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« Messaggio #54

Il Piccolo Principe (XXI)

Post n°55 pubblicato il 13 Dicembre 2007 da macushla

In quel momento apparve la volpe.

"Buon giorno", disse la volpe.

"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.

"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo..."

"Chi sei?" domando' il piccolo principe, "sei molto carino..."

"Sono una volpe", disse la volpe.

"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, sono cosi' triste..."

"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomesticata".

"Ah! scusa", fece il piccolo principe.

Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:

"Che cosa vuol dire "addomesticare"?"

"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"

"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe.

"Che cosa vuol dire "addomesticare"?"

"Gli
uomini" disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E' molto noioso!
Allevano anche delle galline. E' il loro solo interesse. Tu cerchi
delle galline?"


"No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire "addomesticare"?"

"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ..."

"Creare dei legami?"

"Certo",
disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino
uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai
bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila
volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro.
Tu sarai per me unico al mondo, e io saro' per te unica al mondo".


"Comincio a capire" disse il piccolo principe. "C'e' un fiore... credo che mi abbia addomesticato..."

"E' possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra..."

"Oh! non e' sulla Terra", disse il piccolo principe.

La volpe sembro' perplessa:

"Su un altro pianeta?"

"Si".



"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"

"No".

"Questo mi interessa. E delle galline?"

"No".

"Non c'e' niente di perfetto", sospiro' la volpe. Ma la volpe ritorno' alla sua idea:

"La
mia vita e' monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno
la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si
assomigliano. E io mi annoio percio'. Ma se tu mi addomestichi, la mia
vita sara' illuminata. Conoscero' un rumore di passi che sara' diverso
da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il
tuo, mi fara' uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi,
laggiu' in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano,
per me e' inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e'
triste! Ma tu hai dei capelli color dell'oro. Allora sara' meraviglioso
quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e' dorato, mi fara'
pensare a te. E amero' il rumore del vento nel grano..."


La volpe tacque e guardo' a lungo il piccolo principe:

"Per favore... addomesticami", disse.

"Volentieri", disse il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, pero'. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".

"Non
ci conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli
uomini non hanno piu' tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti
le cose gia' fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli
uomini non hanno piu' amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"


"Che cosa bisogna fare?" domando' il piccolo principe.

"Bisogna
essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai
un po' lontano da me, cosi', nell'erba. Io ti guardero' con la coda
dell'occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di
malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po' piu' vicino..."


Il piccolo principe ritorno' l'indomani.

"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe.

"Se
tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io
comincero' ad essere felice. Col passare dell'ora aumentera' la mia
felicita'. Quando saranno le quattro, incomincero' ad agitarmi e ad
inquietarmi; scopriro' il prezzo della felicita'! Ma se tu vieni non si
sa quando, io non sapro' mai a che ora prepararmi il cuore... Ci
vogliono i riti".


"Che cos'e' un rito?" disse il piccolo principe.

"Anche
questa e' una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello
che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un'ora dalle altre ore.
C'e' un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano
con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi e' un giorno
meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero
in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non
avrei mai vacanza".


Cosi' il piccolo principe addomestico' la volpe.

E quando l'ora della partenza fu vicina:

"Ah!" disse la volpe, "... piangero'".

"La colpa e' tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."

"E' vero", disse la volpe.

"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.

"E' certo", disse la volpe.


"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".




Poi soggiunse:

"Va' a rivedere le rose. Capirai che la tua e' unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalero' un segreto".

Il piccolo principe se ne ando' a rivedere le rose.

"Voi
non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora
niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete
addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una
volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora e'
per me unica al mondo".


E le rose erano a disagio.

"Voi siete
belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si puo' morire per voi.
Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi
rassomigli, ma lei, lei sola, e' piu' importante di tutte voi, perche'
e' lei che ho innaffiata. Perche' e' lei che ho messa sotto la campana
di vetro. Perche' e' lei che ho riparata col paravento. Perche' su di
lei ho uccisi i bruchi (salvo i due o tre per le farfalle). Perche' e'
lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta
tacere. Perche' e' la mia rosa".


E ritorno' dalla volpe.

"Addio", disse.



"Addio",
disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede
bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi".


"L'essenziale e' invisibile agli occhi", ripete' il piccolo principe, per ricordarselo.

"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante".

"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa..." sussurro' il piccolo principe per ricordarselo.

"Gli
uomini hanno dimenticato questa verita'. Ma tu non la devi dimenticare.
Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu
sei responsabile della tua rosa..."


"Io sono responsabile della mia rosa..." ripete' il piccolo principe per ricordarselo.

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Commenti al Post:
cercandosperando
cercandosperando il 13/12/07 alle 22:21 via WEB
Ciao come va? sempre bello rileggere queste parole ti lascio un bacio e un augurio di una serena notte
 
metrlor
metrlor il 24/12/07 alle 14:40 via WEB
Tanti auguri per un santo natale...
 
cassetta2
cassetta2 il 13/12/20 alle 14:28 via WEB
Impegnatevi di più con i post non posso essere l'unico a tenere in piedi la baracca.
 
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