Mondo Parallelo

S'innalzano sfidando

l'azzurro del cielo

e il calore del sole.

Esistono, si portano via

i miei pensieri;

sono trasparenti

e formano colori

e morir non vogliono

come i nostri sogni

che galoppano quando

siamo oppressi da noi stessi.

Ma intanto

le bolle scoppiano

e come lacrime

ricadono su coloro

che credono che escano

misteriose dai frutti

degli alberi dei sogni.

In balìa dei sentimenti più tristi

lei stava seduta

sul vecchio dondolo.

io la guardavo, e non riuscivo

a distogliere lo sguardo

da quei capelli bianchi,

da quei riflessi d’argento

che, come raggi di luna

mi ferivano gli occhi.

Trecce raccolte sulla nuca.

Ancor giovane appariva

ma non aveva forse età,

tranne il fatto di essere

sempre stata lì,

sulla sedia a dondolo.

Adesso, quella sedia,

si muoveva da sola

od era la sua ombra

che mi sorrideva

da dietro le trecce

lungo la schiena.

Vita piena vissuta intensamente:

credeva d'esser forte,

ancora sembrava sorridere

da dietro le rughe profonde,

le stesse che il tempo

si divertiva a scavare ogni

giorno di più.

La malinconia a volte l'assaliva

sempre più intensamente;

me ne accorgevo dal viso

triste in penombra che sembrava,

di sotto gli occhi, celare una goccia

che non voleva cadere

come il timore della solitudine che,

acerrima nemica, l'aveva intrappolata.

Le ultime lacrime vedevo che correvano

giù' per le gote, io mi commovevo,

avevo sempre voglia di piangere;

è bello a volte piangere,

ti dà sfogo all’anima intrappolata.

Ma dovevo distogliere lo sguardo

e abbassare gli occhi, perché non avevo

il coraggio di trattenermi.

Il vecchio dondolo è ancora lì

e, ogni tanto si muove

o sono i miei occhi,

come fosse un’ immagine

mai scomparsa

da dietro le palpebre.

Per lui, sì certo, per lui… il tempo

non si è fermato.

                                               Giov@nni