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Messaggi di Febbraio 2014

NON CHIAMATELA JUVE BIS!

Post n°7427 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Antonio Conte per la sfida in terra turca cambia la squadra  e si affida a un misto tra la squadra tipo e chi gioca meno. In attacco Osvaldo e Giovinco, corsie affidate a Peluso e Isla con difesa Ogbonna, Bonucci, Caceres e centrocampo quasi top con Pogba, Vidal e Marchisio.

 

BUONA JUVE- Buona la partenza di gara con la Juventus intraprendente con Isla ben servito da Giovinco che colpisce un clamoroso e sfortunato palo.  Poco dopo ancora Juve con Marchisio che costringe Kivrak alla parata. Sempre portiere turco protagonista anche su Pogba e poco dopo ancora una bellissima azione della Juventus con palla fuori di poco e Conte imbufalito a bordo campo. E' una Juventus che sa quello che vuole ma sbaglia l'inverosimile, batti e ribatti con pluriparate di Kivrak. 

 

STADIO SILENZIOSO- La formazione bianconera  passa al minuto diciotto, bravissimi Giovinco e Osvaldo a dialogare, Kivrak fa il miracolo e Vidal segna di giustezza mettendo la qualificazione nella giusta strada. Bellissima la Juventus dei primi venti minuti, bravo Conte e i giocatori a scendere in campo come il mister voleva e a mettere subito in chiaro le cose.  Nella prima mezz'ora da notare un Isla molto tonico, bravo ma sfortunato nell'ultimo tocco. 
Ancora Juve al minuto trentatré. Bellissimo pallome filtrante di Marchisio per Giovinco che pennella un assist al bacio che Osvaldo tramuta in gol. Miglior Juve da parecchio tempo a questa parte, importante e di qualità la gara di Giovinco e Isla, alla miglior gara stagionale. Conte inserisce Padoin e toglie Pogba, probabilmente per preservarlo per Milano. 
La prima frazione si conclude con la Juventus in avanti che tenta ancora la via della rete.
Il secondo tempo di apre con una bella occasione per Giovinco che continua nella sua buona gara, un difensore salva sulla linea  e poco dopo si fa respingere dal portiere l'occasione. I bianconeri sono padroni del campo e giocano bene, il Trabzonspor cerca la rete della bandiera. Conte inserisce Barzagli per Caceres. I ritmi nella ripresa sono più lenti ma zebrati sempre padroni del campo, Padoin va vicino al gol, ma sempre Kivrak fa il protagonista. Conte fa riposare Marchisio con l'inserimento di Pirlo. Giovinco protagonista, bravo quanto sfortunato e impreciso con il portiere che para tutto. 
Nel finale ci provano i turchi e ancora i bianconeri che comunque chiudono in scioltezza. Doppio 2-0 al Trabzonspor e ora la corsa continua con la Fiorentina. Un'ottima Juventus, una delle migliori in trasferta quest'anno. Non chiamatela Juve-bis!

 
 
 

Rap rancoroso

Post n°7426 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da nadir63l
 

glmdj

 

trentuno(1).jpg

 

di G. Fiorito

 

Spesso la storia personale di un artista è fatta di occasioni mancate. E’ il caso di Manu PHL e del suo rap dal promettente titolo ruffiano: “Contro la Juve” (In questo sottoprodotto della cultura rap, che invece è una cosa seria e rappresenta sia sotto il profilo musicale che sociale l’apice di un’evoluzione artistica mondiale, Manu si prende l’oscar della banalità.
Ascoltate anzitutto la musica. Svuotata, moscia, un arrangiamento meno che scolastico, che fa impallidire di vergogna la sintesi perfetta tra le mescolanze dei generi musicali fratelli generatisi in America dal reggae al soul, al boogie woogie e l’iniezione di stratosferica energia del ritmo assoluto ottenuta attraverso l’uso dei mezzi elettronici. Il rap è figlio della cultura hip hop e nasce lì dove l’emarginazione dei gruppi sociali afroamericani e portoricani ha conosciuto scontri efferati tra gang rivali nel cuore della metropoli del sogno americano.
Manu PHL è figlio della depauperizzazione del fenomeno rap, che pure ha incontrato straordinari adattamenti dovunque nel mondo, dai Paesi Bassi alla Corea del Sud, alla Cina, fondendo le sue istanze ritmiche e blues alla tempra di artisti eccezionali. Il rap “Contro la Juve” ha la pretesa di fare non solo calcio, ma di indicare la Juve a esempio del sistema, un po’ come aveva fatto De Sanctis, angustiato dalla sconfitta tutta personale di una Roma grande ma non abbastanza per sconfiggere l’idra bianconera. La Juventus e le sue vittorie dopo calciopoli sono lette come la restaurazione di un potere che avrebbe prevaricato su tutti gli altri, facilmente riconducibile agli Agnelli e alla FIAT.
Dispiace che John Elkann, con le sue dichiarazioni sui “bamboccioni” italici ci abbia messo del suo. Però la verità è quella che Buffon non ha avuto remore a confessare: la Juventus, come la FIAT, è stata troppe volte l’alibi dei perdenti in questo paese che non riesce a fare i conti con le sue occasioni perse.
Le polemiche post derby, relegate al rigore non concesso al Toro e troppo “da sintetizzare” nel vortice televisivo che frantuma e demonizza ciò che vuole, evitando di dare spazio alle ragioni della trattenuta in area su Llorente, la dicono tutta sulle mistificazioni dell’informazione. Manu PHL allo stesso modo guarda solo al potere più facile da attaccare, diventando egli stesso parte del sistema, senza porre minimamente attenzione, ma anzi rendendosi complice del calcio marcio prodotto in questi anni non a Torino, ma a Roma e Milano.
Il suo lavoro, che si annulla nelle istanze di denuncia sociale, assume le caratteristiche di una canzonetta costruita a tavolino secondo il più schietto schema commerciale: ricavarne un pugno di euro. Perciò è destinato tutt’al più a trasformarsi nell’ennesimo coretto antijuve da curva.
Per di più offre il fianco, come si usa nelle diatribe tra rapper, al nostro rap rancoroso, al quale non ci sottraiamo affatto, sperando di coinvolgervi nel gioco. Così che ciascuno di voi, se se la sente, ci prenda gusto, quanto giusto, aggiungendo una strofa, in risposta, per l’impertinente.

 

Amico, ti dico una cosa
Sono una juventina rancorosa
Credevo fossi un tipo originale
E invece tu fai l’eco al giornale
Sei diventato troppo commerciale
Bestiale
Leggi solo la Gazzetta rosa
Poi credi di sapere ogni cosa
Stai attento
Sull’argomento sono troppo litigiosa
Mi fai scoppiare come una gazzosa
Tremendo
Che stai facendo?
Credevo che facessi il rap
Invece ti fai prendere dal trip
Finisce che si arrabbia pure il Trap
Contento?
Che sento! Musica di strada
Comunque vada
Sta fuori dal sistema
Blasfema
Afroamericani, Portoricani
Consolazione e ribellione
Ritmo, rabbia dentro una canzone
Reggae, Hip hop, funk, soul, boogie woogie
Che tradizione!
Invece tu la ola la fai pure a Mamma Rai
Che te ne fai?
Sei solo un tifoso
Non vedi oltre il tuo naso
Sfigato
T’hanno imbrogliato!
Per 15 anni dove sei stato?
Quello che dici è tutto sbagliato
Obsoleto, errato, inventato,
Ci sei cascato
Quando gioca la Juve è una truffa?
T’inganni, è la solita fuffa
Nel giubileo i Laziali per esempio
Ascolta, questo è uno scempio
Quasi del tutto ignorato
Ancelotti hanno affogato
Ti stava bene. Te ne fregavi.
Non ne parlavi. Non ci rappavi.
La Roma dei Sensi invece
Ora te lo spiego cosa fece
Rolex, false fidejussioni
Regole accomodate e ribaltoni
Scendeva in campo pure Nakatà
Che a rigore non poteva giocà.
Dell’Inter però mai s’è lamentata
Anche se Moratti l’ha proprio gabbata
Ma der sistema a nessuno gliene importa
Se i cinque in fuorigioco sulla porta
Sono interisti
Tristi, poveri cristi
Cartonati a vita
Senza una storia vera tra le dita
Per i bianconeri partecipare non è tutto
A loro piace vincere di brutto
Invece quelli di Zanetti il cinque maggio
Non ci hanno manco avuto il coraggio
Piangendo alla Juve gliel’hanno promesso
Che finiva tutto in un processo
Fesso
Tu sei felice lo stesso
Oggi dici che è colpa di Moggi
Vergogna, che rogna
Cose da topi di fogna
Tu queste cose non le sai?
Che fai?
La tua memoria è sempre troppo corta.
Che me ne importa.
Sto accorta.
Nella mia squadra giocano campioni
Non vinco con le intercettazioni
Di passaporti e bilanci non ho falsificazioni
E soprattutto senza prescrizioni
Perché potete dire che è banale
Invece il mondiale
L’ho vinto con la Juve e con la nazionale
E voi niente
Perdente…
Mattrel Corradi Garzena Emoli Ferrario Colombo Nicolé Boniperti Charles Sivori Stacchini
Zoff Gentile Cabrini Furino Brio Scirea Bettega Tardelli Rossi Platini Boniek
Buffon Montero Birindelli Tudor Thuram Davids Tacchinardi Nedved Zambrotta Del Piero Trezeguet
Buffon Barzagli Bonucci Chiellini Vidal Pogba Lichsteiner Pirlo Asamoah Tevez Llorente
Questo è il mio rap.

 

 
 
 

TEVEZ: IL PIFFERAIO MAGICO CHE LE SUONA A TUTTI!

Post n°7425 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da nadir63l
 

Gioca, entra, travolge, entusiasma, conquista. Impossibile definire il campione Carlitos Tevez che giorno dopo giorno aggiunge un pezzo a quella numero dieci, rendendo il tifoso sempre più orgoglioso che sia lui ad indossarla dopo Alessandro Del Piero.

 

Arrivato a furor di popolo con uno spiegamento di tifosi da star, Carlitos ha subito sfatato il falso mito del bad boy e veramente sorpreso un ambiente e coloro che non conoscevano, probabilmente, i numeri della sua ultima stagione inglese. 

 

L'argentino ha preso per mano i compagni a Chatillon correndo come un pazzo e fin dalla prima gara ha dimostrato di voler essere ancora protagonista assoluto. 

 

L'esultanza del gol di domenica ci ha fatto venire in mente un pifferaio, trombettista, dice lui, in ogni caso un delizioso musicista capace di incantare il suo popolo per condurlo alla vittoria.

 

Tevez non è solo gol, anche se ne ha fatti quattordici in campionato, Tevez è l'essenza del campione, è uomo assist e uomo squadra. A pochi giorni di distanza l'argentino ha offerto quella fuga incredibile con il gol di Pogba contro il Trabzonspor e quella medesima azione solo contro tutti contro il Torino, sempre a fine gara. Un calcio d'altri tempi, un giocatore solo contro tutti, uno spirito indomabile.

 

L'Apache è già entrato nel cuore di tutti e non solo perchè ha messo una bandierina in ogni zona della città con le sue magliette. Dedica familiare contro il Catania, Isla Maciel con il gol al Genoa, il sobborgo est del capoluogo argentino, quartiere periferico dalla provincia di Buenos Aires, Villa 31, a Firenze. Con il Torino all'andata, Ciudad Oculta", uno dei quartieri più poveri di Buenos Aires, la "città nascosta" per il muro costruito dal governo argentino nel 1978 per occultare agli occhi dei turisti e nella gara con la Lazio, Fuerte Apache, estrema periferia ovest di Buenos Aires, dove s’intrecciano miseria, degrado e delinquenza. Carlitos, l'uomo dai mille soprannomi è amato dal popolo ma per evitare problemi politici e polemiche ha fermato le sue magliette e ora suona, le suona  tutti. 

 

LE PRESENZE – Quest’anno Tevez ha giocato 25 partite in campionato e con 14 gol e 7 assist è uno di quelli che incide di più nell'economia del gioco bianconero con Vidal e Llorente. il suo peso sui 60 gol della squadra è del 23% 

 

La stagione attuale ricorda la migliore in Europa, la prima con il City quando seppe segnare 23 gol in 35 partite nella Premier con un gol ogni 124 minuti. Oggi Tevez ci mette 10 minuti in più, numeri comunque fantastici per un giocatore che è molto più che il semplice gol. Un giocatore che quando gioca incanta con la sua melodia. 

sei d'accordo? clicca qui e parlane con @pavanmassimo

Media gol in campionato

Boca 2002-2003: 11, gol, media 0,34375
Boca 2003-2004: 12 gol, media 0,52173913
Boca 2004-2005: 2 gol, media 0,222222222

Corinthias 2005 10 gol, media  0,416666667

Corinthias 2006 21 gol, media 0,724137931

West Ham 2006-2007   7 gol, media: 0,269230769

Manchester United 2007 2008 14 gol, media:  0,411764706
Manchester Unite 2008-2009: 5 gol, media: 0,172413793

Manchester City 2009-2010: 23 gol, media: 0,657142857
Manchester City 2010-2011: 21 gol, media:0,677419355
Manchester City 2011-2012: 4 gol, media:0,307692308
Manchester City 2012-2013:  11 gol, media:0,323529412

Juventus 2013-2014: 14 gol, media 0,56

 
 
 

Onorevole, esci da quella curva!

Post n°7424 pubblicato il 25 Febbraio 2014 da nadir63l
 

glmdj

marco-miccoli.jpg

 

di E. Loffredo

Giù le mani dalla Juve si è data sin dall'inizio la regola di non schierarsi politicamente (agli utenti del nostro forum è fatto divieto di pubblicare «Messaggi contenti propaganda politica, di partito o di fazione»). Questo non significa ignorare l'impatto che la politica ha avuto e ciclicamente torna a voler avere sulle vicende juventine. Se non ci siamo mai fatti coinvolgere in discussioni di colore politico, né nel merito né nei principi, abbiamo tuttavia all'occorrenza rivolto qualche pensiero a chi da un ruolo istituzionale si è fatto volentieri coinvolgere in chiacchiere da bar sport. Tanto per dar conto di un'indiffenza trasversale che ci ha visti trafiggere l'intero arco degli schieramenti, ricordiamo le nostre posizioni contro l'allora ministra dello sport (Ministero del POGAS) Giovanna Melandri e più recentemente verso il sor Ignazio La Russa. Da sinistra a destra per noi pari sono.

 

Oggi, all'indomani di Juventus-Torino, nel mezzo di uno dei periodi socialmente più bui per il nostro derelitto Paese, la politica, che avrebbe certo priorità più impellenti di cui occuparsi, torna ad alzare le voci antijuventne da uno dei palazzi romani. Il deputato Marco Miccoli ha sentito il bisogno di diffondere il proprio pensiero: «Quello che sta succedendo nel campionato di calcio di serie A è davvero preoccupante. Sembra di essere di fronte ad una nuova Calciopoli, con errori e favoritismi a raffica, da ultimo quelli verificatisi ieri nel derby di Torino. Per questo chiedo al nuovo presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi di verificare e garantire la trasparenza del massimo campionato italiano. Anche in presenza di tanti in Italia, ritengo che assicurare la correttezza del gioco più amato non possa che dare il segno di un Paese che cambia verso, dove viene premiato il merito e non le vecchie consorterie che speravamo aver scacciato e allontanato».

 

Non è necessario scadere in argomenti prettamente politici per replicare a questo deputato della Repubblica. Vorremmo scrivere all'Onorevole Miccoli:

 

"Caro Signore, è singolare che proprio dal Parlamento arrivino queste inquietate "grida di dolore" per la trasparenza del massimo campionato di calcio. Ella forse era in tutt'altre faccende affaccendato fino alla ventiquattresima giornata di campionato. Immaginiamo quali.

Consultando il Suo profilo sul sito della Camera dei Deputati constatiamo che Ella è romano de Roma; consultando poi il Suo profilo twitter è venuto meno qualsiasi sospetto sulla di Lei fede calcistica.
Vede, caro Signore, Lei ricorre a insinuazioni e fa richiami che nemmeno il peggior Cetto La Qualunque farebbe proprie.

Sarei curioso di sapere se nel novero degli «errori e favoritismi a raffica» annovera quelli di cui ha goduto l'immediata inseguitrice della società bianconera che ieri ha giocato il derby di Torino (squadra che con un piccolo virtuosismo di diplomatichese stretto ha omesso di citare direttamente). Senza andare troppo indietro mi sovvengono il rigore non dato alla Sampdoria nella penultima giornata, qualche rigore generoso concesso ai capitolini di cui Lei è tifoso e, coinvolgendo anche l'altra competizione nazionale, la mancata espulsione di un difensore giallorosso e il gol (buono) annullato alla "squadra bianconera di Torino" in occasione del recente incontro nei quarti di Coppa Italia.

Lei, caro Signore, non disdegna un riferimento alquanto percoreccio alle vicende di calciopoli. Richiamare «vecchie consorterie che speravamo aver scacciato e allontanato» altro non denota che ignoranza (intesa in senso buono) di quello che è emerso dai dibattimenti processuali che hanno riguardato le vicende cui vuole attingere per rafforzare il tono drammatico delle Sue esternazioni.

Voler interessare il Premier di un faccenda tanto infondata quanto marginale rispetto alle vere necessità del Paese dà conto solo di un Suo malinteso senso dell'ufficio che ricopre. Ecco, adesso noi dovremmo urlarLe: #Miccoliescidallacurvasud! Prima della maggica ci sarebbe altro.

Abbiamo definito «singolare» il Suo appello al Presidente del Consiglio. Singolare perché ad usare lo stesso metro demagogico e populista che Ella ha usato dovremmo chiederci a che titolo un parlamentare italiano può chiedere un Paese «dove viene premiato il merito». Ma non lo facciamo. Qualche merito sicuramente ce l'avrà per sedere sui sacri scranni di Montecitorio. Uno di questi è certamente il consenso del Suo elettorato di riferimento, che speriamo Le abbia accordato il voto non solo per la comunanza di tifo.

Attendiamo di conoscere se e come il neo Premier darà seguito alla Sua richiesta. Perché se anche a Palazzo Chigi si facessero venire le smanie di additare la meritocrazia juventina (in questo il neo Premier ha precedenti più brillanti dei Suoi) non resterebbe che ricordare attraverso quale cambiamento di verso e con quale merito si è arrivati all'attuale esecutivo.

Tutto questo per dirLe che ci vuole senso della misura, moderazione, prima di dar libero sfogo alle pulsioni del tifoso che è in Lei. Innanzitutto per non dequalificare oltremodo presso i cittadini non dei Suoi stessi colori di tifo l'immagine del ruolo che ricopre, un'immagine già collettivamente compromessa. E poi anche per non fomentare lacerazioni che nate nel calcio si espandono a una grossa fetta della società. Questo aizzare le folle, tra l'altro, mal si concilia con l'esortazione alla «coesione sociale» che più volte è venuta dal Colle più alto delle istituzioni italiane.

Ci sono certamente cose più serie di cui interessarsi, soprattutto per un parlamentare. Farebbe bene a occuparsene documentandosi meglio di quanto palesa aver fatto per le cose di calcio. Ne guadagneremmo tutti, anche l'attendibilità della carica che ricopre".

 

Il tifoso non cambierà idea, ma il parlamentare deve avvedersi che cavalcare l'onda del comune sentimento popolare seguendo il filone di quelli che "ersistema e l'aiutino" è molto poco responsabile sotto diversi aspetti.

 

http://www.giulemani...lio.asp?id=3476

 

 
 
 

Tweetta, l'offeso non querela

Post n°7423 pubblicato il 24 Febbraio 2014 da nadir63l
 

glmdj

Taormina160.jpg

 

di F. Filippin

Il calcio è una splendida vetrina per chiunque voglia attirare l'attenzione su di sé, lo sappiamo. Non sfugge certo a questa regola il noto tifoso romanista Carlo Taormina, il quale, appena può, “twitta”, tra gli altri, i suoi pensieri sul campionato di calcio, ottenendo così una facile audience.

Questi i suoi ultimi post sulla 25sima giornata di campionato:

 

Juventus ladra,come sempre.rigore chiarissimo non dato al Torino. La truffa continua. Il falso campionato pure. Basta. Denunziare l'arbitro“;

Se continua questi sporco favoritismo della Juve,sciopero delle squadre. E'un ladrocinio. Non ci si lamenti poi delle violenze dei tifosi”;

Se questi arbitri non vengono mandati in galera per i favoritismi,non finirà mai la truffa del campionato,del totocalcio,dei tifosi”;

Questo campionato lo debbono far vincer alla Juve. Ma perché continua questo favoritismo?Chi paga e chi è pagato?”.

 

Ladra”, “truffa”, “falso campionato”, “favoritismo”, “ladrocinio”, “pagare e essere pagati” per far vincere la Juve: tutti concetti assolutamente non equivoci che dovrebbero far fischiare le orecchie a qualcuno dalle parti di Torino, ma non solo, anche dalle parti di FIGC e Lega Calcio (che organizzano e gestiscono il campionato “truffaldino”) e dell'Associazione Arbitri (i cui rappresentanti, in blocco, favorirebbero volontariamente la Juve), tirate in ballo più o meno direttamente come parti in causa del discorso (chi sarebbero i destinatari dei non precisati pagamenti?). Gli strumenti per mettere a tacere certe voci ci sono e sono ben noti. E' ancora il caso di lasciar correre?

 

Rimaniamo in argomento (il campionato in corso), tralasciando cose del passato, che Taormina da tifoso romanista dovrebbe conoscere (Rolex, fideiussioni, cambi in corsa di regole, ecc ): non pretendiamo certo che Taormina citi il (netto) rigore non dato a Llorente, tra l'altro antecedente l'episodio incriminato in area bianconera (non credo che segua le partite della Juve dall'inizio alla fine), ma almeno ricordarsi di quanto accaduto solo una settimana fa in quella giallorossa (e del netto rigore non concesso alla Sampdoria, che avrebbe potuto essere decisivo ai fini del risultato) non sarebbe poi tanto male.

 

Si sa che ogni avvocato (per chi non lo sapesse o non se lo ricordasse Taormina è un avvocato penalista) tende a sostenere, se serve, anche l'inverosimile pro domo sua. La frase sulla violenza negli stadi (che sarebbe naturale conseguenza di un rigore dato o non dato), però, si commenta da sola: viste le “teste calde” in giro era proprio necessaria? Per chi volesse (francamente ho molto di meglio da fare) approfondire, la continuazione della dissertazione sul campionato di Taormina la si può trovare facilmente su Internet, tra minacce di querela a chi si è preso la briga di rispondergli e retromarce non si sa quanto convinte o strumentalmente ragionate.

 

Noi preferiamo usare toni ben diversi da quelli dei riferiti tweet di Taormina e, di contro, dei suoi tweettatori detrattori, non per paura di querele, ma per precisa scelta. Segnalo solo questa frase, a chiusura: “Mi scuso con tutti per aver parlato di ladrocinio e di Juve ladra....”. Con la Juventus è sempre stato così: si getta il sasso e poi... basta una scusa, fino al prossimo attacco, uguale o persino peggiore del precedente, sicuri di quella impunità che può dare la consapevole e risaputa mancata reazione da parte di chi subisce gli attacchi.

 

E così sempre sarà, fino a che qualcuno non deciderà di difendersi e tutelare, se non l'immagine dei milioni di tifosi che si sentono diffamati, almeno la propria.

 

http://www.giulemani...lio.asp?id=3475

 

 
 
 

CON TEVEZ FAI TREDICI E PURE QUATTORDICI!

Post n°7422 pubblicato il 23 Febbraio 2014 da nadir63l
 

 

© foto di www.imagephotoagency.it

La Juventus si ritrova in campionato dopo la vittoria con il Chievo pronta al difficile derby con il miglior Torino degli ultimi anni con la volontà di mantenere la Roma a distanza. Conte ritrova "the wall" Barzagli e gli esterni titolari Asamoah e Lichtsteiner. Per il resto nessuna sorpresa.

 

GARA EQUILIBRATA CON GIALLO- Il Torino fa capire subito dall'inizio il copione del match: Torino chiuso e pronto alle ripartenze con Cerci subito pericoloso. La Juventus comincia a macinare gioco piano piano come con Pogba all'ottavo minuto. Il Torino in contropiede però crea pericoli come con El Kaddouri che tira fuori di poco in pallonetto. Risponde subito Tevez con Padelli che dice di no.  Rizzoli non fa sconti ed al dodicesimo per fallo su Cerci, Vidal su becca subito il giallo.  Il Toro e' bello vivo ed Immobile e' scatenato a tal punto da rompere i tiranti della porta.  Rizzoli tiene il metro uniforme e Pasquale prende il giallo per un fallo su Tevez. La partita vede comunque un Toro più vivo con il passare dei minuti. 

 

TEVEZISSIMO- Carlitos si dimostra il più in palla e alla mezz'ora festeggia suonando la tromba. I difensori gli concedono un metro di troppo e Tevez si gira su se stesso da fuori area e segna un bellissimo gol all'angolino. La gara rimane ancora aperta e Glik impegna Buffon dopo un corner. Brividi a quattro dal riposo per una punizione di Bovo che finisce alta di poco. 

 

Il finale vede la Juventus alle ricerca del raddoppio ma senza occasioni clamorose. Primo tempo abbastanza equilibrato deciso da una prodezza di Tevez. 

 

La ripresa ricomincia senza cambi di formazione, con le squadre molto bloccate.  Il ritmo e' lento e il Torino non fa quasi nulla per pressare la squadra di Conte.  Caceres la combina grossa perdendo al sessantesimo un pallone stupido e concedendo una punizione pericolosa che fortunatamente El Kaddouri spreca tirando alto.  La grande occasione per la squadra a strisce arriva al ventesimo sui piedi di Tevez che a tu per tu con Padelli spara sul portiere dopo un rimpallo. 
La squadra granata negli ultimi venti minuti sale di tono e Conte sostituisce un Vidal non brillantissimo con Marchisio. 
Grande rischio a dodici dalla fine con Barzagli che rischia il rigore su El Kaddouri con il belga che si lascia un po' cadere in ritardo. Nel finale la squadra mister Ventura spinge con Meggiorini al posto di Bovo per il tutto per tutto.  
Conte mette Padoin togliendo Llorente consapevole della bolgia finale che vede un Osvaldo in più e un Tevez in meno nel recupero con Basha che sostituisce Kurtic.  Nel finale nulla da segnalare. 
La Juventus vince il derby  grazie al gol di Tevez. Una prestazione buona ma non eccelsa contro un Torino che ha fatto troppo poco. Il colpo del campione, vittoria numero tredici, ma con il campione argentino, con il gol numero quattordici tutte le cose si rimettono a posto.

 
 
 

DOPPIO PASSO IN AVANTI!

Post n°7421 pubblicato il 20 Febbraio 2014 da nadir63l
 

© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Per la prima di Europa League, Conte sceglie la coppia Osvaldo-Tevez, difesa con Ogbonna, Bonucci e Caceres, ali inedite Isla-Peluso e centrocampo con Pirlo, Marchisio e Pogba.

 

INIZIO LENTO, MA CI PENSA PABLO- L'inizio della gara non è dei migliori. Turchi belli chiusi dietro e bianconeri poco pericolosi in avvio tranne Tevez che spreca un bell'assist di  Isla. La gara però prende una buona piega. Tevez prova l'uno due con Osvaldo ma trova la schiena di un difensore turco che smarca Osvaldo solo davanti a Kivrak, l'Italo-argentino e' bravo a mettere la palla sotto le gambe del portiere. Primo gol in maglia bianconera per l'attaccante. 

 

ANCORA JUVE- Isla e Tevez vanno vicini al raddoppio. Prima Isla ben servito da Tevez sbaglia a tu per tu con il portiere, poi Tevez fa tutto da solo ma la palla esce di un nulla dopo un bel tiro da lontano. 
La Juventus macina gioco ma sono troppe le imprecisioni difensive con tanti passaggi sbagliati e un'apprensione difensiva ingiustificata.  Sempre Tevez vicino al gol nel finale ma il tiro e' centrale.  
Il primo tempo si chiude sul vantaggio bianconero, sicuramente si poteva segnare un gol in più, in difesa qualche patema di troppo, soprattutto causato dalla mancanza di sicurezza. 

 

La ripresa ricomincia con occasioni ancora per la Juventus, prima Pogba di poco fuori, poi Osvaldo sbaglia a tu per tu con Kivrak, bravo nella respinta.  La Juventus sembra in controllo della gara ma in difesa soffre la velocità dei turchi. 
A meno di trenta minuti dalla fine, Conte inserisce Llorente e Vidal al posto di Osvaldo e Isla. Il rischio arriva a venti dalla fine, ma fortunatamente la palla esce prima che Adin metta un compagno nella posizione di segnare. Conte si gioca tutto dentro Giovinco, questa volta senza fischi per Marchisio. 

 

FINALE INTENSO- il finale e' intenso. Prima il palo di Pogba, più una grandissima occasione per i turchi con chiusura di Pirlo e poi al terzo di recupero Pogba segna il primo gol europeo dopo una bellissima azione di Tevez, bravissimo e caparbio. 
Secondo gol meritato per i bianconeri e grandissima condizione di Tevez nel finale di gara. 

 

I bianconeri vincono con qualche apprensione, dimostrando la loro voglia di Europa, Conte coraggioso nel finale, la qualificazione non è ancora archiviata, ma le indicazioni per passare il turno sono buone. 

 
 
 

CONTE: "16 gare in 52 giorni, ho bisogno di tutti. Vogliamo onorare l'Europa League".

Post n°7420 pubblicato il 19 Febbraio 2014 da nadir63l
 

OGBONNA: "Non snobberemo la Coppa"

Antonio Conte e Angelo Ogbonna incontrano i giornalisti alla vigilia della sfida casalinga di Europa League contro il Trabzonspor. Tuttojuve.com sta riportando integralmente e in tempo reale le dichiarazioni del tecnico e del difensore della Juventus:

Alla luce dell'esperienza con il Galatasaray, che ha dimostrato quanto sia pericoloso giocarsi il futuro in Turchia, quanto è importante provare ad archiviare la qualificazione già domani? 
CONTE: "Ho fatto un po' di calcoli e ho visto che nei prossimi 52 giorni, compresa la partita con la Nazionale, i calciatori saranno impegnati per 16 partite, ciò significa che giocheranno ogni tre giorni. Questo significa che dovremo essere tutti pronti, tutta la rosa al completo, tutta la rosa a disposizione, perchè ho bisogno veramente di tutti in quanto c'è il campionato, c'è l'Europa League, che vogliamo onorare al meglio sotto tutti i punti di vista.  Quindi cercheremo di affrontare tutte le partite nel migliore dei modi, cercando di fare delle rotazioni opportune e necessarie, altrimenti sarebbe impossibile giocare ogni tre giorni con gli stessi. L'obiettivo è sempre quello di fare bene di partita in partita. Affrontiamo un avversario che è arrivato primo nel proprio girone dove c'era la Lazio, sappiamo che ha nel reparto offensivo degli ottimi elementi. E' una squadra anche esperta, perchè giocatori come Zokora, Bosingwa e Malouda, non sono gli ultimi arrivati. Giocatori di estro come Olcan, lo stesso capitano polacco è un giocatore molto molto forte, quindi bisognerà fare molta attenzione e valutare di partita in partita. Pensiamo alla partita di giovedì e pensiamo di riuscire a fare bene".

Riporto una paura che si sta espandendo tra i tifosi: se dopo i fischi a Giovinco, polemiche, attacchi, se Conte sia stufo e gli stia venendo voglia di allontanarsi e provare avventure fuori dall'Italia....
CONTE: "Sinceramente, lo chiedo per cortesia, credo sia meglio concentrarci sul calcio giocato esclusivamente, anche perchè, ripeto, iniziamo ad affrontare un ciclo molto caldo, l'aria inizia a farsi calda, perchè le partite iniziano ad essere sempre di meno in campionato, c'è un'eliminazione diretta in Europa League, quindi se vogliamo andare avanti concentriamoci sul calcio che è la cosa molto molto importante in questo momento. Ed è importante per una società come la Juventus, per i miei calciatori, per me stesso, cercare di fare del nostro meglio. Noi siamo concentrati, dovremmo essere veramente attenti, determinati, con una grandissima concentrazione e ferocia agonistica se vogliamo andare avanti e fare delle cose importanti. Anzi, il mio monito è di alzare l'alzare l'attenzione un po' a tutti, perchè c'è bisogno di tutti. C'è bisogno di tutti perchè - ribadisco - in 52 giorni giocheremo 16 partite. I giocatori ne giocheranno 16, perchè noi ne giocheremo 15, non giocheremo la partita della Nazionale, però in tanti andranno. Ho bisogno di tutti i calciatori, dello staff medico, di tutti perchè iniziamo a stringere e non c'è più tempo per esami di riparazione, per nessuno".

Ad Antonio chiedo se è d'accordo con più o meno tutti i commentatori e i tecnici, che ritengono la Juve favorita per l'Europa League. Se questo è un peso o un incentivo.
CONTE:
"Io sinceramente non so se la Juventus sia la favorita o meno, se tutti quanti pensano questo, ringrazio per la stima, però sappiamo che tra il favorito e la vittoria finale, c'è una strada che è molto molto lunga, ci sono nove partite, ci sono 14 partite di campionato. Io penso che ci vorrà una grande Juventus in tutti gli effettivi per cercare di andare avanti il più possibile e possibilmente andare fino alla fine. Da parte nostra c'è sicuramente la volontà e per fare questo ho bisogno di tutti i componenti della rosa, attingerò a tutta la rosa perchè non possiamo pensare minimamente di affrontare 23 partite in tre mesi, con sempre gli stessi undici. Qualcuno storcerà il naso alle formazioni, ma che se lo raddrizzi subito".

Per Angelo: qualche mese fa raccontavi della fatica che stavi facendo per meccanizzare i movimenti che ti chiedeva il mister per la difesa a tre. Adesso pensi di aver superato questa fase di ambiento e di esserti inserito al 100% dal punto di vista tattico?
OGBONNA:
"Buongiorno a tutti. No, ripeto, ho fatto fatica all'inizio ma soprattutti per i carichi di lavoro. Penso che col passare del tempo le cose si siano alleggerite nei meccanismi, grazie alla continuità e anche grazie all'allenamento, penso che le cose siano più fluide".

Volevo chiedere ad Antonio quanto pesa l'Europa League per te e per il club. Tu qualche tempo fa dicesti che una grande squadra deve cominciare a vincere anche a livello internazionale. L'Europa League rientra in questo processo di crescita?
CONTE: "L'Europa League è sicuramente un traguedo prestigioso, dà prestigio a tutti, al club, alla squadra, a tutti quanti noi. Sappiamo che è un traguardo prestigioso, sappiamo anche che è un traguardo dispendioso, questo non lo si può negare. Vi ho portato i numeri prima delle gare da giocare da qua a un mese e mezzo... ed è un traguardo che... bisognerà cercare di arrivare fino alla fine, coinvolgendo tutti quanti i calciatori, tutti, indistintamente, dovranno essere pronti a giocare, sia in campionato che in Europa League. Saranno pronti ad allenarsi quando magari ci sarà qualche pit-stop per qualcuno che avrà bisogno di allenarsi, perchè deve recuperare  e deve fare allenamento. E quindi so di avere dei giocatori di grandissima disponibilità, ho grandissima fiducia nella rosa, in tutti i calciatori, quindi farò delle scelte in base alle situazioni, in base alle necessità, allo stato di forma, in base a chi ha bisogno di rifiatare e di allenarsi. Però, ribadisco, abbiamo bisogno di tutti perchè in tre mesi, giocare 23 partite, bisognerà essere veramente forti, non solo fisicamente, ma anche mentalmente, perchè man mano si andrà avanti, l'aria sarà sempre più calda e il risultato sarà sempre più pesante".

Ad Angelo volevo chiedere perchè avete preso così tanti gol sulle palle inattive. E' una colpa distribuita, perchè ne hanno presi nove i titolari e 10 i non titolari. Avete cambiato qualcosa?
OGBONNA
: "Abbiamo un modo di difendere differente rispetto a quello che magari la maggior parte delle persone si aspetta. La lettura, magari, era totalmente diversa. Magari scappavamo prima o scappavamo dopo, o magari partiva uno in anticipo o magari l'altro era in ritardo. In molte occasioni, magari, siamo stati poco feroci, come ha ribadito il mister in certe occasioni, come oggi: magari la nostra poca ferocia ci ha penalizzato". 

Due Scudetti li ha vinti, la Serie B l'ha vinta, che cosa rappresenterebbe per lei una vittoria in Europa League con la finale allo Stadium?
CONTE
: "Non mi piace mai parlare di successi singoli, mi piace sempre parlare di successi di squadra perchè è la squadra che vince, se vince la squadra vinco anch'io. L'Europa League rappresenterebbe sicuramente nel nostro secondo anno di partecipazione all'Europa, un qualcosa sicuramente di bello e di straordinario. Ribadisco, il percorso è stato iniziato tre anni fa e  nessuno potevamo immaginare che questa squadra, con questi calciatori, facesse quello che ha fatto e che sta facendo. Siamo tornati in Champions l'anno scorso, siamo usciti ai quarti di finale, eliminati dal Bayern Monaco che ha vinto; quest'anno sicuramente è stato un girone nostro di cui dobbiamo tutti quanto noi assumere delle colpe, lo sappiamo. Adesso c'è l'Europa League: ripeto, c'è voglia di andare avanti sapendo che sarà molto molto dispendioso, però è un'opportunità da cogliere, per tutti, perchè ci sarà la possibilità di giocare tutti e ognuno di dare il proprio contributo. E io mi aspetto che tutti quanti diano il proprio contributo".

Per Angelo: dentro lo spogliatoio c'è una sorta di patto, un impegno particolare per arrivare in fondo? Perchè la finale si gioca a Torino...
OGBONNA:
"Più che patto, c'è concentrazione, ma non solo per questa competizione. Siamo usciti dalla Champions e anche lì eravamo concentrati a giocarcela ogni partita; senza snobbare l'Europa League, noi giocheremo nel migliore dei modi, cercando la più bella prestazione, con più concentrazione e cercheremo di dare tutto fino alla fine. Ma il nostro intento è quello di proseguire. sappiamo che abbiamo molte partite e l'unica cosa è essere concentrati e portare a casa il bottino più importante".  

Mister, io ti vedo molto più convinto, molto più cattivo nell'approccio a questa coppa. Questo perchè hai notato una crescita importante nel tuo gruppo?
CONTE:
"Non è che io sembro più convinto, è il momento di alzare l'attenzione, è il momento di drizzare le antenne, tutti, perchè mancano tre mesi e iniziano ad esserci le partite che possono portare ad andare avanti in Europa League e possono portare sulla strada dello Scudetto. Quindi il mio è un'alzare un po' le antenne, un'alzare un po' l'attenzione a tutti, tutti, indistintamente, anche all'ambiente stesso, proprio perchè iniziano ad esserci tre mesi che sappiamo saranno mesi caldi. Più andiamo avanti e più farà caldo, quindi mi auguro che siano mesi caldissimi per tutti noi. Dovremo essere molto molto attenti, determinati, concentrati, tutti quanti, perchè le cose per ottenerle bisogna volerle, non te le regala nessuno".

Volevo chiederti una cosa sui go subiti: fino alla Roma avevate preso un gol in 10 partite, quello di Moralez. Invece dal Cagliari in poi, ogni partita avete preso almeno un gol e in due gare addirittura due, che è una media anomala per una squadra come questa, che ha sempre avuto una difesa imperforabile. Ti sei dato una spiegazione tecnica?
CONTE: "Io penso che la risposta più ovvia, perchè la domanda me la sono fatta, è stata quella che quest'anno siamo a trazione ancora più offensiva rispetto alle due precedenti stagioni, basta vedere il numero dei gol fatti da questa squadra per dare una risposta a tutto. Nella mia mentalità, comunque, preferisco sempre giocare per fare un gol in più e subirne anche qualcuno, l'importante è che alla fine facciamo qualche gol in più, questa è la risposta più ovvia che mi sono dato, perchè siamo nettamente più offensivi rispetto alle due Juventus"

 
 
 

Juve_Quello stile che piaceva tanto…

Post n°7419 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da nadir63l
 

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di G. Fiorito

 

Il fine settimana trascorso è stato animato da tre episodi che hanno avuto per comune denominatore il calcio. Essi si sono sviluppati su tre piani diversi che pongono interrogativi per coloro i quali nel calcio vedono qualche cosa di più del semplice tirare calci ad un pallone: lo specchio nel quale riflettiamo la bellezza, termine recuperato recentemente grazie a un film in odore di Oscar, le interpretazioni e i malesseri della società italiana.

 

Immaginate l’Avvocato, Gianni Agnelli, che si scambia ingiurie con un altro imprenditore a base di epiteti a guisa di bimbi dell’asilo. E’ quanto la cronaca ha registrato tra John Elkann e Diego Della Valle (Link ), che hanno arricchito di una nuova puntata una telenovela acuitasi con il comportamento rampante manifestato all’interno dei delicati equilibri di RCS dal rampollo degli Agnelli (Link).

 

L’ultima parola sulla querelle che si è scatenata tra Antonio Conte e Capello l'ha pronunciata con serenità Luciano Moggi (Link ), che avendo acquisito suo malgrado un’esperienza notevole nella comunicazione, ha indicato i meriti dei due allenatori sottolineando che appartengono a due momenti diversi e importanti della storia della Juventus, senza dimenticare di mettere la lingua là dove il dente duole. Capello, strepitoso in campionato, non riuscì a conseguire in CL grandi risultati con l’armata bianconera che gli era stata messa a disposizione dalla Triade, Conte deve ancora dimostrare in Europa quello che vale. Tuttavia, è proprio necessario, dal momento che la Juventus sembra a ogni turno di campionato vanificare le aspettative delle inseguitrici, offrire continuamente il fianco alle polemiche, offrendo gratuitamente argomenti di discussione dai quali trarre nuove illazioni ai famelici professionisti dell’informazione? Fa bene al calcio che sulle prime pagine dei giornali sportivi campeggino le guerre tra personaggi del mondo bianconero che tanto ci sono cari piuttosto che le meraviglie compiute in campo da un Asamoah o da un Llorente? E perché tirare in ballo quei due scudetti scippati dalla bacheca bianconera che ogni tifoso juventino dovrebbe considerare sacri e che sono stati proprio la causa del degrado del calcio italiano in Europa? Solo nel secondo intervento a Premium Calcio Conte ha aggiustato il tiro, rendendosi conto della gaffe commessa ai microfoni di SKY, forse perché deve ancora comprendere come trattare e non farsi maltrattare da certi signori dalla parola e dalla penna velenosa mai a caccia di verità, ma ben consapevoli di come possa rendere bene un ambiente surriscaldato. A meno che dietro le quinte della società Juventus non dispiaccia questa continua baraonda alimentata da un protagonismo alla Mourinho.

 

L’abbraccio con il quale Antonio Conte ha protetto Giovinco (Link ), sempre più fischiato dai suoi stessi tifosi, è stato commovente anche per me che non ho mai amato questo calciatore. Il fisico non lo aiuta, ma non credo sia questa la causa che fa di lui una speranza incompiuta. Almeno stando a guardare, senza tirare in ballo il fenomeno Messi, Lorenzo Insigne. Nemmeno appartengo alla schiera di quelli che "non si fischia il giocatore con la maglia della Juve". Per l’ennesima volta ripeto che alla Scala di Milano fu fischiato Von Karajan, per aver diretto una Traviata più intima e raccolta di quanto non esigesse la tradizione. Il pubblico è pagante e per taluni il calcio è uno spettacolo e non solo una fede. Fu fischiato anche Il Barbiere di Siviglia di Rossini, essendosi ritenuta cosa troppo ambiziosa riscrivere Paisiello. Avendo posto cura all’ascolto le repliche non poterono essere esaurite.

 

Il problema però è serio, perché riguarda le nuove frontiere della comunicazione e dei social forum, dove ciascuno crede di esaltarsi raccogliendo spesso soltanto le peggiori istanze della comunità. Istigato da un’abitudine inaugurata dai reality e amplificata dal web. Giovinco può piacere o no. Può essere adatto alla Juve o no. E’ il calcio che non può essere il motivo perché diventi non solo il bersaglio di insolenze e offese, ma addirittura il destinatario di invettive tese ad augurargli la morte. Nessuna manifestazione di critica o di libertà di pensiero può essere accettata se portata avanti con questi metodi violenti che descrivono la cifra scarsamente umana e la miserabile dimensione culturale di chi li pone in essere. Costituisce un’autentica vergogna che i protagonisti di questi atti di inciviltà non sentano addosso l’onore e l’onere di una storia che ogni domenica cantiamo frutto di un grande amore. Appartenuta a uno stile che dovrebbe chiamarsi Juve.

 

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3465

 
 
 

Bergomi_L’interismo a corrente alternata

Post n°7418 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da nadir63l
 

glmdj

 

 

di G. Fiorito

 

"Con i rossoneri, ho sempre vissuto le partite partendo alla pari, anche quando c'erano gli olandesi. Con la Juventus, invece, avevo sensazioni strane, poi è venuta fuori Calciopoli, ma allora non capivo". Nel giorno di San Valentino Bergomi si è espresso sulla sua Inter tra passato e futuro, dando l’impressione di rimanere ancorato più al primo che proteso al secondo, complici forse le solite difficoltà economiche ereditate da Thohir.

 

Nell’arco degli otto anni che ci separano dalla primavera estate del 2006, che sconvolsero il mondo del calcio italiano, siamo in tanti ad aver capito molti aspetti documentati di uno scandalo che i commentatori di parte nerazzurra amano ancora sottoporre al vaglio delle loro sensazioni, essendo restii a uscire dall’alveo di una maniacale mania di persecuzione.

 

Il 5 maggio 2002 avevamo già capito che l’Inter non era capace di vincere uno scudetto nemmeno a biscottarlo, cioè a farselo regalare.

Il 25 maggio 2006 abbiamo saputo che il passaporto di Recoba era stato falsificato e che il calciatore aveva patteggiato con Oriali una pena di sei mesi convertita in una multa di circa 24 mila euro.

Nel settembre 2006 abbiamo saputo da Sabelli Fioretti e Beccantini che Moratti aveva loro confermato in due differenti interviste che la security di Telecom (da lui indicata con un generico qualcuno) aveva operato spionaggi illegali nel mondo del calcio (avremmo poi visto Vieri vincere una causa contro l’Inter di Moratti) e lui non aveva cercato di impedirlo. Questi ed altri spionaggi erano costati la vita ad Adamo Bove, il responsabile tecnico delle intercettazioni illegali.

Sempre in piena calciopoli, il 30 giugno, l’Inter aveva dato un’aggiustatina ai bilanci passivi, in seguito prescritta sia in sede di giustizia ordinaria che sportiva, come il Milan. Con tanto di dichiarazione del pm Nocerino che asseriva che la società della quale Moratti deteneva allora le quote di maggioranza, non avrebbe avuto i parametri sufficienti per iscriversi al campionato 2004/2005 vinto a tavolino e scippato alla Juve sul campo.

Il 4 luglio 2011 Palazzi ha dichiarato prescritti alcuni presunti illeciti grazie ai quali l’Inter ha vinto 5 scudetti e vanta un triplete.

 

Come riporta fcinternews.it (Link ), Fiorentina Inter dello scorso venerdì 14 febbraio, sarebbe stata caratterizzata come accade spesso, da alcuni episodi dubbi, rilevati da Sportmediaset: “non c’è fuorigioco nel primo gol di Palacio, regolare. E’ invece leggermente in fuorigioco Icardi sulla rete dell’1-2. Ci sarebbero due rigori per la squadra di casa, il primo per trattenuta di Kuzmanovic su Joaquin allo scadere del primo tempo. Poi all’80’ per il gioco pericoloso di Hernanes su Ilicic”. Dai microfoni SKY Bergomi avrebbe commentato che l'Inter sarebbe stata premiata dagli episodi avendo giocato meglio della Fiorentina. Saranno i viola autorizzati ad accusare sensazioni strane la prossima volta che si ritroveranno contro i nerazzurri? Per contro: le sensazioni che il povero Bergomi calciatore, almeno fino al 1999, anno in cui ha dismesso le scarpette per indossare i panni di opinionista televisivo, provava di fronte alla Juve erano solo il prodotto delle supposizioni che puntualmente si rivelavano veritiere che la squadra bianconera giocasse meglio e fosse più forte dell’Inter?

 

Sofismi. Che però la danno a bere a professionisti di chiara fama come Paolo Condò, giornalista della Gazzetta dello Sport, grande esperto di calcio estero e unico giurato italiano del Pallone d'Oro, il quale ha twittato in risposta a un tifoso nerazzurro piccato del commento del suo giornale riguardo al fuorigioco di Icardi: "Per me ciò che conta è soltanto un fatto: ieri l'Inter ha meritato, al di là di ogni episodio. Il calcio è questo" (Link ) . Il calcio è questo, ma per la Gazzetta dello Sport, per i giornalisti, gli opinionisti tifosi e i frequentatori del bar fazioso dello sport diventa altro se il dubbio investe i calciatori juventini, ai quali non è mai lecito aver meritato, al di là di ogni episodio. Come è accaduto di recente a Tevez e Llorente in occasione dei match contro Napoli e Verona. Morale che si è allargata a un intero campionato in occasione del gol fantasma di Muntari, che Galliani e seguito hanno fatto diventare un autentico tormentone per giustificare un campionato che non è stato perso dal Milan a causa di quel singolo episodio, ma vinto dalle tante prestazioni positive bianconere.

 

A Bergomi ha risposto Luciano Moggi dalle colonne di Libero, ricordandogli il dovere dell’imparzialità in qualità di commentatore televisivo stipendiato: “Ci vogliamo dedicare oggi al malvezzo dell'ambiente calcistico, quello di sputtanare gli altri per giustificare i mancati successi della propria squadra o della squadra del cuore…” (Link). L’ex DS della Juventus ha tutte le ragioni di rivendicare le vittorie bianconere della Triade sull’Inter, ma non è più il solo a rimarcare la scarsa professionalità del duo Caressa Bergomi, in passato al centro delle attenzioni del pubblico juventino pagante di SKY, perché troppo schierati con l’Inter. C’è di nuovo che è Il Corriere dello Sport a tirare le orecchie ai due, stavolta tacciati di tifo rossonero: Ad un certo punto della partita ci sembrava essere finiti sul canale della telecronaca tifosa, visto che Beppe Bergomi, ex bandiera dell’Inter e Caressa, hanno commentato da tifosi del Milan. In primo luogo sul mani di Flamini dicendo subito che era involontario quando le immagini dicevano altro e dopo sull’entrata killer di Flamini su Zuniga“ (Link ).

 

Istituzioni. Vertici sportivi. Giornalisti. Opinionisti. Tifosi. Un gioco di ruoli che spesso si confondono, confondendo le idee, mescolando i fatti, travisando quella realtà che è tanto semplice da vedere guardando una partita di calcio e appellandosi al regolamento.

Di recente Narducci, il pm di Napoli, ha parlato a “La Partita Perfetta”, in onda su Gold Tv, affermando di non aver nulla da rimproverarsi sul lavoro svolto intorno a calciopoli e avversando quelle che definisce “campagne per alcuni versi mistificatorie e per altri revisionistiche”, da noi fortemente rivendicate, arrivando a dire: “si è montata una campagna tesa a far scomparire quei fatti, attraverso parole come “farsa”, “inganno”, “menzogna” (Link).

 

Non ci meraviglia che fcinternews.it sia orgoglioso di scrivere i risultati di un sondaggio che ha visto impegnati tremila tifosi nerazzurri per scegliere l’erede di Branca (Link ). Se Thohir “ascoltasse nuovamente il parere del popolo interista (come accaduto nel caso dello scambio Vucinic-Guarin)”, capirebbe subito cosa fare. L’uomo più amato dagli interisti, colui che dovrebbe andare ad occupare la poltrona di DS nerazzurro per acclamazione, sarebbe giusto quello allontanato dal predecessore: Lele Oriali.

A volte ci tocca davvero il destino che ci meritiamo.

 

http://www.giulemanidallajuve.com/newsite/articoli_dettaglio.asp?id=3464

 

 
 
 

CONTE A SKY: "E' un momento in cui appena tirano ci segnano, bisogna stare sempre sul pezzo.

Post n°7417 pubblicato il 16 Febbraio 2014 da nadir63l
 

 Giovinco? Clima ingiusto. Capello? Forse gli dà fastidio che potremmo superarlo"

Parla il tecnico bianconero.
 
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Intervistato nel dopo partita di Sky, l'allenatore della Juventus Antonio Conte ha analizzato la prestazione della sua squadra nel match interno appena sostenuto contro il Chievo. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com.

Abbiamo visto, al momento dell'uscita di Giovinco, il modo in cui hai stemperato la situazione con i fischi. Dopo il tuo gesto, i fischi son diventati applausi...

"Sono un allenatore di calcio. Non trovo giusto il clima nei confronti di Giovinco, non ho spiegazioni. C'è troppa amarezza, non voglio parlarne. Ci sono le immagini, ognuno si faccia un esame di coscienza".

Ti aspettavi queste risposte sul campo?

"Io vedo le risposte dagli allenamenti. Poi capita che devi alzare la voce, per non smarrire la via maestra. Era giusto che non passassero inosservate certe situazioni, per crescere. Certi punti non vanno persi per strada, se si vuol scrivere la storia con il terzo scudetto consecutivo. La storia della Juve lo insegna, è dura vincere tre anni di fila. Quando ci sono spiragli in cui ci si sente più tranquilli cerco di tenere alta la situazione. Poi mi piace ascoltare quando parlano di me, che dicano bene o male, traggo insegnamento. Anche dalle fesserie...".

In che senso?

"Appena uno fa qualcosa si fanno inchieste a 360 gradi. Sculacciate, bacchettate... Poi parlano anche persone di un livello che.... Magari facessero a me certe domande, in quel caso direi "Fatemi domande serie dai"...".

Parli di Capello?

"No, parlo di chi fa il maestro senza conoscere l'ambiente di casa. Guardassero in casa loro, che magari c'è più puzza...".

Nel gol di Asamoah si è notato il passo diverso impresso nella prima frazione. Nella ripresa avete cominciato con meno attenzione, al di la dell'autorete, il Chievo ha un po' approfittato della vostra passività...

"E' dura essere aggressivi per tutti i 95 minuti. Però non possiamo calare, è un periodo in cui appena distogliamo attenzione succede di tutto. Oggi il Chievo non ha mai tirato, ci siamo segnati noi. Poi hanno creato un paio di situazioni. Bisogna migliorare, però vedendo l'autorete di oggi è dura (ride ndr.)... Bisogna fare molta attenzione, è un momento della stagione in cui come tirano ci segnano. Dobbiamo capitalizzare, anche perchè dietro Roma e Napoli non mollano".

Capello parla di campionato poco competitivo e non allenante per voi. Che fare?

"Dirò al presidente di iscriverci in Premier League. Forse a qualcuno da fastidio che possiamo superare quella Juventus, che vinse due scudetti ma a livello di gioco non fu memorabile. Ricordo la Juventus di Lippi, quella di Trapattoni. A quella di Capello ricordo solo che ha vinto due scudetti, poi revocati".

Avete otto punti in più rispetto all'anno scorso, pur giocando meno bene..

"Siamo più completi, sotto tutti i punti di vista. La prima Juve era arrembante, arrivavamo da due settimi posti. Senza grossi investimenti abbiamo sfilato lo scudetto al Milan di Ibra, che ha sempre vinto, poi l'Inter del triplete e il Napoli. Abbiamo rivinto, questa è una Juve che sa gestirsi, anche perchè non si può sempre andare al massimo".

Chi ti ha sorpreso in positivo?

"Tutti. Altrimenti non staremmo parlando di una Juve che ha fatto 63 punti su 72. Spero continuino a sorprendere anche me".

Ma con Capello vi chiarirete?

"Un grosso abbraccio e un saluto a tutti (ride ndr.). Non è il caso...".

 
 
 

CONTE, conferenza integrale: "Grave aver pensato che la gara fosse finita. In tanti hanno staccato la spina.

Post n°7416 pubblicato il 09 Febbraio 2014 da nadir63l
 

Nessuno ha il posto garantito. Calci piazzati? Devo trovare alternativa"

Antonio Conte ha risposto alle domande dei cronisti in conferenza stampa. Ecco le sue parole, trascritte integralmente da tuttojuve.com:

Come ti spieghi questa rimonta subita?
"Forse pensavamo che la partita fosse finita, pensavamo forse che fosse tutto facile e che il Verona mai e poi mai sarebbe potuto rientrare in partita. Pensavamo tutte queste. Ed è grave che una squadra come la nostra, con il livello di esperienza che ha, che viene da due anni in cui ha vinto e sa quello che ha fatto per vincere, abbia pensato questo. Questo mi dispiace molto perchè questi sono due punti che in futuro potremmo rimpiangere molto amaramente".

E' successo quello che è successo a Firenze. Vi è venuto un po' il braccino.
"Non so se questo può essere paragonato a Firenze. A Firenze ci fecero quattro gol, qui ce ne hanno fatti due. Però dispiace, perchè una partita giocata nella giusta maniera, preparata nella giusta maniera per un bel po' di tempo, dopo... non lo so se abbiamo staccato la spina, se pensavamo che fosse tutto facile, se pensavamo di avere i punti già in tasca.... un po' in tanti abbiamo staccato un po' la spina. E quando noi facciamo questo, può succedere di tutto. Lo abbiamo dimostrato in passato e ogni tanto magari forse ce lo dimentichiamo e abbiamo bisogno proprio di queste cose per riattivarci un'altra volta".

Visto che eri tornato dopo altre partite sulla questione di calci piazzati e dei gol di testa, è un fattore di attenzione anche quello? O è un fattore tecnico?
"Sono punizioni laterali... anche se nella prima punizione laterale c'erano un po' di giocatori che erano oltre la linea. Prima, però, c'erano state delle avvisaglie, quindi ci vuole concentrazione. Questa è una squadra che ha già una sua fisicità, perchè comunque ha tutti giocatori alti. E capendo anche il momento, la situazione, cerchi anche di non togliere centimetri alla squadra. Così anche alla fine, ho alzato un pochettino con Peluso questa linea dei nostri difensori. Ma in questo momento non basta e dobbiamo fare sicuramente molta più attenzione su tutto. Magari io devo iniziare a porre la linea in una maniera diversa, magari a "S", perchè di solito... è una battuta questa. Devo trovare un'alternativa alla linea, ai sette in linea devo trovare un'alternativa".

I segnali di un atteggiamento un po' svagato erano arrivati già nel primo tempo. Vidal ti ha fatto arrabbiare parecchio in un'azione e tu hai mandato Marchisio a scaldarsi. Vidal e Pogba hanno dato l'impressione hanno dato l'idea di essere un po' giù di forma o svagati mentalmente. Poi il segnale d'allarme dato dal primo gol era arrivato abbastanza presto. Avevate il tempo di riattivarvi e di rendervi un po' più pericolosi. Lo avete fatto in una sola occasione. Come mai questo segnale non è stato recepito?
"Il segnale d'allarme c'era già stato dato nel primo tempo, perchè come hai detto tu verso il 35esimo avevamo già iniziato ad abbassare i ritmi e a non fare le cose che dovevamo fare. Poi nel secondo tempo c'è stato questo gol che sicuramente ci ha portato dell'ansia. Non è che da un punto di vista del gioco noi abbiamo rischiato chissà cosa, la partita è stata abbastanza controllata, si è cercato di fare in attacco delle cose importanti. Però ribadisco, una squadra come la Juventus non deve permettere - in una partita tra virgolette finita - agli avversari di rialzare la testa. io dico sempre che nel momento in cui l'avversario è steso per terra lo devi uccidere, da un punto di vista chiaramente sportivo, che sia chiara questa cosa. Invece non lo abbiamo fatto e questo ci deve far riflettere. Questi sono due punti amari che alla lunga potrebbero costarci abbastanza cari".

Qualcuno in rosa può pensare di avere già il posto da titolare garantito?
"Questo non lo so, io penso che determinate gerarchie si siano sviluppate in virtù di quello che è stato fatto in questo primo scorcio di stagione, perchè comunque sono state fatte delle cose importanti: non dimentichiamo che stiamo viaggiando a ritmi straordinari. Quindi io non penso che una partita fatta in una determinata maniera possa comunque far pensare che qualcuno ha il posto assicurato. E comunque non lo è sicuro, questo è fuori dubbio. Nessuno ha il posto assicurato, il posto lo si conquista domenica dopo domenica. Certo che ora, trovare delle sbavature in quelli che hanno giocato di più, diventa difficile. A parte in alcune circostanze, io ho fatto il calciatore e so che possono accadere".

Quanto ha pesato l'uscita di Chiellini? La mancata vittoria della Roma può essere una consolazione?
"No, qui non c'è da consolarsi di niente. C'è solamente da rammaricarsi. Ripeto, ho sempre insegnato ai ragazzi di guardare a noi, di guardare in casa nostra e di non guardare gli altri, perchè se guardi gli altri rischi poi di andare a sbattere. Guardiamo a noi, facciamo mea culpa grande come una casa, di aver lasciato due punti a Verona. Faccio i complimenti al Verona perchè non hanno mai smesso di crederci, complimenti a loro e complimenti a Mandorlini che sta facendo un campionato straordinario"(

 
 
 

DALLE STELLE ALLE STALLE NEL SEGNO DI TEVEZ E TONI! OCCASIONE PERSA

Post n°7415 pubblicato il 09 Febbraio 2014 da nadir63l
 

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Per la sfida di Verona, Antonio Conte sceglie la formazione migliore con Caceres al posto di Barzagli, il Verona presente Donadel a centrocampo al posto di Jorginho volato a Napoli

 

TEVEZ BOOM- e' un Tevez esplosivo a inizio gara. Prima su pennellata di Pirlo ci mette il testone con Rafael che fa il paratone. Subito dopo ancora Juve con Asamoah che fugge in fascia tira forte, Rafael respinge e Tevez e' lestissimo al tap in vincente per portare in vantaggio i suoi.  La squadra di Conte però non si ferma e continua a giocare in modo intenso. 
Dopo venti minuti ancora Tevez. L'argentino galleggia sul filo del fuorigioco su assist di Pogba e segna il suo secondo gol del 2014 dopo il primo realizzato 15 minuti prima. Implacabile il bomber bianconero. 

 

Dopo il 2-0 l'Hellas tenta la reazione e Toni prova il corpo a corpo con Caceres senza fortuna. Tutto questo mentre la Juventus gioca con un po' di sufficienza con una leggera supremazia territoriale.  
Ottimo primo tempo bianconero che si chiude sotto il segno della T di Carlitos Tevez.

 

Il secondo tempo ricomincia con la stessa Juventus aggressiva del primo tempo. Il Verona si dimostra pericoloso nelle ripartenze ed e' Chiellini bravo a sbrogliare una situazione complicata.  

 

TONI RIAPRE- al minuto cinquantuno la gara di riapre, solita palla inattiva, Toni e' bravo a rubare il tempo a Chiellini e Bonucci e battere Buffon, solita disattenzione in una gara che sembrava chiusa. 
La gara ora e' equilibrata con la Juventus che fa gioco ed il Verona bravo nelle azioni in contropiede. Conte inserisce Osvaldo per Llorente e l'argentino si mangia il classico gol solo davanti a Rafael. Sfortunato il neo arrivato che prende il palo esterno. L'Italo-argentino ci prova poco dopo ma viene bloccato, buono però il suo impatto sulla gara. La sfortuna si accanisce, si a male Chiellini ed entra Ogbonna.  
La difesa bianconera dorme e Buffon deve compiere un miracolo su Luca Toni, intervento di rara bellezza. 
Mandolini mette Gomez e toglie Cacciatore, il Verona prova il tutto per tutto. 
Il finale e' un insieme di emozioni, proteste e ammonizione per Toni per un braccio largo di Lichtsteiner largo ma di spalle. La squadra a strisce verticali soffre e in pieno recupero arriva il pareggio di Gomez che punisce giustamente la difesa della Juventus che non copre sulla punizione, lascia l'uomo libero a crossare e Gomez a colpire di testa per la seconda volta. 
La gara si chiude in pareggio tutto sommato meritato per il Verona che approfitta dei grossolani errori della Juventus nel finale. Complimenti al Verona, bravo nello sfruttare gli errori bianconeri e crederci fino alla fine.
 

 
 
 

CONTE A SKY: "Potevamo segnare di più ed evitare quel finale così.

Post n°7414 pubblicato il 03 Febbraio 2014 da nadir63l
 

 Noi aggrediamo sempre, quando apettiamo è per limitare l'avversario. Osvaldo è stata una bella occasione, tutti vogliono venire alla Juve"

Parla il tecnico bianconero.
 
© foto di www.imagephotoagency.it

Intervistato nel dopo partita di Sky, l'allenatore della Juventus Antonio Conte ha analizzato la prestazione della sua squadra nella gara interna appena conclusasi contro l'Inter. Ecco quanto evidenziato da TuttoJuve.com.

Un tuo commento sulla partita.

"L'abbiamo preparata nei minimi dettagli, valutando le situazioni sia di marcatura a uomo che meno di Pirlo. E' andata bene alla fine".

Il pelo nell'uovo è nel finale, che ti ha fatto arrabbiare.

"Si, non bisogna mai abbassare l'attenzione, perchè come oggi poi arriva quel golletto inutile, vai in apprensione e non va bene. E' per quello che faccio il pazzo e urlo fino alla fine".

Il tre ormai è una regola perfetta con le big. Contro Roma, Napoli, Milan e Inter: non è un caso...

"E' un aspetto positivo, siamo quelli che segnano di più, abbiamo il miglior attacco. Ne abbiamo fatti tre, potevamo farne altri, è stato bravo Handanovic, in altri casi imprecisi noi. La prestazione globale è buona e sono contento".

A Vidal hai trasmesso molto del tuo da giocatore, visto quanto segna, solo che il cileno lo fa meglio...

"Sicuramente (ride ndr.)".

Scherzi a parte, il tuo passato da centrocampista quanto aiuta Pogba e Vidal in questo?

"Mi piaceva agire da incursore, sostituirmi all'attaccante. Ho sempre avuto una vocazione offensiva, anche da allenatore le mie squadre sono sempre state offensive, sia in B che alla Juve. Trasmettevo e trasmetto questo, spesso dicevo che è meglio perdere attaccando come sabato che aspettando dietro la linea della palla".

Siete tornati aggressivi. E' dipeso dalla partita o provate sempre ma a volte non riesce?

"E' difficile giocare di contropiede, non avendo contropiedisti. Quando ci abbassiamo non è per quello, ma è una questione tattica nello studio degli avversari per poi sviluppare gioco. Non siamo una squadra da ripartenze, studiamo e limitiamo i pregi avversari mantenendo i nostri".

Bene gli esterni oggi, specie Lichtsteiner nell'azione classica con Pirlo del gol.

"Sì. Noi giochiamo con i tre dietro, gli esterni si affiancano agli attaccanti. Quando parlano di 3-5-2 difensivo conta l'interpretazione. Ci sono molte variazioni, la nostra è unica, altri lo fanno in altro modo, per ripartire".

Osvaldo è stata una tua richiesta? A cosa può servire?

"E' stata un'opportunità, colta. Il ragazzo ha voluto fortissimamente la Juve, si è ridotto di tanto l'ingaggio. Complimenti a Daniel, alza il livello davanti. C'è il campionato, con due contendenti, e l'Europa League. Andava svegliato l'entusiasmo davanti, viste le gerarchie definite. E anche chi c'era già aveva bisogno di entusiasmo e concorrenza. E' stata una bella occasione. Siamo contenti, tutti vogliono venire alla Juve, sono disposti pur a ridursi l'ingaggio".

Rivediamo un po' di tuoi gol.

"Facciamoli vedere ai miei centrocampisti (ride ndr.). Loro stanno facendo bene, io da giocatore ho vinto tantissimo e cerco di insegnare il meglio a loro. Auguro di cuore che mi raggiungano nei successi, se lo meritano".

Con Guarin che potevi farci?

"Che ci facevo... Ci facevo, ci facevo (ride ndr.)... Era un'opportunità. Io avevo detto che non facevo richieste, abbiamo colto quella di Osvaldo, si è fermata per Guarin e va bene così".

 
 
 

Senza TREgua

Post n°7413 pubblicato il 03 Febbraio 2014 da nadir63l
 

 
   
© foto di www.imagephotoagency.it
 

Certo, il distacco in classifica è netto. Ma tra Juventus e Inter contano anche altri valori. L'orgoglio e il coraggio, per esempio. Conta il cuore. Quello bianconero ha palpitato fino alla fine. Tre reti, una nel primo e due nel secondo tempo, per coronare una prestazione dalla caratura agonistica, e non solo, paradigmatica. Una festa allo Stadium. Una festa.         

 

La partita mostra subito una chiara impostazione tattica. Il pressing bianconero è offensivo quando l'Inter recupera palla, più ragionato, denso a centrocampo, quando i nerazzurri impostano dalla retroguardia la propria fase d'attacco. Entrambe le squadre cercano di non concedere la profondità agli avversari, battagliano nella zona mediana e agiscono tramite manovre spesso laterali. La Juventus vuole, più dell'Inter, il vantaggio. E lo trova, non senza merito: Pirlo riceve sulla trequarti, disegna un assist, poetico, per Lichtsteiner, che spizzica con la testa e spezza gli indugi. L'Inter prova la ribalta ma la Juventus non rivela cali agonistici. Anzi, la squadra di Conte potrebbe anche raddoppiare, quando Kuzmanovic devia maldestramente un corner di Pirlo e rischia l'autogol. L'Inter è in difficoltà. Soprattutto quando tesse, o almeno cerca di farlo, le proprie trame offensive. A dir la verità un po' sterili, sia perché il possesso palla è spesso orizzontale, sia perché Kovacic vaga alla ricerca di una certa consistenza tattica che c'è e non c'è, come un vecchio barlume. L'unico brivido sulla pelle bianconera è un'occasione, in contropiede, sprecata da Palacio. Neo nerazzurro sulla pelle, quella del primo tempo, a forti chiazze bianconere.

 

Si apre la ripresa e la Juventus raddoppia: Pogba vince una mischia furibonda in area, il pallone carambola sui piedi di Chiellini, che è lesto a calciare con il destro per battere Handanovic. Mazzarri, ormai vittima di mimiche invasate, sostituisce Kuzmanovic con Milito. Ma la Juve, in orbita euforica, segna ancora: Llorente protegge con il fisico, permette a Pogba di calciare, Handanovic respinge e Vidal, monarca letale, si piomba sulla palla e triplica il bottino. Allora Mazzarri concede spazio anche a D'Ambrosio e Botta, rispettivamente al posto di Jonathan e Kovacic. Conte è costretto a sostituire Barzagli, vittima della tendinopatia, per Caceres. L'Inter accorcia il differenziale sugli sviluppi di un corner, quando Rolando calcia in area con il sinistro e batte Storari. I nerazzurri accennano una timida reazione. Conte sostituisce anche gli stanchi Llorente e Lichtsteiner con Vucinic e Isla. Palacio ha l'occasione per riaprire la partita, ma la sciupa. Sospiro. Vucinic becca anche il palo. E quando l'arbitro fischia, lo Stadium può finalmente festeggiare. Perché è vero che sono sempre tre punti. Ma ci sono partite in cui vincere vale di più. Il Derby d'Italia è una di queste.

 
 
 

     

 

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