Creato da kripton2 il 17/03/2005
Sofferenza da mobbing

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Scoppiato.

Post n°18 pubblicato il 31 Ottobre 2007 da kripton2
 

Alla fine non ce l'ho più fatta. E' metà mattina di un giorno lavorativo e sono a casa. Ieri dopo un inizio di mattinata fatta di mails al vetriolo ricevute e trasmesse con la Direzione, non ce l'ho più fatta. Il mio fisico ha avuto il sopravvento sulla mia volontà di non dargliela vinta, di sopportare tutto e sono dovuto andare a casa.

Avevo una forte tachicardia, il più volte citato groppo allo stomaco era paragonabile alla digestione di 4 cubi con spigoli taglienti. Ho tentato di fare un paio di giri per la fabbrica per sbollire la mia angoscia ma niente. Addirittura ad un certo punto ho avuto un rigurgito con lo stomaco che sembrava in fiamme, mi sono detto basta, è impossibile lavorare. Soprattutto anche pericoloso in quando senza un minimo di serenità, avrei potuto commettere errori gravi che non avrebbero certo avuto comprensione da parte di chi vuole male.

Il mio dottore mi da dato un paio di giorni di malattia riscontrandomi uno stato ansioso. Non ha avuto certo problemi a riconoscermi il malessere in quanto sa ormai da anni che sono nel mirino della Direzione e spesso mi ha dovuto prescrivere medicine contro l'ansia e il mal di stomaco.

Purtroppo il mio problema non si risolve con questi giorni di riposo. Quando mercoledì prossimo ritornerò al lavoro, trovero sicuramente una qualche mail velenosa se non una convocazione per un richiamo ufficiale.

Ho dovuto fingere con i miei di essere in ferie per non dover sottostare alle loro domande con il rischio di preoccuparli di più di quanto non sono già. Il problema è stato che mia moglie mi ha chiesto, pensando che essendo in ferie avessi tempo a disposizione, di scaricare alcune scatole nel negozio dove lavora. Ho dovuto rifiutare in quanto l'orario coincideva con il periodo di controllo INPS. Come era facile immaginare si è giustamente risentita dandomi in pratica dello scansafatiche. Così oltre ai pensieri generati dal lavoro, oggi dovrò anche vedermela con il muso lungo di mia moglie.

Mia madre dice spesso citando un proverbio che "sempre bene non va ma che sempre male non andrà" per rassicurarmi. Oggi io vivo solo con questa speranza.

 
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La sopraffazione.

Post n°17 pubblicato il 27 Ottobre 2007 da kripton2
 

Venerdì pomeriggio, chissà perchè sempre in questa giornata, ho ricevuto la solita intimidazione sul lavoro che mi sta rovinando il weekend. Un giorno quando ci sarà da fare i conti con la vita, sarebbe bello capire quanto questi momenti con il cuore in gola, mi saranno costati in termini di giornate in meno da vivere.

Torniamo ai fatti. La figlia del titolare che nell'organigramma aziendale, figura come Responsabile Commerciale Estero mi manda una mail velenosa, inviando la missiva anche all'attenzione del Responsabile del Personale. Vuole sapere il perchè di alcuni prodotti in giacenza che a suo parere sono in esubero ma soprattutto pone quesiti e pretende risposte riguardo una vicenda per la quale già due settimane fa avevo dato chiare giustificazioni nell'ambito di una inchiesta interna.

Infatti mi fu domandato dal Responsabile di Stabilimento di fornire spiegazioni riguardo un acquisto di master che era stato l'oggetto di una problematica di produzione. Avevo acquistato un prodotto che costava di più e che nell'ambito di una produzione specifica, si è rivelato non adatto. Da questo episodio, come detto, perfettamente spiegabile nell'ambito delle modalità di acquisto e in linea con le tipologie di qualità, era nata una discussione dai toni forti con Lei. Alla fine mi sembrava di aver dato dimostrazione di buona fede e chiarezza in fase di acquisto, tanto che l'episodio si era chiuso con una mail dai toni non concilianti ma quano meno risolutivi. 

Quello che più mi sta ferendo, è che pensavo che la vicenda fosse stata archiviata ;  invece per la Direzione che non cerca altro che un appiglio per potermi licenziare, non era affatto così. Ripresentarla dopo qualche settimana, rappresenta per me una persecuzione in quanto, pur con l'animo sereno, mi rendo conto che mi stanno sempre addosso. 

Ho risposto sempre via mail agli stessi intestatari, ossia la figlia del Titolare e al Resp.Personale. Gli detto che per gli articoli in esubero, risponderò non appena avrò completato la visione della documentazione mentre per l'argomento che più mi ha turbato, gli ho garantito una risposta ma gli ho chiesto di dirmi, visto il Suo non disinteressato impegno in argomento, se è Lei che si occupa di questi articoli e da quando.

Mi aspetto di tutto Lunedì quando torno al lavoro. Sono convinto che ci saranno momento molto duri e nonostante sia ormai preparato a tutto. non riuscirò mai ad abituarmi a queste frustrazioni. D'altra parte mi rendo conto che come lavoratore in queslla Azienda, sono un "dead man walking". Comunque se pensano che dia le dimissioni, si sbagliano di grosso ; dopo tutte le mortificazioni che ricevo ormai da quasi tre anni, se vogliono che me ne vada, ci devo mettere loro la faccia.

Sto facendo una fatica terribile a mascherare i miei sentimenti ; non voglio turbare mia moglie e soprattutto mia figlia, che dopo un periodo di difficoltà anche Lei sul lavoro, mi sembra più serena. Mi domando anch'io quando toccherà a me, certo non ora. Ho un "groppo" sullo stomaco e purtroppo, non è per la fame.

 
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Il benefattore torna alla carica.

Post n°16 pubblicato il 05 Ottobre 2007 da kripton2
 

E' mai possibile che una persona normale possa definire un licenziamento come un atto di benevolenza nei confronti di chi lo subisce ? Io dico che normalmente non è logico affermarlo ma dove lavoro evidentemente non è così. Nasce così la figura del Titolare benefattore.

Dopo alcune settimane dalla scadenza dell'accordo durato quattro mesi, durante i quali l'Azienda avrebbe dovuto trovarmi un altro posto di lavoro, condizione irrinunciabile per eventuali mie dimissioni, il Titolare è tornato alla carica. Tutto trionfante mi presenta una offerta di lavoro trovata sul giornale che secondo Lui farebbe al caso mio ; gli faccio presente che il periodo legato dell'accordo è terminato e che non sto ad aspettare i loro comodi, visto e considerato che nei mesi precedenti quando avevo dato la mia disponibilità, hanno combinato ben poco.

Il benefattore si stupisce delle mie parole e mi ricorda benevolo che fa tutto questo per il mio bene perchè io abbia un lavoro nuovo dove abbia maggiori soddisfazioni. Il fatto che è l'insanabile voglia di farmi fuori che lo spinge magari sperando che mi dimentichi della congrua buonauscita che sta da sempre alla base delle mie eventuali dimissioni.

Comunque qualche giorno fa sono stato contattato dalla società di Selezione personale per un un appuntamento ; è stata la Direzione a presentarmi compilando il mio profilo. Ci vado solamente per curiosità ma non ho nessuno intenzione di dimettermi. Non posso permettermi a 50 anni di rischiare un salto nel buio.

 
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Mobbing all'ordine del giorno.

Post n°15 pubblicato il 29 Agosto 2007 da kripton2
 

Sono rientrato tre giorni fa e già oggi ho ricevuto la solita intimidazione da parte del Direttore del Personale. Dopo quanto è successo negli ultimi mesi non ha perso tempo per farmi capire che sono precario in una azienda dove lavoro da 13 anni.

Questa persona come già detto si occupa di direzione di una Azienda all'estero, collegata a quella dove lavoro. E' lui che segue gli approvvigionamenti dei materiali ed è consuetudine che prelevi dalla disponibilità dell'Azienda in Italia, quanto serve per la produzione là. Gli ho fatto osservare che durante il periodo di chiusura aveva prelevato materiale per quantità ben superiore a quella stabilita (+70%) mettendomi in difficoltà per il reintegro. Per tutta risposta mi ha sbeffeggiato dandomi dell'incapace, non contento, mi intimorito dicendo che se resteremo senza materiale, mi riterrà responsabile, facendomela pagare.

Non ho la certezza ma secondo me, non si è proprio posto il problema riguardo al prelevare oltre al dovuto. Non so come dire, ma il mettermi in difficoltà fa parte delle modalità di provocazione con cui spera che io "scoppi".

Se non è mobbing questo ! Proprio nel giorno in cui la Cassazione ritiene che non si possa procedere penalmente ; secondo me questi sono maltrattamenti. Non saranno percosse fisiche ma certamente fanno malissimo ad organi come il fegato e il cuore. 

Non hanno motivazioni credibili per licenziarmi, non riescono a trovarmi una alternativa in Azienda, non vogliono trattare in termini realistici venali una mia buonuscita, l'unica cosa che rimane alla Direzione è di umiliarmi e sperare che io scoppi.

Sto meditando di rivolgermi all'ufficio competente presso il patronato ; penso di avere accumulato sufficiente materiale come si può leggere nel blog. Sono stanco quando arrivo a casa alla sera, di riportare il malessere alla persone che mi stanno accanto.

 
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Crampi allo stomaco.

Post n°14 pubblicato il 28 Giugno 2007 da kripton2
 

Basta. Ho deciso di andare qualche giorno al lago. Non posso sempre vivere macerandomi dentro, nella continua richiesta a me stesso, di come mai sono arrivato a questo punto.

Sono in ferie da Sabato scorso e la settimana è stata inutile per risolvere la mia situazione di lavoro. Ho sostenuto due colloqui presso agenzie, di cui uno era un appuntamento che mi è stato organizzato dalla mia ditta, per vedere se c'è la possibilità di trovare una nuova occupazione in funzione dell'accordo di maggio con il titolare. E' stata una pena ; nessuna prospettiva a breve, solo vaghe possibilità. Basta dire che la migliore probabilità che mi sono sentito offrire è stato che entro 15 gg. una azienda mi inserirà tra le sue scelte potenziali.

E' stato demoralizzante spiegare alla fatidica domanda "per quale motivo vuole cambiare lavoro ?" che io non vorrei cambiare ma è il mio padrone che mi vuole mandare via, io cerco solo di salvare il salvabile. Senza dimenticare la mortificazione di spiegare queste cose a delle persone che sono poco più che dei ragazzi ; mi seguono tra lo stupito e il disinteressato. Loro non capiscono e si stupiscono della mia risolutezza a continuare a sorreggere il confronto con l'azienda per cui lavoro. Loro se ne sarebbero andati certamente prima di me, senza continuare a sopportare angherie da oltre due anni. Si vede proprio che non si rendono ancora conto che cosa vuol dire avere 50 anni di età nel mondo del lavoro ! 

Ho detto basta e basta sia. Voglio andare almeno due o tre giorni in giro con mia moglie in campeggio. Anche lei è molto stanca di questa situazione ma è bravissima a non farmelo pesare. Spero che almeno lei non pensi a questa storia, almeno per qualche ora.

 
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