Giornalisti della Calabria esprime al giornalista Leonardo Rizzo, corrispondente da Cariati della Gazzetta del Sud e direttore di una importante radio locale e di un portale on line, la solidarietà sentita di tutti i giornalisti calabresi”. È quanto si afferma in un comunicato a commento dell’incendio del portone dell’abitazione di Rizzo.

“L’Ordine dei Giornalisti della Calabria - afferma il presidente Giuseppe Soluri - sottolinea come l’episodio si inquadri in un contesto assai difficile per i cronisti impegnati a svolgere il proprio lavoro in Calabria. Sono sempre più numerosi, infatti, gli episodi di intimidazioni e violenze ai danni di giornalisti”. “Invitiamo - ha detto ancora Soluri - le forze dell’ordine a moltiplicare gli sforzi per prevenire e reprimere tali episodi, convinti come siamo che il tentativo di limitare la libera informazione sia parte di un preciso disegno delle forze criminali, insofferenti per loro natura ad ogni tipo di libertà. Al collega Leonardo Rizzo, che certamente continuerà a lavorare con la professionalità, la caparbietà e la libertà sempre dimostrate vanno il sostegno e la solidarietà di tutta la categoria e di tutti gli uomini liberi ed onesti”.

Piena e convinta solidarietà al collega Rizzo è stata espressa dai soci del Circolo della Stampa “Pollino-Sibaritide”, di cui Rizzo è socio, oltre ad essere stato uno dei soci fondatori e già componente il consiglio direttivo, e dal Sindacato dei giornalisti della Calabria.

 
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RIPRENDIAMO LE PUBBLICAZIONI DA OGGI 13.10.2008

Post n°42 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino

Cari colleghi,

da oggi 13 ottobre 2008 il Circolo della Stampa riprende le pubblicazioni sul Blog dando notizie sull'attività del Circolo, del Sindacato e dell'Ordine nazionale e regionale. Con la  certezza di fare cosa gradita in particolare ai Soci del Circolo.

 
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CIRCOLO: BILANCI ED ELEZIONI

Post n°43 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino
Foto di CicoloStampaPollino

L’Assemblea Generale dei Soci del Circolo della Stampa Pollino-Sibaritide, convocata dal Consiglio Direttivo uscente per sabato 11 ottobre 2008 per l’approvazione dei bilanci consuntivo 2007 e preventivo 2008 e per eleggere il nuovo consiglio direttivo e il nuovo collegio dei revisori dei conti, viene aperta alle ore 16.40 dal Presidente uscente Cosimo Bruno.

Sono presenti: il presidente Regionale dell’Ordine Giuseppe Soluri (nella foto a lato) ed il Segretario Regionale del Sindacato Carlo Parisi e, come ospiti, i Consiglieri Nazionali Natalino Bianco e Pino Nano ed i Consiglieri del Sindacato Franco De Franco ed Erminia Zuccaro. Sono assenti invece, causa improrogabili impegni pastorali, come ha ricordato il Presidente Cosimo Bruno, i tre Soci Onorari del Circolo, SS.EE. Monsignori Nunnari, Marcianò e Renzo i quali, regolarmente invitati, hanno fatto pervenire le loro scuse ed hanno augurato a tutti i colleghi un’Assemblea fruttuosa.  

Il presidente uscente Cosimo Bruno,dopo avere ricordato le figure di due illustri colleghi recentemente scomparsi, SARO OCERA e COSIMO VIGNA, ha  parlato delle difficoltà ed dei problemi che hanno caratterizzato l’ultimo anno della vita del Circolo, coinciso con un sostanziale rallentamento del ritmo delle iniziative e con un sensibile scollamento con i Soci del Circolo stesso. Rallentamento dovuto, come è stato detto, a problemi di dialettica all’interno del Consiglio Direttivo che comunque si è riunito ben dieci volte. “Ci siamo però “impantanati” – ha  dichiarato Bruno – su due argomenti introdotti da componenti del Direttivo (modifica dello Statuto con pienezza di poteri ad un Presidente direttamente eletto dall’Assemblea e sito di comunicazione del Circolo) che hanno rallentato a lungo l’attività del Direttivo e creato momenti di acceso dibattito e di forte dialettica interna.

Il Consiglio direttivo ha respinto quelle proposte di modifica dello Statuto e pur dando mandato ai proponenti di migliorare il sito della comunicazione del Circolo, nulla è stato fatto.

“Non abbiamo comunque sperperato il patrimonio umano e finanziario del Circolo, che peraltro gode di ottima salute finanziaria e – ha concluso il Presidente Bruno - siamo comunque pronti a riprendere il nostro impegno con maggiore lena e con maggiore incisività se l’Assemblea dei Soci deciderà democraticamente di rinnovarci la propria fiducia. Anche perché restano intatte le risorse, le energie e le motivazioni ideali per andare avanti e per fare sempre meglio”.

Il Tesoriere del Circolo Ernesto Paura ha quindi illustrato il Bilancio consuntivo 2007 e quello preventivo 2008. Paura , con dovizia di dati, ha presentato la situazione contabile del Circolo che presenta un quadro finanziario in ottima salute, frutto di una sana e rigorosa politica di gestione delle risorse, attivo di circa 12 mila euro per il Bilancio Consuntivo, con una previsione di circa 15 mila euro di attivo per il 2008.

Il Presidente dell’Assemblea Soluri ha messo a questo punto ai voti i due documenti contabili: il Bilancio Consuntivo 2007 viene votato all’unanimità. Il Bilancio di Previsione 2008 viene votato invece a maggioranza, con l’astensione del socio Antonio Iannicelli il quale motiva la sua astensione attribuendola al ritardo (11 ottobre) con cui è stato presentato il Bilancio Preventivo 2008.

Si apre il dibattito e la parola passa ai Soci.

Franco Curia, “chiede i nomi” dei Consiglieri che hanno causato l’empasse nella vita del Circolo, anche per evitare errori in fase di votazione, (successivamente il Presidente Bruno gli risponderà che non ha fatto i nomi per delicatezza e anche perché assenti);

Enrico Iembolo  invita tutti all’unità ed alla coesione della categoria e, in difesa del Circolo, esorta a mettere da parte i personalismi, anche perché “in un momento di grande disagio della categoria e in generale dell’associazionismo, esso rappresenta la massima espressione della democrazia e della partecipazione”.

Antonio Iannicelli è critico  perché il consiglio direttivo uscente si sarebbe fatto invischiare in polemiche sterili e inconcludenti. “Due, remavano contro, ma gli altri cinque, che disponevano della maggioranza, cosa hanno fatto?”.

Mimmo Petroni: esprime delusione per come sono andate le cose. “Abbiamo fatto spazio ai nuovi per raccogliere nuove energie e nuove istanze, con quali risultati?

C’è bisogno quindi di alternative: spazio allora a nuove energie, capaci di rilanciare l’azione del Circolo”.

Giampiero Brunetti: la dialettica fa parte della democrazia. Il Consiglio Direttivo è composto di persone, che non sono tutte uguali; “ci sono sensibilità diverse e modi di fare e di pensare diversificati. Ma il Circolo non è costituito solo del Consiglio Direttivo: ognuno si deve sentire una cellula vitale del Circolo e adoperarsi per farlo crescere e migliorare”.

Alfredo Frega ricorda  l’unità, la coesione dei Soci nel corso dei lunghi anni della vita del Circolo e ricorda il grande contributo offerto dal Circolo nel dibattito su grandi temi di attualità come la Provincia della Sibaritide. “Oggi siamo in presenza di una preoccupante involuzione da cui bisogna uscire rilanciando l’azione del Circolo”.

Martino Zuccaro: critico con gli uscenti, osserva che non possiamo vivere di ricordi; abbiamo fatto tanto ma non possiamo metterci “i lustrini” e vivere di rendita: “le nuove leve, inserite per dare nuova linfa, hanno fallito e non hanno prodotto benefici. Allora, chi è disponibile ad impegnansi si faccia avanti senza reticenze”.

Il Segretario Regionale del Sindacato Carlo Parisi sottolinea il grave momento che vive la categoria specialmente in Calabria per colpa di editori senza scrupolo che sfruttano la categoria speculando sulla miseria e sul bisogno di molti colleghi, costretti a lavorare ed a subire le angherie degli editori per pochi spiccioli. Invita tutti a superare le polemiche ed i personalismi e sottolinea le benemerenze del nostro Circolo (unico in Calabria insieme a quello di Vibo), l’unico con un vistoso attivo di bilancio e dichiara la disponibilità del Sindacato a qualsiasi iniziativa di crescita e di sviluppo della vita associativa del Circolo.

La conclusione del dibattito, rivelatosi per alcuni momenti serrato e acceso, è affidata al Presidente Regionale dell’Ordine Giuseppe Soluri il quale, parlando del Circolo, lo ha definito “un vero punto di riferimento”, che forse da di sé un’immagine migliore all’esterno che all’interno. D’altra parte, ha osservato il Presidente Soluri, la democrazia ha regole precise e in democrazia non ci può essere sempre unanimismo, per cui le voci del dissenso vanno sempre ascoltate e valutate attentamente. “Occorre però superare i personalismi, cercare di attenuare le tensioni e le asprezze ed andare avanti nella concordia, al fine di poter vivere il Circolo come una grande risorsa”.

 

 
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I RISULTATI DELLE VOTAZIONI

Post n°44 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino

Votazioni al Circolo della Stampa “Pollino-Sibaritide”

Rinnovo Consiglio direttivo e Collegio Revisori Conti

Laghi di Sibari  11.10.2008

 

 

Elezione del consiglio direttivo

(Biennio 2008-2010)

Votanti 44 ; schede scrutinate 44

Hanno ottenuto voti:

1) Bruno              Cosimo            voti   39

2) Paura               Ernesto                   24

3) Brunetti           G.Piero                   22

4) Savoia              Giuseppe                18

5) La Rocca          Giuseppe                15

6)  Le Pera            Benigno                   7

7) Zuccaro            Martino                   7

8) Benvenuto         Antonio                   6

9) Iannicelli            Antonio                  3

10) Franzese          Luigi                        2

1 voto hanno avuto: Arcieri Nicola, Petroni Domenico, Arena Salvatore, Biscardi Angelo, Capano Antonio, Pappacena Vincenzo, Alvaro Mario, De Marco Pasquale, Emmanuele Demetrio.

Schede Bianche  1 ;   Schede Nulle  0

 

Risultano, così, eletti nel nuovo direttivo (biennio 2008-2010) i colleghi:

Bruno Cosimo, Paura Ernesto, Brunetti Giampiero, Savoia Giuseppe, La Rocca Giuseppe, Le Pera Benigno, Zuccaro Martino.

 

 

Elezione Collegio Revisori dei conti

(Biennio 2008-2010)

 

Votanti 44;  Schede scrutinate 44

 

Hanno ottenuti voti:

1)  Alvaro           Mario              voti  21

2)  Noce              Pierluigi                 16

3)  Campana       Luigi                      13

4)  Brunetti         G.Piero                   3

5)  Le Pera          Benigno                  3

6)  Paura              Ernesto                 3

2 voti hanno avuto: Benvenuto, Bruno, Franzese Antonio, La Rocca Giuseppe e Zuccaro Martino.

1 voto hanno avuto: Acri, Biscardi, Di Vincenzo, Frega, Garofalo Francesco, Iannicelli e Russo Anna.

 

Schede bianche 2;      Nulle 0.

 

Risultano eletti nel Collegio dei Revisori dei conti i colleghi:

Alvaro Mario, Noce Pierluigi e Campana Luigi.

 

Il nuovo consiglio direttivo e il nuovo collegio dei revisori dei conti si riuniranno nei prossimi giorni per gli incarichi istituzionali ( elezione presidente, vice presidente, segretario e tesoriere e presidente del collegio dei revisori dei conti).

 

Laghi di Sibari 11.10.2008

 
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IL CIRCOLO HA COMMEMORATO SARO OCERA E COSIMO VIGNA

Post n°45 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino

In apertura dei lavori dell'Assemblea del Circolo così il presidente Cosimo Bruno ha ricordato i colleghi Saro Ocera e Cosimo Vigna,scomparsi lo scorso mese di luglio:

SARO  OCERA

Colpito da quel “male” che non persona, all’inizio dello scorso mese di luglio veniva a mancare all’affetto dei suoi cari e alla famiglia dei giornalisti calabresi Saro Ocera.  Una vita la sua interamente dedicata al lavoro di giornalista serio, scrupoloso, preparato.

Saro era nato a Patti nel 1939 ed era laureato in Economia e Commercio ma la sua passione era la giurisprudenza in particolare per quanto riguarda la professione giornalistica.

Da giovanissimo si era avvicinato al giornalismo collaborando al “Giornale di Sicilia” prima e alla “Tribuna del Mezzogiorno” poi.

E’ stato pubblicista dal 1962, poi praticante alla Gazzetta del Sud e nel 1965 era passato al professionismo.

Saro è stato capo ufficio stampa del comune di Catanzaro e direttore del quindicinale Catanzaro notizie, collaborando  con quotidiani e agenzie di stampa. E’ stato per dieci anni, dal 1979,  consigliere segretario dell’Ordine dei giornalisti della Calabria e dal 1989 consigliere nazionale dell’Ordine, prima come componente della Commissione ricorsi e dal 1995 ininterrottamente presidente della stessa commissione. E’ stato anche componente del direttivo del Sindacato dei giornalisti della Calabria e delegato ai congressi nazionali della FNSI.

Io che ho avuto l’onore di stargli a fianco nel consiglio nazionale dell’Ordine posso testimoniare quanto il suo lavoro fosse apprezzato e quanto Ocera fosse stimato da tutti per la preparazione e il rigore morale che lo hanno sempre contraddistinto. Posso dirvi che anche l’Ordine nazionale ha perso un punto di riferimento importante e un consigliere difficilmente sostituibile in quel delicato compito di presidente della Commissione Ricorsi.

Saro è stato sempre molto vicino anche a questo nostro Circolo sin dalla costituzione partecipando a tutte le nostre assemblee e dando sempre un notevole contributo con i suoi interventi illuminati e illuminanti, con le sue proposte concrete. Tutti noi, penso di poterlo affermare, lo ricorderemo sempre con tanto affetto.

   

                                               COSIMO  VIGNA

Nello stesso mese di luglio, esattamente il 16 luglio scorso, dopo un lungo periodo di malattia colpito da un male che lo ha costretto perennemente a letto, è venuto a mancare a Castrovillari  anche il collega Cosimo Vigna, giornalista pubblicista, stimato professionista (è stato docente di lingua inglese negli istituti superiori della città del Pollino) e corrispondente e collaboratore della Gazzetta del Sud per tanti lustri raccontando la cronaca e tutti i principali avvenimenti sportivi del territorio con particolare interesse per il calcio e il mondo dei motori.

Cosimo Vigna è stato tra i soci fondatori di questo Circolo della stampa e vice presidente per tanti anni fino a quando la malattia non gli ha più consentito di essere tra di noi. Ricordiamolo pure quale principale estensore dello Statuto del nostro Circolo per il quale aveva lavorato con straordinario impegno e dedizione perché credeva molto nell’associazionismo e soprattutto credeva molto in quel progetto di unire il vasto comprensorio del Pollino e della Sibaritide per il raggiungimento dell’obiettivo della crescita sociale del territorio.

Il progetto di unire il territorio Pollino e Sibaritide da sempre inseguito dai politici,non sappiamo con quanta convinzione, in realtà i giornalisti lo avevano realizzato. E Cosimo Vigna era felice e orgoglioso anche per questo!

Lo abbiamo avuto al nostro fianco per tanti anni e solo quando era venuto a mancare ci si era accorti dell’importanza della sua presenza per il lavoro che faceva , per le iniziative che proponeva , per l’interesse e la partecipazione a tutte le nostre riunioni.

Cosimo Vigna ha dedicato tutta la sua vita alla famiglia, alla professione di docente, al giornalismo e a questo nostro Circolo.

Lo ricorderemo sempre con stima e con affetto

 

 

 
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 CONVOCAZIONE DEL DIRETTIVO E DEI REVISORI MERCOLEDI' 22 OTTOBRE

Post n°46 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino

La riunione dei componenti il  neo eletto Consiglio direttivo e il Collegio dei Revisori è convocata per MERCOLEDI’ 22 Ottobre, alle ore 16,30, nei locali dei Cantieri Nautici ai Laghi di Sibari, sede del Circolo.

All’ordine del giorno dei lavori,dopo l’insediamento:

  1. Elezione del Presidente del  Circolo;

  2. Elezione del vice Presidente;

  3. Elezione del Segretario;

  4. Elezione del Tesoriere;

  5. Elezione del Presidente dei Revisori dei conti;

  6. Proposte per la ripresa immediata delle attività del Circolo;

  7. Varie ed eventuali.

 

In attesa di incontrarci, invio cordiali saluti

 

                                                        Cosimo Bruno

13.10.2008                       ( Consigliere anziano del Direttivo)

 
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SOLIDARIETA' A GIORNALISTA PERQUISITA A GENOVA

Post n°47 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino

Genova, 21 ottobre 2008. La giornalista? Più pericolosa di un killer, inquisito per l'omicidio di una donna a Sanremo e per l'assassinio di un'altra a Genova. Due donne uccise dopo mesi di minacce. Il processo per l'omicidio di Genova a due anni dai fatti è ancora da fissare, ma la procura genovese ha trovato tempo e modo di impegnare una decina di agenti della polizia giudiziaria per perquisire l'abitazione, la redazione, l'auto e la borsetta della collega Ilaria Cavo, di Mediaset, "colpevole" di avere diffuso una intercettazione sul killer Luca Delfino il cui contenuto era peraltro già agli atti dell'inchiesta per l'omicidio di Sanremo.

La perquisizione a Ilaria arriva alla vigilia delle ultime manifestazioni (il 23 ottobre alle 10,30 a Genova di fronte al Tribunale con volantinaggio e presidio dei giornalisti) per il diritto dovere di fare e di ricevere informazione, contro i progetti politicamente trasversali nelle diverse maggioranze di governo, tendenti a limitare il diritto a fare informazione, alla conoscenza dei processi e delle inchieste, insomma a una informazione ovattata e controllata più ancora di quello che in molti vorrebbero o già riescono a fare oggi.

E' poi, per così dire curioso, che la magistratura (giustamente) così impegnata a difendere i propri valori di autonomia e di professionalità, riesca a spendere tempo e persone per indagare i giornalisti. Attaccando spesso con decisioni e scelte incomprensibili una categoria - quella dell'informazione - che come la magistratura e l'avvocatura ha il suo valore principale nell'autonomia, indipendenza personale e professionalità.

A Ilaria va, purtroppo, la "solita" solidarietà. E' questo, con moltissimi altri, un buon motivo per partecipare al presidio e volantinaggio di giovedì a Genova e alla manifestazione nazionale ed europea del 5 novembre a Roma.

Nel caso di Ilaria Cavo, la collega è stata prima convocata per la "banale" comunicazione di un atto giudiziario,per poi rivelarle che era indagata e che c'era un ordine di perquisizione della Procura di Genova. L'operazione che ha complessivamente impegnato tra Genova e Milano una decina di persone ha visto la perquisizione della borsa di Ilaria, della sua auto, il sequestro del notebook, la perquisizione senza esito in redazione e nell'abitazione della collega dove sono stati sequestrati tutti i materiali informatici e hard disk anche non attinenti all'oggetto specifico dell'indagine.

Fa piacere rilevare tale solerzia e dispiego di forze, impegnate già in altre città per analoghe iniziative contro giornali e colleghi come a Genova dove negli ultimi anni si è trovato tempo, per esempio, di indagare e condannare chi aveva fatto inchieste giornalistiche su un maniaco (condannato in primo grado a 14 anni di carcere) utilizzando anche materiali diffuso dalle stesse forze dell'ordine, sulle vicende del G8, sul serial killer Donato Bilancia, sui temi del terrorismo e via aggiungendo. Con sponde spesso ancora più realiste in taluni amministratori , tifosi di calcio, dirigenti di società sempre più infastiditi dal fare cronaca che non sia il passaggio di una semplice velina o comunicato stampa. (fonte: www.fnsi.it)

 
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SOLIDARIETA' A GREGORIO CORIGLIANO

Post n°48 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino
Foto di CicoloStampaPollino

"L'episodio di cui ieri, al convegno su "Sviluppo e sicurezza" organizzato a Catanzaro da Confindustria Calabria, è stato vittima il collega Gregorio Corigliano ad opera del servizio d'ordine che ruotava attorno al Ministro dell'Interno Roberto Maroni, lascia sconcertati". Lo ha affermato il Presidente dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri.

"Il collega Corigliano – sostiene Soluri - aveva solo chiesto e tentato, come era suo dovere di giornalista della sede calabrese della Rai, di avvicinarsi al Ministro per intervistarlo. Per tutta risposta è stato allontanato di forza ed in malo modo tanto da finire rovinosamente a terra ai piedi del palco del Teatro Politeama che ospitava il convegno. Non è la prima volta che accade, in Italia, che uomini di scorta confondano il diritto-dovere di salvaguardare il personaggio che seguono con il "diritto" di tenere comportamenti sprezzanti, offensivi o addirittura violenti. L'Ordine dei Giornalisti della Calabria, nell'esprimere a Gregorio Corigliano la solidarietà più piena, sente il dovere di richiamare chiunque rappresenti le Istituzioni ad un atteggiamento rispettoso del ruolo, dei compiti e della funzione dei giornalisti che, è bene precisarlo, non possono essere utilizzati solo a fini di amplificazione dei propri messaggi, ma devono essere messi nella condizione di esprimere compiutamente la propria professionalità. Se qualcuno pensa che i giornalisti possano o debbano trasformarsi in semplici "reggimicrofono" per raccogliere le frettolose e spesso svogliate dichiarazioni del politico di turno, ha certo una visione distorta di questa nostra professione. Siamo sicuri - aggiunge Soluri - che il ministro Maroni, che ovviamente non ha colpe per quanto accaduto, saprà farsi interprete di queste esigenze invitando gli uomini della sua scorta ad un comportamento meno "bellicoso" nei confronti dei vari professionisti dell'informazione. Le scuse del Viminale al collega Gregorio Corigliano - conclude il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria- sarebbero un gran bel gesto, capace di ricondurre l'episodio nell'alveo del criticabile comportamento del singolo e di affrancare l'entourage di Maroni da ombre certamente immeritate"

Alla solidarietà espressa dall’Ordine regionale dei giornalisti aggiungiamo la solidarietà dei giornalisti del Circolo della Stampa “Pollino-Sibaritide”

 
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APPROVATA LA PROPOSTA DI RIFORMA DELL'ORDINE

Post n°49 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino
Foto di CicoloStampaPollino

Il CNOG, Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, riunito a Positano il 16 e 17 Ottobre 2008, ha approvato  all’unanimità la proposta di riforma dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti.

Il documento è il risultato di un'ampia e approfondita discussione, passata attraverso l'esame della Commissione Giuridica, dei presidenti degli Ordini regionali e dei consiglieri nazionali.

Si tratta di una riforma profondamente innovativa, basata su tre punti cardine che modificano, rivoluzionandola, la legge istitutiva dell'Ordine risalente a 45 anni fa. I punti di forte innovazione riguardano l'accesso alla professione, lo snellimento del Consiglio Nazionale realizzato attraverso la sostanziale riduzione del numero dei consiglieri, l’importante modifica della composizione e delle procedure degli organi chiamati a giudicare sulle violazioni al codice deontologico.

Fatti salvi i principi generali stabiliti dalle legge del 1963, e cioè il diritto all'informazione e i doveri del giornalista, tra cui il rispetto della verità sostanziale dei fatti, la proposta stabilisce una nuova forma di accesso alla professione: quella del percorso universitario. Non si diventerà più giornalisti per scelta di un editore bensì - come avviene nelle altre professioni – attraverso un predeterminato iter di studi e formazione.

Il secondo cardine della bozza di riforma riguarda la decisione di diminuire sensibilmente la dimensione del CNOG, che attualmente è pletorica e rende il lavoro del massimo organo rappresentativo della categoria elefantiaco e costoso. In tempi in cui l’imperativo è riformare, l'Ordine ha deciso di applicare un principio di rigore e autoregolamentazione  nel rispetto dei colleghi e dei cittadini.

Infine il terzo punto cardine: l'istituzione di una Commissione Deontologica ristretta e delegata a decidere, in via definitiva, i ricorsi che riguardano le sanzioni disciplinari meno gravi, avvertimento e censura. La sospensione e la radiazione rimarranno invece di competenza del CNOG. Tutto ciò contribuirà in modo determinante allo snellimento, razionalizzazione e velocizzazione del lavoro del Consiglio stesso, che avrà più tempo ed energie da dedicare alle necessità e ai problemi della categoria.

Infine, il Giurì e le norme transitorie: il Giurì quale organo terzo per garantire la correttezza dell’informazione (quindi a tutela del cittadino); le norme transitorie che consentiranno il passaggio, in un arco di cinque anni, dall’attuale alla nuova normativa.  

L'Ordine dei Giornalisti ha tracciato un percorso di riforma, dimostrando di avere la volontà e la capacità di rinnovarsi e adeguarsi ai tempi e alle mutate condizioni della professione.

Ora spetterà al Parlamento fare propria l'esigenza di cambiamento, trasformandola in legge.

 

 

 

 

 
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IL TESTO DELLA PROPOSTA DI RIFORMA DELL'ORDINE

Post n°50 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino

DOCUMENTO DI INDIRIZZO PER LA RIFORMA DELL’ORDINE

 

Approvato all’unanimità a Positano Riunione del CNOG del 17/10/2008

  

                                              

 

            L’informazione giornalistica registra ormai da diversi decenni trasformazioni profonde, rapide e continue. I suoi confini sono sempre più indefiniti e l’Ordine dei giornalisti, modellato su una realtà lontana quasi mezzo secolo, incontra molte difficoltà nel governare il cambiamento. Molti operatori dell’informazione lo vivono come una struttura a cui è faticoso accedere, e a volte anche come un ingombro. All’esterno della professione esso appare spesso una corporazione chiusa.

            Il perdurare di questa situazione offre argomenti a chi sostiene che la sua abrogazione sarebbe una misura che liberalizza l’accesso alla professione, mentre al contrario consegnerebbe solo nelle mani degli editori il potere di decidere chi è giornalista e chi no. Diversamente da quanto sostengono gli abrogazionisti, la condizione  difficile dell’informazione in Italia, la sua costante dequalificazione non sono riconducibili alle responsabilità dell’Ordine, bensì a quelle del potere politico, che non ha mai voluto affrontare in questi anni il problema della riforma, né quello di un riassetto organico dell’editoria.

            L’Ordine dei giornalisti rivendica con orgoglio,  pur nelle difficoltà create da norme non più rispondenti alla nuova realtà dell’informazione, l’impegno profuso nella promozione di una cultura dell’informazione, nella tutela dei soggetti deboli,  nel forzare le strettoie dell’accesso, nell’introdurre regole deontologiche più severe. Condizione perché quest’impegno possa dispiegarsi pienamente è una riforma radicale che cambi le regole dell’accesso, consenta una formazione permanente, renda possibile una puntuale e rapida applicazione dei principi deontologici, ridefinisca i meccanismi di selezione della rappresentanza.

 

Nel dettaglio, la legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti, 69/1963, ha compiuto ormai 45 anni. Le impostazioni di principio sono ancora validissime – anzi, si può dire che risultino persino più attuali e importanti oggi – mentre i dettami strutturali e organizzativi richiedono una profonda riforma. Infatti, nel tempo trascorso molte trasformazioni sono avvenute nel campo dell’informazione e dei media (basti pensare ad Internet, fenomeno inedito e largamente rivoluzionario, e al peso della TV come fonte primaria di informazione dei cittadini, quale non poteva essere immaginata all’epoca in cui il legislatore provvedeva a normare la professione giornalistica). Grandi modificazioni sono avvenute anche nella società, e segnatamente nella qualificazione delle attività formative e professionali: su di esse sono intervenute ampiamente le legislazioni nazionale e comunitaria, con riflessi che nel settore del giornalismo sono soltanto indiretti. C’è da sottolineare che le rappresentanze dei giornalisti, in primis proprio quelle dell’Ordine, sollecitano da alcuni lustri un adeguamento normativo. Le legislature si susseguono, ma il Parlamento non è mai riuscito a mettere mano a modifiche di sostanza.

 

Ricordiamo qui che la Corte Costituzionale, a più riprese, ha confermato la legittimità dell’Ordine dei giornalisti, riconoscendo che la legge 69/1963 disciplina esclusivamente il giornalismo come professione, e quindi non limita in nulla l’accesso ai mezzi di informazione come libera espressione del pensiero.

Occorre, infatti, distinguere tra l’informazione e altre libere manifestazioni, come le opinioni e più in generale ogni tipo di espressione. L’informazione, in regime democratico, non soltanto è un diritto, ma anche un dovere. Del diritto sono titolari sia i giornalisti (libertà di stampa) sia i cittadini tutti (diritto di essere informati); il dovere, invece, è in capo ai soli giornalisti, come esplicita la legge Gonella all’art. 2. Dire dunque che l’informazione la fanno i giornalisti, ed essi soltanto, lungi dal configurare una esclusione o una limitazione di diritti di tutti, rappresenta invece una garanzia democratica; e soprattutto non viola in alcun modo l’art. 21 della Carta Costituzionale, dove si riconosce a tutti il diritto “di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. In concreto, non potrebbe, e non è riservata ai soli iscritti all’Ordine la facoltà di scrivere sui giornali o esprimersi con altri mezzi che ad essi si possono assimilare.

 

E’ competenza dei giornalisti la ricerca, l’elaborazione, il commento, la verifica delle notizie. Non sono di pertinenza giornalistica prestazioni attinenti alle informazioni di servizio, pubblicitarie e di contenuto commerciale.

 

L’esperienza di questi 45 anni ha fatto emergere i limiti dell’ordinamento attuale – ovviabili in gran parte con una riforma che renda più agile ed effettiva l’azione dell’Ordine dei giornalisti – ma ha anche confermato l’importanza di esso come strumento in grado di dare ancoraggio e certezze normative all’indipendenza del giornalista.

All’attivo del bilancio di lungo periodo stanno diversi fattori. Innanzitutto la promozione e l’applicazione di regole deontologiche sempre più puntuali e severe: per il rispetto dei soggetti deboli e per la tutela dei minori, per svincolare l’informazione da condizionamenti della pubblicità, e per evitare i conflitti di interessi in settori molto sensibili come l’informazione economico-finanziaria e quella rivolta ai consumatori. L’Ordine ha sviluppato in tutto questo periodo la cultura dell’informazione, anche attraverso  le scuole di formazione al giornalismo, e promosso iniziative di formazione permanente (in quest’ultimo settore gli interventi sono ancora embrionali, e necessitano di nuovi impegni ed investimenti).

 

I principi su cui si fonda la legge del 1963 sono dunque pienamente da confermare. Essi sono ottimamente riassunti nell’art. 2. “E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui”. E ancora “è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti”. Importante, per una libera professione anche il comma che recita “Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse”.

 

E’ ovvia osservazione che, senza queste premesse, lo status del giornalista sarebbe riconducibile a quello di un impiegato, vincolato agli obblighi di fedeltà verso la propria azienda (art. 2105 Codice Civile). Non potrebbe esistere un potere del direttore di testata autonomo rispetto alla proprietà; né il diritto del singolo giornalista di difendersi da censure o modifiche apportate da altri a ciò che ha scritto. Cadendo poi il segreto professionale, le fonti fiduciarie non si sentirebbero tutelate, e la conseguenza sarebbe una pesante limitazione della possibilità di approfondire i fatti per poi riferirli al pubblico.

 

C’è anche da rilevare che la Consulta, confermando con la sentenza n. 11/1968 la legittimità dell’Ordine, ne sottolineava la capacità di tutelare, con la deontologia, la libertà degli iscritti nei confronti del contrapposto potere economico dei datori  di  lavoro, compito, questo, che supera di  gran  lunga  la  tutela  sindacale  del diritti  della  categoria  e che perciò può essere assolto solo da un Ordine a struttura democratica che con i suoi poteri di  ente  pubblico vigili,  nei  confronti  di tutti e nell'interesse della collettività, sulla rigorosa osservanza  di  quella  dignità  professionale  che  si  traduce, anzitutto e soprattutto, nel non abdicare mai alla libertà di informazione e di critica e nel non cedere a sollecitazioni che possano comprometterla”

 

Una riforma della legge dell’Ordine deve perciò mantenere inalterate queste impostazioni di principio, modificando invece alcuni punti specifici che sono:

 

1)     il sistema di accesso alla professione

 

2) il meccanismo elettorale che oggi porta ad una dimensione pletorica del  Consiglio   Nazionale

 

3) procedure e organi che intervengono in materia deontologica, per garantire tempestività, equità e  trasparenza nei procedimenti disciplinari.

 

 

  1.  ACCESSO

 

Da tempo è maturata , anche in sede parlamentare – si vedano le iniziative, poi non portate a termine, che ebbero per protagonista il sottosegretario Siliquini – la consapevolezza che la professione di giornalista, analogamente a molte altre, richiede una base formativa superiore a quella che era prevista dalla legge 69/1963, cioè il diploma di scuola media superiore.

 

I processi attraversati dalla società, e dalla stessa editoria giornalistica, suggeriscono un approccio differente. Di fatto si constata che nell’ultimo decennio più di 3 su 4 delle persone che sostengono l’esame per diventare professionisti hanno una laurea. L’Ordine dei giornalisti ha stipulato convenzioni con numerose università per corsi specialistici che danno accesso all’esame professionale, nel rispetto della legge e delle norme che definiscono il praticantato. E’ dunque maturo un cambiamento, che preveda un canale di accesso unico attraverso:

a)     una fase di formazione preliminare coincidente con la laurea (laurea triennale se ci riferisce al nuovo ordinamento oggi in vigore) conseguita nelle università italiane e nelle università estere i cui stati riconoscano la reciprocità. 

b)     una seconda fase di specializzazione, di due anni, da realizzare in forme diverse, e cioè:

1) laurea magistrale in giornalismo che conduca all’esame professionale

2) master specifico riconosciuto dall’Ordine dei giornalisti

3) scuole di giornalismo collegate ad una struttura universitaria.

 

Per un periodo transitorio straordinario di cinque anni gli editori potranno continuare ad usufruire della chiamata diretta in redazione di giovani laureati, ma esclusivamente con il contratto di praticantato, da accompagnare con un percorso di formazione stabilito e verificato dall’Ordine dei giornalisti.

 

 

            In tutte la varianti, la fase specialistica che sostituisce il tradizionale praticantato, non deve limitarsi ad una pura dimensione accademica, ma necessariamente implicare un tirocinio professionale guidato e certificato dall’Ordine dei giornalisti. Lo strumento da utilizzare è quello già operante per le scuole abilitanti all’accesso all’esame professionale, e cioè la convenzione tra Ordine e Università. Convenzioni da verificare passo passo nell’attuazione, secondo quanto è già attualmente previsto nel Quadro di indirizzi per il riconoscimento e il controllo delle scuole di formazione al giornalismo.

 

Al termine del biennio si dovrebbe accedere all’esame per essere riconosciuti giornalisti professionisti. E’ importante notare che il Consiglio di Stato (n.448/2001, 13 marzo 2002) ha riconosciuto il carattere di “esame di Stato” alla prova professionale dell’Ordine. E’ dunque opportuno che, riformando la legge, si provveda anche a strutturare sia l’esame che soprattutto le commissioni in modo differente da quello attuale, per esempio aumentando la presenza di commissari esterni alla professione dei giornalisti a garanzia della indipendenza e trasparenza della prova.

 

All’ipotesi che sia elevato alla laurea il titolo “di base” necessario per accedere alla qualifica di giornalista professionista è stato talvolta obiettato che ciò potrebbe violare la libertà di lavoro e la libertà di impresa. L’osservazione appare destituita di fondamento: le direttive europee 48/1989 e 36/2005 hanno definito il potere-dovere degli stati membri di regolare i percorsi formativi che danno luogo al riconoscimento delle qualificazioni professionali. Se quella dei giornalisti è una professione, non ci può essere dubbio che debba essere regolata da norme di accesso (diverso, lo ricordiamo ancora, è il diritto universale di espressione sancito dall’art. 21 della Costituzione italiana). Del resto gli editori di giornali e i proprietari di aziende giornalistiche non hanno mai mosso obiezioni alla norma precedente, che indicava nella licenza media superiore il titolo di studio per essere ammessi all’esame da professionista (o, in caso di semplice licenza media, un esame di cultura generale che attestasse un livello di istruzioni pari alla licenza media-superiore).

La nuova proposta si adegua ai tempi, portando le condizioni di partenza ad livello superiore, in sintonia con tutto ciò che si verifica, in Italia e in Europa, nel campo della formazione e della qualificazione del lavoro.

 

Oltre alla formazione per l’accesso, la nuova legge dovrà prevedere in modo esplicito funzioni di formazione permanente. Come ogni categoria riconosciuta e strutturata, i giornalisti – sia professionisti che pubblicisti - hanno bisogno di affidare l’aggiornamento professionale, oltre che all’esperienza e alla acquisizione spontanea di nuove conoscenze, a veri e propri corsi periodici conclusi da verifiche. Potranno essere realizzati a livello territoriale, nazionale o in collaborazione tra più ordini regionali.

 

                                                    

                                   SEGUE

 

 
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SEGUE TESTO PROPOSTA DI RIFORMA

Post n°51 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino

           2  PUBBLICISTI

 

Modificato con le modalità esposte il sistema di accesso dei professionisti, resta da definire quello dei giornalisti-pubblicisti. Essi, come già specifica la legge, “svolgono attività giornalistica non occasionale e retribuita, anche se esercitano altre professioni o impieghi”.

I pubblicisti costituiscono un prezioso patrimonio di saperi e competenze, e concorrono in modo sostanzioso all’informazione quotidiana e periodica, stampata e no. In particolare assicurano agli organi di informazione il contributo specialistico in numerosi campi del sapere e delle attività umane, campi che raramente possono essere coperti con competenza da professionisti del giornalismo. Oggi la via per l’accesso all’elenco dei pubblicisti è il riconoscimento di una attività continuativa nell’arco di almeno due anni. Nessuna prova di ingresso è richiesta.

Nel nuovo ordinamento che si auspica, i giornalisti pubblicisti potrebbero mantenere i medesimi requisiti di accesso, con l’aggiunta però di corsi specifici di “cultura e norme che regolano il giornalismo”. A partire dalle regole deontologiche alle quali tutti – professionisti e pubblicisti – sono soggetti. Deve trattarsi di corsi regolari e consistenti, che terminino con  una prova conclusiva sulle materie studiate. Qualcosa di simile è accaduto, in conseguenza della legge 150/2000, per l’ammissione all’Ordine di coloro che già esercitavano attività di ufficio stampa negli uffici pubblici.

Nell’ordinamento riformato, in ogni caso, molti di coloro che sono attualmente inseriti nell’elenco dei pubblicisti dovranno collocarsi invece in quello dei professionisti. Infatti è noto che il praticantato, secondo le regole oggi in vigore, può essere riconosciuto soltanto a chi presti la propria opera giornalistica in redazioni dove lavori un sufficiente numero di professionisti. Di fatto, in molte pubblicazioni a carattere periodico, in siti internet, uffici stampa, emittenti radio e anche tv, accade che nessuno degli addetti sia professionista. Questo impedisce che le persone che lavorano in tali organi di informazione possano accedere all’esame professionale, nonostante svolgano un’attività a tempo pieno e in forma esclusiva. Ne consegue che essi sono “pubblicisti di necessità”, parcheggiati in un elenco che non sarebbe il loro proprio, ma è finora l’unico che possa ospitarli in base alle norme fissate nella legge 69/1963.

Per tutti loro sarebbe impensabile una applicazione retroattiva di requisiti e norme di accesso come quelle che si sono prospettate per i neo-professionisti.

Dovrà rimanere, in ogni caso, nella disponibilità degli attuali pubblicisti la scelta di rimanervi senza il passaggio all'elenco dei professionisti: in particolare questa scelta sarà inevitabile in caso di non esclusività professionale. Si tratterà, comunque, di una situazione transitoria: a partire dall'adozione del nuovo metodo di accesso la distinzione tra professionista e pubblicista dovrà essere chiara e senza sovrapposizioni di ruoli.

 

 

        3       TRANSIZIONE TRA VECCHIO E NUOVO ORDINAMENTO

 

Il passaggio ad un nuovo sistema di accesso agli elenchi di professionisti e pubblicisti porrà inevitabilmente il problema di coloro che rischiano di essere penalizzati dal mutamento di regime. In particolare tutti quelli che non hanno conseguito una laurea, e tuttavia si trovano nella condizione, di diritto o di fatto, del praticante in condizione di diventare professionista.

La questione non tocca i nuovi ingressi: stabilito che il percorso professionale è preceduto da una condizione minima di titolo di studio di grado superiore, i futuri giornalisti saranno in grado di adeguarsi per tempo.

Rimarrà un certo numero di addetti al giornalismo, i quali  dovranno essere messi in condizione di accedere all’esame anche senza possedere una laurea. Dovrà essere previsto un periodo di transizione; si è ipotizzato che tale tempo possa essere di cinque anni. Può apparire eccessivamente lungo, ma c’è da considerare che il gruppo dei  “senza laurea” sarà comunque un bacino in esaurimento, una volta che sia entrato a regime il nuovo ordinamento. Sarebbe, in ogni caso, un tempo di transizione inferiore a quello cui sono sottoposti gli atenei universitari, dove il vecchio ordinamento delle lauree quadriennali è destinato a sopravvivere fin quando ci sarà anche un solo fuori corso iscritto all’Università prima della riforma.

Per il periodo di transizione i titoli per accedere al percorso di ricongiungimento sono quelli della piattaforma votata all’unanimità dal consiglio nazionale il tre luglio 2002 e ripresa poi dalla bozza Siliquini. Nel percorso di ricongiungimento sono compresi prioritariamente i pubblicisti che svolgono attività giornalistica a tempo pieno.

 

 

4   REGOLE ELETTORALI PER LE CARICHE

 

Uno dei punti in cui le norme stabilite 45 anni fa appaiono più bisognose di cambiamenti è quello delle modalità di elezione dei consiglieri nazionali. Varate in un’epoca in cui gli addetti al giornalismo erano poche centinaia, oggi hanno portato ad una cifra spropositata di consiglieri nazionali (con la certezza che la situazione peggiorerà ancora, se non si interviene).

La norma oggi stabilisce che i consiglieri nazionali sono eletti in circoscrizioni regionali: ogni regione elegge almeno due consiglieri professionisti e uno pubblicista. In aggiunta, ogni 500 professionisti in più iscritti in quella regione (e, analogamente, ogni 1000 pubblicisti in più) si dà luogo ad un aumento di un consigliere da eleggere, sempre su base regionale.

Il risultato è che, mentre negli anni ’60, all’esordio, i consiglieri nazionali erano 45, oggi superano la cifra di 130. Tutto ciò comporta oneri eccessivi, lungaggini, problemi anche di spazio. E anche estreme difficoltà nel deliberare, soprattutto in materie delicate che esigono sia tempestività che piene garanzie, come nel campo disciplinare (per il quale rimandiamo al punto successivo, con una proposta che dovrebbe migliorare le condizioni di operatività e accelerare i lavori).

Una drastica riduzione del numero dei consiglieri nazionali è, quindi,  un obiettivo irrinunciabile della riforma.

La soluzione ideale sarebbe che, a differenza di quanto accade oggi, non fosse il testo di legge, ma un regolamento a stabilire i meccanismi elettorali e la ripartizione dei consiglieri.

Le formule da utilizzare possono essere varie, purché si ottenga un sostanziale riduzione del numero dei componenti il consiglio nazionale rispettando i criteri già contenuti nelle legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti del 1963.

I pareri che la Commissione giuridica ha raccolto sono nettamente a favore di un numero chiuso, tenuto conto della rappresentatività.

           Per i Consigli regionali dell’Ordine non appare invece necessaria alcuna modifica alla composizione, che non muta con il crescere del numero degli iscritti: in ogni regione il Consiglio territoriale è formato di 6 professionisti e 3 pubblicisti.

Fisso anche il numero dei revisori dei conti. Il modello nella sostanza regge, e non appare utile introdurre modifiche che rendano la composizione una variabile in base agli iscritti (rischiando di ricreare a livello regionale il guaio che si è verificato al Nazionale).

 

E’ invece necessario modificare sistemi di votazione e procedure, per adeguarli alle esigenze attuali e alla tecnologie disponibili. Si propone quindi di eleggere consiglieri regionali e nazionali, sempre in un’unica tornata, ma in un turno unico, con la facoltà di organizzazione di durata affidata agli ordini regionali. Il sistema del ballottaggio spreca risorse e riduce la partecipazione. Non si vede alcun sostanziale ostacolo a considerare eletti al primo turno (l’attuale seconda convocazione) coloro che hanno ricevuto il maggior numero di voti.

Inoltre la norma non deve creare ostacoli nell’adozione di sistemi di voto più aggiornati (voto elettronico, televoto). Purché sia mantenuta la facoltà di partecipare anche con il voto cartaceo tradizionale.

Si propone infine per i consigli regionali e nazionale un mandato di quattro anni per non più di tre volte consecutive.

La carica di consigliere regionale o nazionale è incompatibile con altre cariche o incarichi negli organismi di categoria _ Fnsi, Inpgi, Casagit, Fondo complementare _ e di altri ordini e categorie professionali. Fa eccezione il ruolo  di membro del Cdr.

 

 

 

 

 

5   COMMISSIONE DEONTOLOGICA E PROCEDURA DISCIPLINARE

 

 

 

A rendere urgente una modifica delle procedure in campo disciplinare è l’esperienza passata e recente: il Consiglio nazionale funge da tribunale deontologico d’appello rispetto alle deliberazioni dei singoli Consigli regionali. Un collegio formato da più di 130 giudici non raggiunge quasi mai il plenum; rischia continuamente la dispersione e le lungaggini; procedendo a scrutinio segreto richiede tempi enormi anche per decisioni apparentemente semplici; è frequente che il lavoro si paralizzi perché viene meno il numero legale.

 

Con la riforma, in materia disciplinare si ipotizza:

 

a)     la competenza a livello regionale può rimanere in capo al Consiglio dell’Ordine. Essendo esso composto da 9 membri, non sembra emergere la necessità di trasferire ad una apposita sezione l’incarico per tali procedimenti. Resta da definire una questione: se sia necessario realizzare una “terzietà” del giudice disciplinare, distinguendo perciò la funzione inquirente da quella giudicante (in questo caso il collegio giudicante dovrebbe risultare ristretto rispetto al plenum del Consiglio). Potrebbe essere utile fissare termini di tempo sia per l’indagine preliminare che per la pronuncia del giudizio.

 

b)     Diverso il caso a livello nazionale: per quanto ridotto, il numero dei consiglieri nazionali sarà comunque elevato, e ciò non favorisce un esame attento e rapido dei ricorsi.

 

 

c)      Si propone quindi di  istituire una Commissione Deontologica delegata in materia disciplinare (il modello è, grosso modo, quello del CSM).

La Commissione, alla quale trasferire in massima parte il lavoro che oggi grava sul  Consiglio Nazionale, potrebbe essere composta da un numero limitato di membri, nominati dal Consiglio Nazionale con un meccanismo di “voto limitato” analogo a quello che oggi si adotta per la nomina delle commissioni. I componenti potrebbero essere, a titolo di esempio 9. Tutti continuerebbero a far parte del Consiglio Nazionale, il quale manterrebbe le attribuzioni previste dall’art. 20 della legge 69/1963; tuttavia, al punto d) dell’articolo 20 dovrebbe spogliarsi di alcune funzioni in materia di ricorsi disciplinari. L’ipotesi è che su avvertimento e censura la decisione della Commissione Deontologica sia definitiva, mentre su sospensione e radiazione sia necessario, dopo la pronuncia della Deontologica, il voto del plenum del CNOG, ma con procedure di voto semplificate. In sintesi: se la Commissione Deontologica si sarà espressa in modo unanime, il voto sia di ratifica: un intervento a favore, uno contro, e poi la deliberazione.  Solo in caso di deliberazione a maggioranza il dibattito potrà essere esteso. Le modalità precise di procedura, ovviamente, dovrebbero essere contenute non nella nuova legge, ma nel regolamento dei lavori del Consiglio.

Su deliberazione del Consiglio nazionale potrebbe essere prevista la costituzione di una sottocommissione a termine di otto membri, guidata dal presidente della Commissione deontologica, al fine di accelerare la definizione dei procedimenti pendenti.

 

d)      Per i ricorsi avverso le deliberazioni dei Consigli degli Ordini in materia di iscrizione e cancellazione dagli elenchi dell’albo e dal registro rimarrebbe la competenza del Consiglio Nazionale, che delibera dopo una istruttoria della Commissione Ricorsi (commissione che quindi rimarrebbe in vita, ma con competenze ridotte: iscrizioni all'albo e ricorsi elettorali). Si potrebbe in ogni modo sveltire l’iter. Per esempio: in caso di proposta unanime della Commissione, il Consiglio potrebbe procedere con modalità di ratifica (tempi abbreviati nell’eventuale dibattito: un intervento a favore, uno contro, e poi il voto palese). Se la Commissione si sarà espressa con i 4/5 di consensi, dibattito contingentato (in ipotesi, due minuti di intervento per Consigliere.). In caso di semplice maggioranza in Commissione, il Consiglio procederebbe secondo le modalità attuali. (Anche in questo caso valgono le considerazioni esposte sopra, cioè l’auspicio che le procedure  si possano definire nel regolamento del Consiglio).

C’è tuttavia da valutare la proposta di affidare completamente alla Commissione Deontologica (magari adottando una denominazione diversa) anche le funzioni dell’attuale Commissione Ricorsi.  A favore di quest’ultima ipotesi due elementi: con la riforma dell’accesso il contenzioso sulle iscrizioni dovrebbe risultare, se non azzerato, certo molto ridotto; inoltre si eviterebbe di creare una commissione in più rispetto alle attuali. Contro, tuttavia, la considerazione che il lavoro da svolgere in materia di deontologia sarà molto, ed aggiungere anche i ricorsi non disciplinari potrebbe sovraccaricare la commissione.

In ogni caso, si ritiene di dover mantenere la competenza piena del CNOG sui ricorsi in materia elettorale (previa istruttoria da parte della Commissione competente );  vale a dire che, anche in caso di proposta unanime, si procederebbe per delibera, senza limitazioni o contingentamenti del dibattito.

 

GIURI’ PER LA CORRETTEZZA DELL’INFORMAZIONE

 

Secondo la piattaforma votata all’unanimità dal consiglio nazionale il tre luglio 2002, va studiata, con l’ausilio di esperti di diritto, la creazione di un Giurì per la correttezza dell’informazione quale organo terzo chiamato a dirimere su richiesta degli interessati, conflitti tra giornalisti e cittadini che si ritengano danneggiati da notizie false.

 

 

 
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BRUNO RICONFERMATO PRESIDENTE DEL CIRCOLO

Post n°52 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino
Foto di CicoloStampaPollino

Cosimo Bruno, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, è stato riconfermato, all’unanimità, alla presidenza del Circolo della Stampa “Pollino-Sibaritide”, anche per il biennio 2008-2010; Mario Alvaro è stato riconfermato, alla unanimità, alla presidenza del Collegio dei Revisori dei conti.

La elezione è avvenuta nel corso della prima riunione congiunta del direttivo  e del Collegio dei Revisori dei conti, eletti dall’assemblea dei soci l’11 ottobre scorso,  tenuta nei locali dei Cantieri Nautici ai Laghi di Sibari, sede del Circolo.

Le votazioni, alla unanimità, hanno confermato altresì Giampiero Brunetti alla vice presidenza, Ernesto Paura tesoriere e Pino La Rocca segretario. Completano il consiglio direttivo, nelle vesti di consiglieri, Giuseppe Savoia,Benigno Le Pera e Martino Zuccaro. Il collegio dei revisori dei conti, oltre al presidente Mario Alvaro, è composto da Gino Campana e Pierluigi Noce.

“ Ancora una volta desidero ringraziare – ha dichiarato Cosimo Bruno - l’assemblea tutta del Circolo che ha voluto eleggermi nel consiglio direttivo,con voto quasi plebiscitario,  e il consiglio direttivo che, all’unanimità, con dichiarazione di voto, ha voluto riconfermarmi alla guida del Circolo, costituito nel lontano 1987. Nonostante, nel corso della riunione del direttivo – ha proseguito Cosimo Bruno- avessi espresso ai colleghi, con convinzione, la volontà di passare il timone, ho dovuto prendere atto delle dichiarazioni espresse con eloquenti attestati di stima e della ferma volontà di tutti i componenti di volermi ancora alla guida del Circolo. Ho accettato così la riconferma come atto di servizio che da sempre, ritengo, ha caratterizzato il mio impegno per i colleghi tutti del vasto comprensorio Pollino-Sibaritide.

In una fase delicata, come quella che stiamo attraversando come categoria – ha aggiunto ancora Cosimo Bruno – con attacchi concentrici ai giornalisti da ogni parte- mi è sembrato doveroso continuare a lavorare nel segno dell’unità e per fare sentire più forte la presenza del Circolo nel territorio e per la difesa dei diritti dei cittadini ad essere informati. Rilanceremo l’attività del Circolo, così come deciso nel corso della stessa riunione del direttivo, con iniziative esterne e con assemblee dei soci per discutere dei problemi della professione e per confronti finalizzati alla crescita del Circolo. Una prima assemblea è stata programmata per la prima decade del mese di dicembre prossimo che dovrà concludersi con il  Meeting 2008,  per non interrompere una tradizione iniziata venti anni fa e mai interrotta.”

 
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IL SINDACATO CHIEDE INCONTRO A LOIERO

Post n°53 pubblicato il 29 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino
Foto di CicoloStampaPollino

     ASSUNZIONE DI 5 GIORNALISTI ALLA REGIONE

I segretari della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Franco Siddi e Carlo Parisi (nella foto), hanno chiesto un incontro urgente al presidente della Giunta regionale della Calabria, on. Agazio Loiero, in relazione alla procedura di selezione per l'individuazione di cinque giornalisti da assegnare all'ufficio stampa. Selezione che, nei giorni scorsi, la Giunta regionale della Calabria ha reso pubblica anche sul sito internet della Regione. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ed il Sindacato dei Giornalisti della Calabria, in una lettera all'on. Loiero fanno, infatti, alcune considerazioni ed osservazioni relative al bando in questione. "Per prima cosa - osservano Parisi e Siddi - ci dispiace notare che nell'intero testo dell'avviso pubblico non si faccia mai menzione della legge 150/2000 che ormai da tempo regola l'accesso e l'attività degli uffici stampa nella Pubblica Amministrazione. A causa di questa mancata menzione, all'articolo 2 (requisiti per l'ammissione), punto b, si fa riferimento alla necessità che i candidati siano iscritti all'Ordine dei giornalisti, elenco professionisti. Ebbene proprio la legge 150/2000 definisce che negli uffici stampa pubblici debba svolgere l'attività di addetto e capo-ufficio stampa solo chi è iscritto all'Albo dei giornalisti che, notoriamente, contempla due elenchi, professionisti, appunto, ma anche pubblicisti".
Altro elemento che alla Fnsi ed al Sindacato dei Giornalisti della Calabria sembra incongruo è l'articolo 5 relativo ai criteri e alle modalità per la selezione dei candidati: "Ci sembra, infatti, che tale selezione dei candidati attraverso il punteggio massimo di 100 punti, dei quali 30 per la valutazione dei titoli culturali e professionali e ben 70 attribuibili in sede di svolgimento del colloquio, possa ingenerare preoccupazione e perplessità sulla preponderanza del punteggio relativo al colloquio rispetto a quello dei titoli culturali e professionali".
Federazione Nazionale della Stampa Italiana e Sindacato dei Giornalisti della Calabria credono, infatti, che "un maggiore equilibrio nella ripartizione del punteggio possa meglio rispondere alle necessità e alle finalità che il bando si prefigge".


 
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GIORNALISTI E UFFICI STAMPA

Post n°54 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da CicoloStampaPollino

Il Sindacato dei Giornalisti della Calabria continua il monitoraggio sul territorio regionale mentre a livello nazionale la Fnsi esprime soddisfazione dopo il primo incontro con l’Aran

       Il protocollo d’intesa per la figura professionale  nuovo passo per il contratto negli uffici stampa

          REGGIO CALABRIA – Dopo gli insediamenti dei dipartimenti uffici stampa presso il Sindacato dei Giornalisti della Calabria e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, una delegazione del sindacato nazionale ha incontrato il Presidente dell’Aran, avv. Massella. A darne notizia, il segretario regionale del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente la Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa, il quale insieme alla vicesegretaria regionale Tiziana Murgia, ha potuto raccogliere le prime notizie e novità che riguardano il dipartimento  nazionale. La notizia più importante resa nota dalla Fnsi è quella della sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra la stessa e i sindacati confederali di categoria (funzione pubblica). Questa sottoscrizione rappresenta un passo deciso per la definizione del profilo professionale degli addetti agli uffici stampa oltre ad aprire la strada per le prossime trattative tra l’Aran e la Fnsi. Dal protocollo pare scaturisca definitivamente la volontà di applicare in pieno il dettato della normativa di settore (Legge 150/2000). Ed è stato proprio il protocollo sottoscritto dalla Fnsi e dai sindacati di categoria l’argomento illustrato dalla delegazione al Presidente dell’Aran. Quest’ultimo si è complimentato per il primo risultato raggiunto e ha confermato l’impegno dell’Aran a promuovere e sostenere gli ulteriori sviluppi.  Il dipartimento calabrese esprime il proprio compiacimento ed accoglie con entusiasmo il passo decisivo raggiunto augurando ulteriori approfondimenti per le trattative successive con l’Aran. Nel contempo, Parisi ricorda che a livello locale prosegue l’attività di supporto per tutti i giornalisti che operano nel settore dell’informazione delle pubbliche amministrazioni. E’, infatti, tuttora in corso il censimento del territorio calabrese al fine di sensibilizzare le amministrazioni pubbliche che non si sono ancora dotate delle figure professionali previste dalla Legge 150/2000 in materia di comunicazione pubblica. Infatti, il sindacato ha provveduto ad inviare un questionario dettagliato a tutti i giornalisti iscritti. Come già ricordato, questo consentirà al sindacato di proporre soluzioni che potranno portare, oltre che alla tutela della situazione lavorativa di chi già opera in questo settore, anche alla creazione di nuovi posti di lavoro per colleghi giornalisti. E’ stato annunciato, inoltre, un prossimo incontro ristretto per tutti coloro i quali intendono partecipare a tale monitoraggio per poter trarre le conclusioni e proporre nuove iniziative tese al miglioramento della situazione professionale dei colleghi che si occupano di ufficio stampa.  

 

 
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Il 7 Dicembre Assemblea e Meeting 2008

Post n°55 pubblicato il 16 Novembre 2008 da CicoloStampaPollino

 

    Circolo della Stampa “Pollino – Sibaritide”

                              Colleghi Soci

                                                           Circolo della Stampa “Pollino-Sibaritide”

                                                                                                 Loro Sedi

Oggetto: Convocazione Assemblea per convegno-dibattito e Meeting 2008 (21^ edizione)

Caro collega,

                      il Consiglio Direttivo del Circolo, nella riunione del 22 ottobre scorso, ha deliberato,tra l’altro, di convocare un’assemblea generale dei soci per un convegno-dibattito sul tema “Informazione e minori”, per la cerimonia della consegna della tessera di Socio onorario del Circolo a S. Ecc. Mons. Luigi Renzo e per il tradizionale Meeting 2008, ventunesima edizione.

                      L’Assemblea si terrà giorno 7 dicembre 2008,domenica, alle ore 16,30, nella sala convegni adiacente il Ristorante “IL CAVALLINO” a Marina di Sibari.

                     Parteciperanno ai lavori e al Meeting 2008 il Presidente dell’Ordine Regionale, Giuseppe Soluri, il Segretario del Sindacato regionale, Carlo Parisi, Consiglieri nazionali, componenti dell’esecutivo dell’Ordine regionale e del direttivo del Sindacato regionale. Sono stati invitati gli Arcivescovi Mons. Salvatore Nunnari e Santo Marcianò, Soci onorari del Circolo.

                       Al termine dei lavori dell’Assemblea ci fermeremo, per il Meeting, nell’adiacente Ristorante “IL CAVALLINO” .

In attesa di rivederci, abbiti tanti cordiali saluti

                                Il  Presidente

                                                                           Cosimo  Bruno

 

 

 

 
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