Creato da Nereide_81 il 08/12/2006

Ambrosia e cicuta

Vorrei che la moralità fosse una stella filante, da soffiare e sciogliere al vento

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TI ODIO

Post n°232 pubblicato il 25 Marzo 2012 da Nereide_81

Vorei poter scrivere di te ma mi fa troppo male e non so se ci riesco. Credevo di essere una donna...e invece hai visto, ero una bambina. Una bambina che aveva provato tutto, tranne l'amore vero, quello che ti fa venir voglia di costruire una famiglia, sposarti, e mettere su casa. Me l'hai fatto provare, caro S. 

S. come stronzo, cos'altro? 

 

E pensare che non ti volevo, eri troppo vecchio, pesante, e baciavi anche male. Ti prendevo in giro con le mie amiche. Sono anche stata con altri, un paio di volte.

 

Non doveva essere una storia seria. 

 

E poi puf. Mi sono innamorata. Che buffo, a dirlo così. Tragicamente buffo. Ho ceduto al desiderio di essere qualcosa,  un insieme per sempre. Ho indossato quell'anello che quando me l'hai dato neanche volevo vedere. Siamo andati a vivere insieme e ho allestito con cura tutti i mobiletti della cucina, imparando ad essere una donna. A fare una lavatrice. A cucinare. A fati trovare tutto ordinato e accogliente.

 

Ho conosciuto i tuoi, ho partecipato alle feste in famiglia. Ho detto addio alla mia vita sfrenata, ai fine-settimana divertenti. Ho adottato la politica del film in dvd, o della pizza a domicilio. Apprezzavo i nostri giretti pallosi della domenica, la colazione a letto, il nostro cane che ci guastava i programmi, e che saltava sul letto per giocare. 

 

Sono stata fedele, anche quando il sesso ha cominciato ad essere meno frequente, perché i problemi sul lavoro ti facevano venire subito, e diventava complicato e imbarazzante.

 

Ho sopportato le tue sessioni infinite ai videogiochi, e il calcio, la formula UNO, Valentino Rossi, e tutte queste minchiate.

 

Ho ascoltato le tue ripetizioni, e accettato i tuoi ostinati silenzi, anche quando avevo voglia di parlare di me fino all'alba. Perché di me non parlavamo mai. E neanche di te, se è per questo. Non parlavamo, punto. 

 

Tu, piantato per terra, noioso e perfino banale, io perennemente per aria, persa nei miei squilibri e nelle mie emozioni.

 

Eppure, ti amavo. Ti amavo tanto. Non so dirti perché, S. C'è davvero bisogno di spiegare il perché di un amore? Quello che so è che era forte, genuino, leale. A volte ho desiderato di non esserci invischiata, perché mi sentivo infelice e incompresa, ma l'amore è sempre stato maledettamente più forte.

 

TI ODIO.

 
 
 

FINE

Post n°231 pubblicato il 07 Agosto 2011 da Nereide_81

E' arrivato il momento di chiudere. Il momento dei rimorsi e del gusto amaro in bocca.

Desidero allontanarmi e vorrei farlo in punta di piedi, senza che lui se ne accorgesse. Vorrei che anche lui la vedesse così, e allora non ci sarebbe bisogno di nessuna spiegazione. Nessuna parola, nessun perché, nessun ma, nessun se, niente di niente. Purtroppo invece le spiegazioni le ho sempre dovute dare.

Vorrei non farlo soffrire e spero non soffrirà. Ma è il momento di lasciare.

Ieri lo guardavo e per un attimo ho sentito amore da parte mia. Una forma di amore rabbioso, però, di chi ha il cuore a pezzi e non lo ricostruirà più. Ho avuto anche un po' paura. Paura di deluderlo, di perderlo, di non potergli dare di più. Paura di non riuscire a potermi mai fidare di lui, e di nessun altro.

Meglio abbandonare, era una pazzia fin da subito.

La chimica gioca pessimi scherzi.

Anime e corpi che si sono sfiorati per un breve istante, scambiandosi qualcosa, e poi via, verso la propria strada.

 
 
 

IL POTERE DI UN BACIO

Post n°230 pubblicato il 04 Agosto 2011 da Nereide_81

C'è qualcosa che avevo veramente dimenticato nei baci di Navy. Mi è successo spesso di avere storielle di sesso, ma non riesco a ricordarmi bene se c'era veramente qualcosa del genere. Forse sì, ed è stato sepolto sotto anni di attrazioni fisiche più incerte, brutali, o con uomini terra-terra. A volte ho pure scherzato con le amiche sugli uomini che baciano a Moulinex (frullatore), che ti mettono la lingua in gola o che ti divorano.

Passiamo le ore così. Gli piace indugiare un secondo, guardandomi negli occhi, prima di avvicinarsi. A volte fa un mezzo sorriso e mi parte un brivido pazzesco. Si ferma sulle mie labbra, lascia che gli risponda, si ritrae, si riavvicina. Succhia leggermente, Quando le nostre lingue si sfiorano è la parte culminante di una danza cominciata da un pezzo. E' allora che i respiri cambiano il ritmo. Ma dolcemente va avanti. Finché non sentiamo che il resto non si può evitare, e allora diventa profondo. La sua bocca riempie la mia, i respiri diventano affannosi, il desiderio è come un fiume in piena.

Ieri mi ha detto "adoro come mi baci". Mi ha resa felice. Sono contenta che piaccia anche a lui come ci stiamo muovendo, questa pazzia di volerci con dolcezza, per poi magari cadere nel perverso, e poi di nuovo riprenderci con cura. Semplicemente lo adoro.

Sono certa che non vorrò mai una relazione con lui. Lui lo sa. Ma ieri mi sono sentita di ribadirlo. Perché ho visto nei suoi occhi troppa luce, nelle sue carezze una forma di amore, nei suoi abbracci qualcosa di tenero e languido che non mi è sembrata solo chimica e desiderio di appagarsi e farsi del bene.

Gli ho detto che sono sicura che non potremmo mai stare insieme, ed è la verità.
Lui mi ha detto che lo sa, ma poi mi ha chiesto perché ne sono così certa.
Io gli ho risposto che siamo troppo simili, due pazzi, e teste di cazzo e paranoici, e senza un mezzo piede per terra.
A quel punto, gli è uscito il fatto che secondo lui non è così, perché siamo amici e tra noi c'è anche una forte passione, e questi sono gli ingredienti essenziali anche in una relazione.
Io gli ho messo un dito sul labbro, perché smettesse di parlare...
"Sssssh...",gli ho intimato, "non dire così...mi fai paura. Sono sicura di quello che dico. Non ci sarà mai una relazione".

Poi l'ho abbracciato stretto. L'ho sentito sussurrare: "Scusa".

Lo desidero davvero tantissimo, ma non sarà lui a portarmi via.

 
 
 

ODORI

Post n°229 pubblicato il 03 Agosto 2011 da Nereide_81

E così, questo è quello a cui dovevamo arrivare.

A una doppio malto e qualche Martini dry di troppo, e barcollare e ridere per strada con le scarpe che mi fanno male. A chiederti se vuoi salire, per l'ultima birra.
A mettere su un film per non guardarlo, e ricominciare subito a parlare.
A te che mi chiedi: posso venirti vicino? e mi abbracci sul divano. Alla mia bocca che si fa vicina, con piccoli, deboli movimenti. Alle tue mani che mi accarezzano le cicatrici sulla pancia.

E finalmente la tua bocca bacia l'angolo della mia. Giusto per tastare la mia reazione, e vedere se mi ritraggo. Ma io non ho intenzione di ritrarmi, e ti lascio continuare. E allora eccolo, il nostro primo bacio. Mi stringi, e adesso, tra un bacio e l'altro, le tue braccia si fanno più forti. I nostri respiri si fanno forti.
In fondo, sono tre settimane che vogliamo esattamente questo.
Diventi più profondo, senti i miei fremiti, e io sento i tuoi. La tua mano mi accarezza forte sopra  jeans. Sei dolce, ma intenso. Posso percepire il tentativo di trattarmi con cura, anche nel modo in cui arrivi ai miei seni e li scopri, e te li metti delicatamente in bocca.

Il tuo profumo è buono, sa di pulito, la tua pelle è giovane e morbida, i tuoi occhi azzurri brillano nel buio. Dio, quant'è bello vedere come sei. Quant'è bello vedere quanto cambi adesso che sei eccitato, e che mi desideri.

E' tutto talmente naturale, come lo sono state le nostre parole nelle notti di luglio. Come se davvero non ci fosse imbarazzo tra le nostre nudità, tra le nostre pelli che s'ncontrano. Non mi era mai successo così tanto. Capisco di non avere paura, e tutto quello che facciamo, e non dovremmo fare, diventa buono e giusto.

Dopo, i tuoi lineamenti nel buio mi rubano i baci dalla bocca. Sei bellissimo. Quanto mi mancava. Quanto mi sei mancato, ancora prima di esserci. Mi sorridi, sorridiamo di continuo, scherziamo, ci baciamo. Poi arriva l'alba e ti lascio andare.

Il rimorso lo tengo per domani.

 
 
 

Malattia

Post n°228 pubblicato il 25 Luglio 2011 da Nereide_81

Adesso invece di essere malata solo mentalmente, lo sono anche fisicamente. Sto proprio a posto. E di una malattia cronica progressiva poi.

Tutto questo mi legittima ad essere un po' pazza no?

E quindi non m'interessa se sicuramente non sei tu, non m'interessa se non hai nulla a che fare con me. Abbiamo fatto le 3 del mattino per due sere consecutive bevendo birra e fumando, mi sono dimenticata che queste cose non potrei farle, mi sono dimenticata anche della malattia, e questo, sai, capita molto raramente.

Ho visto il modo in cui mi hai detto che ti piaccio, con una decisione che non mi aspettavo da te. Ho capito che l'insicurezza è solo una piccola parte di quello che sei. Ho visto che anche quando sei terribilmente serio, con quell'espressione profonda, basta un mio sorriso e tu, di rimando, sorridi a tua volta. Così, adoro distrarti quando parli di cose importanti e ti stai concentrando, adoro il fatto che ti sciogli, e compare quel guizzo sincero nei tuoi occhi. Vorrei farti sorridere così sempre. E vorrei che quella notte di chiacchiere non fosse finita ancora, perché era una vita che non riuscivo a comunicare tanto bene con qualcuno, e mi ero dimenticata che a volte succede. Sono tornata a letto con una stupida emozione addosso, con la certezza che a te non era mai successo prima.

Sono passati 6 anni almeno, eri un ragazzetto. Io invece ero già donna sotto tutti i punti i vista, anche se sono pochissimi gli anni che abbiamo di differenza. Sai che penso che, nonostante questo, in qualche modo mi piacessi già, mi facevi simpatia. Non avrei mai immaginato che mi sarei avvicinata a te così tanto, in un futuro e in uno spazio così distanti. Eppure è successo.

E' passato tanto tempo, tu hai attraversato un brutto incidente, la tua prima convivenza. Sei entrato nella stanza, hai detto ciao Marta. Io ho pensato a quanto cazzo sei cresciuto, cioè sì, adesso sei un uomo fatto, con le spalle enormi come piacciono a me, ma anche la faccia. Non sorridi più. Cosa c'è che ti impedisce di sorridere? E poi capisco tutto. Non sapevo del coma, dei debiti, di tutto. Mi sembra stupidamente di essere mancata, eppure non eravamo così vicini, non avrebbe avuto senso.

Mi sembra di sentirti vicino, e gioco con i tuoi sguardi. Quella notte mi hai chiesto se davvero l'ho sentito anch'io. Come potevo non sentirlo? Non solo l'ho sentito, penso addirittura di averlo in qualche modo creato, nello stesso istante in cui ci siamo rivisti.

Ne posso avere quanti voglio, ma tu sei stato diverso fin da subito, è scattato il mio gioco, però...poi ho scoperto la tua testa, bella, idiota, dolce, di cazzo. E ho sentito che valevi ben più di una chiacchierata.

In due settimane hai rovesciato la tua vita per qualcosa che sai che non posso darti. Dici che l'hai fatto solo per te stesso, perché eri infelice e io ti ho fatto capire delle cose. Spero che sia così.

Ma non cambierei per niente al mondo i tuoi sorrisi, il fatto che ieri, sotto alla coperta, con il temporale che sbatteva alle finestre, mi hai preso la mano e mi accarezzavi la schiena. Hai cominciato ad annusare la mia pelle, piano, poi forte, come se volessi riempirti i polmoni del mio odore. Non sei un uomo fatto, ma quando lo sarai sarai bellissimo. Perché potevi fare mille cose stupide e banali, e invece hai voluto portare via con te l'odore della mia pelle. E questo va oltre a quello che la maggior parte degli uomini abbia fatto per me.

Ti penso. E ho paura di me, anche se ti ho detto che tu non dovresti averne.

 
 
 

Oggi

Post n°227 pubblicato il 24 Marzo 2011 da Nereide_81

2 visite al mio blog???
Ma chi è che passa ancora da queste parti?

 

Sono ancora viva: positivo.

Ho una malattia rara: negativo.

Non è un tumore: positivo.

Non è neanche un raffreddore, però: negativo.

Non esiste una cura: negativo.

Esiste un modo per attenuare i sintomi: positivo.

Non morirò a breve: positivo.

I farmaci non mi fanno un granché effetto; negativo.

La ricerca va avanti: positivo.

 

Non sono più la stessa di prima: positivo/negativo.

Ho acquistato molta più sensibilità: positivo.

Sono spesso insofferente: negativo.

Ho ancora voglia di fare tante cose: positivo.

Non riesco mai a fare un cazzo: negativo.

 

Mi sono incazzata con Dio e gli uomini per essermi ammalata: negativo.

Sto pian piano iniziando ad accettarmi nel mio nuovo stato: positivo.

 

Ho dovuto dare le dimissioni perché la malattia mi sfinisce: negativo.

Sono ultracerta che in futuro migliorerò: positivo.

Ho avuto tanta paura: negativo.

La paura mi ha fatto scoprire che non detesto la vita: positivo.

 

Faccio pochissimo sesso: negativo.

Mi masturbo moltissimo: positivo.

Ho dovuto smettere di bere, fumare e prendere tranquillanti: negativo.

La malattia mi ha fatto superare gli attacchi di panico: positivo.

 

La mia vita procede dannatamente tranquilla: negativo.

Ho il divieto assoluto di espormi al sole: negativo.

Il mio fidanzato ancora mi sopporta: positivo.

 
 
 

BLOCCO

Post n°226 pubblicato il 25 Agosto 2010 da Nereide_81
Foto di Nereide_81

Non ce la faccio...

Ho lasciato passare l'estate senza sentirlo, senza rispondere per quel caffé. Pensavo fosse una cosa momentanea, ma...

Ho avuto qualche piccolo attacco di panico. ODIO gli attacchi di panico. Vengono quando vogliono, come un parente scomodo. Ho fatto di tutto per tenerli a bada, e ci sono riuscita, ma a volte sono più forti di me. Basta abbassare un po' le difese, ed eccoli lì.

E poi sono (felicemente?) fidanzata. Di che guai vado in cerca? Lui è il primo amore, non è un giochetto ignobile dei soliti. Ho ricordi bellissimi, che non voglio intaccare. E non voglio nemmeno essere la solita stronza. Sì, mi sento in colpa. Verso di lui, perché desidero entrare nella sua vita e distruggergliela, senza un motivo preciso, solo per divertimento. E verso il mio compagno, che non conosce la mia malattia.

Aspetto, come nei proverbi zen. Aspetto che sia la marea a trascinarmi. Prima o poi qualcosa accadrà.

 

 

 
 
 

Inquietudine

Post n°225 pubblicato il 11 Luglio 2010 da Nereide_81

Mi chiede se dopo 10 anni non sia il caso di uscire per un caffé,

 

speravo che il "prima" durasse più a lungo. Anche perché devo riuscire a prendere un po' di sole e perdere qualche kg che l'ultimo anno di poca salute mi ha lasciato addosso.

L'esperienza m'insegna che queste cose andrebbero prese subito, in modo da non far svanire l'effetto emozionale. Ma visto che immagino mi voglia vedere per curiosità, devo preparare un piano perfetto. E preparare un piano perfetto, ora come ora, non mi riesce. Sto ancora scontando il post-inferno della malattia, ed è da tempo immemorabile che non mi gioco la partita sul campo, avrei preferito gettare le basi a distanza. Mi tremano le mani e sto pensando a troppe cose, il che potrebbe portare a un blocco totale dovuto all'emozione...ma lo controllerò...

Non so se ce la posso fare. Prendo tempo e sparisco. Cerco di raccapezzarmi sul cosa gli piaceva di me. Ero maledetta ma dolce. Oggi emulare gli stessi atteggiamenti risulterebbe penoso, non sono più una lolita ma una donna fatta. Essere sé stessi è escluso, credetemi che è una gran cazzata, e in ogni caso non so più dire nemmeno io che cosa sono, perciò...

Devo anzitutto non sembrare una minaccia. Farlo finire nel gioco come se accadesse per caso, contro la mia stessa volontà. Non devono trasparire i miei intenti, ma lo stesso deve caderci in pieno.

E' la persona più intelligente che abbia conosciuto, certo ero una bimba, ora non più...ma deve credere che abbia ancora la stessa voglia di apprendere. Gli dirò che il mio cuore è chiuso a chiave, cosicché non si spaventi. Gli chiederò del suo viaggio...e lo lascerò parlare, parlare...Lo riempirò di domande, sbattendo gli occhioni, sporgendomi in avanti. Lo stupirò dicendogli che so quella cosa, penserà che ho sempre mantenuto un legame a sua insaputa. Forse userò l'arma del ricordo, con qualche aneddoto divertente che al tempo non ho avuto il coraggio di svelargli. Magari gli chiederò se ha ancora quella casa, ma mi guarderò bene dall'accennare al fatto che è il posto in cui milioni di volte, e la prima, abbiamo fatto l'amore. Sorriderò e lascerò il discorso in sospeso, facendo finta di non avere il coraggio di proseguire.

Gli lascerò un regalo speciale con una motivazione, questo è deciso, perché è necessario che mi pensi quando tornerà a casa.

Avrò un abito bianco, un po' scollato, o forse un top con un paio di shorts dai colori chiari, e sandali bassi. Profumerò di sapone e pulito, avrò due pendenti importanti alle orecchie, e un trucco leggero ma caldo.

 

Le possibilità sono minime, e sarà un salto nel vuoto...

Ho bisogno di tempo...

 
 
 

E.

Post n°224 pubblicato il 07 Luglio 2010 da Nereide_81
Foto di Nereide_81

Con quello del post precedente è finita come volevo. Ora, non lo voglio più. E' stato un errore, un terribile errore. Ora appiccica, ma in effetti è colpa mia.

 

In questi giorni penso ad E.

E' il primo uomo con cui io abbia fatto l'amore, non nel senso di scopata. Avevo 16 anni, e mi piaceva tanto che la prima volta che siamo rimasti soli, nella casa al lago, tremavo come una foglia pensando che avere le sue mani addosso e il suo sesso dentro fosse una cosa troppo, troppo orribile per il sentimento puro che provavo.

 

Lui mi vide tremare, per la prima volta ragazzina ai suoi occhi, e disse che no, non mi avrebbe toccato.

Mi amava, scriveva pensieri per me, diceva che era presto, ma avrebbe voluto una famiglia.

4 mesi dopo, il 1°maggio, giorno di festa da scuola, facemmo l'amore. Non poso dire che fu bello, non sentii nulla, avevo ancora troppo anestesia addosso, a 16 anni non si può essere già così scafati di bestialità maschile com'ero io.

Ma lui s'inginocchiò ai miei piedi, mi ringraziò, e da lì in avanti fu tutto bellissimo.

E. aveva una caratteristica che amo negli uomini: bastava un gesto, un profumo, bastava varcare la soglia di casa, e lui si eccitava. Era bello sapere che l'eccitavo così, senza fare la sgualdrina, solo per quello che ero. Anzi, amava sentirmi parlare, amava giocare a scacchi insieme, o prendere un gelato sul lago.

 

Inutile dire, che passati imesi lo tradii, lo ferii, gli spezzai il cuore in mille frammenti. Non è che adesso abbia molti scrupoli, ma a 16 anni ero veramente spietata. Non lo amavo più, o forse mi mancava la mia vita da puttana randagia, che avrei recuperato a breve.

 

Oggi E. è un uomo bellissimo. Sta con G. che è più giovane di me. Non so cosa sia successo, ma il gioco è iniziato. E stavolta è veramente, veramente dura.

Mi trema la pancia, ho le farfalle dell'agitazione progettando le prossime mosse.  Qui veramente ho un 1% di possibilità. Tenendo conto che dopo 1 anno e mezzo di malattia ne sono uscita visibilmente provata, sia psicologicamente che fisicamente, è dura. Non so nulla di lui e lei, e questo è l'altro punto debole.

Non ho mai cercato qualcuno che fosse fidanzato, ma lui lo voglio. Troppo. Mi serve per uscire dalla tristezza della malattia. Ne ho bisogno. Ho bisogno del gioco...

Non esiste un uomo che non si possa prendere. Tutto dipende dai mezzi che si usano, dagli errori che si commettono nell'usarli. Ci proverò...

 
 
 

tu

Post n°223 pubblicato il 19 Novembre 2009 da Nereide_81

Con chi posso parlare? Solo qui posso esprimere quello che penso senza paura di un giudizio. In fondo avevano ragione tutti, e lo sapevo anch'io, che prima o poi sarebbe successo...perché la verità è che non sono nata per l'amore come la normalità lo vorrebbe.

La maggior parte delle mie amiche si stanno costruendo una famiglia...con un matrimonio, dei figli...e io dico vaffanculo.

La posta in gioco è alta, ma io dico vaffanculo. Dopo 5 anni che scrivo sul blog sono ancora quella di sempre.

E tu...tu sei solo la fantasia di turno. Una macchina appannata, i nostri respiri e troppo alcol nelle vene. Ti sto convincendo che eravamo le persone giuste al momento sbagliato, ma non mi ascoltare. è solo una tecnica assodata per farti ancora mio.

Mi eccita il pensiero dei dettagli che nemmeno mi piacevano: gli addominali scolpiti, il tuo modo orribile di baciare.

Non lo so perché ti rivoglio, forse un giorno, ecco, mi hai fatto ridere, e ho pensato che sei l'unico uomo che sapesse farmi ridere, e visto che Glass è così noioso ho deciso che la scappatoia eri tu. comunque è irrilevante, la scintilla poteva scattare con chiunque. Sono io quella sbagliata, sempre, e non è questione di momenti. In effetti, eravamo e siamo ancora a tutt'oggi le persone sbagliate nel momento sbagliato.

non so dove mi porterai. Al tempo ti ho lasciato all'angolo di una strada con un semplice messaggio, senza preoccuparmi minimamente di quello che avevi investito su di me.Infatti, oggi sei diffidente verso il mio cercarti, o, forse, la ami veramente. E io non voglio che tu smetta di amarla. Voglio solo sapere che una parte di te è ancora mia.

Per gioco, per sfizio. Perché se dovessi morire domani, vorrei morire con questo brivido sulla pelle.

Mi sento uno schifo.

 
 
 

pensieri

Post n°222 pubblicato il 04 Agosto 2009 da Nereide_81

Ho sempre sostenuto di non provare nessuna attrazione per le donne.

Eppure negli ultimi mesi, allo scoccare dei 28 anni, nei miei sogni a volte compaiono. Non sono donne con delle facce. Hanno soprattutto un corpo, il che dimostra come la mia sia una curiosità puramente fisica, priva di sentimenti. E nei sogni, si sa, si svela la parte più inconscia di noi stessi.

Stamattina non stavo propriamente dormendo. Ero in un sorta di dormiveglia vigile.

Ho avuto modo di pensare che mi sarebbe piaciuto. E che, ad oggi, non provo più troppo imbarazzo all'idea.

Chissà se sarei impacciata o se saprei esattamente come muovermi.

Poi mi sono chiesta perché.

Perché ad oggi, dopo anni di assoluto disinteresse verso la sessualità femminile, mi piacerebbe provare?

 

Le ipotesi sono due.

La prima è che è l'unico campo sessuale in cui mi sento completamente tabula rasa. L'idea di partire da zero, come una nuova prima volta, non può che risvegliare una fantasia fervida come la mia.

La seconda è che, tutto sommato, sono un po' delusa dalla sessualità maschile. Destinata a scontrarsi con l'appiattimento delle giornate che passano, nel tu sotto io sopra io sopra tu sotto, al massimo tu dietro.

Odio le carezze intime come i preliminari di un rapporto. Credo che esista molto, molto di più per eccitare una donna.

Mi ritrovo a pensare a fantasie che sono solo mie per risvegliare un desiderio che altrimenti sarebbe così...banale.

Mi ritrovo a non condividerle perché so che sarebbero perle date ai porci.

 

 
 
 

V.

Post n°221 pubblicato il 02 Luglio 2009 da Nereide_81

La frase che ripeto più spesso, ultimamente, è "non mi va di parlarne". Non mi va di parlare neanche con me stessa, dei miei problemi, di quest'anno di merda, di lui. Ho messo tra me e la mia vita un muro, e credo che vada bene così.

Non avrei mai pensato che avrei scritto un post su V.  Ma stamattina, non so come, m'è venuta in mente.

V. non è stata propriamente una mia amica. Lei aveva gli occhi azzurri azzurri, i capelli platinati e un viso abbastanza grossolano. Non che fosse brutta, ma non c'era in lei quella tenerezza di lineamenti che invece io avevo. Di sicuro accanto sembravamo io una ragazzetta e lei una  donna vissuta, nonostante avessimo la stessa età.

Non credo di aver mai nutrito invidia nei suoi confronti, piuttosto ne ero affascinata. Aveva i seni abbondanti e qualche chilo di troppo, vestiti poco ricercati e modi a volte maschili.

Mi sono sempre chiesta come potesse avere tanto successo con gli uomini, ma credo fosse proprio per questa sorta di fascino che esercitava anche su di me, qualcosa di inspiegabile.

Io, faccia innocente, magra, sempre iper-curata e accessoriata. Lei, mezza uomo con queste tette così e questi occhi azzurri azzurri.

Ci eravamo trovate. Avevamo in comune una cosa: per entrambe, gli uomini erano solo tacche da collezionare all'interno di un perverso gioco di seduzione. Lei sfrontata, io misteriosa. Lei sboccata, io silenziosa quanto basta. So che sembra strano, ma quando eravamo insieme sentivo una scia, un'affinità di intenti. A volte mi metteva anche in soggezione, come se per la prima volta qualcuno avesse scoperto i miei piani, i miei giochi.

Per me conquistare la preda era tutto. Il sesso arrivava più tardi, e non così di frequente. Per questo infinite volte mi prendevo della stronza, a posteriori.

V. invece adorava fare sesso. Lei se ne trovava uno (li sceglieva con cura, comunque, ne aveva la possibilità) e se lo portava letto. A casa di lui, sempre. Non amava i ragazzetti, gli piacevano quelli che avessero casa loro. Li adorava con la pancia. Poi, la mattina, prendeva le sue cose e se ne andava.

Li lasciava lì, imbambolati. Lei si prendeva della troia, a posteriori.

Ma tutti avevano uno strano brivido negli occhi.

V. aveva qualcosa di più, che andava oltre qualsiasi suo atteggiamento, qualsiasi scopata.

Li lasciava lì, innamorati. Non le importava di essere troia, tanto lo capiva, nei loro sguardi, che avrebbero dato qualsiasi cosa per averla ancora.

 

La nostra frequentazione finì in un bosco. Era notte, ci eravamo appartate con un gruppo di amici, le coperte e qualche birra. Si scherzava del più e del meno. Poi lei mi disse: "vado a pisciare, vieni?".

Andai con lei. Eravamo lì, accovacciate a terra, l'unico rumore era quello sottile dei nostri getti. Mi sentivo in intimità, io e lei, sole, a pisciare fianco a fianco nel buio.

"Sai" mi disse "ci sono andata a letto".

"Con chi?" 

"Col tuo ex.  Mi ha portata in montagna, siamo stati a letto un giorno intero".

Rideva. Come se fosse una barzelletta, una delle tante nostre avventure.

Invece mi aveva colpito come la lama di un coltello. Lì, in intimità, nel buio, in quel legame tra donne che avevo percepito.

Si bloccò tutto. La pipì, il bosco, il vento, i miei pensieri.

Non era solo un mio ex. Era IL mio ex. Quello che mi aveva detto di non buttarmi via, dopo di lui. Ed è chiaro cosa intendeva.

Si era buttato via lui.

Lo sapevo che non era amore. Era solo squallido sesso. Non poteva aver lasciato anche lui lì, imbambolato, innamorato. Lui no, pensavo.

In un attimo quello che mi aveva amata con tanta dolcezza era diventato un uomo, con quella cosa nei pantaloni che non poteva resistere, come tutti gli altri.

V. mi diceva queste cose ridendo.

Il giorno dopo andai a letto con qualcuno. Non mi ricordo nemmeno con chi. Ero rabbiosa, e lo feci con quelle parole che mi rimbombavano in testa:

"Non buttarti via"  

Ecco, avevo anch'io quella cosa nei pantaloni che non poteva resistere. O almeno così avrei voluto.

Non uscii mai più con V.
La disprezzavo.

Recentemente l'ho vista da lontano. E' ingrassata moltissimo, i capelli crespi, sfatta. So che si è messa con un coglione qualunque, che pende dalle sue labbra, e vivono insieme.

Sono convinta che non sia felice. Ho provato soddisfazione nel vederla così livida, sfiorita. Ed è assurdo che io ancora provi rancore dopo tutti questi anni.

Ora che siamo due donne.

  

 
 
 

Glass

Post n°219 pubblicato il 02 Febbraio 2009 da Nereide_81

E poi l'altro giorno mi ha detto:

sono fiero di te, non avrei mai creduto che avessi tanta resistenza.

E io gongolavo. Com'è strano sentirsi dire da qualcuno che è fiero di te. Com'è strano essere riconosciuti, apprezzati.

Sto lottando, con le unghie e con i denti. Mettermi contro a qualcuno, esponendomi ai suoi giudizi, evitando di essere per forza benvoluta da tutti, è un grandissimo sforzo per me. Mi toglie tanta serenità, e tante energie.

Non so se imparerò mai, a mandare a fanculo senza preoccuparmi delle conseguenze. Ma è un passo, no?

E poi, ieri, ha detto che vivere con me è bellissimo.

Alla faccia di mia madre, che ritiene a tutt'oggi che vivere con me sia impossibile, e che io sia la persona più scapestrata del mondo.

Forse mi sto un po' abituando a questa dimensione familiare. O, almeno, a momenti.

Glass ha fatto miracoli nella mia vita. Mi ha insegnato cosa sia un rapporto sano. Ormai, nella mia malattia di prendere e gettare, di stare sempre sul ciglio del burrone, l'avevo dimenticato.

E mi ha insegnato cos'è una famiglia.

E' strano conoscere qualcosa che non si aveva mai avuto.

Gli sono infinitamente riconoscente.

 
 
 

promemoria

Post n°218 pubblicato il 02 Febbraio 2009 da Nereide_81

I buoni propositi andrebbero fatti a inizio anno. Ma siccome quest'anno è iniziato da schifo, trascinandomi in un vortice di disastri, con un po' di ritardo stendo la mia lista.


1. Voglio frequentare quel corso. Insomma, con quel che l'ho pagato...


2.Voglio leggere il libro che ho sul comodino. me lo merito.


3. Voglio andare dalla strizzacervelli con regolarità.


4. Voglio imparare a dire "no" più spesso, e senza sensi di colpa.


5. Voglio imparare a fregarmene della mia pseudofamiglia, e non andare da loro sentendomi sempre in allarme.


6. Voglio smettere di essere così dannatamente precisa e non voglio seguire tutto solo perché io lo faccio meglio. Sono stufa di fare la colf, la segretaria di tutti, quella a cui chiedere i piaceri.


7. Voglio riguadagnare i momenti di intimità e le coccole.


 


Mi sembra abbastanza. Per ora.

 
 
 

RABBIA

Post n°217 pubblicato il 22 Gennaio 2009 da Nereide_81

Se c'è una cosa che non so fare è il riuscire ad arrabbiarmi.

Siete persone che riescono ad urlare davanti alla gente, a dire di no con fermezza, ad esprimere tutto il vostro disappunto? Vi invidio moltissimo.

Io mi tengo tutto dentro. Vengo da una famiglia umile, sottomessa, in cui la filosofia era quella di non opporsi mai a niente e a nessuno. Questo mi ha molto condizionata nel mio non riuscire a esternare la rabbia o un rifiuto.

E' una logica molto, molto perdente.

E' una logica che arrivi a casa e vorresti un pungiball per sfogare tutto il nervosismo accumulato.

Ma il pungiball non ce l'ho, e così rosico.

Cazzo, viviamo in un mondo in cui bisogna scontrarsi per forza.

mentre io, al di là dei miei difetti, sono una persona naturalmente portata ad essere accomodante. Accondiscendente. Cerco sempre di andare incontro agli altri, di mettermi nei loro panni. Sono dotata di una dose di sensibilità al di fuori della norma. E questo non è bene. 

Se fossi in un acquario, sarei di sicuro il pesciolino a cui mangerebbero gli occhi per primo :) carina come immagine, no?

La strizzacervelli dice che ce la faremo, col tempo, a farmi diventare un po' più cattiva.

Perché è vero, cinica lo sono già, ma certe volte dovrei imparare a ENTRARE nella realtà e farmi sentire. Invece di scappare da tutto e da tutti.

 

P.s. Sì ok, non va bene per niente. Perfino il mio cane si sente trascurato.

 

 
 
 

Post N° 216

Post n°216 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da Nereide_81

Ovviamente la terapia mi consente di parlare di molte cose, e spesso mi sento quasi svuotata, tanto che questo blog sta perdendo di contenuti, e l'intento terapeutico per cui era nato.

La mia amica S. ha avuto un bambino. Un bellissimo bambino.
E' stato particolarmente emozionante, perché ho seguito, da brava zia, ogni fase della sua gravidanza. S. non è certo il tipo da spaccare il mondo, aveva un sacco di paure, sul prima, durante, e dopo. Cercavo di minimizzare il tutto, certa del fatto che sarà un'ottima madre.

Quest'anno, in realtà, è stato l'anno delle nascite attorno a me e Glass.

A me sembra ieri che andavo a mangiare le crepes alla nutella il sabato pomeriggio in centro con le amiche per spettegolare dei nostri nuovi fidanzatini, di chi ci piaceva, dei casini sentimentali.

Bhè...saranno passati 10 anni in effetti :)

Ma a questa fase, quella, diciamo, "familiare", non ero così preparata. In men che non si dica tutti si sono trovati a instaurare relazioni stabili, sposarsi, e prolificare.

E prolificano piccoli angioletti davvero disarmanti.



E così Glass ha cominciato a inserire l'argomento tra i nostri di conversazione. Non è diretto, ma pensa a che papà sarebbe, a dove porterebbe, come vestirebbe, come tratterebbe suo figlio.

Per dire come la cosa s'insinui sottilmente nelle nostre conversazioni: ieri parlava di una coppia che non aveva avuto figli, e che s'era trovata tristemente sola, in vecchiaia. Diceva che avevano voluto fare la bella vita, non sprecare soldi e fatiche per i figli, ed ora ne subivano le conseguenze.

Io ho provato ad azzardare che, forse, semplicemente non si erano sentiti pronti, all'altezza, visto che un figlio comporta comunque una predisposizione, una responsabilità.

Ma la mia vocina è passata inascoltata.



Non è che io non voglia fare figli MAI.

Cioé, non lo so.

Capisco che non è una cosa così naturale, per una donna, questo mio senso di spaesatezza di fronte al pensiero di un figlio.

Io adoro i bambini.

Solo che mi chiedo davvero se ne vorrò mai, e se sarò adatta, a farne uno mio.

Non mi fa onore, ma non riesco a pensarmi con quella pancia ultragigante, e trovo piuttosto angosciante l'idea di perdere liquidi in abbondanza, per poi far uscire da un posticino tanto piccolo, 3-4 chili di essere umano.

Una creaturina bellissima, per carità.

Che cambia la vita.

Qualcosa che ti appartiene ed è parte di te.

Non lo so, davvero. Ma l'istinto di maternità al momento non fa per me.

 
 
 

Post N° 215

Post n°215 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da Nereide_81

Spero che questo blog non lo frequenti più nessuno, così da non sentirmi noiosa o strana.
Strana...lo sono sempre stata. Lo ero da bambina, da adolescente, e adesso. Alcuni dicono misteriosa, altri snob, altri ancora...proprio strana. Quando faccio le domande non sono quelle che gli altri si aspetterebbero, sono una diversa.
In fondo ho una gran paura di questa mia stranezza, perché riesce sempre a non farmi capire veramente. L'ho nascosta, in tutti i modi. Ma non si può.

Com'è andata la prima seduta?

Mi sono stupita di me stessa. Mi sono messa su quella poltroncina rossa e, senza sapere chi avevo davanti, ho pensato a me stessa. Non ho avuto bisogno di conoscere la psicoterapeuta, non me ne fregava nulla.

Avevo solo un grosso, grosso macigno sul cuore. Da buttare fuori. Ordinatamente, di getto, ho cominciato a parlare ininterrottamente, come mai avevo fatto in vita mia. Sono una persona silenziosa, di solito.

Ero sincera, onesta, e tanta confusione è diventata un discorso chiaro, terribilmente lucido. Era come se srotolassi gli infiniti grovigli che ho in testa.

Con il magone, in certi momenti. Avrei voluto piangere, ma quello no, non sono stata capace di farlo. Odio piangere, mi fa sentire scema.

La domanda che più mi ha spezzato il fiato è stata: quali sono i pensieri più negativi che hai fatto?

Ho avuto bisogno di recuperare voce, per dirlo.

E la risposta è stata che sono tutta sbagliata, che non merito nulla di quello che ho, che...avrei potuto anche non essere nata, e lasciare il posto a qualcun altro.

Le ho detto anche che ho paura di questi pensieri, e che una parte di me è saggia, analitica, razionale e severa ma...non riesce a controllare la parte storta, quella irrazionale.

In questa parte storta qualcosa di bello c'è. Ed è il fatto che non riesco mai ad essere banale, nemmeno adesso che la mia vita lo è. Non ero banale quando era tutto un susseguirsi di emozioni, di storie e di avventure...e non sono banale ora che ho tutti i presupposti per raggiungere un "equilibrio". Sono sempre quel casino ambulante, anche se cerco di soffocarlo.

La domanda su quello che mi auguro per il futuro è stata la sorpresa più grande. Ho risposto d'istinto, senza neanche rendermene conto. Non ho detto che voglio superare le crisi d'ansia, o cambiare la mia vita, o essere diversa da quel che sono.

Ho detto solo che l'unica cosa a cui veramente tengo è il fatto di imparare a volermi bene.

Perché io non me ne voglio affatto, e in fondo è questo.

Ho una bella vita, un lavoro, pur essendo antisociale quel poco che do nei rapporti di amicizia è sempre stato riconosciuto e ampiamente ripagato. La vita mi ama molto più di quanto io ami lei, o me stessa.

L'ho detto forte:

"eppure, se mi guardo dentro, non sento di essere una persona cattiva, o malvagia".

E qui ho avuto un altro momento di difficoltà. Era come se lo dicessi a lei, al mondo, e a quella parte di me che tanto mi odia.
Ho alzato la voce e ho scandito le parole. E' stata dura, per quella stronza che mi abita dentro, sentirselo dire. E' stata dura per me dirglielo.

Ma quella bambina, quella che piange, per un attimo ha aperto bene le orecchie, e tra le lacrime mi ha sorriso.

Forse è da qui che devo partire. Dal convincermi che non sono cattiva.

Che adoro gli animali. Che ho un rapporto speciale con i bambini. Che prima di comprare un regalo lo scelgo con cura. Che mi commuovo davanti ai film che parlano di famiglie. Che mi piace fare l'albero di natale. Che odio vedere gli altri che soffrono.

Sono cinica, ma è una difesa.

Non sono così cattiva come fingo di essere.

Sono molto scettica nei confronti della psicoterapia. Ma sono uscita più libera. Facendo tutto con le mie mani.

Brava.

 
 
 

Post N° 214

Post n°214 pubblicato il 25 Novembre 2008 da Nereide_81

Avrei proprio bisogno di...un'amica. Non di tutte quelle che ho già. E nemmeno di quelle che ho avuto.

Vorrei una che fosse schizzata come me, che capisse le mie distanze e le mie inadempienze. Che ascoltasse tutte le stronzate che mi passano per la testa, ma senza dovermi per forza rispondere. Che non gliene fregasse un cazzo delle serate in mezzo alla gente a fare le stupide...è bello, quante volte l'ho fatto...ma ora vorrei di più. Vorrei davvero non aver paura di mostrarmi come sono.

E' assurdo, vorrei...un'altra me. Uno specchio.

Non che io sia migliore o peggiore...anzi sì, forse sono peggiore...

Ma la vorrei peggiore quanto me.

 
 
 

Post N° 213

Post n°213 pubblicato il 18 Novembre 2008 da Nereide_81

"Ormai sei un ricordo lontano e mi fa strano pensare di aver trascorso con te così tanto tempo. E' stato come un sogno, spesso credo di essermi inventato tutto. Un sogno. Uno di quelli che si fa una sola volta nella vita.Ti ho avuta, ti ho amata...mi sento fortunato, nonostante tutto. Ciao bambina d'oro, il bacio più dolce per te...."

Ciao, tesoro mio.

Ora lei ti ama. Chissà se ti ama come ti ho amato io. Chissà se senti quello che sentivi per me.

Abbiamo sempre qusta assurda pretesa di essere stati più importanti, di aver lasciato un segno profondo negli altri.

Sai, ora ho tante cose. Lui mi ama tantissimo.

Ma è diverso. Non meglio o peggio, semplicemente diverso.

Non sento quel fluido negli abbracci, come se tra sue le braccia scomparissi. Non vedo nel suo viso tutto il resto del mondo.

E' un amore maturo? Sì, forse è così.

Ma credo che non piangerei mai, per lui, o per nessun altro, quello che ho pianto per te.

A distanza di due anni riaffiorano le lacrime. Mi fanno rabbia. Sono stupide, stupide come la malattia che ci ha legati. Come il male che ci siamo fatti. In buona fede, perché era tutto più grande di noi.

Si offuscano i ricordi. Hai ragione, sembra passata una vita.

E lei ti ama.

Addio...

 
 
 

Post N° 212

Post n°212 pubblicato il 17 Novembre 2008 da Nereide_81

Come miorilassante sto prendendo lil aroxyl diluito. E' un antidepressivo che, assunto a certi livelli, calmerebbe le nevralgie. Solo che le mie nevralgie non vogliono affatto calmarsi, e quindi di settimana in settimana aumento le dosi del farmaco.

A questo punto credo che mi stia provocando forti sbalzi di umore. E' curioso come un antidepressivo possa provocare depressione in persone sane da questo punto di vista. Ci tengo a sottolinearlo perché, com'è conosciuto, non sono una nuova adepta al mondo degli psicofarmaci: ho preso Xanax, Valium e una bella serie di tranquillanti vari. Peraltro tutti adorabili.

Il laroxyl no. Ha un saporaccio e anestetizza la lingua come un travelgum. Oltretutto credo di esserne un po' dipendente, perché se dimentico di prenderlo, la notte sono colta da disturbi generalizzati.

Inoltre, il laroxyl può provocare questi disturbi dell'umore...sul bugiardino sta scritto anche  pensieri suicidi...ora mi chiedo: come può un antidepressivo provocare pensieri suicidi??? mah...di sicuro dovessi arrivare a quel punto lo interromperò, prometto.

Per finire, rullo di tamburi: il laroxyl può provocare stati d'ansia e panico. Ed essendo proprio il panico la mia principale psicosi, non aggiungerei altro.

Non so più fino a dove sono pazza io, e dove cominciano i suoi effetti.

Oggi ho davvero bisogno di trovare qualcuno che stia peggio di me.



 
 
 
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Mi dispiace, oltre ad essere socialfobica, sono fondamentalmente un'asociale. La diffidenza è una caratteristica pregnante della mia personalità. Non sono tipa da quattro chiacchiere, o frasi smielate. Scrivo perché mi fa bene, tutto qui. Non m'interessa di fare nuove amicizie. Sono una persona molto indipendente, ma fragile. Molto fragile. E forse anche molto forte. Mi piacciono le cose vere della vita. Le emozioni, la schiettezza, odio la formalità e le prese di posizione. Il virtuale è solo un modo per fare il punto della situazione.
 
 
 

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