Creato da mister_leonardo il 06/03/2008
“The charms of the passing woman are generally in direct proportion to the swiftness of her passing (Marcel Proust)

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La Papessa Giovanna

Post n°4 pubblicato il 07 Marzo 2008 da mister_leonardo
Foto di mister_leonardo

Il primo a pubblicare la leggenda della Papessa fu il cronista domenicano Giovanni di Metz nel 1240, ripreso dal collega Martino di Troppau pochi anni dopo.
Si parla del mito della Papessa anche nella "Chronica universalis" del 1250 del domenicano Jean de Mailly. In Italia solo Boccaccio parlò di lei nel “De mulieribus claris”, nel capitolo 101.

Della Papessa parlò Jan Huss (in seguito processato per eresia) al Concilio di Costanza nel 1415, affermando "... Molte volte i papi sono caduti nel peccato e nell'errore, per esempio quando Giovanna Anglica, che era una donna, fu eletta Papa...".

Il mito della papessa Giovanna fu screditato dagli studi di David Blondel, uno storico e pastore protestante francese della metà del '600. Blondel, attraverso un'analisi dettagliata delle affermazioni e delle tempistiche suggerite, cercò di dimostrare che nessun evento di questo tipo poteva mai essere avvenuto, neanche nel periodo della pornocrazia romana, ma che la leggenda faceva leva su tre paure cattoliche medioevali:

  • un papa sessualmente attivo
  • una donna in posizione di autorità dominante sugli uomini
  • l'inganno portato nel cuore pulsante della Chiesa

Il mito di Giovanna fu definitivamente distrutto dallo storico cattolico Johann Dollinger nel 1963, con il testo più autorevole contro la veridicità storica dell'unico esempio di papato femminile (?). 
 
                                                           -=oo0oo=-


La leggenda narra che Giovanna sarebbe nata dall'unione di un monaco inglese, discepolo di Giovanni Scoto Eurigena, e di una allevatrice di oche, tale Jutha. 
La leggenda continua raccontando di come Giovanna fin da piccola mostrasse interesse per i dibattiti, la teologia e la cultura (beh, con un padre monaco evangelista ...!) e fosse stata educata inizialmente dal padre, il quale le fornì un'istruzione che per quell'epoca era straordinaria e riservata solo agli uomini.

All'età di 10 anni Giovanna rimane orfana e viene accolta presso il convento di Musbach, dove si dedica all'attività di amanuense nel locale Scriptorium, ampliando così la sua istruzione.
Qui conobbe Frumenzio, mandato nello stesso luogo per trascrivere le Epistole di Paolo, e se ne innamorò, fuggendo con lui travestita da monaco e con il nome di Johannes Anglicus (in italiano si trova anche la versione Johannes Angelicus, ma è più verosimile Anglicus che alluderebbe alle origini anglosassoni dell'ambiguo personaggio).
I due amanti si stabilirono per un po' in Atene, dove Giovanna trasse molto profitto nelle diverse scienze, al punto tale che nessuno poteva starle alla pari.
Dopo varie peripezie i due giungono a Roma. La leggenda qui è incerta: alcune fonti riportano che Frumenzio morì, altre vogliono che avesse abbandonato Giovanna, la quale però non abbandonò il travestimento maschile (per intuibili motivi molto convincente) ed entrò nel convento di San Martino.
Qui si distinse come predicatore di altissimo livello. Insegnò anche alla Scuola dei Greci e divenne in breve un autorevole esponente della comunità ecclesiale, notaio della Curia e infine, scaland la gerarchia curiale  ... Cardinale!.
Nell'Urbe, Giovanna godeva di grande reputazione, per i suoi costumi e per la sua scienza, e della sua bravura giunse eco anche al papa Leone IV, che la/lo volle come consigliere, ignaro, naturalmente, del suo vero sesso.
All'unanimità fu eletta Papa il 17 luglio 855, dopo la morte di papa Leone IV, in un'epoca in cui l'investitura del pontefice avveniva in modo fortuito. La leggenda racconta che Johannes Anglicus prese il nome di Giovanni VIII.

Durante il suo papato, che dovrebbe essere durato poco più di due anni, (dall’854 all’856), Giovanni VIII si innamorò nuovamente, questa volta di un suo servitore, un giovane prete colto e raffinato, che lavorando a stretto contatto con lei/lui non tardò a scoprire l’inganno dell’astuta donna (sessualmente promiscua), all’epoca trentacinquenne.
I due si lasciarono travolgere dalla passione, suggellando con l’amore il loro segreto.

Dopo due anni di pontificato ecco lo scandalo. Rimasta incinta del giovane prete e non conoscendo il tempo del parto, partecipò alla processione di Pasqua dell'anno 855.
Anche qui la leggenda si fa oscura: secondo alcuni, dopo il Colosseo (nei pressi della basilica di San Clemente) la folla entusiasta si strinse attorno al cavallo che portava il pontefice e l'equino reagì spaventandosi e sbalzando dalla sella il pontefice che ebbe un traumatico travaglio prematuro.
Secondo altre fonti, all’altezza di Piazza S.Giovanni, il pontefice fu costretto ad alzare le braccia per scagliare la croce, ma il gesto fece perdere i sensi a Giovanna procurandole un forte dolore: il popolo, le suore, i monaci e i cardinali tutti accorsero in aiuto, ma rimasero tutti sbigottiti quando il papa ... "partorì un bimbo"!. 

Il pubblico parto rivela l’impostura; Giovanni VIII ri-diventa la papessa Giovanna, che finisce lapidata dalla popolazione e muore con il neonato in mezzo alla strada.
Nessuno ebbe pietà né misericordia: i due corpi, dopo essere stati legati ai cavalli e trascinati davanti agli occhi della folla inferocita, furono finalmente sepolti nel luogo in cui morirono.

Il luogo della sepoltura è ancora oggi visibile a Roma, all'angolo tra via dei Coronari e via dei Querceti, nel punto in cui sarebbe avvenuto il parto e il linciaggio: lì c'è un sacello, risalente al secolo XI, una stanzetta buia e molto degradata chiusa da un'inferriata. A fianco una piccola lapide che invita a pregare la Madonna.

Un finale alternativo della fantastica vicenda racconta che la Papessa, venendo dal Laterano verso S. Pietro, nella strada che conduce al Colosseo fu presa dalle doglie e partorì in mezzo alla strada, e quel vicolo fu detto vicolo della Papessa.
La donna non fu lapidata ma deposta dal pontificato, mantenendo il semplice abito monacale (secondo una versione più integralista, la Papessa sarebbe stata scomunicata) e vivendo in penitenza finché suo figlio divenne vescovo di Ostia.
Sentendosi poi prossima alla morte, ordinò di essere seppellita nel luogo stesso in cui aveva partorito, ma il figlio fece trasportare la salma ad Ostia, tumulandola in una Chiesa.

Il popolino irriverente e beffardo ha molto fantasticato su una sedia, realmente esistente nella chiesa di S. Giovanni in Laterano, il cui sedile è tagliato a mezzaluna. 
La leggenda della Papessa si arricchiva con il rito della sedia stercoraria: si immaginò che ogni nuovo papa venisse sottoposto a un accurato esame intimo per assicurarsi che non fosse una donna travestita (o un eunuco). Questa verifica prevederebbe il sedersi su una sedia dotata di un foro a mezzaluna.
I diaconi più giovani presenti tastrebbero quindi, nell'immaginario collettivo, sotto la sedia per assicurarsi che il nuovo papa sia maschio.
«E allo scopo di dimostrare il suo valore, i suoi testicoli vengono tastati dai presenti più giovani, come testimonianza del suo sesso maschile. Quando questo viene determinato, la persona che li ha tastati urla a gran voce testiculos habet ("Ha i testicoli") E tutti gli ecclesiastici rispondono: Deo Gratias ("Sia lode a Dio"). Quindi procedono alla gioiosa consacrazione del papa eletto».
(Felix Hamerlin, De nobilitate et Rusticate Dialogus (ca. 1490)
E' stato poi dimostrato dagli storici che la sedia stercoraria è stata così predisposta affinché colui che è investito da un sì grande potere sappia che egli non è Dio, ma un uomo e pertanto è sottomesso alle necessità della natura.

 
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