DarkSoul

La mia vita dopo la tossicodipendenza

 

ORA SONO LIBERO

Il mio passato ed il mio errore sono sepolti senza nome e senza ricordo.

 

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Messaggi di Settembre 2015

Esserne fuori

Post n°222 pubblicato il 25 Settembre 2015 da mygangsta

 

Com'è esserne fuori dopo esserci stati per anni dentro?

Me lo chiesero una volta e me lo sono chiesto anche io.

Per quanto mi riguarda, a volte è normale, a volte è strano.

Ricordo che, anni fa, lessi di uno che diceva "Io non ho la sicurezza di affermare che ho smesso per sempre. Ogni giorno è un giorno in più in cui non prendo nulla. E vado avanti di giorno in giorno e di giorno in giorno arrivo a mesi e anni. Ma ragiono per singolo giorno"

E ho pensato dicesse questo perchè, in fondo, ricordando la propria dipendenza quando se ne è ormai fuori, appare quasi impossibile esserne davvero indenni.

Sembra strano anche a me. E, nonostante la certezza che ho ora, non nascondo di essermi chiesto più di una volta, tempo fa, se davvero fosse tutto finito così. O se ci sarebbe stato quel passo falso che mi avrebbe riportato indietro.

Ma è normale, quando dipendi da qualcosa (in qualsiasi tipo di dipendenza) sei portato a chiederti se, ora che è finita, non tornerà. Perchè, se ne fai a meno ora, potevi farne a meno anche prima, e se non lo hai fatto vuol dire che ne sentivi la necessità e se ne sentivi la necessità... Insomma, una sequenza di domande che o interrompi o va all'infinito.

Cmq sì, a volte è strano. A volte è ancora strano guardarmi attorno la notte e vedere le pareti di casa, svegliarmi nel mio letto al mattino, essere padrone della mia vita. E' strano a volte incrociare in stazione o altrove qualcuno che è ora dentro e pensare "ecco chi ero e come mi vedevano gli altri"...

E' strano vivere sospesi tra due dimensioni: quel prima e questo dopo. E' strano perchè sono due cose completamente opposte. Ma non posso cancellare il prima, rimane in me. "Ho provato di tutto" e devo prenderne atto senza lasciare che questo pregiudichi il nuovo oggi.

Penso che la metafora giusta sia quella dell'equilibrismo. In fondo, è un continuo aggiustare il tiro, mantenersi in equilibrio, starne fuori senza dimenticare di essere stati dentro, è il "mantra" del Solo per oggi.

E', in sostanza, "l'ho fatto ma non lo sto facendo".

E' strano ma vero.

 

 

 
 
 

Il pregiudizio

Post n°221 pubblicato il 15 Settembre 2015 da mygangsta

 

Io sono il primo a comprendere quanto il venire a sapere dei miei trascorsi possa infastidire la gente o renderla sospettosa .

Ma a farmi innervosire è il pregiudizio che resiste nel tempo, nonostante sia ormai palese la mia nuova condotta. Perchè, a quel punto, non è più pregiudizio comprensibile ma è proprio il non voler cambiare opinione per nulla al mondo.

E, a riprova di come i pregiudizi siano duri a morire, è successo che un conoscente benpensante, avendo saputo che ho perso da poco il mio migliore amico, ha pensato bene di dirmi di stare attento a non lasciarmi sopraffare troppo dal dolore perchè, "chissà, forse, potrebbe capitarti di sentire la necessità di... insomma, come dire... mettere a tacere cose come la tristezza, malinconia, angoscia etc e per metterle a tacere potresti... ma così per dire... sentire il richiamo di quella roba che prendevi anni fa e, magari, avvicinarti di nuovo a certe sostanze..."

Ecco. Se l'hai fatto una volta, lo farai di nuovo. Matematico.

"No, mi dispiace deluderti. Non sono più quel tipo di persona. Ne lo sarò mai più, mettitelo in testa una volta per tutte" gli ho risposto con fermezza.

 

Certo, uscire dalla dipendenza è un percorso difficile e possibile soltanto se lo vuoi davvero. E, attenzione, devi volerlo davvero, devi cambiare totalmente. Però, se lo vuoi davvero, cambi davvero e ne esci, poi, non cadrai mai più nella trappola. Mai più. Anche se ti ritrovassi davanti quella roba. Perchè se riesci a cambiare, cambi davvero. E per sempre.

 
 
 

Strascichi amari delle sostanze.

Post n°220 pubblicato il 08 Settembre 2015 da mygangsta

 

Ecco cosa fanno le sostanze.

 

Oggi ho trovato il coraggio di andare a una manifestazione cui, tutti gli anni, andavamo insieme io e F., il mio caro amico cancellato dalla dipendenza.

Ancora lo scorso anno, pur già duramente provato dalle malattie, volle andare cmq e, nonostante tutto, fu una giornata piena e felice.

Quest'anno, pur con molta desolazione, mi sono preso la mattinata per farvi un salto.

Ma ho fatto male i conti. Sembravo uno zombie ad aggirarmi per quella manifestazione. La mia mente si rivolgeva continuamente a lui, a immaginare che fosse solo poco distante e stesse per raggiungermi, a immaginare che camminasse lì, che vedesse e commentasse ciò che vedevo io, come gli scorsi anni.

Terribile. Devastastante. Aveva 32 anni e poteva essere lì, le cose potevano essere diverse e felici se soltanto lui non avesse buttato al vento la sua vita dandola in pasto alla tossicodipendenza.

E pure per me, mi è andata bene ma poteva benissimo non essere così.

E' da incoscienti rovinarsi così.

E la sua storia ne è un esempio lampante. Ed è ancora più eloquente della mia perchè è finita nel peggiore dei modi.

E oggi per me è stato un duro colpo. Perchè ho provato dentro di me, senza filtri, a quale livello di dolore possa portare la perdita di una persona cara a causa delle sostanze.

E allora penso a quanto male noi (mi ci metto pure io anche se ne sono ormai fuori) facciamo non solo a noi stessi, ma anche a chi ci vuole bene o ci è vicino.

E racconterò questo semmai troverò il coraggio di tornare in quell'ambiente per fare volontariato, cosa che vorrei ma di cui ho ancora paura.

E racconterò la storia di F., come lui stesso mi ha chiesto di fare.

E dirò quanto freddo ho provato oggi, sotto il sole caldo.

 

 
 
 

Riflessioni a 2796 metri

Post n°219 pubblicato il 03 Settembre 2015 da mygangsta

Settembre. Ho lasciato le mie adorate montagne e la pausa estiva. E lasciarle non è mai semplice. La montagna mi ha salvato, anni fa. E là sto davvero bene. E tornare in questa società impazzita è davvero dura.

Ma, in alta montagna, non mi rilasso soltanto. Cerco anche, dentro di me, risposte a domande che non riesco ad affrontare in città.

Una sera di agosto, dopo quattro ore di impegnativa camminata tra boschi, laghi e uno splendido ghiacciaio, mi trovo nel Rifugio a 2796 metri per passarvi la notte. Montagna sconfinata e così vicina che sembra di poterla accarezzare, rocce, ghiaccio, solamente natura aspra e incontaminata.

Ammirando quel rigenerante paesaggio notturno, mi trovo a pensare a quanta presunzione devo aver avuto a 17 anni per arrivare a dare un calcio alle raccomandazioni dei genitori e ai loro giusti insegnamenti.

E' qualcosa a cui non penso quasi mai ma, quella notte, affacciandomi alla finestra del Rifugio semivuoto e ascoltando il silenzio primordiale a quella quota, il mio pensiero è andato in tale direzione.

Per quanto a 17 anni io fossi un bravo ragazzo, devo convenire che mi sentivo superiore alle parole dei miei, soprattutto ai "soliti noiosi consigli e raccomandazioni". Che mi importava delle loro parole, delle rigide regole, dei mille "fai attenzione a...?".

Devo convenire che me ne importasse ben poco. Li ascoltavo distrattamente e annuivo per far loro un piacere, non perchè fossi d'accordo.

Pensavo di saperne più di loro, pensavo che mio padre fosse soltanto un "vecchio tradizionalista" con il gusto della proibizione.

Pensavo di uscire con la "gente giusta", pensavo contasse il divertimento fine a se stesso, pensavo di sbarazzarmi della" noiosa presenza" dei genitori uscendo con un gruppo anticonvenzionale con cui ignorare regole e raccomandazioni.

Al Rifugio ho ricordato che, mentre accettavo la prima dose, mi sovvennero le parole di mio padre che metteva in guardia me e le mie sorelle da cose simili. E, ho ricordato che quelle parole mi suonarono "noiose e superate". Ridicole. Io volevo "fare serata" e lui non se ne sarebbe mai accorto. Semplice, no?

Non sapevo su che tipo di baratro mi stessi affacciando.

Non sapevo che, nel giro di qualche anno, le sostanze avrebbero avuto la meglio su di me e mi avrebbero portato a due ore dal The End.

Col senno di poi, c'è da rabbrividire di fronte a tanta incoscienza.

 

E la storia si ripete con centinaia di giovani ogni giorno.

E io mi sono chiesto perchè, a certe età, sembri così pazzesco ascoltare i buoni consigli di genitori e adulti.

Non ho trovato una valida risposta.

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: mygangsta
Data di creazione: 18/05/2008
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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