Mondo Parallelo

Ritagli di vita e di suoni

 

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BACK TO BLACK

He left no time to regret, kept his dick wet, same old safe bet. Me and my head high, and my tears dry, get on without my guy, you went back to what you knew, so far removed from all that we went through, and I tread a troubled track, my odds are stacked, I'll go back to back. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her and I go back to...I go back to us, I love you much; it's not enough, you love blow and I love puff, and life is a pipe, and I'me a tiny penny rolling up the walls inside. We only said good bye with words, I died a hundred times, you go back to her, and I go back to...

 

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SI DEVE ESIGERE PIù DA SE STESSI CHE DAGLI ALTRI

Se a un certo punto un'amicizia o un amore cessano, forse non sono mai esistiti davvero.


aquila

 

S'I' FOSSE FOCO (SONETTO DI CECCO ANGIOLIERI)

 

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SMILE: THE LIFE IS SO GOOD!

 

LOVE HER AGAIN (DAL CD "ALONE" DI G.M.)

    

 
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FIAMMELLA SEMPRE ACCESA NEI CUORI

L'importante è come si vive e non quanto.

 

THE SECRET (BY GIOV@NNI)

 

Messaggi di Agosto 2014

SOTTO IL SOLE D'AGOSTO

Post n°581 pubblicato il 30 Agosto 2014 da menegi53
 
Foto di menegi53

Di solito accade sotto il sole d'estate, là dove la terra finisce e cominciano a correre le onde, ed io penso, sì mi sovviene che più ci spingiamo ai confini del limite, più siamo capaci di erigere i nostri castelli di sabbia, che non sono il punto d'arrivo, il rifugio per poter sfuggire alla realtà, bensì progettualità in divenire, fatte per essere di volta in volta distrutte, ricostruite, abitate. I castelli si costruiscono con gli altri, ognuno con il suo compito. Come quell'incontro tra elementi diversi, al pari di acqua e terra; e la sabbia si rende più malleabile all'impasto, e, al contempo, si fa più resistente. Il limite è il luogo dove vivere la nostra sfida, i nostri progetti, ma scappare dal limite è trasformarlo in futuro, questa è la sfida. Mi sono seduto sulla riva atlantica, una lunga e sconfinata linea di sabbia bianca che fa da confine tra cielo e mare; e al limitare dello sguardo, soltanto onde, una dopo l'altra, si portano appresso la storia di tanti secoli, migliaia, incommensurabili; di sotto ai miei piedi a scavare un rifugio perchè nulla si perda nella continua risacca. Il grido di rabbia non mi esce dal cuore, nel vedere che adesso quell'onda ha cambiato colore. È il rosso del sangue delle ferite di tante battaglie. Soltanto i gabbiani, nel loro volo mi portano il segno di nuovi orizzonti, là, in fondo alle rocce a picco sul mare. Niente è cambiato, attorno a me, adesso che guardo lontano il colore del cielo, con le linee bianche di ghiaccio degli aerei a reazione che si incrociano per poi scomparire nel rosso accecante di un sole infuocato che brucia la pelle, mi scalda il cuore; nessun rimpianto, nessun dolore, solo dolcezza e nessun timore. Io con me stesso, tu sole, con me adesso, nell'abbraccio del tuo raggio son diventato piccino e tu mi avvolgi d'arancio e mi fai giocare col vento tuo amico, nel tepore che emani; ed io sorrido, e tu con me rimani. Fino a quando nel mare, per farmi stupire, ti sciogli e sprofondi e poi più non ci sei. Mi hai lasciato solo, così; ti aspetto domani: da quel punto lontano ti vedrò spuntare di nuovo. Io ti cercherò, ti verrò a salutare, e poi con me lo so, continuerai a giocare.... Giov@nni (By phone from Agadir)

 
 
 

TIENIMI PER MANO

Post n°579 pubblicato il 28 Agosto 2014 da menegi53
 
Tag: Adesso
Foto di menegi53

Tienimi sempre forte per mano, e allora io andrò dove tu andrai. Tu ti fermerai, io mi fermerò, la tua gente sarà la mia gente, il tuo deserto sarà il mio giardino, e ovunque tu vada la tua solitudine sarà la mia intimità, e poi tu mi darai gli occhi del cuore per contemplare la mia ombra sulla sabbia e trasportarla e farla sparire fuori da ogni granello, là nell'azzurro dove mi acceca la luce del sole. Non so, ma sarà perchè oggi è un giorno un po' strano, e il cielo sembra più azzurro che mai; non so, sarà che c'è sempre sole e un venticello fine mi accompagna ogni momento e mi accarezza la pelle, tanto che a volte, fermo il respiro perchè mi sembra di non sentirne più il sibilo e il soffiare lieve. Poi nel silenzio riprende, lo sento di nuovo e m'acquieto. Nel chiarore di bianche case accostate le une alle altre, un continuo di specchi che riflettono la luce abbagliante del sole. Mi chino a raccogliere un sassolino che ha colpito il mio sguardo con un raggio d'argento. Mi accorgo che non era un diamante, ma un pezzo di vetro di verde colore, magari mi era caduto dal cuore e non me n'ero accorto; arrotondato nei suoi contorni, la forma di un fiore. Lo lascio cadere, in mezzo alla sabbia, con lui un mio pensiero intinto di sole, e... questo silenzio che mi invade dentro. Lo lascio parlare per me. E poi, vicino, guardo quel vecchio stanco, le rughe profonde, gli occhi scavati, ancora vivi, un poco opachi nel nero profondo delle pupille. Ma l'iride è ancora chiaro nel suo azzurro di cielo. Gli porgo uno sgabello più vecchio di lui; scricchiola sotto il suo peso, sono solo ossa posate sul legno, non c'è peso, solo tendini e nervi a far da sostegno, e, a fasciare insieme, su quello sgabello posate, quel vecchio treppiedi di legno. Quante grida, quante cadute, quante battaglie perdute, celate in quel mucchio d'ossa appuntite. Non ho voglia di commiserare, tantomeno di lasciarmi afferrare dalla tristezza. Distolgo lo sguardo e lo poso in fondo alla strada per guardare dei bimbi che giocano a rimpiattino tra i viottoli bianchi, risate lontane. Rumore di sassi, là lungo il sentiero di sassi, punto ultimo in cui tutto s'inoltra. Punto d'approdo fino al dono di sé, la strada che inghiotte il destino dei bimbi che giocano senza timor di cadere bocconi tra i sassi. Così sembrano dire coi visi ridenti: "ci sia concesso di non aver paura d'amore quel giorno che lo sapremo capire; quando amare sarà il dono più bello.". Così, rinnegare se stesso non è tradire le proprie possibilità. È invece prendere la strada per realizzare appieno l'ostacolo maggiore del vivere liberi, così come quei bimbi che corrono a perdifiato tra i ciottoli bianchi. E, difficile è il vincere il nostro ripiegarci ossessivo su quell'io interiore che continua a farci campare in un sistema esistenziale tolemaico. Ci crediamo il centro dell'universo e tutto deve girare cortigianamente attorno a noi. È meglio guardarci dentro rinnegando quanto ci angoscia. Meglio farlo se non vogliamo inciampare su noi stessi e ritrovarci a piangere una vita sprecata nella nostra solitudine egoista. Capacità di andare fino in fondo, adesso ti ho trovata, adesso, sì, tra i ciottoli bianchi, dei sentieri nascosti del cuore. ---- Giov@nni (By now)

 
 
 

IL TESORO

Post n°578 pubblicato il 24 Agosto 2014 da menegi53
 
Foto di menegi53

Noi avanziamo nella vita non a colpi di volontà, ma per una passione, per scoperta di tesori; dov'è il tuo tesoro, là corre felice il tuo cuore. Avanziamo per innamoramenti e per la gioia che accendono. Vive chi avanza verso ciò che ama. La vita non è etica ma estetica, nel senso che avanza non per ordini, ma per seduzione di tesori e di perle, si muove per una passione, e la passione sgorga da una bellezza, dall'aver intravisto che dopo l’alba sorge un sole nuovo; ecco che allora la vita è bella, buona e beata baciata dai raggi dell’astro arancione. Come un dono che deve essere raccolto, alla scoperta deve rispondere l'impegno, di ogni giorno da vivere intensamente con tutto il bello e il brutto che offre. Così tutti abbiamo, al chiaror di quella luce abbagliante che sale nel cielo, un tesoro di speranza, di voglia di immergerci in essa. Per comprenderne il segreto dobbiamo diventare piccoli, perché solo i piccoli lo trovano e lo capiscono, mentre resta nascosto ai sapienti ed agli intelligenti. Tutti possiamo diventare piccoli: deponendo la malizia, disarmando i cuori pieni di difese, aggressivi; liberandoci delle lame affilate dei nostri giudizi; imparando ad obbedire al nostro sentimento più bello che ci chiama e batte dentro per prorompere se lasciato libero, in un boato di gioia infinita. I piccoli comprendono questo perché si affidano alla loro spontaneità; gli intelligenti e gli sbruffoni non riescono più a lasciarsi andare a nessun sentimento e prendono sul serio solo se stessi. I piccoli hanno bisogno di essere guidati e tendono le mani perché qualcun altro le stringa; i saggi credono di conoscere già la via e fanno da soli. I piccoli ascoltano le parole di un padre; gli intelligenti ad oltranza, gongolando nel loro sapere, riducono tutto ad una lezione e si giustificano perché rispettano i loro sacrifici. La serenità e la pazienza verso chi ci ama e a volte ci appella con parole malevole e immeritate per invidia, non si comprende restando come si è: dobbiamo diventare bambini e crescere senza pregiudizi, nella spontaneità dei nostri sentimenti più belli, senza timore che gli altri ci additino e ci costringano ad azioni che non vogliamo, e ci scavino dentro con l’odio che non porta a niente tranne che al risentimento e al buio d’un sole che cade a picco nel fondo d’un pozzo pieno di pece.

 

Giov@nni

 

 
 
 

IO SONO QUELLA

Post n°577 pubblicato il 23 Agosto 2014 da menegi53
 
Foto di menegi53

Io sono quella che cantano i poeti, l’inesauribile sorgente dove palpita il genio, l’apparizione, la madonna, l’egeria, quella che suscita il sogno, che purifica l’acqua torbida, io sono la cavità, la matrice, la fontana da dove sgorga il verso trionfante, dove risuona l’immagine di musica; io sono quella che partorisce, che è materna, quella che incanta, l’onnipresente. Sospiro e tormento per troppe braccia, alle mie congiunte, allungate invano, protese in alto ad invocare il cielo. Gli uomini mi piangono e mi desiderano, i poeti mi gridano e mi sospirano, tutti mi portano alle stelle. Ma io non vengo ascoltata. Io sono parlata ma non parlo, sono scritta ma non scrivo, io sono dipinta, ritratta, scolpita; il pennello e lo scalpello mi sono estranei. Nessuno ascolta le mie grida silenziose, nessuno vede la mia bocca spalancata e muta, le mie dita contratte, le mani aperte, le mie lacrime di pietra, il mio cuore straziato. Io son quella che non ha linguaggio, vorrei trovare fiori profumati sul mio cammino ma troppo spesso non trovo che spine e le rose sono solo appassite. I petali sparsi attorno a comporre un disegno di cuore, rosso e pieno di sentimento: amore mai ascoltato e senza nulla più d’un semplice assenso. Io sono quella che non ha volto, quella che non esiste, io, sono… la donna! Io sono l’immagine di quella essenza che a nessuno è dato di cogliere e certo, un giorno, il mondo capirà di non poter farne a meno e nel freddo del cuore, nel freddo di ghiaccio della violenza, senza calore mai, potrà restare senza.

Giov@nni

 
 
 

SCIVOLARE DEL TEMPO

Post n°576 pubblicato il 22 Agosto 2014 da menegi53
 
Foto di menegi53

Sono il tempo, sono un rapace, sono la gabbia per topi più sicura e veloce. Sono il tuo presente, il tuo futuro, il tuo mentire e il tuo scappare. Sono il vecchio passante, il neonato, sono il continuo scoprire e dimenticare. Sono un missile, un fucile o un pugnale. L'arma più potente di disfatte laceranti, di amanti piangenti, di madri che sperano, di donne che piangono il loro dolore nel giorno che muore. Nei viali solitari d'una città fatiscente battuta dal vento, nel rosso rovente del deserto infinito, nell'occhio che cerca un riparo al sole cocente; da dietro le palpebre chiuse il colore del rosso vermiglio. Gli occhiali neri mi segnano il viso d'un ridicolo bianco a far da contorno alla maschera sciolta dal sorriso del giorno. Il sole già alto, palla di fuoco a tratti ondulata dalla sabbia fine che s'alza. Costanza e frattura nei cuori. Più in là, molto lontano, lungo la linea di confine tra cielo e mare, un poeta su una spiaggia piange in solitudine un silenzio che accarezza i propri versi. È incubo, come menzogna riscoperta là, sotto i cieli mai aperti di speranze e soli illuminanti; è tristezza, o forse è pianto, è giovinezza! È una mano che ancor trema, sfinita, ora langue la sua anima nell'universo. Come desolato pensiero eterno, indelebile dipinto di giallo cercando una poesia che parli a un solo cuore. Non ha sapore l'infinito nel cuore, non ha odore. Gioca sempre a nascondiglio, va e ritorna. Dà la felicità ma anche la tristezza soprattutto dà la libertà e volendo magari potrei toccare il cielo. E scivola lenta l'onda sulla riva di questo mare che si chiama vita. Solo, punto bianco nel cielo, un gabbiano solca l'orizzonte. Sola, una conchiglia riaffiora dalla sabbia. Abbandono al vento le mie parole come lettere morte portate via dal temporale. In questo piccolo e sconsiderato oblio d'inconsistenza, brilla una fiammella, la sento: è dentro di me, mi accarezza piano persa in una tenerezza infinita. E pensosa mi domanda mentre brilla: chi sei? Se la parola non dice, il cuore batte forte la sua canzone: ciò che appare, non è, ciò che è, non appare, solo io rimango in attesa... a guardare.

 

Giov@nni

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: menegi53
Data di creazione: 23/11/2011
 

L'IGNORANZA E' MENO ODIOSA DELLA PRESUNZIONE

 

NON FARE DEL BENE SE NON ACCETTI L'INGRATITUDINE

 

CI VUOLE TUTTA UNA VITA PER IMPARARE A VIVERE

 

LA FELICITA' E' FATTA DI POCHI ISTANTI

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INCONTRIAMO IL DESTINO SULLA VIA PER EVITARLO

L'amicizia: gli amici ti aiutano, i conoscenti ti salutano!

 

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A VOLTE UN PO' DI SOLITUDINE CI FA STARE BENE

Chissà perchè certe donne e certi uomini non cambiano mai! Com'è squallida l'umanità, e io ne faccio parte!

 

RONDINI (DAL CD "TIME OFF" DI G.M.)

 

Volano, come rondini volano

poi nel cielo scompaiono

i miei sogni così.

Tornano come rondini tornano

anche se non vorrei...

I miei sogni così.

Chi non ama ricordi non ha...

sempre solo restare dovrà...

Una vita vissuta così...

non vorrei...non vorrei.

Meglio ridere e piangere se...

se l’amore ora viene ora va...

fa soffrire, ma è meglio così:

solo non sarai...no mai!

I ricordi verranno da te

come gocce di pioggia...

cadranno giù...

dai tuoi occhi dal cuore e poi tu,

sognerai... Di tornar tra le braccia di chi... se ne andò..

senza dirti nemmeno perché...

Sognerai... Di fermare quel bacio... così,

che hai rubato alle labbra di chi...mai t’amò... mai t’amò.

 

NOTHING MORE

 

Alcuni si ricordano dell'educazione

solo quando la pretendono dagli altri

 

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FELICITà

Non parlate della vostra felicità a chi è meno felice di voi.

La felicità è come la febbre poichè tutti ci sono intorno per farcela passare.Felicità

 

SCENDI! (A SONG BY GIOV@NNI)

 

TURBOLENZE D'ONDE

Senza il tuo consenso nessuno potrà mai farti sentire inferiore.

 

 

POLVERE DI STELLE SULLE MANI

Io sono più importante dei miei problemi.

 

COME SPIGHE DI GRANO

Il falso amico è come l'ombra che ci segue finché dura il sole

 
 

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