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La mia vita dopo la tossicodipendenza

 

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Le sostanze e i loro incubi

Post n°200 pubblicato il 10 Marzo 2015 da mygangsta

 

Le droghe non fanno sconti.

Ti incantano con finte sensazioni di benessere, euforia, adrenalina, sballo, zero inibizione, forza, leggerezza, ti senti a volte un leone, zero stanchezza, riesci a stare sveglio per giorni, provi talvolta una sensazione "fantastica".

Ma, attenzione: allucinazioni, tremendi incubi, un'inquietudine e un'angoscia che ti divorano, attacchi di panico, tremori, dolori muscolari, oppressione toracica, battito a mille, vertigini sono solo alcuni degli effetti a breve e a lungo termine di queste maledette sostanze.

 

Quando ero nel pieno della tossicodipendenza gli incubi erano diventati all'ordine del giorno. E un incubo il cui ricordo mi inquieta ancora oggi fu questo:

Ero a letto, al buio, in uno strano dormiveglia provocato dalla mia condizione, quando iniziai a sentirmi immobilizzato, non sarei riuscito a muovere neanche un dito della mano. Brividi freddi e un'angosciosa sensazione di oppressione toracica.

Iniziai a sentire delle voci, delle risate tutto intorno nella stanza mentre tremiti sempre più forti mi scuotevano e io ero impossibilitato a muovermi. Avevo un'angoscia terribile, avrei voluto fuggire per il terrore ma non potevo.

Guardai davanti a me e vidi due figure non ben distinte. Stavano ai piedi del mio letto e sembravano protendersi verso di me. Risate ovunque, terrore, voglia di fuggire.

Voci in testa che mi dicevano di fuggire, che ero in pericolo, che quelle oscure figure mi avrebbero raggiunto da un secondo all'altro. Guardavo avanti e quelle figure dai contorni vorticosi ridevano e ridevano.

Battito a mille, rigidità articolare, brividi di ghiaccio. Nausea e oppressione.

Volevo aprire gli occhi ma era impossibile. Passarono ore, poi finalmente lottai per alzarmi e riusciii a sedermi contro lo schienale del letto. Dopo qualche capogiro, riuscii a sbattere le palpebre un po' di volte fino a che mi resi conto che fuori era ormai giorno e non c'era più nulla di tutto ciò che avevo vissuto.

Assumere sostanze vale davvero esperienze come questa?

 

E ora che ho smesso da anni e la mia vita è normalissima, vivo come tutti, ho il mio lavoro e i miei hobby, la notte dormo due o tre ore e spesso mi sveglio con forti incubi che mi lasciano una sensazione di malessere e instabilità per mezza giornata. E, nei primi anni dopo la disintossicazione, ebbi ancora allucinazioni, così, "a ciel sereno". E ci saranno sempre i momenti in cui mi fermerò a pensare a quel giovanissimo me stesso e vorrei tornare indietro da lui e supplicarlo di non accettare quella roba per non soffrire così tanto. Ma non si può.

Per cui io dico, ognuno è libero di scegliere ma una cosa è certa: a fare uso di sostanze Non ne vale la pena.

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Commenti al Post:
Cherrysl
Cherrysl il 10/03/15 alle 15:56 via WEB
Tantissime persone non hanno veramente idea di questi effetti terribili dovuti alla dipendenza. Dovrebbero essere divulgati di più perchè fungano da dissuasori per chi volesse avvicinarsi alle droghe pesanti. Sei veramente uscito da un inferno...
 
 
mygangsta
mygangsta il 10/03/15 alle 23:30 via WEB
Certo, non se ne ha idea xkè sembra sempre di averne il controllo, "a me nn capiterà"... Ma le varie sostanze, chi più chi meno, hanno effetti collaterali pesantissimi sia dal punto di vista fisico che neurologico. E quello è l'inferno. Uscirne è, a sua volta, inferno e dopo, con gli strascichi nel tempo, è sofferenza cmq. Meglio starne fuori.
 
Pensieri_a_Colori
Pensieri_a_Colori il 11/03/15 alle 11:00 via WEB
Buongiorno :) Come ti ho già detto rispondendoti nel mio blog, guarda a te stesso con fierezza. Da giovani si tende a fare incoscientemente scelte sbagliate. Non è l'errore ciò cui devi guardare adesso, ma a ciò che hai fatto per rimediarci. In questo sei stato ammirevole come pochi, e vorrei tanto che in molti ti prendessero ad esempio. Guarda avanti ora, voltati indietro solo quando ti accorgi che qualcuno può aver bisogno della tua testimonianza. La vita continua, e tu ne hai ancora tanta da vivere. Sono certa che la ricompensa, per il bene che hai fatto, non solo a te stesso, ti arriverà presto, anche se la più significativa è stata quella di aver avuto possibilità di riprendere in mano la tua vita e portarla in salvo. Ciao *__*
 
 
mygangsta
mygangsta il 11/03/15 alle 22:52 via WEB
ti ringrazio!! sì, ormai sn passati moltissimi anni anche se il ricordo rimane vivo, x questo mi rimane difficile pensare a tutto "l'eroismo" che ho dovuto tirare fuori x uscirne. Si è subito portati a pensare all'errore, piuttosto a quanto fatto per rimediarvi... Buona serata!
 
manuelazen
manuelazen il 17/03/15 alle 14:30 via WEB
Magari torno con più calma e cerco poi di spiegarmi meglio comunque mi sento di poter dire sulla base di quello che ho studiato e dell'esperieza indiretta che ho avuto che il tuo incubo è il racconto di un momento in cui ti sei trovato ad un passo dalla morte, e che le "sostanze" non sono finalizzate allo sballo, quello è una sorta di mix di effetti secondari, sono invece finalizzate ad uccidere, senza la possibilità di usare nessun eufemismo, sono veleni: alcune di esse sono usate come farmaci contro il dolore in ambito ospedaliero per malati incurabili; ma l'effetto di sedazione del dolore è accompagnato da un'accelerazione del complesso meccanismo che porta alla morte. Se una persona si trova nello stadio terminale di una malattia incurabile si può pensare sia lecito diminuire il dolore a prezzo dello spegnimento anticipato della vita; ma se una persona è sana l'uso di tali sostanze equivale ad un suicidio e ad un omicidio da parte di chi le fornisce. Mi si potrebbe obiettare che alcune delle sostanze stupefacenti non hanno impiego in uso ospedaliero perchè di difficile gestione e non utilizzabili direttamente come antidolorifici; ma la realtà non cambia: appartengono tutte ad una famiglia di veleni il cui effetto è la compromissione grave della vita e quindi la morte. Forse i ragazzi che iniziano ad usare delle sostanze stupefacenti non se ne rendono conto; ma quello di cui fanno uso non è un giocattolo per vivere meglio, è piuttosto un sistema per nascondersi, per rimuovere le "imprecisioni" e le "inadeguatezze" della vita: insomma una sorta di allontanamento, un suicidio figurato che poi diventa morte per davvero.
 
 
mygangsta
mygangsta il 18/03/15 alle 00:23 via WEB
non posso che concordare. si prendono come sballo e invece sono micidiali e si rischia la vita, come nel mio caso. e non è un gioco.
 
manuelazen
manuelazen il 17/03/15 alle 23:23 via WEB
Dei sogni si sono occupati in molti e ne sono state date, credo, spiegazioni di ogni genere, più o meno sostenibili. Io preferisco pensare che nessuno possa interpretare correttamente i sogni di un'altra persona e che invece possa fornire delle indicazioni utili affinchè sia il "proprietario" del sogno a fornire la propria interpretazione, la sola valida. Insomma credo che un sogno acquisisca significato solo nel momento in cui lo si racconta poichè si sceglie di raccontarlo in un modo piuttosto che in un altro, cercando di narrare anche le emozioni che esso ha provocato. Il racconto di un sogno non credo sia univoco, lo facciamo diventare tale noi stessi se lo raccontiamo più volte cercando di rimanere fedeli al modo in cui l'abbiamo raccontato la prima volta... Tra le varie spiegazioni dei sogni ce n'è una che mi sembra sensata, essa distingue i sogni in due grandi categorie: sogni che ci servono a prendere consapevolezza e chiarire la nostra posizione all'interno di una situazione oppure sogni che ci servono ad elaborare soluzioni a questioni che ci "preoccupano"... Solitamente pensiamo che la nostra mente durante il sonno non abbia consapevolezza dello stato fisico del nostro organismo, mentre in realtà vi è connessa più direttamente che non quando siamo svegli e, anzichè esprimerlo con parole, lo comunica a se stessa attraverso le immagini... La nostra mente durante il sonno/sogno dialoga con se stessa attraverso le immagini: comunica ed interpreta quali siano le condizioni fisiche del corpo, lo stato emotivo, gli imput ricevuti durante la giornata appena trascorsa e le esperienze recenti più significative, ne fa una selezione, le riordina secondo un ordine di priorità e le paragona ad altre simili del passato, reinterpreta il tutto; ma sempre per immagini ed emozioni, lasciando il compito di una narrazione a parole alla parte razionale, al momento del risveglio e solo se il sogno dovesse essere ricordato, altrimenti il sogno rimane immagazzinato come risorsa... Come raccontiamo un sogno? Lo possiamo fare solo in base alla nostra esperienza e al vocabolario di cui siamo dotati: se conosciamo una gamma di sfumature fatta di bianco, grigio e nero il nostro sogno sarà bianco, grigio e nero; ma se distinguiamo tra bianco latte e bianco neve, grigio polvere, grigio antracite, grigio tortora... potremo raccontare il nostro sogno con molte sfumature di grigio e diverrà vero in quella maniera, con tutti i riferimenti "culturali" che gli assegneremo e i simboli che vorremo attribuirgli... C'è un momento della notte particolarmente drammatico per il nostro organismo, è come se il nostro organismo funzionasse in maniera ciclica e ci fosse un punto morto inferiore nelle primissime ore del mattino ancora prima dell'alba. In corrispondenza di quelle ore si concentrano i sogni che sembrano suggerire difficoltà e morte: è il nostro organismo che in certo senso "sceglie" se continuare/riprendere a vivere in pienezza o arrendersi. Negli ospedali è il momento, assieme al tramonto, in cui si verificano la maggior parte dei decessi: non si tratta di morti eclatanti, no, è come se si trattasse di morti consapevoli e di accettazione della necessità di una resa. La carica drammatica aumenta proporzionalmente alla resistenza alla morte e alla volontà di vivere nonostante la difficoltà respiratoria di un centro del respiro rallentato, la difficoltà di un cuore sotto sforzo... Credo che gli incubi peggiori siano quelli che proprio in quei momenti si formano nella nostra mente per tentare di spiegare a noi stessi cosa stia accadendo dentro di noi, tanto più se siamo in condizioni di reale pericolo e ancor più se le condizioni fisiche ci sottraggono al sonno profondo e ci portano in uno stato di dormiveglia in cui le percezioni date dalle immagini sognate vengono interpretate dalla mente come dati esterni reali... Il mondo appare distorto e ricolmo di presenze; ma non si tratta di un mondo esterno quanto piuttosto del nostro mondo fisico ed emotivo, culturale; e delle scelte che riusciamo a portare avanti in ordine alla nostra vita: parrà assurdo; ma a volte anche continuare a respirare è il risultato di una ben precisa scelta e della volontà di vivere per realizzare degli obiettivi futuri più o meno immediati a dispetto di ogni difficoltà.
 
 
mygangsta
mygangsta il 22/03/15 alle 23:12 via WEB
mi trovo d'accordo e ne ho vissute di esperienze simili
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

INFO


Un blog di: mygangsta
Data di creazione: 18/05/2008
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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