LA NUOVA CASA BIANCONERA
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«Il vantaggio di dodici punti, che a fine campionato diventerà di quindici, non può essere frutto di null’altro che non il fatto che eravamo più forti. Una grande squadra che quella sera, il 12 febbraio 2006, di fatto si portò a casa il ventinovesimo scudetto. La medaglia ce l’ho ancora casa. E non la restituisco. »
Alessandro Del Piero
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Messaggi del 24/03/2015
L'ex dirigente della Juventus dopo il verdetto della Cassazione: «Si è appurato che il campionato è stato regolare, i sorteggi regolari e non ci sono state conversazioni sulle designazioni» © LaPresse ROMA - "Abbiamo scherzato per nove anni e questa è una cosa spiacevole, perché questo processo abnorme si è risolto in nulla: solo tante spese e tante persone rovinate. In nove anni si è appurato che il campionato è stato regolare, i sorteggi regolari e non ci sono state conversazioni sulle designazioni. La Juve deve chiedere due scudetti? Questo è un problema della Juventus, non è un problema mio". Questo il commento dell'ex dg della Juve, Luciano Moggi, al verdetto della Cassazione che ha prescritto l'accusa contro di lui per associazione a delinquere e ha annullato la frode sportiva. "Sono felice - spiega Moggi - per quelli che sono stati assolti, sono felice per quelli che mi sono stati vicini. Sono meno felice per quello che è successo. Assoluzione totale? Ma no, io sono contento in questa maniera. Noi non abbiamo chiesto la prescrizione, anzi abbiamo snellito il processo, abbiamo eliminato i nostri testi quindi più di così cosa potevamo fare?".LEGALE MOGGI - L'avvocato Prioreschi, legale di Moggi, commenta così la sentenza: "Mi aspettavo qualcosa di meglio, devo dire che questa sentenza non scioglie un nodo principale che è quello dell'associazione a delinquere che adesso è rimasta veramente poca cosa. Perché questo processo è partito con 41 tra arbitri e assistenti di linea prima indagati e poi imputati e praticamente è rimasta un'associazione con soli due arbitri, Racalbuto e De Santis, e solo tre frodi sportive sulle 21 contestate all'inizio nelle quali sono state condannate due arbitri: Racalbuto per Cagliari-Juve e Roma-Juve e De Santis per Fiorentina-Bologna. Mi sembra veramente poca cosa rispetto a quello che era stato ipotizzato dai pubblici ministeri all'inizio. Questo è un po' il dato che stona con una dichiarazione di prescrizione su un'associazione a delinquere. Predeterminare i risultati del campionato di calcio 2004-2005? Mi sembra un po' difficile farlo con due arbitri e tre partite. Rimane un processo che è stato fatto con un obiettivo predeterminato che era quello di Luciano Moggi alla Juventus perché se la difesa di Luciano Moggi nel corso del giudizio di primo grado non avesse tirato fuori le intercettazioni di tutti gli altri, probabilmente ci sarebbe stato un altro processo oppure non ci sarebbe stato nessun processo. Questo è un dato che nessuna sentenza potrà mai cancellare: comportamenti simili sono stati valutati in maniera diversa, questo lascia un po' l'amaro in bocca. Il bilancio è comunque positivo. Dal punto di vista morale c'è stata una rivalutazione da parte dell'opinione pubblica della figura di Luciano Moggi quando sono uscite le intercettazioni di tutte le altre società e si è scoperto che non soltanto Luciano Moggi parlava con i designatori ma che ci parlavano tutti e che era un fatto normale e nemmeno vietato dal regolamento". |
Calciopoli finisce, come ampiamente previsto, in prescrizione, ma non senza erodere ulteriormente l'impianto accusatorio © LaPresse ROMA - All'una in punto si è sciolta la camera di consiglio e i giudici della terza sezione penale della Corte di Cassazione hanno iniziato a leggere il dispositivo intorno all'una e un quarto. Calciopoli finisce, come ampiamente previsto, in prescrizione, ma non senza erodere ulteriormente l'impianto accusatorio. Il teorema dell'associazione a delinquere regge fino alla fine (Moggi, Giraudo e Pairetto nella requisitoria del pg suonano "colpevoli" e l'organizzazione esistente), ma è puntellata da una sola condanna a titolo definitivo (De Santis), di due soli arbitri e da un numero esiguo di frodi, con alcune partite (tre delle cinque rimaste in piedi) alterate senza avere l'arbitro (forse con la sola forza del pensiero in stile Giucas Casella). Un'associazione molto light, insomma. Si dovrà attendere la lettura delle motivazioni per capire e commentare, per ora rimane la sensazione di un'impianto accusatorio tenuto in vita con la respirazione artificiale, pur di evitare un ribaltone che sarebbe risultato troppo scomodo. IL DISPOSITIVO - Il dispositivo che dice: Moggi prescritto per l'imputazione di associazione a delinquere, mentre viene annullata la sentenza per due frodi sportive perché il fatto non sussiste. Giraudo prescritto per associazione a delinquere. Bertini, Dattilo e Mazzei assolti perché il fatto non sussiste. Rigetto del ricorso per De Santis per il quale viene confermata la condanna. Inammissibili i risarcimenti civili. Rinvio al giudice civile competente per l'eventuale risarcimento della Figc, che riapre la battaglia dei risarcimenti (dai quali tuttavia sono stati esclusi i club) da discutersi in altra sede. Un ramo di Calciopoli che potrebbe anche infiammarsi in seguito. LE ASSOLUZIONI - Ma quello che ha sorpreso, al di là delle prescrizioni scontate, sono le ulteriori assoluzioni degli arbitri (Bertini e Dattilo che avevano orgogliosamente rinunciato alla prescrizione) e di un designatore (Mazzei, che si occupava dei guardalinee). Dei 37 imputati iniziali solo uno ha ricevuto una condanna definitiva (De Santis) e non certo per colpa delle difese che fin dal primo grado di giudizio hanno cercato di velocizzare il processo (vedi la rinuncia a quasi un centinaio di testimoni che erano stati chiamati). Di 8 arbitri inizialmente coinvolti, ne sono rimasti 2: De Santis e Racalbuto, già prescritto in secondo grado e che ieri si è visto rigettare il ricorso. Delle oltre cinquanta partite finite nel mirino nel sono rimaste cinque e non è chiaro come e perché, visto in tre casi gli arbitri sono stati assolti. Come funzionava questa cupola? Che dispendio enorme in termini organizzativi per un risultato così misero, al punto dal primo grado di giudizio fino a questa notte, tutti i giudici hanno confermato che il «campionato non fu alterato», il «sorteggio non fu truccato», le «ammonizioni preventive non esistevano». Come esercitava questo sconfinato potere l'associazione di Moggi lo scopiremo solo leggendo le motivazioni, che sono previste entro 90 giorni. NON FINISCE QUI - Resta, per ora, una sentenza che proscioglie condannando, ma la Cupola Moggiana, grandiosa costruzione di architettura giudiziaria nel 2006, finisce per assomigliare a un edificio diroccato, che ha perso nel corso degli anni mattoni e architravi. Della Calciopoli del 2006 rimangono dei resti che il tempo ha reso archeologici e con i quali la logica non riesce a immaginare «il più grande scandalo del calcio italiano», visto che sono rimasti due arbitri e cinque partite (Scommessopoli in confronto è un grattacielo). Non finisce certo qui, perché da questo momento potrebbe rientrare in scena la Giustizia Sportiva: la Juventus ha pronto il ricorso all'articolo 39 per la revisione e le assoluzioni della Cassazione sono altri proiettili per la sua cartucciera. |
Inviato da: diletta.castelli
il 11/10/2016 alle 17:05
Inviato da: dimariamonicaa
il 08/04/2016 alle 21:04
Inviato da: aldo.giornoa64
il 20/12/2015 alle 22:00
Inviato da: aldo.giornoa64
il 13/12/2015 alle 23:54
Inviato da: aldo.giornoa64
il 08/12/2015 alle 23:14