DarkSoulLa mia vita dopo la tossicodipendenza |
L'abuso della droga non è una malattia, ma una decisione, come quella di andare incontro ad una macchina che si muove. Questo non si chiama malattia, ma mancanza di giudizio. (Philip Dick, da “Un oscuro scrutare”, 1977)
Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita.
ORA SONO LIBERO
Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.
PENTIMENTO
Io rimpiango
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« La montagna | Un amico sincero: il cane » |
Post n°188 pubblicato il 09 Gennaio 2015 da mygangsta
Ho meditato parecchio nella settimana in solitudine sulle mie care montagne mentre le Feste imperversavano ovunque. Su cosa spinga l'essere umano a tentare di distruggere se stesso con la droga, su quell'amico che non sa quando se ne andrà ma sa che se ne andrà presto a causa della droga, sull'amore contrastato a causa dei miei trascorsi e sul tempo di due ore. Con le sostanze si può giocare, si può scherzare, si possono sottovalutare, rendere padrone della propria vita, si possono prendere per lo sballo di un momento, si può dire "smetto quando voglio". Certo, si può fare ciò che si vuole. Ma per questo "bel giochetto", due ore ovvero 120 minuti ovvero 7200 secondi sono state la distanza, per me, tra la vita e la morte. A pensarci è pazzesco. Non ho ricordi nitidi di quel giorno, quello che so mi è stato raccontato a posteriori, ma ricordo che ormai ero talmente dentro al tunnel della dipendenza da non poterne più fare a meno e in quella fase in cui nessuna dose sembra più dare l'effetto desiderato per cui perdi la cognizione di quante ne assumi. Fino a quando diventano troppe. Perchè, se non ti fermi in tempo, poi arriva quel giorno. Quel giorno in cui niente ha più senso se non la spasmodica ricerca di una chimica sensazione che sembra non voler più arrivare per cui l'unico modo è aumentare ancora, aumentare fino al punto di non ritorno. E non riuscirai ad accorgerti quando il momento finale si sta avvicinando in un'escalation senza controllo. Io quel giorno non me ne accorsi, non ero lì, non ero presente a me stesso. E poi mi dissero che se fossero trascorse soltanto altre due ore... Insomma, questa è un'amara consapevolezza che mi accompagna ogni istante. Io ho avuto la fortuna (o sfortuna?) che quei 120 minuti non siano mai trascorsi ma poteva benissimo non essere così e, cmq, la mia vita attuale è profondamente segnata da quella precedente e io non potrò mai cancellare queste conseguenze.
Quando si comincia con le sostanze bisognerebbe pensare bene anche a questo. Anche se all'inizio sembra di averne il controllo, poi piano piano quel controllo si perde, si perde e ancora si perde fino a quel giorno. E cosa ne sarà di quel giorno non puoi saperlo.
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