Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Marzo 2012

L'irriducibilità della carogna sul piano esistenziale

Post n°773 pubblicato il 29 Marzo 2012 da middlemarch_g

Riguardo il videoblog dei vent'anni del TG4 e di una cosa almeno sono grata: mi fa sentire giovane. E' come se il tempo non fosse passato. Ascolto Fede in campagna elettorale nel '94, e mi rode ancora il culo come se lo stesse facendo proprio in questo preciso momento.

Ha schivato l'ordine dei giornalisti, i tribunali, i magistrati, gli imprenditori incazzati, le puttane vendicative, la rabbia della senatrice cornuta e mazziata che se l'è sposato,  il buon gusto minimale, la decenza, l'estetica e ogni traccia di virtù. Che se lo porti via la morte finalmente, che sarebbe anche l'ora, e ci lasci almeno un filo di speranza che alla fine, incuneata in un anfratto scuro, in qualche modo contorto e impredicibile, resista ancora un'ombra di giustizia a questo mondo.

 
 
 

Nothing serious

Post n°772 pubblicato il 29 Marzo 2012 da middlemarch_g

Lo strappo è del genere che duole al contatto imprevisto del muscolo contro la superficie ruvida. Non è di quelle cose strazianti, no. Però è netto, inconfondibile. Un taglio piccolo e profondo che lascia uscire qualche goccia di rosso e ti macchia le dita.

Siccome le piastrine non ci mancano, e in questi giorni meno ancora abbiamo il tempo per pensarci, dopo qualche minuto il sangue comincia a coagulare, i tessuti operosi si riaccostano, le cellule fanno il loro sporco lavoro mitotico, e la situazione torna lentamente alla normalità.

Resta quel piccolo lampo doloroso che zigzaga a razzo verso la corteccia ogni volta che sfiori un nocicettore implicato. Soggetto infido, il nocicettore. Mai uno che si faccia i cazzi suoi, sempre tutti schierati come condor, pronti a calare su un input per traformarlo in una percezione dolorosa mentre tu magari stavi solo pensando ai fatti tuoi.

Quel che non uccide ti renderà più forte, ci dicono dalla regia. E noi non abbiamo nessun motivo per smettere di crederci proprio oggi. Tuttavia il dubbio resta: l'amore distratto dall'opprimente occorrenza del tempo, è ancora degno del nome che porta?

 

 
 
 

Incontri senza nessuna importanza apparente

Post n°768 pubblicato il 23 Marzo 2012 da middlemarch_g
 

Mentre andavo a ritirare i pantaloni in tintoria, ho incrociato un vecchio. Era uno di quei soggetti impossibili da etichettare in un altro modo, perché la vecchiaia era talmente preponderante su qualsiasi altra emergenza fisionomica, che non poteva evitare di dominare tutto neanche volendo.

Non saprei dire esattamente cosa la rendesse così evidente. La salute, credo, perché si muoveva con tutta la lentezza del mondo. Avresti potuto fare due volte il giro dell'isolato a passo lento e ritrovarlo un quarto d'ora dopo un metro più avanti di dove l'avevi lasciato. Però era anche una faccenda di penuria energetica. Perché come età non era decrepito. Piuttosto era uno con l'aria di averne avuto abbastanza. Di tutto.

Si appoggiava al bastone e dava l'impressione che ad ogni passo gli toccasse ripassare tutta la teoria di argomentazioni speculative e filosofiche in grado di motivarlo abbastanza a fare il successivo. Un po' ti faceva pena. Un po' ti ipnotizzava.

Perché si sa che nessuna pensa mai alla morte. La sua, intendo. E' proprio una cosa contraria alla natura umana. Se vuoi arrivare alla fine della giornata portando a termine tutto quello che devi fare, come diamine puoi pensare alla morte? Le riflessioni filosofiche sull'omnia vanitas vanitatum, quelle che facciamo sul tema una volta ogni tanto, con gli amici, di fronte a una camino acceso fumando l'ultima sigaretta prima di andare a dormire, non contano un cazzo. Sarebbe come dire che leggere la ricetta dei bucatini alla carbonara e mangiarsene un piatto con l'odore della pancettina croccante che ti sale su per le narici, sono la stessa cosa. La morte, come la verità, non è un'idea. E' un'esperienza. E se sei vivo e passabilmente sano non puoi nemmeno sentirne il profumo.

Quando incontri vecchi di quel tipo invece, diventa una cosa più tangibile. Per loro magari no. Non mi sorprenderei se ci pensassero poco o nulla come tutti gli altri. Ma per te che li guardi da fuori invece, specie se non li conosci, è già vederli bussare alla porta dell'eternità, la mano sinistra sulla maniglia, la destra sollevata e chiusa a pugno un attimo prima di dare un tocchettino lieve. Buonasera. Posso?

Mi piacciono un sacco i vecchi. Mi sono sempre piaciuti fin da bambina. Mi ispirano riverenza anche quando sono dei coglioni pieni di fuffa che in 80 o 90 anni non hanno imparato niente. Perché comunque il tempo fa sempre la differenza. E' come se ti guardassero da molto lontano, la memoria del passato ancora incatenata a uno scenario lontanissimo in cui tu non eri nemmeno un'idea nella mente di Dio, e il corpo proiettato nel presente con tutti i suoi acciacchi, come se la loro entità si allungasse a dismisura per tenere insieme il lontanissimo passato e il fetentissimo presente. Un vecchio ha sempre un'ombra lunga, un'intensità, uno spessore che bisogna costruire.

Ognuno ha i suoi gusti. A me piacciono i vecchi. Del resto va detto che, per una con il mio ordine di preferenze, sono venuta ad abitare proprio nel quartiere giusto. Ché in Sacra Famiglia, mediamente, se non son vecchi son badanti.

 

 
 
 

Vivamus, mea Lesbia, atque amemus

Post n°767 pubblicato il 08 Marzo 2012 da middlemarch_g

Attaccato all’ascensore della facoltà:

 

STASERA 8 MARZO – FESTA DELLA DONNA!!!

 

Speak, touch, kiss…

 

Alla Fata Verde

 

Baldi giovani

dietro una tenda

da cui

potrete parlare

potrete toccare

e ogni qualvolta vorrete baciare…

 

Così come ve la racconto. Ho staccato il foglio e l'ho copiato parola per parola. E se posso permettermi di suggerire - per una migliore riuscita della serata - direi così: toccare va bene. Baciare va benissimo. Parlare invece lasciamo stare, perché mi pare proprio che manchi il background minimo sindacale.

 

Così invece sto tranquilla che vi divertite un sacco.

 
 
 

Sinite parvulos

Post n°766 pubblicato il 06 Marzo 2012 da middlemarch_g
 

L'altro giorno ho zappato per caso su Little Miss America e sono stata ipnotizzata all'istante dai contenuti, proprio come se un cobra acquatico fosse schizzato fuori dal televisore e avesse cominciato a sibilarmi contro.

E non è che uno non sa. Sappiamo. Sappiamo tutti. Che roba è Little Miss America. Chi ne è responsabile. Cosa succede in quei frangenti. E tuttavia vederlo rappresentato fa un effetto diverso. Fino ad oggi mi era capitato di leggerne. Osservarlo con i miei occhi, invece, mai.

Per fortuna al primo break pubblicitario la malìa si è interrotta e sono riuscita a schiodare da lì. E ho deciso una cosa. Per il momento aspetto. Aspetto fino al 21 dicembre prossimo. Che mi risulta essere la data della fine del mondo. Dopodichè, se il 22 dicembre alle 00.01 sul meridiano di Città del Messico non è successo ancora niente, salto su aereo, sbarco in Messico, e il primo Maya che incontro gli faccio un culo come una capanna.

Perché una civiltà che produce e non rende illegale una cosa come Little Miss America, non merita di sopravvivere a se stessa nemmeno cinque minuti. Figuriamoci in saecula saeculorum.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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