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Post n°899 pubblicato il 28 Agosto 2024 da feliperun
i percorsi dei podisti non sono descrivibili solamente con distanze, pendenze e superfici, ma svelano molto di più a chi ha voglia di prestare attenzione.
Il medesimo percorso muta al mutare delle stagioni e anche in funzione del senso di percorrenza si rivelano nuovi dettagli.
La fruizione dei percorsi alle diverse ore del giorno modifica la profondità dei paesaggi, ma un particolare che cambia profondamente sono gli odori.
Le corse del mattino sono quelle maggiormente rivelatrici di invisibili mappe. In alcune stagioni le siepi fiorite del gelsomino o del pittosporo investono il podista con profumi intensi al limite dell'eccessivo. I passaggi nei pressi di pasticcerie e forni indicano quali prodotti siano in procinto di essere sfornati senza necessità di alcuna immagine. Non sfuggono le preparazioni di buon mattino dei soffritti, oppure la manutenzione del prato con l'erba appena tagliata.
Ovviamente vi sono anche le puzze ed i miasmi nei punti di accumulo della spazzatura, dei tombini difettosi, dei mezzi a motore malfunzionanti, dei trattamenti con fitofarmaci per fortuna non appena passano ce ne dimentichiamo.
Invece i profumi rimangono impressi nella nostra memoria quale è il profumo che ricordate con particolare vividezza nelle vostre corse?
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Post n°898 pubblicato il 28 Agosto 2024 da feliperun
Ci sono podisti che durante i periodi di vacanza triplicano le dosi degli allenamenti.
Praticamente si allenano tre volte al giorno: di buon mattino vanno a correre, da soli o in compagnia, se si trovano al mare colgono l'occasione per una corroborante nuotata (da soli o in compagnia) e nel tardo pomeriggio si dedicano ad una sessione di esercizi a corpo libero o con i pesi, oppure non si astengono dal risveglio dell'amore per il tennis o per il più recente padel o un grandissimo classico come il calcio.
Nelle rare occasioni che non stanno espletando qualche attività sportiva si alimentano ovviamente senza alcun senso di colpa per via della tendenza ad assecondare le compagnie nei famigerati apericena ed in quello che seguirà. E l'indomani si ricomincia, indipendentemente dalla ore di riposo e dall'alcool consumato.
Ovviamente vi sono alcune varianti, infatti alcuni dimensionano tutto in funzione dell'allenamento e quindi le vacanze possono essere organizzate preferibilmente in altura (vi sono alcuni che addirittura si preparano alla vacanza) e la programmazione giornaliera non può che essere assolutamente meticolosa, così come l'alimentazione.
Il caso assolutamente opposto è quello dei podisti abituali che durante le vacanze non si allenano neppure un minuto destinando al completo relax, con attacco seriale a tutti gli apericena, cene, pranzi, serate, colazioni pantagrueliche con le specialità del territorio. Il faro di costoro è che smaltiranno quando torneranno alla vita "normale", e nei primi allenamenti si trascineranno faticosamente cercando di attivare il metabolismo degli acidi grassissimi.
Ma dopotutto a cosa servono le vacanze se non a dedicare un po' di tempo a sé stessi ed alle persone con cui si ha voglia di condividere del tempo? Scoprire luoghi nuovi, nuove usanze e nuovi cibi, oppure tornare nei luoghi del cuore e ritornare ai sapori di un tempo? spesso è l'occasione per praticare uno sport che non si ha il tempo di praticare quando si è costretti nella attività lavorativa, ed al rientro scattano i racconti con gli amici che ci riportano alle vacanze. Ma per i più affezionati ai social network sarete informati di ogni attività minuto per minuto, e quindi quando racconteranno sapete già tutto sulle loro vacanze...
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Post n°897 pubblicato il 22 Aprile 2024 da feliperun
Camminare e correre rispondono alla primaria esigenza dei sapiens di spostarsi, di muoversi da un luogo ad un altro.
I nostri progenitori si "dovevano" spostare per cercare il cibo, per sottrarsi a predatori e minacce, è quindi comprensibilissimo che nel corso dell'evoluzione abbiamo sviluppato meccanismi efficienti per spostarci a velocità di diverse ma pur sempre a piedi.
Le abitudini quotidiane ci spingono all'opposto estremo, ovvero stare immobili in postazioni di lavoro in luoghi chiusi e spesso a fissare uno schermo.
La esigenza di spostamento è assolta dai più svariati mezzi di trasporto, in modo tale da escludere ogni sforzo.
Il cammino ed ancora più la corsa sono relegate ad un ambito specifico, le espressioni "vado a camminare", "vado a fare una passeggia", "vado a correre" dimostrano che la corsa ed il cammino sono diventate un fine e non più un mezzo (di trasporto). L'immagine di camminatori e runner su tapis roulant davanti ad un schermo ci racconta quanto abbiamo distorto una attitudine viscerale.
Ci accorgiamo a quale semplicità stiamo rinunciando tutte le volte che utilizziamo il cammino o la corsa per andare da un luogo ad un altro, come quando l'auto o la moto rimangono parcheggiate e sbrighiamo una serie di faccende spostandoci a piedi (l'impiego del monopattino determina un ulteriore abbattimento dei tratti di cammino!). Quando usciamo per "andare a correre" direttamente da casa e raggiungiamo luoghi distanti per poi tornare indietro, infatti tutte le volte che lo raccontate vi guardano con aria stupita).
In occasione delle escursioni, o di una corsa in natura il fatto stesso di muoversi, respirare all'aria aperta, lasciare lo sguardo spingersi all'orizzonte, osservare particolari, scoprire novità, si risveglia qualcosa in noi qualcosa di ancestrale!
Basta chiacchiere si esce!
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Attenzione si tratta solo degli ingredienti necessari per arrivare al traguardo e riuscire a raccontarlo
la mente, provate voi a fare qualsiasi cosa senza testa (mente)
il corpo, ce ne vuole uno che sia in grado di adattarsi all'impegno richiesto dalla mente
8 settimane per chi già è in grado di correre continuativamente per circa un'ora
3 a 4 allenamenti a settimana dai 60' a 180' da 40 a 70 km a settimana
almeno due paia di calzature specifiche
magliette, pantaloncini, calzini
un orologio (gps non strettamente necessario)
programma di allenamento
pochi buoni consigli
mangiare e dormire a sufficienza
e via a correre!
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la evoluzione dell'abbigliamento da running nel corso degli ultimi anni è stata straordinaria.
Senza scavare nei ricordi remoti, precedenti a quando si correva con le magliette di cotone, che avevano la caratteristica di appiccicarsi alla pelle non appena si iniziava a sudare, l'avvento dei filati tecnici (ovvero sintetici) ha segnato un cambiamento epocale nel confort del podista.
I materiali più recenti promettono traspirazione, leggerezza, protezione dai raggi uva, ma anche pressione differenziata, assenza di cuciture, capacità di difesa dal vento e molto molto altro.
In verità non sempre è oro quel che luccica, e vi sarà capitato di pigliare qualche fregatura.
Alcune maglie ed anche pantaloncini dopo pochi utilizzi sono capaci di diffondere l'aroma dei facoceri, e a nulla valgono lavaggi con detersivi ultra specifici o scelta di temperature elevate, non appena indossati bastano pochi minuti per la emissione di miasmi venefici!
Cuciture e ricami si rilevano spesso insidiosi, ognuno ed ognuna è fatto a modo suo e quel ricamo o quell'ispessimento del pantaloncino o del calzino va a strusciare sempre allo stesso posto creando irritazioni insopportabili.
Grado di morbidezza, al tatto sembrava così soffice ed invece non appena si inizia a sudare quel tessuto si è rilevato come la carta vetrata e così dazio hanno pagato i capezzoli irritati fino a sanguinare, se avete intenzione di provare un novello cilicio sarete accontentati, altrimenti è possibile orientarne l'utilizzo alla pulizia delle ruote di vetture, cicli e motocicli.
Quale indimenticabile esperienza vi ha colto nel vostro peregrinare podistico?
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Inviato da: amistad.siempre
il 01/02/2023 alle 21:32
Inviato da: Telenovelas
il 21/11/2020 alle 09:49
Inviato da: cassetta2
il 18/07/2019 alle 10:16
Inviato da: Mr.Loto
il 24/04/2019 alle 13:25
Inviato da: Mr.Loto
il 17/07/2018 alle 10:09