FERNANDO ZORZELLA

Dal cuore alle parole!!!

Creato da FernandoIR il 14/04/2011

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SCRIVERE CON IL CUORE

Post n°6518 pubblicato il 16 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Poesia dedicata a me e al prezzo emotivo che costa scrivere poesie

Testo:

Scrivere,

stringersi il cuore,

fino allo spasmo,

sangue che cola,

e sul foglio si trasforma,

in parole,

in me,

per far sorridere gli altri,

farli sognare,

strappare un sorriso,

momenti di pace,

bevendo un caffè,

leggi il mio blog.

Il mio sangue per te,

lettore mio,

per farti capire che amare paga.

Leggimi mangiami,

usami,

ti porto in un mondo nuovo.

Sono nuovo,

sono tuo.

Quando mi vuoi!

.......................................

.......................................

.......................................

Un blog per te.

 
 
 

VIAGGIO NEI MIEI PECCATI

Post n°6517 pubblicato il 16 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Poesia dedicata a me e al viaggio introspettivo fatto nel Dicembre 2019.

Testo:

Analizzarsi nel profondo,

un viaggio oscuro,

nell’anima

senza tempo,

l’imprevisto lo fa da padrone.

Scendi lunghe scale ripide,

grige e viscide,

arrivi dove non credi,

possa esistere un luogo.

Scopri luoghi e scatoloni,

che non vuoi visitare, aprire.

E’ un salto nel passato,

da dimenticare,

da analizzare,

per capire e scoprirsi di più.

Se esci vincitore,

se ritorvi l’ordine,

se togli la polvere,

anche senza mettere luce,

anche senza cancellare, buttare o scartare,

anche tenendoti i tuoi peccati.

Se riesci a mettere ordine,

ritorni da questa cantina,

più forte,

ritorni con nuove armi,

forti con la luce, ma ancor di più nell’oscurità.

Io ho tolto molta polvere,

sono più forte,

sono più felice.

 
 
 

L’AMORE PER ME

Post n°6516 pubblicato il 13 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Poesia dedicata a me e alla bellissima sensazione che provo dell’essere innamorato, nel vivere serenamente con l’amore.

Testo:

E’ un battito ritmato,

forte, potente,

impossibile resistere,

impossibile star fermi,

ti prende,

ti rapisce,

dal Polo Nord alle Savane.

E’ una Cuba calda e ammaliante,

è inebriante,

è esagerata.

Spero che mi colpisca ogni giorno,

spero che mi prenda a pugni,

spero che sia una battaglia,

perché battaglia è vita,

è acqua che mi disseta,

è l’energia che mi spinge.

E’ amore.

 
 
 

LETTERA SPEDITA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

Post n°6515 pubblicato il 13 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Lettera spedita il 12/01/2021

Gentilissimo Presidente,

mi scuso per il disturbo, le porgo i miei più calorosi auguri di buon anno e buon proseguimento.

Vi ringrazio per tutto quello che state facendo nel gestire questo grave momento di crisi.

Sono Zorzellla Fernando, 45 anni, di Isola Rizza in provincia di Verona, del Sito internet personale ZORZELLA FERNANDO DAL CUORE ALLE PAROLE : https://blog.libero.it/isolarizza/  

QUALCHE GIORNO FA HO PUBBLICATO QUESTI DUE ARTICOLI SUL MIO BLOG ESPRIMENDO UNA MIA IDEA.

VI CHIEDO GENTILMENTE DI DISCUTERLA E DI VALUTARE UNA POSSIBILE ATTUAZIONE.

ASPETTO SE VORRETE UNA VOSTRA RISPOSTA E QUELLO CHE NE PENSATE.

SEMPRE CON VOIE E DALLA VOSTRA PARTE.

CORDIALMENTE.

ZORZELLA FERNANDO

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ARTICOLO PUBBLICATO IL 04/01/2021

NELL’USO CORRETTO DEI TAMPONI IL SEGRETO PER VINCERE LA PANDEMIA

Questo articolo non vuole assolutamente sputare sopra, su tutto il lavoro svolto dalle persone coinvolte nella lotta contro la pandemia, anzi con il cuore continuo e continuerò sempre a ringraziare.

GRAZIE GRAZIE GRAZIE A TUTTI COLORO CHE SI SONO ADOPERATI A TUTTI I LIVELLI DELLA SOCIETA’ CIVILE PER COMBATTERE IN TRINCEA CONTRO QUESTA NUOVA SCIAGURA.

Quando scrivo nel blog o per il blog, come volete voi, tolgo i panni dell’infermiere e cerco di comunicare con i miei lettori da semplice persona comune.

QUINDI ANCORA GRAZIE A TUTTI.

Entriamo ora nel merito dell’articolo.

E’ giusto dire che in Italia, io parlo per l’Italia, per noi, non per il resto del mondo, è solo grazie al lavoro dei nostri PRESIDENTI DI REGIONE, GIUNTE E  CONSIGLI REGIONALI, che non ci siamo auto sterminati e non siamo entrati in un vero olocausto economico.

Sicuramente, e di questo voglio esserne convinto, il continuo contatto tra i Presidenti di Regione ed il Governo, ha fatto si che molte cose prendessero la piega giusta.

Un governo che pensa ad elargire stupidi contributi o si inventa maccanosi sistemi per ritornarti sul conto corrente pochi spiccioli non è per me un governo serio.

QUINDI ANCORA GRAZIE A TUTTI.

SI POTEVA FARE UNA GRANDE COSA ARTICOLATA IN QUESTI PUNTI SOTTO ELENCATI.

* Dopo la prima fase della Pandemia, e siccome voglio essere buono, anche dopo l’estate, da Settembre, si poteva OBBLIGARE TUTTI, OVVERO TUTTO IL POPOLO ITALIANO DAI 14 ANNI IN SU AD ESEGUIRE OGNI 15 GIORNI UN TAMPONE ORO FARINGEO GRATUITO PER LA RICERCA DEL COVID-19.

* Quindi dovevano essere rafforzati e previsti molti centri su tutto il territorio nazionale per l’esecuzione di tamponi, dalle 7 del mattino fino alle 22. Ci si doveva accordare con tutti i laboratori sul territorio perché tutti lavorassero per il sistema nazionale.

* Ci si doveva accordare con l’Arma dei Carabinieri per la pronta individuazione di chi non eseguiva periodicamente il tampone e la successiva immediata intercettazione.

* A questo punto per strada avrebbero circolato solo e sempre le persone negative al covid, quelle positive sarebbero state messe in quarantena e controllate. Controllate sia  a livello Sanitario sia tramite l’Arma dei Carabinieri.

* Lo stato avrebbe dovuto fare accordi economici con gli alberghi di tutta la nazione per poter mettere in quarantena tutti i positivi asintomatici e non, uno in ogni stanza, in modo da togliere la parsona positiva al covid da casa e lasciare gli altri componenti, magari negativi liberi di vivere serenamente.

* In questo modo tutti i positivi si sarebbero trovati in dati centri e quindi si sarebbero potuti controllare meglio e più prontamente.

* Per fare tutto questo ci si poteva far aiutare dall’esercito e dalla protezione civile come hanno comunque fatto e quindi RINNOVO IL MIO GRAZIE ALLA PROTEZIONE CIVILE E ALL’ESERCITO ITALIANO AL COMPLETO.

* Possiamo terminare il tutto con un controllo ed una quarantena per chi rientra dopo un viaggio di lavoro ed il divieto di fare turismo all’estero o di ricevere turisti od ospiti dall’estero.

CON QUESTO SISTEMA PER LE STRADE CI SAREBBERO STATE SOLO PERSONE NEGATIVE AL COVID QUINDI NON SAREBBERO SERVITE REGOLE SEVERE PER IL CONTENIMENTO DELL’INFEZIONE.

NIENTE ZONE GIALLE, ARANCIONI E ROSSE.

Sarebbe servito un periodo breve di ZONA ROSSA PER TUTTA ITALIA per permettere a tutti di fare il primo tampone di controllo e poi sarebbe tutto piano piano andato a regime.

E’ vero, il mio sulla carta può sembrare un piano costoso, ma non penso più costoso del danno economico che si è invece creato con il sistema attuato.

Con il mio sistema sarebbe servito UNA ZONA ROSSA NAZIONALE per 15 giorni massimo 20 a SETTEMBRE e poi via libera con la vita normale e con il sistema descritto sopra.

ARTICOLO PUBBLICATO IL 11/01/2021

NON ESISTONO LE ONDATE COVID MA UNA GESTIONE PRIMA TROPPO DURA E POI TROPPO LASCIA

Seguendo il discorso fatto qualche giorno fa sui tamponi, voglio sottolineare che parlare di ondate di COVID, non è assolutamente esatto.

Da un anno a questa parte, per me, molti termini si usano solo a scopo giornalistico, perché è più semplice dire alcune cose e farle digerire alla gente.

Esiste un inizio della pandemia, che sappiamo tutti ampiamente quando è stata e una fine che non sappiamo nessuno quando realmente sarà.

IN MEZZO C’E’ SOLO LA NOSTRA VITA.

Una vita che comunque muta in base a come noi la gestiamo.

Quindi, non per ripetermi, ma per rafforzare quello che ho già detto, se noi cerchiamo di dare una stretta maggiore alla libertà delle persone positive, attuando il piano descritto precedentemente, nell’uso dei tamponi, la pandemia sarà sicuramente gestita in maniera migliore e la presenza di sempre meno positivi, liberi a girare per strada riporterà la nostra vita alla situazione normale.

IL VACCINO E’ ARRIVATO, ED ABBIAMO CAPITO CHE IL GOVERNO VUOLE LASCIARE LIBERTA’ ALLE PERSONE DI DECIDERE DI VACCINARSI O MENO, MA IL PROBLEMA DELLA POSITIVITA’ RIMARRA’, IL PROBLEMA DELLA QURANTENA RIMARRA’, ALMENO FINO A  QUANDO NON CAPIREMO QUANTO I VACCINI POSSONO AIUTARE, QUANTA GENTE SI SARA’ VACCINATA E QUANDO ARRIVEREMO AD AVERE L’IMMUNITA’ DI GREGGE.

Quindi OCCORRE CON FORZA INTERCETTARE I POSITIVI.

Oggi, ed in questi giorni, più che mai si sta sentendo parlare che gente positiva, che continua a praticare il suo lavoro liberamente.

E’ UNA COSA IGNOBILE. 

IO VOGLIO CHE IN VENETO PASSI QUESTO PROGETTO.

* Dopo la prima fase della Pandemia, e siccome voglio essere buono, anche dopo l’estate, da Settembre, si poteva OBBLIGARE TUTTI, OVVERO TUTTO IL POPOLO ITALIANO DAI 14 ANNI IN SU AD ESEGUIRE OGNI 15 GIORNI UN TAMPONE ORO FARINGEO GRATUITO PER LA RICERCA DEL COVID-19.

* Occore rafforzare e prevedere centri su tutto il territorio VENETO per l’esecuzione di tamponi, dalle 7 del mattino fino alle 22. Senza ricetta medica, in modo che tutti i VENETI SI TAMPONINO.

* Ci si deve accordare con l’Arma dei Carabinieri per la pronta individuazione di chi non esegue periodicamente il tampone e la successiva immediata intercettazione.

* Occorre rafforzare il sistema di controllo e gestione delle persone positive in quarantena a casa a livello sanitario, e simultaneamente deve esserci un controllo da parte delle forze dell’ordine che queste persone rispettino la quarantena e l’isolamento.

* In questo modo tutti i positivi si troverebbero a casa controllati e sorvegliati.

* Niente più ZONE GIALLE, ARANCIONI O ROSSE.

* Si deve decidere un giorno preciso entro cui tutti i cittadini Veneti devono essere tamponati e da quel giorno in poi ogni uno ogni 15 giorni deve rieseguire il tampone.

* Per strada in liberta’ devono muoversi solo le persone che hanno la risposta negativa del tampone in tasca, con possibilità che le forze dell’ordine ne richiedano la visione.

* Con il miglioramento della situazione genereale e la diminuzione dei contagi, si potrà via via permettere alla gente di fare il tampone con uno spazio di tempo sempre più grande.

* Da una data certa deve essere chiaro che in Veneto le persone che entrano da fuori devono avere in tasca un referto di tampone negativo vecchio non più di 15 giorni.

CON QUESTO SISTEMA PER LE STRADE CI SAREBBERO OLO PERSONE NEGATIVE AL COVID QUINDI NON SERVONO ALTRE REGOLE.

NIENTE ZONE GIALLE, ARANCIONI E ROSSE.

LA GENTE LAVORA E PRODUCE IN LIBERTA’.

IL VENETO CONTINUA A VIVERE.

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150 MILIONI DI EURO – IL ROMANZO : 3° PUNTATA

Post n°6514 pubblicato il 13 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Il 1° Marzo, Marco fu convocato presso la filiale della Banca, per la comunicazione ufficiale dell’avvenuto versamento della vincita nell’apposito conto corrente.

Il Direttore Generale in persona, gli comunicò la lieta notizia, ma non perse tempo a mettere in allerta Andrea da possibili situazioni che potevano far bruciare velocemente il capitale. Inoltre non era da escludere il fatto che la voce della sua vincita potesse trapelare e che qualche investitore di dubbia provenienza potesse contattarlo per far investire quella grande cifra in azioni losche e poco redditizie.

La cifra ammontava esattamente a 151 milioni e 235 mila euro.

Altri 52 mila euro Andrea li possedeva già come risparmi propri.

In totale Andrea possedeva ora 151 milioni 287 mila euro.

Venne aperto un conto ad Doc dove vennero tutti versati dentro, da questo conto sarebbero usciti i soldi per possibili investimenti , sarebbero entrati qui gli interessi e sarebbero usciti i soldi verso il conto che Andrea avrebbe usato per le sue spese personali e per le altre attività che avrebbe generato.

Da subito 150 milioni esatti vennero investiti in una obbligazione della durata di 5 anni che avrebbe fruttato un interesse netto del 3%, che gli sarebbe stato riconosciuto semestralmente, cioè ogni sei mesi.

Stavamo parlando di 2.250.000 euro netti ogni 6 mesi.   

Arrivato a casa, Andrea, si aprì una bottiglia di spumante e se la bevve tutta da solo, aveva voglia di festeggiare, si sentiva gasato ed elettrizzato, la sua vita da ora avrebbe preso una piega diversa.

Ringraziò ripetutamente il cielo, i parenti defunti e tutti i santi del paradiso, questo dono era veramente un dono divino.

Chiamò Ketty e Marco per una riunione al pomeriggio e Sonia, la sua amica prostituta per passare bene la serata.

Al pomeriggio organizzò una piccola festicciola, andando a prendere tutte cose sfiziose e preparando un buon banchetto, così tra un bicchiere e l’altro si cominciò a mettere giù le basi del programma di lavoro.

Ketty: “Ora quale sarà il primo passo che dovremo fare?”

Andrea: “Apri subito una società dal nome Benessere a Siriate, in cui io sia l’unico proprietario. Poi vai dal Sindaco e dal Parroco a presentare il progetto e l’intenzione per cui nasce questa società. Ovvero la volontà di realizzare progetti sociali per togliere dalla disoccupazione delle persone che ne hanno bisogno per utilizzarle in lavori socialmente utili in paese, scaricando l’ente interessato da molti obblighi e pagamenti. Se ce ne sarà bisogno sono disponibile a firmare anche delle convenzioni.”

Kety: “Per esempio assumerai delle persone per gestire i parchi giochi, o l’isola ecologica?”

Andrea: “Proprio così! I tempi e i modi dell’esecuzione dei lavori li decideremo assieme in base ai bisogni dell’ente.”

Ketty: “E se volessero sapere chi sei e cosa fai?”

Andrea: “Per ora non dite niente, o meglio dite il meno possibile, voglio studiare con calma il momento in cui uscire allo scoperto.”

Ketty: “Ok capito, saremo molto diplomatici.”

Andrea: “Una cosa vorrei che facessi per primo, ……………, ovvero assumere Paolo, mi serve un tutto fare come lui per iniziare, perché si sa districare su molti lavori di carpenteria, e poi vorrei dare una ristrutturata a questa casa.”

Marco: “Dovremmo sistemare tutto anche per la gestione dei dati personali, perché, entrerai in possesso di dati sensibili e bisogna avere tutto in regola ed in ordine.”

Andrea: “Chiariamo subito le cose, per i prossimi sei mesi ci sono 1 milione e 200 mila euro a disposizione, penso che saranno ottimi per sistemare tutte le scartofie che ci sono da sistemare.”

Marco e Ketty si guardarono e si misero a ridere perché alla fine si stata mettendo i puntini sulle i solo su bazzecole irrilevanti.

Con Sonia, Andrea, uscì la sera stessa. Andarono a mangiare fuori, e Sonia come al solito, aveva precedentemente prenotato una camera d’albergo pensando per il dopo.

Andrea spiegò a Sonia  della vincita, dei progetti che aveva in mente e le chiese se le sarebbe piaciuto diventare una sua dipendente, svolgendo così un lavoro normale come tante altre donne, e smettendo di fare la prostituta.

Andrea: “Sonia sei una ragazza giovane, dai una possibilità alla tua vita per essere una donna diversa e per non farti mancare niente che le altre donne hanno, come amore e affetto.”

Sonia : “Se ti dicessi che questa sera io potrei accettare la tua proposta, dicendoti che la camera d’albergo che ho prenotato non ti servirebbe più, cosa risponderesti?”

Sonia disse così per pungere Andrea nel profondo  e per capire se dietro la proposta di Andrea non ci fosse l’intima volontà che lei diventasse la sua prostituta personale, che allora sarebbe diventata ancora peggio.

Andrea: “Per me anche subito possiamo decidere che di quella stanza non ne facciamo niente, io ti faccio questa proposta perché ti considero un’amica, non ti ho mai considerato una prostituta, sei la terza persona a cui dico del mio progetto. I soldi che ti davo te li ho sempre dati con il cuore. Io vorrei per te una vita diversa.”

Sonia voleva essere sicura di non diventare schiava e riempì di domande Andrea.

Sonia: “Il mio compenso di quanto sarà e cosa vorresti che facessi?”

Andrea: “Penso che 5000 euro al mese per fare da governante in casa mia senza calcolare il numero reale di ore di lavoro che farai, potrebbe essere un buon compenso, pensando che comunque non farai mai 40 ore di pulizie alla settimana.”

Sonia rimase sbalordita, ma volle rincarare la dose: “Se ti verrà voglia delle mie grazie?”

Andrea: “Io come ti ho detto non ti tratterò più da prostituta e quindi non ti chiederò più prestazioni di un certo tipo.”

La serata proseguì molto serenamente lasciando il ristorante solo all’ora di chiusura, si salutarono e Sonia rientrò a casa come pattuito precedentemente, anche se dentro di lei quella camera d’albergo l’avrebbe utilizzata perché comunque lui era un affascinante ragazzo e non era semplice lasciarsi andare certe occasioni.

Ketty il giorno dopo assunse subito Sonia nella società e Andrea le spiegò a pieno il da fare.

Mentre stavano lavorando in ufficio, non era passato inosservato il vestito che Kety aveva messo, molto leggero, che le vestiva succintamente il corpo e la minigonna del vestito che le arrivava fino a metà coscia quando era in piedi.

Ma se si inginocchiava o curvava sulla scrivania per scrivere le saliva ancora, tanto che ogni volta Kety se la doveva sistemare.

Andrea era eccitato, i minuti passavano e quel star vicino corpo a corpo seppur la sede della società fosse formata da varie stanze era stretto.

Così in un momento che Kety si era piegata sulla scrivania, senza far rumore si sbottonò i pantaloni e li scese un po’ si avvicinò a Ketty da dietro, le alzò di colpo la minigonna e trattenendola la fece sua.

Kety gemette, cercò di girarsi ma ormai era troppo tardi.

Rimase senza parole.

Andrea era fermo.

Lei inarcò la schiena e disse: “Non puoi fare così Andrea.” gemendo.

Andrea: “Ti voglio tutta per me, quando sei qua sei mia.”

Andrea prese Kety dai fianchi, mentre lei si sorreggeva con le mani sulla scrivania e cominciò un momento di passione poco desiderato.

Kety gemeva e quando riusciva diceva: “Basta dai per piacere smettila, non puoi non devi così.”

Andrea non la stava ascoltando e proseguiva.

Senza togliergli il vestito con le mani si era aggrappato ai seni di lei ed in questa posizione per un bel po’.

Una volta smesso il tutto, Andrea si allontanò qualche metro e Kety si riassettò.

Poi prese coraggio e disse ad Andrea: “Non mi tratterai più così, non mi prenderai più così. Io non volevo.”

Andrea: “Ti desideravo e da molti giorni che lo voglio fare.”

Kety: “Me lo fai capire e vedo io quando è possibile farlo. Marco mi ha scopato ieri sera e stamattina, forse non ne avevo voglia di farlo ora, che ne dici? ……. Io me ne vado i documenti per oggi sono a posto, mi prendo un paio di giorni per riprendermi. ……. Sei uno Stronzo.”

Pssarono 3 giorni intensi a firmare carte, e a leggere documenti ed a impostare tutto perché tutto doveva essere a norma di legge.

Kety si era presa solo un giorno e poi era ritornata al lavoro.

Marco si era allontanato per lavoro e Ketty dovette fermarsi tutta la mattina da Andrea, così decisero di mangiare assieme a mezzogiorno.

Dopo pranzo, mentre stavano lavando i piatti, Andrea, e Ketty fece capire ad Andrea che lo desiderava.

Prendendola da dietro cominciò a baciarla sul collo e a morderle l’orecchio. Lei lo assecondò. 

Tra un bacio e l’altro, si spogliarono e sopra la tavola si consumò un intenso momento d’amore, con l’energia e la forza di chi lo faceva per la prima volta.

A Ketty pensandoci bene piaceva sentirsi dominata da un uomo non suo, che non aveva proprio niente da imparare sul sesso.

Passarono poi a letto, dove rimasero per qualche ora sicuramente più comodi.

Il campanello della casa suonò e per i due fu come sentire una campana d’allarme che segnalava un attacco aereo, si ricomposero alla velocità della luce, Ketty volando al bagno e Andrea come una lepre si vestì e volò ad aprire la porta.

Era Paolo, e Andrea tirò un sospiro di sollievo, dovevano discutere la proposta d’assunzione.

Paolo entrò e si accomodò in cucina dove notò uno strano disordine, notò inoltre che maldestramente era stata nascosta una cosa simile ad una calza autoreggente dietro una porta.

Non fece domande, ma ascoltò Andrea che mentre gli preparava un caffè gli spiegava la sua proposta.

Rimase sbalordito e a bocca aperta nel sentir spiegare tutto il progetto: la vincita, la società, i progetti sociali, ma soprattutto il fatto che gli veniva proposto di lavorare con uno stipendio di 3000 euro al mese netti se avesse accettato di fare il tutto fare.

Paolo: “E’ allucinante e fantastico, ti bacio tutto Andrea, mi licenzio subito ……….. in questo momento ……… anzi sono già disoccupato …….. voglio far parte della tua squadra, sono ai tuoi ordini.”

Andrea: “Per ora nessuno dovrà sapere che sono io ad aver vinto i soldi e tutti i progetti che ho in mente.”

Paolo: “Si mio capitano.”

Andrea: “Per ora lavorerai qui a casa mia, ho bisogno di una piccola ristrutturazione, ……… di giorno verrà una ragazza carina di nome Sonia a fare le pulizie, trattamela bene e non farla arrabbiare.”

Di li a poco arrivò anche Ketty, con quel tipico atteggiamento di chi è stato in bagno e si è perso tutto, si trattenne poco con loro e poi se ne andò.

Paolo notò che non era proprio in ordine e tutta tirata come era di solito, ma appariva un po’ trasandata.

 
 
 

BAR NEK

Post n°6513 pubblicato il 12 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella

Poesia dedicata al Bar Nek di Isola Rizza, ma rivisto nei miei ricordi, di quando ero bambino e ci andavo con mio Padre.

Testo:

Gioia e dolore,

paradiso e tenebre,

si apre una porta a vetro,

segno di rinnovamento,

ma le vecchie carte da briscola,

volano ancora,

su un vecchio tavolo,

signori ridono,

Giuseppe serve,

vino d’annata,

a signori festanti.

Carota e bastone,

per l’anima,

mio padre li che gioca,

gioioso con gli amici,

io che corro di qua e di la,

una cedrata sapientemente preparata,

piccolo come non mai,

non lo sarò,

mai più.

Tornare indietro non si può,

non si può cambiar 500 lire,

con 500 secondi abbracciato a te,

mio papaà,

seduto a quel tavolo,

tra una partita e l’altra.

Dietro di te,

a cercar,

frugar,

antichi trucchi della briscola.

Quanto lo vorrei.

Quante mani di colore,

quadri alle pareti,

tv e giochi,

Nicola e la sua tanta buona volonta,

tanta voglia di lavorar,

ma non cancellate,

i ricordi.

Una porta a spinta,

un nuovo bancone,

per me un portale nel passato,

amore e dolore si combattono,

ogni volta,

l’amicizia,

il sentimento puro che ci unisce,

supera tutto,

il dolore e la passione per un tempo perduto.

Un caffè lo si beve volentieri,

sereni si,

in pace si,

basta non badar alla guerra interriore.

Parlar di politica,

analizzare massimi sistemi,

decidere chi votar,

ridere e scherzar,

aiutarci,

le strade spianate dove si può.

I ricordi son coltelli,

son forti più dell’alcool.

Un bianchetto,

quello si,

devo cambiar menu fisso,

forse bene mi farà.

“Bruno fammi un caffè!”,

macchè,

che dico,

ci vorrebbe un whisky.”

Avanti tutta allora,

il bar è storia e anima del paese,

è ricordi e passioni,

è il fulcro,

è la prima palestra sociale per tutti,

avanti tutta.

Ogni mattina aprian le porte,

come scrivere una nuova pagina,

per questa enciclopedia,

il nostro paese.

 
 
 

NON ESISTONO LE ONDATE COVID MA UNA GESTIONE PRIMA TROPPO DURA E POI TROPPO LASCIA

Post n°6512 pubblicato il 11 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Seguendo il discorso fatto qualche giorno fa sui tamponi, voglio sottolineare che parlare di ondate di COVID, non è assolutamente esatto.

Da un anno a questa parte, per me, molti termini si usano solo a scopo giornalistico, perché è più semplice dire alcune cose e farle digerire alla gente.

Esiste un inizio della pandemia, che sappiamo tutti ampiamente quando è stata e una fine che non sappiamo nessuno quando realmente sarà.

IN MEZZO C’E’ SOLO LA NOSTRA VITA.

Una vita che comunque muta in base a come noi la gestiamo.

Quindi, non per ripetermi, ma per rafforzare quello che ho già detto, se noi cerchiamo di dare una stretta maggiore alla libertà delle persone positive, attuando il piano descritto precedentemente, nell’uso dei tamponi, la pandemia sarà sicuramente gestita in maniera migliore e la presenza di sempre meno positivi, liberi a girare per strada riporterà la nostra vita alla situazione normale.

IL VACCINO E’ ARRIVATO, ED ABBIAMO CAPITO CHE IL GOVERNO VUOLE LASCIARE LIBERTA’ ALLE PERSONE DI DECIDERE DI VACCINARSI O MENO, MA IL PROBLEMA DELLA POSITIVITA’ RIMARRA’, IL PROBLEMA DELLA QURANTENA RIMARRA’, ALMENO FINO A  QUANDO NON CAPIREMO QUANTO I VACCINI POSSONO AIUTARE, QUANTA GENTE SI SARA’ VACCINATA E QUANDO ARRIVEREMO AD AVERE L’IMMUNITA’ DI GREGGE.

Quindi OCCORRE CON FORZA INTERCETTARE I POSITIVI.

Oggi, ed in questi giorni, più che mai si sta sentendo parlare che gente positiva, che continua a praticare il suo lavoro liberamente.

E’ UNA COSA IGNOBILE. 

IO VOGLIO CHE IN VENETO PASSI QUESTO PROGETTO.

* Dopo la prima fase della Pandemia, e siccome voglio essere buono, anche dopo l’estate, da Settembre, si poteva OBBLIGARE TUTTI, OVVERO TUTTO IL POPOLO ITALIANO DAI 14 ANNI IN SU AD ESEGUIRE OGNI 15 GIORNI UN TAMPONE ORO FARINGEO GRATUITO PER LA RICERCA DEL COVID-19.

* Occore rafforzare e prevedere centri su tutto il territorio VENETO per l’esecuzione di tamponi, dalle 7 del mattino fino alle 22. Senza ricetta medica, in modo che tutti i VENETI SI TAMPONINO.

* Ci si deve accordare con l’Arma dei Carabinieri per la pronta individuazione di chi non esegue periodicamente il tampone e la successiva immediata intercettazione.

* Occorre rafforzare il sistema di controllo e gestione delle persone positive in quarantena a casa a livello sanitario, e simultaneamente deve esserci un controllo da parte delle forze dell’ordine che queste persone rispettino la quarantena e l’isolamento.

* In questo modo tutti i positivi si troverebbero a casa controllati e sorvegliati.

* Niente più ZONE GIALLE, ARANCIONI O ROSSE.

* Si deve decidere un giorno preciso entro cui tutti i cittadini Veneti devono essere tamponati e da quel giorno in poi ogni uno ogni 15 giorni deve rieseguire il tampone.

* Per strada in liberta’ devono muoversi solo le persone che hanno la risposta negativa del tampone in tasca, con possibilità che le forze dell’ordine ne richiedano la visione.

* Con il miglioramento della situazione genereale e la diminuzione dei contagi, si potrà via via permettere alla gente di fare il tampone con uno spazio di tempo sempre più grande.

* Da una data certa deve essere chiaro che in Veneto le persone che entrano da fuori devono avere in tasca un referto di tampone negativo vecchio non più di 15 giorni.

CON QUESTO SISTEMA PER LE STRADE CI SAREBBERO OLO PERSONE NEGATIVE AL COVID QUINDI NON SERVONO ALTRE REGOLE.

NIENTE ZONE GIALLE, ARANCIONI E ROSSE.

LA GENTE LAVORA E PRODUCE IN LIBERTA’.

IL VENETO CONTINUA A VIVERE.

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ORA COSA FARO’?

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SCRIVERO’ UNA LETTERA IN REGIONE.

 
 
 

CANTO DELL’ANIMA

Post n°6511 pubblicato il 11 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia dedicata a me e al momento di riflessione che mi sono preso nel Dicembre 2019.

Testo:

Viaggio oscuro,

a volte impervio e pericoloso,

nelle festività,

presagio di sventura no,

promessa di vita si.

Promessa di rinascita,

risurrezione.

Come un nuovo anno che nasce,

lo spirito si lancia,

ma prima,

si ripulisce dentro,

nel buio.

Dicembre 2019,

ritrovare me stesso,

ritrovare me,

per trovare l’amore di sempre,

ritrovare il corpo per trovare lo spirito,

il fuoco.

In questo buio,

c’è un bracere spento,

ma io sono in possesso della miccia,

serve solo il momento giusto.

Il momento,

per ripartire e rilanciarsi,

con nuovi progetti e nuove idee,

nuovi risultati.

Io sono la mia migliore arma,

è normale,

ogni tanto ripulirla,

per bene,

in ogni angolo.

IL FUOCO SI RIACCENDE,

SI RIPARTE,

A MILLE COME SEMPRE.

 
 
 

VENNE IL GIORNO : IL ROMANZO : 1° PUNTATA

Post n°6510 pubblicato il 11 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Nicola stava bevendo il suo solito bicchierino di Brandy serale, in salotto, seduto nel suo divano di pelle nera, mentre leggeva uno dei primi libri comperati quando aveva cominciato ad appassionarsi alle sue ricerche aliene, scritto da Zecharia Sitchin dal titolo “La Bibbia degli Dei”.

Lo appassionava sempre, anche se ormai lo conosceva a memoria.

Un libro che racconta come la civiltà umana fosse frutto di una metamorfosi genetica, messa in atto da una comunità alliena venuta sulla Terra per sfruttarla, milioni e milioni di anni fa.

Questo libro analizzava e sviscerava questa ipotesi ripercorrendo gli scritti della Bibbia Cristiana e di altri libri religiosi comunemente usati; dove, secondo Sitchin, erano ampiamente scritti gli incontri tra gli Dei Allieni e le persone umane.

Chiuse il libro nel punto in cui Dio dettava i dieci comandamenti a Mosè, chiedendosi: “Ma se Dio era uno solo, come ci vogliono far credere, per quale motivo si era scomodato a dire e comandare a Mosè: “Non avrete altro Dio all’infuori di me! Come può un Dio sentirsi minacciato da un oggetto o un simbolo, come può essere un toro d’oro o altro a metterlo in crisi? Non è che veramente c’erano altri Dei sulla Terra e quel Dio voleva essere l’unico per Mosè?”

Poi riflettendo, e valutando altri credi e altre religioni, pensò che forse ci era capitato il Dio più buono e misericordioso.

Fatto stà, che portandosi davanti ad una finestra ed osservando le stelle, si mise a riflettere, sul fatto che se fossero veramente ritornati gli alieni descritti da Sitchin, come sarebbero stati?

Come si sarebbero comportati con il genere umano?

Loro ci avevano creato, forse, e noi potevamo veramente essere pronti a distruggerli?

Si mise il pigiama e facendo un sorriso se ne andò a letto a riposare.

Il cielo quella sera dava il meglio di se, le stelle erano di un brillante incredibile, sembravano vicinissime e raggiungibili.

Nicola assieme a Paola, Mirko e Tiziana erano 4 ragazzi, ingegneri aereospaziali, che pur di avere un contratto di lavoro, avevano accettato di lavorare al “Centro di Intercettazione Spaziale” , del CNR Italiano, sito in una delle colline poste attorno ad Enna.

Uno di quei centri che a causa dei tagli aveva subito molti ridimensionamenti, tanto da diventare un progetto di basso livello, poco finanziato, ma comunque ancora attivo grazie ai nostri 4 temerari.

Nicola aveva 40 anni, era il responsabile, alto 1 metro e 75, fisico asciutto, capelli corti neri e occhiali da intellettuale secchione della classe.

Paola aveva 36 anni, alta 1 metro e 70, capelli castano scuro mossi e lunghi fino al sedere, corpo modellato splendidamente dalla bici che praticamente usava piùà della macchina.

Mirko era il più giovane del gruppo, 32 anni, il tipico smanettone del pc, alto 1 metro e 80 asciutto e magro, sembrava che il grasso nel suo corpo non esistesse.

Tiziana, la fotomodella, la ragazza immagine del Centro, 35 anni, per 1 metro e 75 di altezza,

corpo formoso e ben disposto.

4 ragazzi che ascoltavano i suoni dello spazio come se fossero la migliore melodia mai ascoltata.

Il centro era formato da una parabola gigantesca, da qualche antenna di supporto, da un edificio di 3 piani da 300 metri quadri ogni uno.

Una vera bomba tecnologica, per svolgere bene il loro lavoro i nostri ragazzi avevano a disposizione il meglio del meglio della tecnologia.

Mirko e Tiziana, avevano anche sviluppato un software che le persone da casa potevano scaricare per mettere i propri pc domestici in rete ed ampliare maggiormente il potere di calcolo del centro stesso.

In cambio di questo sforzo, le persone a casa ricevevano sul pc via mail foto in alta risoluzione dello spazio aggiornate settimanalmente con le relative descrizioni.

A Verona, infatti, si era formato un vero e proprio gruppo cultore del tema capeggiato da un’appassionata di nome Siriana, una laureata in scienze politiche, alta 1 metro e 65, capelli lunghi neri lisci, magrolina, ma molto simpatica e precisa.

Sono le 9.00 del 10 Ottobre 2014, una splendida giornata di sole siciliano che riscalda bene l’aria e fa sentire tutti ancora in estate.

I nostri 4 amici si sono appena posizionati ai loro posti di combattimento e come sempre si comincia con un controllo alle registrazioni effettuate in automatico nella notte.

Paola è alla postazione che verifica realmente se ci sono state registrazioni di impulsi di qualunque tipo, Tiziana è alla postazione che controlla tutto ciò che ha registrato di fisico e concreto il radar, Mirko è l’analista del segnale quindi entra in azione se un segnale viene captato veramente e Nicola dirige il tutto come un capitano di una nave stellare.

Tutti sono intenti ai loro lavori e a controllare.

Paola: “Ragazzi, attenzione alle 3 e 23 della notte. Ho un impulso chiaro.”

Tiziana: “Verifico ……….. E’ proviente da Sirio.”

Mirko: ”Ma dai, ragazze, state calme sarà la solita scoreggia spaziale, e niente di più, verificate bene!!”

Paola: “Scoreggia spaziale un cavolo me lo da come un segnale informatico chiaro.”

Nicola sempre composto nella sua postazione: “Sarà qualche segnale di qualche satellite in avaria, Mirko, analizzalo bene.”

Mirko: “Vi avverto che questo è il segnale 250 che scambiate come segnale extra terrestre ed è una scoreggia spaziale.”

Nicola: “Mirko per piacere, siamo qui per questo!”

Mirko: “Ok capo.”

Mirko, inserisce il segnale nell’analizzatore di bande di frequenza, che ha lo scopo di valutare se il segnale è paragonabile a un qualsiasi segnale emesso da un trasmettitore terrestre.

Dopo qualche minuto Mirko si alza in piedi deglutendo più volte e cupo in viso: “Ragazzi il computer mi da il segnale come non terrestre. Da dove viene Tiziana?”

Tiziana: “Da Sirio proviene, guarda ti elaboro la mappa sullo schermo grande.”

Dopo un minuto, tutti sono in piedi in preda al panico.

Nicola: “Non è mai successo, una cosa del genere, di solito anche l’eleborazione della mappa era fumosa, ma questa ……… questa è chiarissima. …….. Aspettate però ad esaltarvi, potrebbe essere un segnale captato da qualche sonda spaziale lanciata qualche tempo fa, in fondo tra sonde su marte, intorno alla luna e altro lo spazio è pieno. Controlla meglio Mirko.”

Paola: “Attivo la procedura XX SPACE?”

Nicola: “Si potrebbe, fare, brava Paola, hai un’ottima idea. Qui le indicazioni ci sono tutte.”

La procedura “XX SPACE” era una procedura complicata, con cui il laboratorio si agganciava ai radar dei robottini spediti su Marte e verificava se loro a quella distanza avessero captato qualche segnale.

Era una procedura che liberamente i nostri amici potevano attivare da soli.

Nicola: “Si dai attivalo e vediamo che risposte ci da.”

Tiziana: “Quanto ci mette ad arrivare la risposta?”

Paola: “Tre ore.”

Mirko: “Fino a che non arriva la risposta, faccio delle altre verfiche.”

Nicola: “Ok continuiamo il lavoro, ed aspettiamo la risposta.”

La giornata lavorativa, si svolgeva bene o male sempre con questi ritmi, a volte più intensi e a volte più leggeri. Nel centro c’era una zona cucina dove andavano per prepararsi un caffè o mangiare a mezzo giorno, e vari uffici, che usavano un po’ per rilassarsi un po’ per svolgere delle mansioni loro personali o per studiare.

Erano abbastanza liberi, di organizzarsi il lavoro come volevano, visto che come abbiamo detto come progetto era stato declassato.

Ogni tanto Nicola, doveva recarsi a Palermo, dove c’era la direzione generale del centro per relazionare sul lavoro svolto, ma anche in questo caso si tratatva sempre di cose abbastanza routinarie.

Ma che rapporto c’era tra i quattro, oltre al rapporto di lavoro?

Erano tutti e quattro fisicamente belli ed attraenti, accattivanti e con doti molto spiccate ed affascinanti, ma per non rovinare il buon rapporto di lavoro, avevano cercato di tenere sempre lontana la possibilità di trasformare il loro rapporto di amicizia in qualcos’altro.

Avevano cercato di trovare l’amore fuori dal gruppo, ma senza trovarlo, perché comunque si sentivano molto legati e avevano difficoltà ad aprirsi con persone esterne.

Ai nostri tempi lo chiamano pluriamore, ovvero quei rapporti d’amore di gruppo, in cui si sta un po’ con l’uno un po’ con l’altro a giorni, senza gelosia ne rancori, ma tra i quattro l’aspetto legato proprio all’amore era stato sempre tenuto a freno.

Mentre si trovavano in cucina a bere un buon caffè preparato da Paola, l’allarme del centro suonò, avvisando che era arrivata la risposta da Marte.

 
 
 

REVOLUTION – IL ROMANZO : 3° PUNTATA

Post n°6509 pubblicato il 09 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Quando fu mattina, il campo di Genesi, fu svegliato da un sbraitare continuo e fastidioso.

Era l’intruso che voleva vuotare il sacco, la sete e la fame si facevano sentire.

Il Consiglio si radunò, le guardie di turno più alcuni accorsi controllavano e sorvegliavano l’intruso, per non farlo scappare, stando sia all’interno che all’esterno della tenda.

Bruno, condusse l’interrogatorio e disse: “Vuoi dirci qualcosa sugli Orsi Neri si o no? Ormai ti abbiamo preso e da qui non scapperai. ………. Come ti chiami?”

L’Intruso: ”Gianni, mi chiamo Gianni. Gli orsi neri  hanno base nei pressi di Rovigo, è li che si sono organizzati.”

Bruno: “Avete una fama terrificante, siete animali e alle donne fate cose abominevoli.”

L’Intruso lo stoppò immediatamente: “E’ tutto falso, non siamo ne animali, ne terrificanti, siamo come voi intenti a ricostruire la società.”

Bruno: “Mi viene da ridere, e come mai trattate le donne così come si dice? Perché hai aggredito una delle nostre?”

L’Intruso: “Quello che è successo al mondo, ha dato alle donne un’importanza fondamentale, sono alla base della rinascita della società, per chi ha orecchie da intendere intenda. ………. La da noi ce ne sono poche e ne servono, ………. dobbiamo moltiplicarci e dovete farlo anche voi.”

Bruno: “Esiste l’antica arte del corteggiamento, o no? Per conquistare una donna.”

L’Intruso: “Secondo te abbiamo tempo di corteggiare le donne per convincere a venire nella nostra comunità? Avrei preso quella che ho scelto ma una volta alla base sarebbe stata trattata da regina. Siamo in tanti uomini ma non siamo animali.”

Bruno: “Basta con le cazzate, sei uno stupido coglione. Sono delle vere cazzate queste e a me viene da vomitare, cazzo. Potevate venire a cercare un’altra comunità con cui aggregarvi.”

L’Intruso: “Ok, Ok, lasciatemi andare allora, andrò a chiamare tutti gli altri, qui da voi si sta bene, siete organizzati e socievoli.”

Bruno: “Non so dobbiamo pensarci, in quanti siete?”

L’intruso: “Siamo in 1750 uomini e 200 donne, siamo molto civili, magari più sporchi di voi, ma civili.”

Alfred: “Ok basta, secondo me possiamo rimandarlo in cella e pensarci tra noi, senza di lui.”

Cominciarono a discutere tra loro e alla fine decisero di trattenerlo, ricominciando a dargli da mangiare, da bere e vestirlo con gli abiti da campo.

Qualcuno pensò e chiese di liberarlo, ma occorreva attendere che anche la missione di Erik tornasse per capire se aveva scoperto qualcosa di interessante.

Una squadra era partita alla ricerca di Erik e degli altri, mentre si dirigevano verso la zona di Illasi, incrociarono William.

Avvicinati, si fermarono.

Capo MIssione: “Chi sei soldato? Da dove vieni?”

William: “ Mi chiamo William e sono del contingente Acquila, siamo di base al Lago Secco a Giazza. Cercate un gruppo che si è disperso lassù tra i monti?”

Capo MIssione: “Si, tu ne sai qualcosa? Se sai dimmi tutto.”

William: “Sei tu il capo?”

Capo MIssione: “Io sono il capo di questa missione, siamo di Genesi, una comunità del Basso Veronese, come sta il gruppo disperso?”

William: “E’ in pericolo, devo assolutamente parlare con il vostro capo, per ora non potete fare niente per il vostro gruppo, portatemi dal vostro capo.”

Il Capo MIssione vide che il soldato era preciso, serio e sapeva bene quello che voleva, così decise di far rientrare il convoglio, senza fare altre domande.

Con lo stupore di tutti il convoglio rientrò prestissimo rispetto ai soliti orari.

Fu difficile organizzare un incontro chiuso, tra il consiglio e William, perché la voce si sparse e tutti si assembrarono attorno alla tenda del consiglio.

Jenny di persona condusse la discussione: “Vi do il benvenuto a Genesi, William, da dove venite? E cosa è successo al nostro gruppo?”

William: “Sono un soldato italo inglese, faccio parte della divisione Aquila che si è radunata a Giazza. Siamo 50 uomini attrezzati e bene armati. Il vostro gruppo è stato rapito e si trova in pericolo.”

Tutti si allarmarono ancora di più.

Jenny: “Prosegua pure.”

William: “Nella vallata di San Giovanni Illarione, si è insediato un gruppo di uomini, che a causa del flash solare che ha colpito la terra ha acquisito il potere dell’immortalità. Potere che si riesce a trasmettere agli altri con il sangue. La società degli immortali è a piramide, se ricevi il sangue da uno di loro si diventa immortale, ma suo suddito e schiavo. Non tutti, però, vengono trasformati, ma vengono utilizzati come schiavi per la realizzazione di strutture e per la gestione del villaggio. In definitiva solo i più forti vengono trasformati per essere soldati. E’ una comunità piccola, ma l’immortalità li rende invincibili, si riesce ad ucciderli solo trafiggendo il cuore, da parte a parte lasciando conficcato ciò con cui si è perforato il cuore.”

Jenny, un po’ perplessa domandò: “Voi siete un esercito perché non li avete fermati?”

William: “Perché con le pallottole non li uccidi, staccar loro la testa.”

Jenny: “Da quello che ho capito i nostri potrebbero essere ancora vivi?”

William: “Potrebbero essere o trasformati in immortali o in schiavi, se sono schiavi occorre solo liberarli, se sono immortali occorre prenderli vivi, trattenerli con la forza e praticargli delle grosse trasfusioni di sangue, però fin che non sono stati presi da noi, obbediranno ai loro capi e quindi li avremo contro.”

Jenny: “Scusa per riconvertirli ad essere mortali? Cosa bisogna fare?”

William: “Occorre trasfonderli con grosse quantità di sangue, e quando saranno diventati mortali ritorneranno in se da soli.”

Alfred: “La faccenda si fa complicata!”

Bruno: “ Ora che sappiamo come fare organizziamo una missione per liberarli.”

William: “Ma stai scherzando vero? Ma chi credete di essere, non sapete nulla.”

William proseguì nella delucidazione, e si rese conto del livello di addestramento militare che si era raggiunto al campo e la dotazione di armi e continuò a ritenere il tutto gravemente insufficiente.

Servivano gas anestetizzanti, cosa che neanche la divisione di William possedeva, serviva un luogo sicuro dove portare le persone della comunità dopo averle liberate per valutare la loro reale situazione, serviva una preparata conoscenza in medicina.

William: “Serve che uno di voi venga con me a Giazza per far si che i miei compagni si uniscano a voi così da essere sicuramente più forti. Nel frattempo potete proseguire gli addestramenti militari.”

Alfred: “Ad Asparetto c’è un deposito militare, potremmo andare a vedere cosa c’è dentro, non ci siamo mai andati.”

William: “E’ meglio che aspettate il mio ritorno con gli altri, ci andremo assieme così sarà meno rischioso.”

Jenny: “Ok chi va ad accompagnare William, in rappresentanza nostra?”

Elena: “Se vuoi lo accompagno io Jenny, mi dici cosa dire ed io riferirò, una donna va sempre bene in diplomazia.”

Jenny: “Così sia allora.”

 
 
 

REVOLUTION – IL ROMANZO : 2° PUNTATA

Post n°6508 pubblicato il 09 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Le ore passavano e al campo era tutto pronto per ricevere le persone al rientro.

Jenny esausta dalla giornata decise di andare a farsi un doccia.

Per quanto fosse un momento piacevole doveva essere comunque rapido, perchè occorreva risparmiare acqua a più non posso.

La zona bagni e docce era in periferia, la recinzione era ancora molto lacunosa e quindi non era imponente e sicura al cento per cento.

Jenny si spogliò e si immerse sotto quella doccia che sembrava il paradiso, si sentiva in pace e leggera.

Un uomo, uno degli Orsi Neri, si era avvicinato al campo e osservava la comunità senza farsi scoprire.

Riuscì a notare che Jenny stava entrando nella zona Bagni.

Pensava dentro si se: “Una bella ragazza nuda e sotto la doccia deve essere proprio un bel bottino ed è per giunta indifesa”.

Si appostò e attese il momento giusto. Pensava a quando l’avrebbe portata al campo base, di sicuro si sarebbe fatta una bella festa.

L’uomo muovendosi con attenzione, arrivò alla struttura e riuscì ad entrare.

Intravide la doccia dove Jenny si stava lavando.

Era sempre più vicino e Jenny era incurante completamente di ciò che le sarebbe capitato.

Una delle ragazza addetta alla cucina, aveva visto entrare l’uomo e sapeva che Jenny era dentro, spaventata cacciò un urlo che risuonò in tutto il campo, urlò e sbraitò come una pazza, prendendo la prima forca che le era venuta in mano e dirigendosi verso le docce.

L’uomo uscì di corsa senza il suo bottino, sentendo le urla, ma era troppo tardi, gli uomini che stavano lavorando corsero armati di badili e pale.

L’uomo ormai era stato individuato, corse ed iniziò un inseguimento senza fiato, ma qualcuno tirandogli il badile che aveva in mano lo prese e lo ferì fermandolo.

Preso lo portarono di peso a suon di calci nella tenda del consiglio.

Altre donne corsero da Jenny, che si spaventò sentendo la storia che le raccontavano e capendo che aveva corso un grosso pericolo, si rallegrò perché la comunità era corsa a salvarla.

Nel frattempo rientrarono tutte le missioni piene colme di materiali di ogni genere e persone che avevano deciso di unirsi alla comunità, tutti meno il gruppo di Erik.

Appena tutti furono informati di quello che era successo, sia al campo a causa dell’intruso sia alla missione di Erik, la festa fu rimandata e si fece il punto della situazione.

Il Consiglio andò ad interrogare l’intruso.

Tutti consiglieri più qualche altro parteciparono all’interrogatorio, fu difficile tenere calmi gli animi dei più focosi, qualcuno pensò alle torture, ma fu messo subito in chiaro che il clima doveva essere quello di una società civile.

L’intruso fece capire di essere della comunità degli Orsi Neri, ma non voleva parlare, non ne voleva sapere in nessun modo. Era, però importante farlo parlare, bisognava sapere tutto quello che si poteva sapere, anche perché quello che da sempre era ritenuta una falsa minaccia ora si era concretizzata veramente.

La giornata si presentò lunga a finire.

Si decise, allora, di utilizzare un bungalow come prigione e di predisporre turni di guardia, alternando 20 persone in gruppi di 5, poi si discusse sul reale bisogno di istituire un esercito.

Alfred: “Quanti veri soldati ci sono qui a Genesi?”

Bruno: “15 sono i soldati e 35 carabinieri ed ex carabinieri”

Alfred: “Ok occorre un responsabile “

Bruno: “Io sono un ex carabiniere, posso seguire io il progetto”

Jenny: “Mi va bene tutto, da domani Bruno raduna tutti e comincia l’organizzazione”

Bruno: “E le armi possiamo usarle?”

Jenny: “Bisogna, ma voglio regolari esercitazioni deve essere fatto bene ed in regola.”

Alfred: “Comunque le armi si useranno solo su ordine tuo Jenny, non abbiamo bisogno di un cumulo di grilletti facile alla Tex Willer.”

Bruno: “Metterò i puntini sulle i, non preoccupatevi.”

Per far parlare l’intruso si decise di tenerlo a digiuno dagli alimenti, gli si sarebbe dato solo da bere.

Nel frattempo vicino a Giazza il gruppo di Erik era accampato ma nessuno dormiva, qualcuno si accorse che tra i boschi vicini, c’era del movimento, ma si decise di risparmiare le forze per il giorno dopo, e di non andare in avanti alla scoperta.

Erik sentiva molto il peso della responsabilità e aveva tutta l’intenzione di portare tutti a casa sani e salvi, anche i nuovi aggiunti.

In mezzo al bosco, qualcuno proseguiva ad osservare.

Uno di loro: “Capitano mi sembra un gruppo organizzato di civili che facciamo?”

Il Capitano: “Dobbiamo andarcene, gli immortali staranno arrivando e noi non possiamo farci niente, siamo in pochi, queste persone sono spacciate.”

Il Soldato rispose: “Capitano, siamo soldati, dobbiamo difenderli, non possiamo permettere che diventino schiavi.”

Il Capitano: “Noi siamo pochi, ma gli Immortali sono molti di più, non possiamo fare niente, tra l’altro l’equilibrio di risorse del nostro gruppo è troppo esile per inglobare tutta questa gente una volta liberati.”

Il Soldato: “Capitano, la scongiuro, salviamoli, siamo soldati, abbiamo giurato sulla patria e sulla bandiera.”

Il Capitano: “Basta, basta, non esiste più la patria, non esiste niente, esiste solo la nostra pelle, non metterò a repentaglio la vostra vita, per persone che sono venute da chissà dove.”

Il Soldato dovette tacere, il contingente si radunò e tornò alla loro base, lasciando Erik e i suoi in balia del destino.

Il Soldato amareggiato, ritornò alla base, ma con il cuore era rimasto da quei poveretti.

La notte era calma e silenziosa.

Verso le tre del mattino i rami e gli arbusti nel bosco cominciarono a muoversi e a rompersi; piano, passo dopo passo si facevano strada, si avvicinarono, circondarono il campo dove si erano accampati Erik ed il suo gruppo, chiusero ogni via d’uscita, si strinsero, di più, sempre di più, erano in tanti, c’erano tutti.

C’erano veramente tutti, lanciarono i gas anestetizzanti, riempirono tutto il campo e i polmoni dei nostri che ignari respiravano dormendo, ed il sonno divenne ancora più pesante.

Vennero tutti presi vivi, donne e uomini, legati e portati via.

A nessuno venne fatto del male, agli Immortali non interessava uccidere se non c’era un reale bisogno e pericolo per loro.

Il giorno seguente, di mattino presto il soldato William, quello che si era lamentato con il propèrio capitano, si svegliò, prese una moto e si piombò di nascosto al campo dei nostri e quando arrivò non trovò nessuno, come del resto si aspettava.

Tornò allora al campo e diede l’allarme, si sentiva una nullità, spiegò cosa aveva visto.

Il Capitano arrabbiato: “Cosa ti aspettavi di trovare? Visto cosa sarebbe successo? Morte tua vita mia.”

William: “Basta capitano, io mi sento una merda, un barlume di civiltà era arrivato fin qui e noi non l’abbiamo difesa.”

Il Capitano: “Dov’era la civiltà in mezzo a quella gente?”, il capitano stava ormai impazzendo e la situazione non la reggeva più.

William: “Erano organizzati, addestrati potevamo farcela se fossimo intervenuti.”

Il Capitano: “Sei punito basta”

William : “Basta capitano dei miei stivali”. Si rivolse a tutti urlando: “Io parto a cercare la base da dove sono venute quelle persone, se ritornerò con un loro portavoce vi chiederò di unirvi a me, per ritornare ad essere quei soldati che abbiamo giurato di essere davanti alla bandiera italiana.”

Prese una bandiera dell’Italia e sventolandola se ne corse via con la moto come se fosse al galoppo su di un cavallo.

Il discorso fu ascoltato da tutti, e tutti erano d’accordo, ma nessuno ebbe il coraggio di dire la loro in favore di William.Tutti, però speravano che William avesse ragione.

Era di origini inglesi, William. un po’ perché era soldato un po’ per le sue origini, il suo senso di patria e di servizio era forte in lui.

Come detto i terremoti avevano cambiato molto l’aspetto della vallata, fu difficile per William seguire le tracce che aveva lasciato il convoglio proveniente da Genesi, dovette fermarsi anche una sera a causa di temporali che si abbattevano sulla zona.

 
 
 

150 MILIONI DI EURO – IL ROMANZO : 2° PUNTATA

Post n°6507 pubblicato il 08 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Il cielo era azzurro non c’erano più nuvole, tutto era asciutto.

Alzato in piedi, si senti pieno di energia, folgorante ed elettrizzato, praticamente rinato.

Si ricordava tutto, la voce, la fatica, tutte le sensazioni provate, ma non sapeva dare una spiegazione tangibile al tutto.

Dentro di se si chiedeva: “Forse è stato davvero Dio. ………… Ma perché tutto questo.”

Angosciato, prese il cammino del ritorno verso la malga.

Arrivato alla malga vide la macchina i Ketty parcheggiata sul piazzale, così entrò e la chiamò.

Ketty: “Sono qui Andrea, ero preoccupata perché non ti vedevo da nessuna parte, avevo fatto un giro anche nei dintorni.”

Andrea: “E’ da un po’ che sei qui?”

Ketty: “Da 45 minuti più o meno, tra un po’ ti avrei chiamato sul cellulare.”

Andrea : “Bella sorpresa, non me l’aspettavo.”

Ketty: “Parlando con Marco ci chiedevamo se forse era il caso di venire a vedere come stavi e se avevi bisogno di qualcosa così sono partita. ……….. Ma hai qualcosa di strano?”

Andrea: “No, mi sento bene, anzi devo dire che mi sento benissimo in forma.”

Ketty lo scrutò per bene, si avvicinò e disse: “No! Hai qualcosa di strano …….. hai fatto abuso di attività fisica in questi giorni? …….. Sembri dopato?”

Andrea: “Si sinceramente ho fatto molta attività fisica, e ho mangiato delle belle bistecche.”

Ketty: “Hai il fisico più scolpito e più tonico, ti sei completamente asciugato, …….. ti sei trasformato.”

Andrea andò in bagno e si guardò ed effettivamente grazie agli abiti aderenti si notava un cambiamento.

Era forse stato un altro regalo di Dio? Comunque decise di non parlare di ciò che era avvenuto sulla montagna, e sviò il discorso con frasi di rito.

Vista l’ora decisero di andare a mangiare qualcosa giù in paese.

Passarono tutto il pomeriggio a dialogare del più e del meno, si trovavano bene insieme e l’intesa tra i due era palpabile, diciamolo pure, se non ci fosse stato Marco sarebbero stati due fidanzati azzeccati.

Non era mai successo niente tra loro due e la loro amicizia aveva sempre attenuato qualunque desiderio eccessivo.

Ad un tratto ad Andrea venne un grosso e poderoso mal di testa, che lo bloccò, quasi lo stordì, e la stessa voce che aveva sentito nel bosco ricominciò a farsi sentire ripetendo dei numeri in continuazione.

Ketty si preoccupò subito, ma lui minimizzò e se ne andò in bagno a bere una medicina.

Ritornando al tavolo, diede una spallata al tavolino che pubblicizzava che nel locale si poteva puntare quote del superenalotto, così decise di giocare i numeri che continuavano a risuonargli in testa.

Appena ebbe pagato la puntata tutto il mal di testa gli passò e si sentì di nuovo rigenerato e rinvigorito, completamente ripreso.

Ketty continuava ad essere preoccupata, questi continui sbalzi d’umore, potevano presagire disturbi mentali nascosti, che tra l’altro visto la situazione potevano anche esserci benissimo; così telefonò a Marco e gli comunicò che si sarebbe fermata la notte con Andrea per sorvegliarlo, e per capire meglio se realmente Andrea fosse affetto da disturbi della personalità.

Marco essendo amico intimo di Andrea non si faceva problemi se sua moglie dedicava queste attenzioni all’amico perché si fidava cecamente di tutti e due.

I due ritornarono alla malga, il tempo era cambiato ancora ed era ritornato il temporale, così appena entrati indossarono un pesante pigiama ed accesero il camino.

Davanti a quella fiamma ardente e scoppiettante tra una parola e l’altra i freni inibitori si sciolsero, la confidenza e l’attrazione tra i due si fece sempre più pressante.

Un bacio risuonò come una bomba atomica dentro di loro e li davanti al camino si consumò la scena d’amore più calda ed intensa che in nessun libro fosse mai stata descritta.

Non era amore, ma puro sesso, tra due persone tanto vicine.

Dopo aver spogliato Kety, e dopo essersi messo a torso nudo Andrea, la aiutò a mettersi sopra di lui a cavalcioni si abbassò i pantaloni e da quel momento iniziò una dolcissima ed instensa danza dell’amore.

Proseguirono finchè si addormentarono, uno vicino all’altro.

Un tuono risvegliò Andrea dal sonno in cui era crollato in piena notte.

Ad un tratto la solita voce ricominciò a risuonargli in testa e a ripetergli: “Amerai il tuo prossimo!”

Non facendocela più si alzò e si accese la TV, su un canale dove davano un TG.

La giornalista esordì dicendo: “E’ stato realizzato il 6 del superenalotto, la vincita milionaria è andata in Val Badia. I numeri fortunati sono: 16, 35, 48, 66, 78 e 90. Il vincitore si porta a casa la somma di 150 milioni di euro.”

Andrea raggelò, tanto da non ascoltare più quello che la televisione diceva, era lui il vincitore, era lui, si parlava di lui.

Prese subito la schedina per controllare i numeri, e con la mano tremante guardò e riguardò i numeri più volte, ma il risultato era certo, era lui il vincitore.

Svegliò Ketty, tutto sudato e tremante, non sapeva se piangere o ridere.

Ketty svegliata di soprassalto: “Che c’è Andrea stai male, che ti succede?”

Mentre parlava lo abbracciò, lui era tremante, e gli disse: “Che c’è che succede?”

Andrea: “Non ci crederai, ho fatto sei al superenalotto, ho vinto ho vinto il superenalotto.”

Ketty fece una esclamazione, strabuzzando gli occhi, cominciarono tutti e due a ridere all’impazzata e poi sintonizzarono la TV sul televideo per ricontrollare bene, ma il risultato era sempre quello.

Cominciarono a sbraitare, a saltare e a far festa.

Aprirono una, poi due e poi tre bottiglie di vino, bevettero e festeggiarono all’inverosimile. Da spaccarsi il fegato, fin che non caddero a letto a dormire in un sonno profondo emanando vapori di alcool a non finire.

Il giorno seguente, ripresisi dalla nottata, cercarono di ritornare con i piedi per terra. Ketty doveva subito ritornare a casa, anzi si era assentata troppo, e suo marito non doveva pensare al peccio, Andrea si sarebbe soffermato ancora qualche giorno.

Tutti e due furono d’accordo nel mantenere il completo riservo su quello che era successo, ma soprattutto per ora non doveva sapere nessuno della vincita.

Una vincita che di sicuro avrebbe cambiato la vita di Andrea, un cambiamento che poteva essere in bene o in male, molte persone si erano accecate e rovinate a causa dei soldi, quindi la questione doveva essere presa con i guanti.

Si salutarono ma non riuscirono a trattenere un ultimo bacio.

Passati alcuni giorni in cui Andrea continuava a meditare, trovò anche il tempo e la motivazione per rinsaldare quel personale ed intenso rapporto con Dio che sempre lo aveva accompagnato nella vita.

Alla preghiera dedicava molto tempo, tanto che senza accorgersene faceva lunghissime passeggiate senza sentire ben che meno l’esigenza di bere e di mangiare.

Una forza sopraumana lo alimentava dall’interno, dal cuore.

Un giorno arrivato sulla cima di una montagna, dove come si dice osano solo le aquile, dove le vette perforano il cielo, alzò gli occhi al cielo per scrutarlo e per cercare di vedere al di là di quell’intenso azzurro, nello spazio.

Pensò e fece una riflessione: “150 milioni ed il possibile capitale che svilupperanno sono troppi per me solo, è un patrimonio che merita di essere gestito bene. Deve servire per me e per gli altri, devo gestirlo con cura. Dio sono un tuo cavaliere e amerò il prossimo mio come me stesso, anzi più di me stesso, e te lo dimostrerò.”

Rimase a fissare il cielo per ore, si sentiva irradiato da un’energia cosmica.

Poi disse: “E’ ora! ……… Ora di tornare a casa.”

Passò una settimana, nella quale Andrea, tornato, aveva praticamente preparato tutto intorno a se per compiere il suo progetto, in completo riservo aveva fatto le dovute ricerche e si poteva dire che tutto era compiuto.

Era, perfino, andato in banca e segretamente con il direttore aveva attivato la procedura per riscuotere la vincita.

Aveva dato inizio ad una rivoluzione che avrebbe cambiato la vita di molte persone.

Marco era venuto a sapere della vincita da Ketty su ordine di Andrea, e una sera si erano accordati per una cena a casa di Andrea, con l’intenzione di presentare ufficialmente a loro il suo progetto.

Marco: “Come stai Andrea, ho sentito da Ketty che ti sei completamente ripreso ………. Mi sembra strano di parlare a un multimilionario.”

Andrea: “La montagna mi ha fatto veramente bene, più di quello che pensavo.”

Ketty: “L’importante è che tu sia ritornato tra noi e ora ricominci a vivere.”

Andrea: “Ho ricominciato a vivere, e più che per i soldi, grazie a voi che mi siete stati così vicino e mi avete fatto sentire il vostro calore e la vostra amicizia. …………. Vi ho chiamati per stasera perché vorrei presentarvi il mio progetto.”

Ketty e Marco drizzarono le orecchie.

Andrea: “La vincita mi cambierà di sicuro la vita, ma deve cambiarla al numero più alto di persone che riuscirò a raggiungere. Farò fruttare quei soldi e non li sperpererò. Li depositerò in un conto corrente apposito e per me mi prenderò 10.000 euro al mese, gli altri li utilizzerò per attivare progetti a sfondo sociale, chiedendo l’appoggio agli enti presenti in paese come Comune, Asilo, Parrocchia, ecc.”

Marco: “Che progetto …………… penso che nessuno mai abbia pensato di usare una vincita del genere così.”

Andrea proseguì facendo esempi e lasciano Ketty e Marco a bocca aperta.

Ketty: “Stai attento a non mangiarti tutto o peggio a non farti mangiare tutto.”

Andrea: “Quello di sicuro non dovete preoccuparvi.”

Marco: “Ma avrai bisogno di creare una vera e propria azienda.”

Andrea: “Ma deve essere un’azienda che parta con l’obbiettivo di risolvere dei problemi sociali.”

Ketty: “Dovrai stare attento alla tua incolumità.”

Andrea: “Ho pensato a tutto, rischi e benefici, ci sono molti milionari e grandi industriali che vivono tranquillamente senza farsi grossi problemi, io vivrò in mezzo alla mia gente. …………. Allora ci state a darmi una mano?”

Marco: “Io ci sono, ma sai che con il mio lavoro devo andare varie volte all’estero per conto della mia azienda quindi, semmai dovrà darti una mano Ketty. Io è meglio che prosegua a fare quello che faccio un po’ per diversificare le entrate famigliari.”

Andrea con un po’ di sarcasmo pensando a quello che era successo nella malga rispose: “Non potresti lasciarmi in mani migliori, mi sento in una botte di ferro. ………. Volevo proporvi a tutti e due, ma visto che ho capito ad aiutarmi sarà solo Kety, uno stipendio mensile di 10 mila euro al mese. Vi vabene?”

Kety: “Lo domandi se mi va bene? ……. Quando cominciamo?”

 
 
 

UN NUOVO ANNO

Post n°6506 pubblicato il 07 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia dedicata a mia Moglie

Testo:

All’alba di questo giorno,

il mio cuore,

riscopre l’amore,

il sentimento nuovo,

come la terra,

riscopre il calore,

del sole che sale lentamente,

salutando questo giorno,

questo nuovo anno,

che con molte speranze si presenta,

ma con l’unica certezza,

che a te,

e alle persone che mi girano intorno,

voglio donare me stesso,

e fare di questo gesto,

il senso della mia vita.

 
 
 

IRIS PUB – BIRRERIA PANINOTECA FAST RESTAURANT

Post n°6505 pubblicato il 06 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia dedicata a mia Moglie

Testo:

Sulle note della canzone “Werewolves of london” tratta dal film “Il colore dei soldi”, mentre bevo una buonissima birra, spinata in maniere eccellente in un pub stile irlandese, non posso che osservarti entrare e dirigerti al bancone molto affrettata.

Sembra che tu sia arrivata tardi ad un appuntamento, mentre mi accorgo, passando i minuti che non è vero.

Ordini al barista che già conosci, una birra come la mia.

Una birra weisse, ottima.

Qui servono la migliore, sei una persona che capisci la qualità.

Si vede che sei un tipo rock, sei un tipo giusto per questi ambienti, ma non ti ho mai vista, cavoli dove sei stata.

Mille sere a cercarti a cercar l’anima gemella.

Mille sere, mille chilometri, mille volte con la voglia di amare una come te.

Ora però che ti ho vista anche il locale prende un altro smalto, mi sembra nuovo.

Mi avvicino, quattro parole, usando di sponda l’aiuto del barman e poi ti invito ad una partita a biliardo.

Tu accetti, e per me è già un colpo al cuore.

Non ti farò vincere facile, io sono un cecchino, terrò la partita più lunga che mai.

Un colpo dopo l’altro, le palle girano veloci sul tavolo verde, come le domande che ci rivolgiamo l’uno all’altro.

Non sei male, anzi le palle giuste le metti dentro, e sembra che anche a te piaccia ritardare il fine della partita, perché sembra che sbagli certe palle a raggion veduta.

Le tue risposte tutte soppesate, come i tiri con la stecca.

Io sono attento a non steccare.

Però più che steccare, ho paura di sbagliare domanda, di farti infastidire, di annoiarti.

La domanda sbagliata, la risposta sbagliata e per me è la fine.

Altri ti guardano, ma io più che guardare quando ti pieghi sul tavolo, guardo dove mettere la punteggiatura.

Non è una partita a biliardo, per me, ma una visita dall’analista.

Queste 8 palle mi possono aprire le porte di un nuovo mondo, come quelle di un manicomio.

Spero che sbagli, anzi no spero che fai buca perché non so come finirò se questa partita dura molto.

Il mio cervello non resisterà.

Alla fine la partita finisce, ti prendi la tua roba, ti vesti, parliamo un altro po’ e poi prima di andartene mi dici: “Giocherò con te altre volte, finchè non vinci tu, e poi vedremo se veramente metterai in buca le tue palle.”

Veramente tagliente.

Ti amo di già.

 
 
 

REVOLUTION – IL ROMANZO : 1° PUNTATA

Post n°6504 pubblicato il 05 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Buon giorno a tutti!

In questa fantastica storia, ci troviamo esattamente in aperta campagna, tra Isola Rizza e Bonavicina in provincia di Verona, e sto passeggiando in mezzo a questa tendopoli, creata per soccorrere le persone disperse.

Oggi è il 21 Marzo 2013, primo giorno di primavera. Meno di anno fa, il 25 Giugno 2012, la terra fu colpita da una potentissima onda solare, chiamata in gergo tecnico flash solare, che provocò devastanti cataclismi e immani cambiamenti del mondo. La pianura veronese fu anch’essa devastata paurosamente, molti morirono, i paesi furono praticamente rasi al suolo, fino a ridursi ad un’immane cumulo di macerie.

Delle poche persone rimaste vive si sapeva poco. Pochi erano quelli che erano riusciti a riunirsi in comunità organizzate e tra di loro le comunità non dialogavano o addirittura non sapevano neanche di esistere. Il mondo appare come se si fosse resettato, niente è più come prima. Avete presente come in un videogioco dove di punto in bianco si finisce la partita e si rimettono dentro i soldi per cominciarne un’altra? Bene qui sembra che qualcuno abbiamo staccato la spina al mondo, lo abbia riacceso inserendoci una nuova moneta per fare un’altra partita.

Lo stato non esisteva più tutto si era dissolto, ogni uno doveva fare per se.

Da subito, tutte le persone avevano capito che non si poteva contare sull’aiuto di un’autorità superiore, ma che ogni uno doveva cercare di sopravvivere.

Tutte le forme di comunicazione erano fuori uso completamente, gli unici strumenti che funzionavano erano i walki tolki.

Nella bassa veronese, la gente, di Isola Rizza, Bovolone, Oppeano, San Pietro di Morubio, Roverchiara, Ronco All'Adige e Salizzole riuscì però ad organizzarsi, e ad alzare con fierezza la testa, creando in pochi mesi una vera e propria comunità, divenendo velocemente un faro per tutta la gente della zona.

Alla comunità venne dato il nome di GENESI, come il primo libro della bibbia. L’idea del nome fu di un sacerdote e piacque subito a tutti.

Esattamente in 1150 riuscirono ad organizzarsi, e con una sorta di elezioni, si dotarono anche di un Consiglio di Comunità, formato da 12 persone.

La voglia, il desiderio, di ritornare alla normalità era spaventosa, e queste persone non si fermavano per niente e per nessuno.

Tutti erano organizzati ed avevano i loro compiti, che via via potevano essere anche cambiati in base alle esigenze.

Con le così dette, Missioni di ricerca, si usciva ogni giorno con auto, pulmini, camion, ruspe per raccogliere tutto ciò che poteva servire, ricercare i dispersi e convincere chi voleva rimanere vicino alla propria casa ad unirsi a Genesi per cercare di ricominciare tutti insieme.

Convincere la gente era uno dei lavori più duri, perché la gente era molto attaccata alla propria casa anche se in definitiva della propria casa esisteva solo un cumulo di macerie da spianare con una ruspa.

I raggi del sole, filtrano dai teli semichiusi della tenda, colpendo il corpo di Jenny, riscaldandolo e trasformando il sonno veglia in un dolce tepore.

Il rompo del convoglio che ritornava al campo con un nuovo carico, la fece svegliare di soprassalto.

Alfred da fuori la tenda la chiamò: “Jenny sono tornati e sembra che abbiano trovato armi”.

Jenny si alzò, e in tutta fretta si vestì, inguainando il suo dolce corpo con la divisa simile a quella dei meccanici che ormai era diventata l’abito comune per tutti.

Era una ragazza dolce, bella, occhi castani e capelli lunghi castani di buono c’era che il fardello del peso che portava non intaccava minimamente la sua bellezza.

Uscita dalla tenda, insieme ad Alfred, e seguita dagli altri 10 del consiglio si diresse alla zona denominata “Missioni”.

Jenny, era il Sindaco della Comunità.

Le persone stavano già scaricando la merce e dividendosi le armi litigando.

“Basta ……… Basta ho detto branco di stolti, non vi ricordate più cosa è stato deciso?” urlò Jenny, e rincarando la dose proseguì “Abbiamo deciso che tutte le armi vengono stipate in un magazzino fino a che non ci saremo organizzati meglio ……….. Speriamo invece di non averne mai di bisogno ……… Speriamo di riuscire a vivere sempre in pace.”

Alberto, un ragazzo che aveva partecipato a quest’ultima missione disse: “Dovremo essere armati, Jenny, ho sentito che c’è un gruppo di criminali, che si aggirano nelle campagne e fanno guai.”

Alfred, ovvero il vicesindaco rispose: “Ogni giorno usciamo a raccogliere materiale, lo sai benissimo anche tu Alberto, perché ci partecipi, e mai sono stati visti criminali o problemi in giro …….. sono solo chiacchiere.”

Jenny chiuse il discorso: “Se ce ne sarà bisogno istituiremo un vero esercito, ma per ora non ce n’è di bisogno ………..  Avete raccolto altra rete e altri pali?”

Il capo missione risposte: “Si molti, ora possiamo, volendo, cominciare la costruzione del recinto di protezione.”  

Alfred : “Allora organizziamo una squadra, da domani si inizia la costruzione del recinto. Dovrà essere alto 6 metri e dovrà fare il giro 2 volte intorno al campo, e avrà un’entrata sola. Ci servono ancora rete e ancora pali, quindi continuate ad uscire ogni giorno.”

Il capo squadra rispose affermativamente.

Tutti si ritirarono alle loro faccende e ai loro compiti.

Il problema è che la voce carpita sulla possibile esistenza di bande di criminali vicino a Genesi, era vera, e si sapeva anche il nome di questa gente, anche se non si aveva mai avuto nessun contatto con loro.

La voce diceva che si facevano chiamare "Orsi Neri".

Jenny prese la parola: “Effettivamente ci sono i sentori che dei criminali si stiano avvicinando a noi, occorre fare qualcosa …………. Domani faremo partire sei Missioni di Ricerca con lo scopo di raccogliere materiale, ma soprattutto di ricercare notizie ancora più approfondite. Al rientro di tutti raccoglieremo le notizie e faremo un comunicato ufficiale a tutti. Abbiamo pronti dei validi Capo Squadra a cui dare il comando delle Misssioni?"

Alfred: "Si abbiamo della gente valida e preparata."

Jenny: “Allora domani stesso, ogni uno di loro si prenderà 50 uomini per squadra, si prenderanno tutti i mezzi di cui hanno bisogno, si partirà alle 8,00 e si ritorna alle 20,00 pieni il più possibile di materiale di ogni genere utile alla comunità e di notizie!”

Tutti i consiglieri votarono affermativamente.

Jenny proseguì: “Io domani mi voglio rendere conto di come sono messi i lavori per la recinzione con te Alfred.”

La riunione proseguì fino a tarda notte e poi tutta la comunità potè dirsi spenta.

300 persone, divise in 6 squadre, molte pensava Jenny, ma occorreva fare il punto della situazione veramente; occorreva decidere se dotarsi veramente di un esercito.

C’è anche da dire, che la costruzione della recinzione richiedeva moltissimo materiale, doveva recintare in modo sicuro tutta la comunità e comunque doveva contenere nel suo interno lo spazio per ampliare ancora la comunità.

I pensieri sfinirono completamente Jenny che piombò in un sonno profondo.

Breve fu il sonno per tutti, presto arrivò il sole e presto tutti si misero al lavoro. Era l’unica cosa che dava veramente forza ai sopravvissuti, ovvero il sole, che ogni mattina risorgeva. Ciò che aveva distrutto tutto, ogni giorno gli riconcedeva una seconda possibilità e la comunità di Genesi la sfruttava tutta questa possibilità.

Il Consiglio organizzò la grande missione, 300 persone tra uomini e donne parteciparono e alle 9,30, con 1 ora e mezzo di ritardo partirono.

Era un  grande giorno di lavoro per tutti, tra le missioni di ricerca, la costruzione del recinto, tenere a bada i bambini e i ragazzi, tutti erano occupati!

L’unica nota dolente era la mancanza di tracce sugli Orsi Neri, sembravano essere invisibili.

Se le loro voci esistevano vuol dire che veramente esistevano ed erano pericolosi.

Una missione, quella comandata da Erik, si addentrò nella Val D’Illasi, verso Giazza, tutti i partecipanti erano contenti avevano raccolto un bottino impensabile ed incalcolabile. Tra l’altro Erik aveva convinto 60 persone a lasciare le proprie case diroccate per ritirarsi a Genesi.

Erik era un buon diplomatico, ci sapeva fare!

Si addentrarono nella valle, sistemando alla meno peggio le strade, per poter far passare il convoglio, ma arrivati a 4 Km da Selva di Progno …………………..

Un fragore tuonò, un grande boato, il terreno tremò, in modo apocalittico e una grande frana si riversò nella vallata bloccando completamente il convoglio.

Tutti rimasero bloccati, ma nessuno si perse d’animo e cominciarono a lavorare per liberare la strada del ritorno.

La frana era stata veramente imponente ed il gruppo capì subito che avrebbe dovuto accamparsi per la notte.

Nel frattempo tra i boschi circostanti, il gruppo era osservato da qualcuno che non aveva nessuna intenzione di farsi trovare.

 
 
 

ACCANTO A TE – DI ZORZELLA FERNANO

Post n°6503 pubblicato il 04 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia di Fernando Zorzella dedciata a mia moglie.

Per correttezza dico che la poesia è ispirata dalla canzone di Alberto Urso, ma l’ho scritta con il testo della canzone sotto gli occhi per cercare di non copiarla e di non offendere il Cantante e tutte le persone che hanno collaborato con lui.

Testo:

Accanto a te,

è poesia,

la vita mia,

i secondi, i minuti, i momenti.

Accanto a te,

quante volte,

mi sento stupido ed inadeguato,

imperfetto,

e penso, cerco i miei difetti,

ed i tuoi pregi,

che di sicuro,

hanno fatto si che tu ti innamorassi di me.

Accanto a te,

è tutto favola,

acconto a te,

io sono il principe Adam,

e tu la mia bella.

Sono felice,

di renderti felice,

sono felice nel vedere che i mie sforzi,

di costruire attorno a te un pacifico regno,

sono da te apprezzati.

Sono felice.

Accanto a te,

si è vero,

sono Felice.

 
 
 

NELL’USO CORRETTO DEI TAMPONI IL SEGRETO PER VINCERE LA PANDEMIA

Post n°6502 pubblicato il 04 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo articolo non vuole assolutamente sputare sopra, su tutto il lavoro svolto dalle persone coinvolte nella lotta contro la pandemia, anzi con il cuore continuo e continuerò sempre a ringraziare.

GRAZIE GRAZIE GRAZIE A TUTTI COLORO CHE SI SONO ADOPERATI A TUTTI I LIVELLI DELLA SOCIETA’ CIVILE PER COMBATTERE IN TRINCEA CONTRO QUESTA NUOVA SCIAGURA.

Quando scrivo nel blog o per il blog, come volete voi, tolgo i panni dell’infermiere e cerco di comunicare con i miei lettori da semplice persona comune.

QUINDI ANCORA GRAZIE A TUTTI.

Entriamo ora nel merito dell’articolo.

E’ giusto dire che in Italia, io parlo per l’Italia, per noi, non per il resto del mondo, è solo grazie al lavoro dei nostri PRESIDENTI DI REGIONE, GIUNTE E  CONSIGLI REGIONALI, che non ci siamo auto sterminati e non siamo entrati in un vero olocausto economico.

Sicuramente, e di questo voglio esserne convinto, il continuo contatto tra i Presidenti di Regione ed il Governo, ha fatto si che molte cose prendessero la piega giusta.

Un governo che pensa ad elargire stupidi contributi o si inventa maccanosi sistemi per ritornarti sul conto corrente pochi spiccioli non è per me un governo serio.

QUINDI ANCORA GRAZIE A TUTTI.

SI POTEVA FARE UNA GRANDE COSA ARTICOLATA IN QUESTI PUNTI SOTTO ELENCATI.

* Dopo la prima fase della Pandemia, e siccome voglio essere buono, anche dopo l’estate, da Settembre, si poteva OBBLIGARE TUTTI, OVVERO TUTTO IL POPOLO ITALIANO DAI 14 ANNI IN SU AD ESEGUIRE OGNI 15 GIORNI UN TAMPONE ORO FARINGEO GRATUITO PER LA RICERCA DEL COVID-19.

* Quindi dovevano essere rafforzati e previsti molti centri su tutto il territorio nazionale per l’esecuzione di tamponi, dalle 7 del mattino fino alle 22. Ci si doveva accordare con tutti i laboratori sul territorio perché tutti lavorassero per il sistema nazionale.

* Ci si doveva accordare con l’Arma dei Carabinieri per la pronta individuazione di chi non eseguiva periodicamente il tampone e la successiva immediata intercettazione.

* A questo punto per strada avrebbero circolato solo e sempre le persone negative al covid, quelle positive sarebbero state messe in quarantena e controllate. Controllate sia  a livello Sanitario sia tramite l’Arma dei Carabinieri.

* Lo stato avrebbe dovuto fare accordi economici con gli alberghi di tutta la nazione per poter mettere in quarantena tutti i positivi asintomatici e non, uno in ogni stanza, in modo da togliere la parsona positiva al covid da casa e lasciare gli altri componenti, magari negativi liberi di vivere serenamente.

* In questo modo tutti i positivi si sarebbero trovati in dati centri e quindi si sarebbero potuti controllare meglio e più prontamente.

* Per fare tutto questo ci si poteva far aiutare dall’esercito e dalla protezione civile come hanno comunque fatto e quindi RINNOVO IL MIO GRAZIE ALLA PROTEZIONE CIVILE E ALL’ESERCITO ITALIANO AL COMPLETO.

* Possiamo terminare il tutto con un controllo ed una quarantena per chi rientra dopo un viaggio di lavoro ed il divieto di fare turismo all’estero o di ricevere turisti od ospiti dall’estero.

CON QUESTO SISTEMA PER LE STRADE CI SAREBBERO STATE SOLO PERSONE NEGATIVE AL COVID QUINDI NON SAREBBERO SERVITE REGOLE SEVERE PER IL CONTENIMENTO DELL’INFEZIONE.

NIENTE ZONE GIALLE, ARANCIONI E ROSSE.

Sarebbe servito un periodo breve di ZONA ROSSA PER TUTTA ITALIA per permettere a tutti di fare il primo tampone di controllo e poi sarebbe tutto piano piano andato a regime.

E’ vero, il mio sulla carta può sembrare un piano costoso, ma non penso più costoso del danno economico che si è invece creato con il sistema attuato.

Con il mio sistema sarebbe servito UNA ZONA ROSSA NAZIONALE per 15 giorni massimo 20 a SETTEMBRE e poi via libera con la vita normale e con il sistema descritto sopra.

 
 
 

150 MILIONI DI EURO – IL ROMANZO : 1° PUNTATA

Post n°6501 pubblicato il 04 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Questo è un  romanzo scritto interamente da Zorzella Fernando e presentato a puntate qui sul blog.

Le puntate usciranno in maniera casuale.

IMPORTANTE : RIBADISCO IN MODO CONVINTO E PRESSANTE CHE i nomi di persona, gli edifici, le vicende, le situazioni, tutto il romanzo è frutto di PURA PURA PURA fantasia e non ha nessuna nessuna nessuna attinenza con la realtà.

I luoghi sono reali, ma le storie no.

TESTO DELLA PUNTATA

Eccomi qua, pronto a raccontarvi e a farvi da narratore in questa nuova storia.

E’ Martedì 8 Gennaio 2019.

Ci troviamo al cimitero di Siriate, dove sono in corso i funerali dei genitori di Andrea Sganzarotto.

Gli operai del Cimitero stanno facendo scendere, proprio ora, le bare nella tomba di famiglia.

Il clima è teso e cubo, tutto il paese è presente, per stare vicino e sostenere in questo momento il nostro protagonista, che tutto si meritava tranne questo.

Qualche giorno fa a causa di un incidente stradale i genitori sono usciti di strada e hanno perso la vita.

La famiglia Sganzarotto è da sempre a disposizione degli altri e fortemente impegnata nel volontariato.

Andrea ha 35 anni è ingegnere civile, alto 1 metro e 80, capelli neri, occhi verdi, di bella presenza, fisico palestrato, abita nella villetta singola dei genitori, è amante dello sport, della vita all’aria aperta, del suo lavoro e delle donne.

Non ha rapporti sentimentali fissi, lui dice che di un rapporto con una donna bisogna assaporare solo il lato bello.

Alla gente dice sempre che non si sente pronto per un rapporto stabile.

Per le sue qualità è uno scapolo molto ambito in paese.

Guarda gli occhi della gente che ha vicino, che a loro volta incrociano i suoi per cercare di capire i bisogni di questo momento, nascosti dalle lacrime.

Il funerale segue il suo corso e alla fine, Andrea, saluta tutti gli intervenuti all’entrata del cimitero.

Lui cerca di far forza agli altri e di dimostrarsi forte davanti anche a questa prova.

Arrivato a casa sente la solitudine, nascosta in un silenzio profondo.

Inizia una nuova storia, è come vivere in un limbo, non capisce, cerca risposte: perché è capitato questo incidente? Perché a Lui?

Lui che è sempre stato un servo fedele di Dio, un cavaliere templare si ama definire, perché questo a Lui? Vivere o morire?  Sicuramente vivere, ma per chi per cosa?

Occorreva ricostruirsi una vita, occorreva vivere ed andare avanti, ma seguendo quali progetti e quali obbiettivi?

Lavora per architetti e vari studi di ingegneria in proprio, ma decise di prendersi un periodo di tranquillità per staccarsi da tutto e da tutti.

Ogni giorno Don Pietro Fascinbeni lo andava a trovare a casa per andare a rincuorarlo.

Un giorno disse Andrea al Parroco: “Io mi sono sempre definito un servo di Dio, ma tra me e Dio ora è iniziata una guerra e la miccia, il primo attacco non l’ho di certo scagliato io, ma Dio.”

Don Pietro rispose: “Dio non c’entra in tutto questo. Dio è la strada per ritornare a vivere, per la vita. Non devi parlare così Dio non ce l’ha personalmente con nessuno.”

Andrea: “Poteva pensarci prima, certe cose a chi ti ama non le devi fare.”

Don Pietro: “Arriverà il giorno che Dio ti farà capire cosa vuole da te e tu capirai che quello che hai detto è stato sbagliato, perchè non se lo meritava.”

Andrea: “Vuole dire che io dovrei stare ad aspettare ciò che mi riserva Dio?”

Don Pietro: “Per una volta si.”

Andrea: “Per una volta?”

Don Pietro: “Si Andrea per una volta si! Tu hai sempre deciso per la tua vita, per una volta lascia decidere a Dio, e resta in suo ascolto.”

Andrea: “Io mi sono sempre dedicato a Dio!”

Don Pietro: “Lo so, sappiamo tutti che tu sei sempre presente, ma forse Dio ha dei progetti nuovi per te. Pregalo e rimani attaccato a Lui!”

Passarono i giorni, almeno 3 settimane, Andrea stava cominciando a vivere nella sua quotidianità, ma sentiva di aver bisogno di un vero slancio, così decise di procrastinare la sua assenza dal lavoro per un altro mese e programmò un soggiorno in montagna in alta quota, perché pensava che immerso in lunghe passeggiate di sicuro avrebbe sistemato tutto e avrebbe dato slancio alla vita.

La notte prima di partire andò a passare un po’ di ore in un night club, dove lavorava una sua amica, Sonia, che ad una certa ora lo seguì in una camera d’albergo.

In questo periodo Andrea, non voleva le solite amiche, perché, avrebbero voluto parlare del suo lutto e lui di certi discorsi non ne voleva sentire parlare.

Con Sonia passò una bella notte.

A mattina dopo averla pagata, la salutò e se ne andò.

Pur essendo una prostituta, Sonia aveva fatto colpo su Andrea che la considerava una vera amica, con cui confidarsi.

il loro rapporto non era più un rapporto da prostituta a cliente tanto che qualche volta Sonia non lo faceva neanche pagare.

Arrivato a casa si fece una bella doccia, era ancora assonnato, ma volle partire lo stesso per la montagna.

In viaggio ricevette la telefonata di Ketty che gli disse: “Andrea sei partito allora?”

Andrea: “Si sono in viaggio, ho intenzione di mettere in gioco tutta la mia vita, tornerò un uomo nuovo.”

Ketty: “Ti auguro di cuore che tu raggiunga il tuo risultato ………….. Se ho tempo ti vengo a trovare per vedere come stai! ………….. Io e Marco ti aspettiamo.”

Andrea: “Grazie ci conto, lo sai che la tua compagnia mi fa molto piacere e poi mi piace confidarmi con te e con Marco.”

Ketty aveva un debole per Andrea, ma naturalmente, lo nascondeva molto bene perché era sposata con Marco

Ketty: “Non pensare in negativo, ma solo in positivo dai vedrai che la vita prenderà una buona piega il prima possibile.”

Appena salutato Ketty, mentre viaggiava, ricevette una telefonata da Paolo, un suo buon amico, che lo incoraggiò ad essere più positivo e a concentrarsi sulla ripresa.

Tutti volevano rivedere l’Andrea di sempre.

Il viaggio andò benissimo, arrivò in Val Badia, nella malga che aveva affittato per l’occasione, che si trovava vicino ai boschi e lontano dai centri abitati.

Era il tipico posto dove di notte se non c’è la luna, l’unica luce che si vede è quella della malga.

I giorni trascorrevano bene, Andrea rifletteva su tutto e mattone dopo mattone rimetteva a posto tutta la sua vita: “Farò così, dirò così, mi comporterò così”, diceva, una un’analisi introspettiva molto meticolosa di se e di quello che lo circondava.

Una cosa, però, si era dimenticato, ovvero di far pace con Dio, quel Dio che sempre aveva servito e che ora voleva tenere lontano.

Un giorno Andrea si svegliò, come sempre presto, e come sempre partì per la sua passeggiata quotidiana.

Il tempo era in cambiamento, da soleggiato stava diventando sempre più nuvoloso e tempestoso, ma non scoraggiò Andrea a proseguire la salita verso la cima del monte.

Un monte che era completamente circondato dal bosco tranne la sommità che era coperta da un prato.

Mentre risaliva la montagna cominciò a piovere, e l’intensità aumentava sempre di più, tanto che Andrea decise di uscire dalla strada e risalire la montagna dal versante, diretto verso la cima.

Voleva assolutamente raggiungere l’obbiettivo che si era prefissato quel giorno, lo viveva come un punto vitale per la sua rinascita.

Sentiva sempre di più la paura montare, il sottobosco era fitto, il terreno sconnesso e le radici degli alberi rendevano assai difficile la salita.

Mancava ancora molto, quando cominciò a sentirsi attanagliato dalla stanchezza, ogni tanto con il piede faceva un qualche passo falso, che gli provocava un intenso dolore alle gambe.

Una voce proveniente dal bosco tuonò con un tono assordante: “Amerai il tuo prossimo.”

Andrea terrorizzato si fermò e si voltò indietro,ma non c’era nessuno.

Era giorno, ma le nuvole avevano diminuito molto la luminosità nel bosco che appariva un po’ tetro.

Proseguì la risalita e la voce ripete: “Amerai il tuo prossimo!”

Andrea urlava chiedendo chi fosse e cosa volesse.

Cominciò a correre verso la cima come se scappasse da qualcuno.

I fulmini cominciarono a cadere incessantemente, molto vicino a lui, tanto che a causa di uno di questi cadde rovinosamente.

Si inginocchiò, girato verso la sommità, era tutto inzuppato d’acqua e dolorante.

Quando si rialzò per proseguire la salita la voce tuonò ancora: “Amerai il tuo prossimo!”

Andrea si chiedeva dentro di se chi fosse e cosa volesse da lui.

Sarà Dio in persona?

Un angelo?

Si sentì di rispondere a quella domanda, che non comprendeva se era reale o immaginaria con un fortissimo: “Si, si, si, sono qua e farò quello che vorrai.”

Ad un certo punto una forza lo investì, e lo ricaricò improvvisamente.

Da dietro la schiena percepiva la presenza di due mani che lo spingevano per risalire velocemente, lo tenevano quando inciampava e lo riscaldavano.

Camminando proseguì la risalita e arrivato nella sommità, cadde e perse i sensi.

Durante il sonno fece molti sogni e tra questi sognò 6 numeri.

Erano le 12.00 quando si svegliò, e aprendo gli occhi fu accecato dal sole.

 
 
 

DUE PAROLE PER TE AMORE MIO

Post n°6500 pubblicato il 03 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia dedicata a mia Moglie

 Testo:

Ti ho scritto molte cose, amore mio, per confermarti pubblicamente, l'amore che provo per te, ancora una volta provo ad immergermi in questo viaggio cercando di trovare parole nuove.
Sei inarrivabile per me, io sono semplice e sbrigativo, tu sei in grado di analizzare nel profondo, vedere sfaccettature che io non vedo.
Sei un castello ben protetto, ed è bellissimo, fantastico, cercare di capire i tuoi segreti i tuoi pensieri.
E' bellissimo aprirmi a te, mostrarti le mie paure e le mie convenzioni.
Se riuscissi, mi piacerebbe scrivere un libro su di te, ne uscirebbe un romanzo bellissimo ricco e profondo, ricco di profumi esotici, diversi.
Sai tirare fuori il meglio di me e se cerco ogni giorno di essere meglio del giorno precedente è solo grazie a te, agli stimoli che mi dai.

 
 
 

AMARTI

Post n°6499 pubblicato il 02 Gennaio 2021 da FernandoIR
Foto di FernandoIR

Poesia dedicata a mia Moglie.

Testo:

La vita scivola tra i minuti di una vita,

i secondi,

sapendo che tu mi sorreggi,

ci sei sempre.

Affrontare i problemi,

le avversità,

sapendo che il tuo cuore batte per me,

a casa,

mi aspetti,

aspetti me,

e non capisco ancora il perché,

cosa tu possa aver trovato in me,

perché non mi sembra,

di darti tutto.

E' vita.

Niente ha senso,

nessuna parola giustifica,

tutte sono scontate.

Parole mai dette,

mai scritte, 

servono,

per descrivere l'infinito di questo amore,

che non deve,

non può,

conoscere fine.

Fine non ci può essere,

se la parola amarti,

ha lo stesso senso dell'infinito.

Il sole può morire,

il tempo finire,

per lasciare spazio,

solo al desiderio di

amarti.

 
 
 
 
 

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