Creato da Giuranna il 05/07/2008
Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

AREA METROPOLIS 2.0

CALDERINA (LUGLIO)

 

Area personale

 

Scommettiamo?

Paderno e il Villaggio Ambrosiano sono quartieri diversi ma non tanto da non poter camminare insieme!
Varie cose li uniscono: le due scuole dell'infanzia e le due elementari appartengono all'I.C. De Marchi, le due parrocchie dal 1° settembre 2007 formano un'unica Comunità Pastorale con un solo parroco.
La nostra scommessa è che possiamo crescere insieme, valorizzando le rispettive risorse e potenzialità.

 

La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).

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Testi e immagini

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica né può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62/2001. I testi sono liberamente riproducibili citando la fonte. Le foto presenti su questo blog sono prese in larga parte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarmelo. Provvederò prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate.

 

Le mie radio

 

Messaggi di Dicembre 2011

NON E' ORA DI DORMIRE

Post n°2507 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da Giuranna
 

 

Sono profughi, non migranti. Sono stati costretti a fare domanda per un asilo che la maggior parte non riceverà. Tra 16 e i 18mila rischiano di diventare "clandestini" nei prossimi mesi. A meno di un decreto che conceda un permesso per motivi umanitari a tutti i profughi della guerra libica.

Firma la petizione su www.meltingpot.org e diffondi il video; se ti va registra una dichiarazione video di supporto alla campagna, invita altri a farlo, se hai l'occasione coinvolgendo altri richiedenti asilo, anche solo con un cellulare. E inserisci tra le parole chiave "diritto di scelta" e "non è ora di dormire". Grazie.

 

 


 
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RHO-MONZA E BLOG PADERNO 7.0: L'ARCH. ALLEGRO PUNTUALIZZA

Post n°2506 pubblicato il 30 Dicembre 2011 da Giuranna
 

Sulla questione dell'interramento della Rho-Monza il blog Paderno 7.0 ha più volte contribuito a creare confusione. Per fare chiarezza oggi alle 11,20 l'Arch. Allegro (CCIRM) ha postato sullo stesso blog il seguente commento. Lo riprendo per dare maggiore visibilità.

 

Fabrizio Allegro:
30 dicembre 2011 alle 11:20

Rienzo,
buon giorno.
Intervengo sul vs. blog perchè noto che state divulgando diverse informazioni non esatte.
Non sono stato contattato da alcuno del vs. Blog, tantomeno il collega ing. Calcinati, pertanto non capiamo come mai presentate questo progetto, condiviso da amministrazioni locali e provinciali, come meno sensibile per l’impatto su Villaggio Ambrosiano o per Paderno Dugnano. Visto che la Sig.ra Francesca ha anche chiesto spiegazioni, esprimo io in tre punti i contenuti che devono rasserenare tutti.

Estrema sintesi, spero:

1. non esistono “bocche lasciate aperte” che possano rappresentare oggetto del contendere. Le aperture che interrompono in tratte inferiori di 500 metri le gallerie, sono una richiesta esplicita di Serravalle, funzionali alla deregolamentazione delle stesse gallerie diversamente soggette ad alcune normative comunitarie che le sottenderebbero a commissioni di vigilianza ed a procedure manutentive per loro maggiormente onerose in termini di sicurezza e gestione dell’emergenza. Avere delle aperture, dove presenti anche uscite di sicurezza, è garanzia di un minore rischio nella percorrenza in caso di incidente. Questo tema non è legato alle emissioni di immaginati “camini” o espulsioni di smog.

2. il particolato, deriverà inevitabilmente dalle auto che Serravalle, secondo le stime che i loro consulenti trasportisti hanno fatto sul progetto preliminare, che restano tali. Tutti noi vorremmo meno veicoli in transtito, ma qualcuno ha deciso che la SP46 sarà una Autostrada in ambito urbano, e siccome è noto che in tanti si richiede una variante in galleria (quella del progetto che pubblicate, a dire il vero, non è neanche l’ultimissima versione) che sia meno impattante, a partire da cittadini e amministrazioni locali ed ora anche provinciali, dovete sapere che è obbligo normativo dotare la galleria di impianti di ventilazione meccanica e trattamento d’aria. Nessuno ha stabilito che uscirà più o meno smog, in una parte o l’altra della città, ma piuttosto esso verrà filtrato, trattato e abbattuto; questo è quello che nella proposta di Variante abbiamo espresso.

3. in ultimo, ma non è per consolare chi al Villaggio Ambrosiano si sente figlio di un Dio Minore, vi invito ad osservare che questa soluzione, diversamente anche da quella della Talpa, prevede che la tratta prosegua in trincea, ossia anche oltre la comasina, quindi sotto il piano campagna.

La lettura del disegno che proponete non è di facile lettura, e lo capiamo tutti, anche perchè rappresenta i tracciati, e non quali parti sono quelle coperte o scoperte, quindi non giustificate tesi improbabili.
I contenuti sono tutti nei punti più sopra riportati.

Spero così di aver portato degli elementi di chiarezza, e resto a disposizione per eventuali disamine tecniche più approfondite.
Auguri per un inizio d’anno più sereno, anche in materia di Rho Monza!

Arch. Fabrizio Allegro

 

 

 
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A PADERNO CARTA D'ORO PER OVER 60

Post n°2505 pubblicato il 29 Dicembre 2011 da Giuranna
 

 

Sul Giorno di oggi: Una carta d’oro agli over 60 per tenere a bada la crisi.

Sul sito del Comune di Paderno Dugnano il dépliant di presentazione.

 

 

 
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STRANO NATALE A MADINANI

Post n°2504 pubblicato il 29 Dicembre 2011 da Giuranna
 

Una foto di P. Marco Prada tratta dalla rete internet

 

Dall'amico p.Marco Prada (missionario SMA, originario di Palazzolo e da pochi mesi al lavoro nella sua nuova parrocchia in Costa d'Avorio) ho ricevuto nei giorni scorsi la seguente lettera:

 

Parrocchia di Madinani
Costa d'Avorio

Madinani, 10 dicembre 2011

Carissimi,
tra qualche giorno sarà Natale. È mio dovere scrivervi per farvi i miei più sinceri e sentiti auguri di Natale, e per ringraziarvi del vostro sostegno. Per la prima volta festeggerò il Natale nella mia nuova missione di Madinani, che si trova nell'estremo nord-ovest della Costa d'Avorio. La missione si estende su un territorio di circa 5.000 kmq, e ospita una popolazione di circa 60.000 persone. Uso il "circa" perché non ho trovato dei dati certi sulla nostra regione, ma solo delle stime. La grande maggioranza della popolazione è di religione mussulmana, e, al di fuori della cittadina di Madinani, la sua occupazione economica principale è l'agricoltura. È una zona un po' isolata dal resto del paese, che il governo ha un po' dimenticato. Per questo ci sono poche scuole, nessun ospedale, nessuna strada asfaltata. Qui da noi il tempo sembra essersi fermato. Tutto si svolge secondo i ritmi del passato. Ho provato a chiedere allo sparuto gruppo di cristiani che vive in città: come si festeggia il Natale qui da voi? Mi è stato risposto: "Natale qui da noi è un giorno qualsiasi, la gente va a lavorare, non c'è nessun segno esteriore che ricorda il Natale. Anzi, i nostri fratelli mussulmani non vogliono neppure sentire nominare la parola Natale. Per loro Gesù è solo uno dei profeti antichi che hanno preparato la venuta di Maometto. Udire dalla bocca dei cattolici che Gesù è il Figlio di Dio, equivale a sentire pronunciare una bestemmia. Dio è unico e, dicono, non può avere figli. Chi dice il contrario è un politeista, e offende Dio."
Per questo, mi hanno spiegato, noi cristiani che viviamo in un ambiente fortemente islamizzato dobbiamo celebrare il Natale con molta discrezione, per evitare di offendere chi ha una fede diversa dalla nostra, e dobbiamo accettare che quel giorno nessuno venga a farci gli auguri.
Mi chiederete: ma che senso ha essere missionario in uri ambiente come questo? Con tutti i cristiani della Costa d'Avorio e dell'Africa che sono senza prete, perché rimanere in una regione in cui il missionario non può neppure avere la gioia di annunciare la nascita di Gesù, che è Dio che ha voluto farsi uomo per condividere le speranze e le sofferenze di tutti gli uomini della terra?
Qualche volta me lo sono chiesto anch'io in questi due mesi, nei quali stiamo facendo sorgere la nostro Parrocchia. Quando arriva la sera, cerco di fare un bilancio: è servita a qualcosa la giornata che è passata? Oggi ho incontrato tante persone per le quali sono "Monsieur Marco", il "tubabù", cioè "il bianco", con i quali abbiamo parlato dei problemi della gente, ai quali ho promesso di interessarmi e di impegnarmi a fare qualcosa per "trovare qualche soluzione. Persone simpatiche, che mi hanno invitato a casa loro, che mi hanno offerto il loro cibo, e che con molta pazienza mi insegnano il dialetto locale, il malinké. Persone che non sanno cosa sia e che cosa faccia un prete, e neppure gli importa saperlo. Ne è valsa la pena?
Poi però penso che neppure Gesù ha avuto fretta di annunciare il suo vangelo. Per lunghi anni ha condiviso la vita della gente del suo villaggio con tutta semplicità, ha imparato dalla saggezza degli anziani, ha lavorato con le sue mani, ha dovuto rimanere impotente di fronte alle ingiustizie e ai soprusi, ha capito l'importanza delle piccole cose.
E allora chiedo a Gesù Bambino che mi faccia sentire a Madinani come lui si è sentito a Nazareth. Che mi insegni a non considerare tempo inutile quello che passo tra questa gente. Che mi faccia capire quanto sono importanti i valori della pazienza e della semplicità.
E chiedo a Gesù Bambino che questo Natale porti un dono a tutte le bambine e i bambini di Madinani: il dono del futuro. Un futuro guarito dall'odio e dalla violenza che hanno lacerato la Costa d'Avorio in questi ultimi 12 anni, un futuro in cui ciascuno è libero di sognare un mondo più bello, un futuro costruito con le proprie mani, un futuro che non faccia più paura.
E che Gesù Bambino faccia a tutti voi lo stesso dono: un futuro pieno di speranza, un futuro che ispira fiducia, un futuro di pace e serenità.

p. Marco Prada

 

04 B.P. 884 -ABIDJAN 04
Costa d'Avori
o
prada_marco@yahoo.it

 

 


 
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CATTOLICI: NOSTALGIA DELLA BALENA BIANCA E VOGLIA DI FARE

Post n°2503 pubblicato il 28 Dicembre 2011 da Giuranna
 

TG LA7 del 27 dicembre 2011


Che cosa sta succedendo nella variegata e complessa "area cattolica"?

Ieri sul Corriere della Sera il Ministro della Cooperazione Internazionale Andrea Riccardi (che era presente al Convegno di Todi) ha rilasciato una lunga intervista: «I cattolici ritrovano il gusto della politica I partiti si ripensino»

Non mi pare realistica, oggi, l'idea di un ritorno alla Democrazia Cristiana: eppure, è vero... da alcuni mesi a livello nazionale qualcosa bolle in pentola. C'è senza dubbio un fermento nuovo nella base e nell'associazionismo cattolico che fa pensare.


*   *   *

 

A Paderno Dugnano per il momento non rilevo segnali di vivacità culturale nella comunità cattolica.

Questo ovviamente mi spiace e mi preoccupa, perché se non ci sono persone che pensano e che agiscono è impossibile cambiare in meglio la nostra città.

 

 

 
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1° GENNAIO: EUCARISTIA PER LA PACE AL SANTUARIO DI DUGNANO

Post n°2502 pubblicato il 28 Dicembre 2011 da Giuranna
 

Il 1° gennaio prossimo la Chiesa cattolica celebra in tutto il mondo la Giornata della Pace.

Per l'occasione il Papa Benedetto XVI ha reso noto il tradizionale Messaggio per la Pace dedicato quest'anno al tema «Educare i giovani alla giustizia e alla pace».

A Paderno Dugnano l'appuntamento è per il primo dell'anno alle ore 17 presso il Santuario di Dugnano (via Piaggio) per la celebrazione eucaristica promossa da tutte le parrocchie.

 

*   *   *


In vista di questo appuntamento di preghiera e riflessione rilancio attraverso il mio blog la campagna "NO F 35". Leggete con attenzione l'articolo Sacrifici sì, sperperi per gli “F35” proprio no di Francesco Lenci (Unione Scienziati per il disarmo – Università di Pisa), apparso oggi su L'Unità.

Come disse il Presidente Eisenhower (USA) nel 1953:

«Ogni ordigno prodotto, ogni nave da guerra varata, ogni missile lanciato significa un furto ai danni di coloro che sono affamati e non sono nutriti, di coloro che sono nudi e hanno freddo».

 

 

vai alla pagina facebook

 

 

 

 
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PADERNO, CENTRO DESTRA IN DIFFICOLTA' SUL BILANCIO 2012

Post n°2501 pubblicato il 28 Dicembre 2011 da Giuranna
 


Sul bilancio di previsione per il 2012 il centro destra padernese non naviga in acque tranquille.

Era tutto pronto per l'approvazione quando i provvedimenti adottati dal Governo Monti hanno modificato (e non di poco!) le carte in tavola. Così a Paderno sarebbero venuti a mancare circa un milione e mezzo di euro in entrate.

Che fare?

Si dice che il Sindaco vorrebbe coprire il buco con l'aumento delle aliquote IMU (ex ICI) da approvare d'intesa con l'opposizione. Il PD non ci sta se non si rimette in discussione l'impianto generale del Bilancio di previsione. Il PDL naturalmente non può accettare questa proposta, d'altra parte così viene a trovarsi nell'antipatica posizione di chi "mette le mani in tasca agli italiani"...

Ahi, ahi, ahi...

E in questo passaggio delicato che cosa farà la Lega Nord? A Paderno Dugnano il Carroccio accetterà l'innalzamento delle aliquote ICI/IMU, mentre a livello nazionale invita alla disobbedienza civile o comunque si  impegna per evitare aumenti?

Se Bogani si accoderà ad Alparone, che cosa diranno in via Bellerio?


 


 
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MILANO, A CHE PUNTO E' LA DELIBERA SULLA COMMISSIONE ANTIMAFIA?

Post n°2500 pubblicato il 27 Dicembre 2011 da Giuranna
 

Intervista al consigliere comunale di Milano David Genitili (PD)

 

 

 
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LE MERIDIANE DI FABIO SAVIAN SUL SITO DI REPUBBLICA (MILANO)

Post n°2499 pubblicato il 27 Dicembre 2011 da Giuranna
 

Il padernese Fabio Savian in compagnia di Copernico
(dal sito nonvedolora.it)

 

Il sito di Repubblica.it (cronaca di Milano) presenta oggi alcune opere creative del padernese Fabio Savian che ha già realizzato varie esposizioni di meridiane e orologi solari.

Ideare e rappresentare meridiane di ogni forma e dimensione collocate nei contesti più disparati, dalle stazioni spaziali ai deserti: è la passione di Fabio Savian di Paderno Dugnano, in provincia di Milano, che cataloga gli orologi solari di tutto il mondo grazie al sito Sundial Atlas, lanciato con l’amico Fabio Garnero, ma si diverte anche a disegnarli. È nata così la mostra itinerante ‘Gnomonica fantastica’, composta da 27 tavole di computer design in cui Savian ha sfogato tutta la propria creatività applicata alla gnomonica. “Le ho già esposte al Parco Nord e ora ho in programma mostre a Milano e in altre location lombarde – spiega – Intanto la collezione si arricchisce giorno dopo giorno. Quando penso alle meridiane, la mia fantasia non ha limiti” (Lucia Landoni)

Guarda la photogallery su Repubblica.it

 

 

 
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IL SINDACO INVITA I 18ENNI STRANIERI IN COMUNE

Post n°2498 pubblicato il 26 Dicembre 2011 da Giuranna
 

 

Il Sindaco invita i diciottenni stranieri in Comune, aderendo alla Campagna informativa per i diritti di cittadinanza promossa da ANCI, Save the Children e Rete G2-Seconde generazioni.

L’articolo 4, comma 2, della legge 5 febbraio del 1992 n°91 stabilisce infatti che gli stranieri nati in Italia, che vi abbiano risieduto legalmente senza interruzioni fino alla maggiore età possono diventare cittadini italiani con semplice dichiarazione di volontà da rendere all’ufficiale di stato civile entro un anno dal compimento della maggiore età.
Tuttavia ancor oggi molti figli d’immigrati nati in Italia non sono sufficientemente informati su questa possibilità di ottenere la cittadinanza italiana e sull’impatto che questa può significare per la propria vita in termini lavorativi e di diritti civili.

PRECISAZIONE DOVEROSA: si tratta del Sindaco di Limbiate...

Paderno Dugnano non aderisce a questa campagna di civiltà?

 

 


 
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S.STEFANO: QUALE TESTIMONIANZA CRISTIANA PER IL NOSTRO TEMPO?

Post n°2497 pubblicato il 26 Dicembre 2011 da Giuranna
 

L'anno scorso osservavo che la festa di S.Stefano è una sorta di garanzia contro la banalizzazione dolciastra del Natale...

Quest'anno vi propongo una riflessione che ritengo efficace su come Essere cristiani nel XXI secolo (è il titolo del recente volume di Timothy Radcliffe, ex Maestro Generale dei Domenicani).

Il testo contiene vari stimoli per essere autenticamente cattolici e, al tempo stesso, pienamente a nostro agio nel tempo in cui viviamo (per tanti versi così diverso dall'Italia cattolica di qualche anno fa...).

Io sono cresciuto in una subcultura cattolica. Era una forma di vita, con i suoi pranzi e le sue solennità, le feste e i fasti, che scandivano spazio e tempo. Potevi riconoscere i cattolici perché il venerdì non si mangiava carne e il Mercoledì delle ceneri si avevano delle macchie scure sulla fronte, o meglio sul naso, per il semplice fatto che la mira del prete non era mai precisa. Il Venerdì santo gli uomini indossavano cravatte nere e le donne il lutto. Noi eravamo una famiglia profondamente cattolica, senza essere praticanti. Questa subcultura ha mantenuto viva una tradizione religiosa che interpretava l'esistenza e il mondo in termini di gratitudine e benedizione. Noi credevamo in un Dio che ascoltava le nostre preghiere, che ci amava e che nell'ora della nostra morte ci avrebbe fatto andare in paradiso. Non eravamo un genere di famiglia ossessivamente religiosa: amavamo i film e i giochi, e provavamo piacere nel mangiare e nel bere. Avevamo una schiera di amici che non erano cattolici e neanche cristiani, ma a tutti appariva evidente che la vita era orientata verso l'eternità.

Ora questa sottocultura sta in larga misura scomparendo, e si è fatto ancor più difficile vedere il mondo in modo diverso dai nostri contemporanei.

Dobbiamo evitare due tentazioni. La prima è quella di rinchiuderci in un ghetto. Lì potremmo tentare di ricreare la cultura cattolica del passato, ormai perduta. Potremmo formare una sorta di belle comunità cristiane, un rifugio confortevole dove si condividono le stesse convinzioni, si parla lo stesso linguaggio, ci si sposa l'uno con l'altro, perpetuando quella visione cristiana della vita ormai abbastanza singolare. Ci sarebbero anche dei vantaggi in tutto ciò. Nel Medioevo i monasteri benedettini costituirono delle isole di contro-cultura, sicché la cristianità poté sopravvivere. Ma se l'intera comunità inizia a diventare un ghetto, non possiamo più essere il volto di quel Gesù che era accogliente con tutti e invitava esattori di tasse e prostitute a sedersi a tavola e mangiare con lui.

La tentazione opposta è quella di essere assimilati alla società e di finire succubi del mondo secolarizzato. Uno potrebbe permettersi di affermare timidamente che Gesù è una cosa piuttosto buona, ma non a voce alta. In questo secondo caso il cristianesimo sarebbe destinato a morire. Era questa l'antica sfida del giudaismo: come evitare da una parte di essere imprigionato nel ghetto e dall'altra di scomparire all'interno della società. Il rabbino capo delle Assemblee ebraiche unite del Commonwealth, Jonathan Sacks, nel 1994 ha scritto un commovente libro il cui titolo suona: Avremo dei nipoti ebrei? Noi ci dobbiamo porre la stessa domanda: «Avremo, o meglio, avrete dei nipoti cristiani?». Come frate io non posso avere dei nipoti: un motivo di preoccupazione in meno!

Ritengo che per il cristianesimo l'unica via per crescere sia quella di mantener viva una cultura cristiana vivace, sicura di se stessa e vitale, e allo stesso tempo in interazione dinamica con la cultura contemporanea. Sarebbe bello se i vostri figli potessero crescere all'interno di una cultura cristiana nella quale ha un senso credere in Dio e nei santi, nelle benedizioni e nelle preghiere, ma nello stesso tempo aperti anche a tutto ciò che cristiano non è.

Fuori dalla mia finestra a Oxford c'è uno splendido sorbo montano. La condizione di un albero è frutto dell'interazione con l'ambiente in cui vive. Le sue foglie ricevono la luce del sole e la trasformano in amidi; le radici affondano nel terreno per ottenere il nutrimento e l'acqua; la corteccia è come un'epidermide vitale. L'albero esiste di per sé, certamente, ma è vivo soltanto per via delle sue molteplici interazioni con altro da sé: sole, pioggia e quando capita anche le deiezioni degli uccelli! Un albero ermeticamente isolato dal mondo sarebbe destinato alla morte. Il cristianesimo potrà crescere ancora solo mantenendosi in un'interazione dinamica con l'attuale cultura laica. L'albero è vivo ai bordi, su in cima, da ogni lato; è vivo con le sue foglie, con la corteccia e con tutte le radici. Anche il cristianesimo sarà vivo in quei luoghi dove interagisce con la cultura circostante...

La maggior parte dei cattolici che io conosco ritiene che la dottrina sulla Trinità sia poco importante. Sarebbe teologia astratta, matematica celeste, come contare il numero degli angeli sulla capocchia di uno spillo.

Io tuttavia sono profondamente convinto che la dottrina sulla Trinità sia fondamentale per la nostra vita cristiana. Essere cristiani significa essere battezzati nella vita della Trinità: Padre, Figlio e Spirito santo. Ma allora cos'ha a che fare la dottrina della Trinità con il XXI secolo? Cosa potrebbe significare per i ragazzi alle prese con la disoccupazione? Cosa ha a che fare con la violenza al centro delle nostre città, con il dialogo coi musulmani? Io penso che questa dottrina sia il dono più grande che noi siamo in grado di offrire al nostro mondo moderno. Non esiste essere umano che non cerchi l'amore da qualche parte. Per gran parte delle persone è questo il vero significato della vita.

Qui c'è l'amore per tutti coloro che lo cercano: l'amore di perfetta parità, libero da ogni rischio di dominazione o manipolazione. Si tratta di un amore che è assolutamente non patriarcale, che dà esistenza all'amato e lo lascia vivere. È l'amore attraverso il quale il Padre dona ogni cosa al Figlio, persino l'uguaglianza quanto a divinità. Quando un adolescente sperimenta la sua prima infatuazione, sta muovendo i primi passi nello studio della Trinità. Quando i genitori imparano ad amare i loro figli, e li aiutano nel lungo percorso verso l'età adulta, l'amore trinitario è ancora in azione. Un dio che fosse soltanto un essere solitario, intrappolato in un isolamento eterno prima della creazione del mondo, potrebbe anche essere affezionato a noi, ma sarebbe incapace di amarci nel senso cristiano, perché noi non potremmo mai essere sul suo stesso piano. Questo dio potrebbe al massimo essere affezionato a noi come noi lo siamo al nostro cane. Peraltro, capita che molti Inglesi amino i loro cani ben di più dei loro mariti o delle loro mogli!

E questo è il motivo per cui il nostro Dio si fa uomo in un contesto di dialogo.

L'intero Vangelo di Giovanni è una serie di conversazioni nelle quali Gesù colloquia, di notte, con Nicodemo; si intrattiene con una donna al pozzo (uno scandalo per i discepoli, che ritengono che lui non dovrebbe parlare con una donna di dubbia reputazione); parla con un uomo nato cieco, quando a costui nessuno rivolgeva la parola. L'intera ultima cena è una lunga conversazione. Gesù discorre con Ponzio Pilato, finché questi non tronca la conversazione: «Che cos'è la verità?» (Gv 18,38). E al mattino di Pasqua il dialogo risorge dalla morte quando il Risorto si rivolge a Maria Maddalena nel giardino: «Maria!», «Rabbunì!» (Gv 20,16)...

Così, se l'albero della chiesa deve essere vivo, noi dovremmo parlare della Trinità con gli uomini e le donne del nostro tempo e imparare a questo riguardo da loro, anche nell'eventualità che essi non siano cristiani. E' necessario per noi leggere gli scrittori, guardare i film, ascoltare le musiche di quelli che meglio capiscono l'amore, senza curarci se si tratti di cristiani o no.

In genere i nostri modi di vedere il mondo sono profondamente dualistici: giorno/notte, buono/cattivo, bianco/nero, maschio/femmina, corpo/anima. Spesso questi dualismi sono il segnale delle opposizioni che conferiscono identità: noi/loro, giusto/sbagliato, repubblicano/democratico, sinistra/destra, gesuita/domenicano! La nostra politica, i nostri sport, le nostre questioni e rivalità d'amore: tutto di solito è dualistico. Ma ritrovare noi stessi in un amore trinitario significa essere liberati da queste opposizioni binarie. Ritroviamo noi stessi dentro all'amore del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre che è lo Spirito santo. Questo è un amore che è assolutamente reciproco, ma fecondo al di là di se stesso. Quindi essere coinvolti all'interno della vita trinitaria ci conduce al di là delle anguste e limitate infatuazioni, degli antagonismi in cui sono confinati gli esseri umani. Siamo condotti dentro uno spazio che è sempre più grande.

Così la Chiesa può prosperare solo se riusciamo a impegnarci sul piano della fantasia insieme ai nostri contemporanei... Dobbiamo stare con le persone, condividere i loro problemi, porci al loro fianco in ascolto del vangelo e degli insegnamenti della chiesa, e solo allora potremo andare a scoprire insieme una parola che va condivisa.

 

 

 
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GRAZIE AI LAVORATORI LARES

Post n°2496 pubblicato il 26 Dicembre 2011 da Giuranna
 

 

I lavoratori Lares hanno aggiornato il loro blog con un post natalizio in cui si mostrano determinati ad andare avanti nella lotta per difendere i loro diritti e creare lavoro:

Il 2011 è stato un anno duro e  il prossimo si annuncia perfino più difficile. Eppure noi siamo ancora qua, a lottare per il posto di lavoro. Ma se abbiamo resistito fino ad ora lo dobbiamo oltre che alla nostra caparbietà, anche a tante persone che ci hanno sostenuto in tanti modi diversi.

Leggi il post integrale con i ringraziamenti di fine anno (per quanto mi riguarda dico: GRAZIE A VOI per la testimonianza di tenacia, generosità e intelligenza che ci offrite!):

Auguri dai lavoratori Lares

 

 

 
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ODB, IL VIDEO INTEGRALE E LE FOTO DEL PRESEPE VIVENTE

Post n°2495 pubblicato il 25 Dicembre 2011 da Giuranna
 

 

In occasione del Natale l'Oratorio Don Bosco di Paderno ha pubblicato sul proprio sito il video integrale del Presepe Vivente 2011 e una galleria fotografica.

 

 

 
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BUON NATALE

Post n°2494 pubblicato il 25 Dicembre 2011 da Giuranna
 

 

 

Festa scintillante il Natale,
Dio si nasconde nella carne dell’uomo.

Mistero infinito,
si fa piccolo e debole.

Principio del cosmo,
si fa vulnerabile.

Dio con noi,
e noi finalmente con Lui

Fratelli!

 

 

 

 
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BUON NATALE: DIO NASCE FUORI (E CI CHIAMA FUORI)

Post n°2493 pubblicato il 24 Dicembre 2011 da Giuranna
 

Auguro Buon Natale a tutti i lettori del blog con le parole - appena ricevute per e.mail - di un carissimo amico: Mons. Giuseppe Franzelli, Vescovo comboniano di Lira (Nord Uganda).

 

Lira, 23 Dicembre 2011

Carissimi,

Buon Natale e Felice Anno Nuovo!

Da dove cominciare per farvi ancora una volta gli auguri? Penso sia giusto cominciare dal Bambino, anzi dai bambini: quello nato a Betlemme oltre 2000 anni fa, e i tanti bambini in cui Gesù continua a venire e chiede di essere accolto ed amato nel nostro mondo e nella nostra vita oggi.

Alcuni giorni fa ne ho incontrati oltre 300, bambini e bambine dalla prima alla sesta elementare, raccolti da una comboniana, Sr. Maria, durante le vacanze scolastiche di fine anno in un “campo estivo” tutto per loro a Ngetta. Qui hanno la possibilità di giocare, mangiare tre volte al giorno (!), cantare, pregare, imparare e praticare personalmente ed in gruppo alcune tecniche manuali di base a seconda delle loro inclinazioni e capacità, che potranno essere loro utili in futuro rendendoli capaci di guadagnare qualcosa. Sì, perché molti di questi bambini sono orfani, e l’80% (avete letto bene: 80%!) sono sieropositivi. La corsa ad ostacoli che ѐ la vita per ognuno di noi, presenta per loro, fin dalla nascita, una grossa difficoltà in più. Molti purtroppo non ce la faranno, ma una cosa ѐ certa: nella maggioranza dei casi dovranno comunque sbrigarsela da soli. Spesso alle loro spalle non hanno una vera famiglia capace di sostenerli. Talvolta, neppure una casa che li accolga.

E’ il caso di Joshua, sui 12 anni. Non ha mai conosciuto il papà. La mamma è morta di Aids. Ha uno zio, che lo maltratta e non vuole saperne di lui. Lo stato avanzato della malattia gli ha causato una diffusa e poco simpatica malattia della pelle. Per paura del contagio, lo zio gli ha allora bruciato tutti i vestiti. Più di una volta lo ha cacciato fuori dalla capanna, costringendolo a passare la notte all’aperto. Si ѐ rifiutato di pagargli le tasse scolastiche. Stanco di tanti maltrattamenti, Joshua ha già cercato di suicidarsi tre volte, ingerendo veleno per i topi e tentando di impiccarsi con una corda. Salvato in extremis, ha espresso alla suora il desiderio di poter studiare e risiedere come alunno interno in una scuola. Ora ѐ in terapia. In poche settimane al campo ha già messo su qualche chilo. Viene seguito ed aiutato anche psicologicamente. Speriamo che la terapia, assieme alla sua voglia di vivere riescano ad aver ragione della malattia…

L’ho incontrato e gli ho parlato brevemente. La malattia e la sofferenza lo fanno apparire più vecchio della sua età, ma nei suoi occhi e nelle sue parole ho avvertito una grande voglia di vivere e la capacità di sognare. “Vescovo, - mi ha detto – io voglio diventare sacerdote!”. Sorpreso, e cosciente del suo precario stato di salute, sono riuscito a dirgli semplicemente: “Certamente, se il Signore lo vorrà!” A Sr. Maria, che gli chiedeva il perché di questo suo desiderio, ha poi spiegato: “Tu sei stata molto buona con me e mi hai aiutato. Anch’io voglio diventare prete e aiutare chi ha bisogno”.

Mentre scrivo di questi bambini e di Joshua, praticamente condannato e spinto alla morte dalla mancanza di accoglienza e di amore, ma che ora ri-vive e sogna perché accolto ed amato, la mente corre per contrapposizione ad un gruppo ben diverso di adulti. Ho ancora la lista dei loro nomi di fronte a me, sul mio tavolo. Me l’ha portata l’altro giorno Rose, la catechista incaricata della prigione centrale di Lira, due sezioni con oltre 500 uomini e 60 donne. Si tratta di 93 nomi di detenuti apparsi di fronte al giudice del Tribunale di Lira un paio di mesi fa per il giudizio finale su loro caso. Uomini e donne, cattolici e protestanti, con nomi dell’Antico e del Nuovo Testamento, assieme ad altri più moderni. Accanto ad ogni nome, il capo d’accusa - assassinio, stupro, violenza carnale su minore, furto aggravato - e poi la sentenza: innocente e rilasciato, oppure condannato a 4, 8,10,15, fino ad un massimo di 30 anni . Un campionario di varia umanità che mi richiama il fatto di quanto la società ugandese, dopo tanti anni di guerra, sia ancora affetta da un impressionante tasso di violenza che esplode facilmente in delitti contro la vita.

Penso anche ad un fenomeno di cui non si parla molto, impensabile in passato ma che avviene ora con una certa frequenza. Alcune donne violentate e sieropositive, o rimaste vedove con vari figli a carico ma incapaci di provvedere a loro, spinte dalla povertà e dal bisogno tentano di costruirsi un futuro con un uomo. Spesso però il nuovo marito non ne vuol sapere dei figli della donna, soprattutto se sieropositivi, per cui talvolta essa deve abbandonare i bambini indesiderati, lasciandoli a chi li vuole o addirittura cedendoli dietro compenso. E così i casi Joshua si moltiplicano, con una sorte ancora peggiore per le bambine, costrette a lavorare e magari a subire la violenza dei nuovi genitori-padroni.

Certamente, violenza ed egoismo non sono monopolio esclusivo dell’Africa. Allargando lo sguardo a quanto avviene in Italia e nel mondo, penso che di fronte a Dio nessuna società e nessuno di noi ѐ innocente. In vari modi, siamo tutti peccatori, malati e bisognosi di essere perdonati, guariti e salvati. Ed ѐ proprio per questo che, ancora una volta, siamo invitati a celebrare il Natale.

Abbiamo bisogno di Qualcuno che venga a liberarci da noi stessi, dal nostro egoismo quotidiano, soprattutto ora che una situazione economica difficile, sia in Europa che in Uganda (dove l’inflazione si è ora attestata al 29%!), spinge ciascuno di noi ed ogni gruppo a pensare soprattutto ai propri interessi, dimenticando il bisogno e i diritti degli altri, specialmente dei più poveri. Del povero Joshua-Gesù che ci vive accanto, o in Africa o in qualche altra parte di questo nostro mondo, compagno di viaggio sulla nostra stessa barca. Ebbene, questo Qualcuno che stiamo aspettando, in realtà ѐ già venuto e viene – a Natale ed ogni giorno – chiedendo di essere accolto nella nostra vita. Dobbiamo solo fargli spazio, perché ancora una volta la Parola di Amore di Dio diventi carne nella nostra vita. Non ѐ un pio desiderio, tantomeno un’utopia irrealizzabile. Succede già, ogni giorno. Dobbiamo solo aprire gli occhi ed il cuore per riconoscere Gesù che viene, la sua logica di amore, fraternità e solidarietà che si fa strada e sconfigge l’egoismo.

L’11 Dicembre ѐ tornato a Lira il piccolo Cesare Oola. Quattro anni, mamma morta per malaria, nato con una malformazione congenita, senza la parete anteriore del basso addome. I medici volontari italiani che l’hanno visto nell’ambulatorio del nostro ospedale di Aber hanno interessato al suo caso vari amici ed associazioni sia in Italia che in Uganda. Ne ѐ nata una catena di solidarietà che ha portato il piccolo Cesare all’ospedale Bambino Gesù di Roma, dove ha subito due interventi che gli hanno permesso di tornare ora al suo villaggio nel distretto di Oyam con la prospettiva e la speranza di una vita normale. Un piccolo miracolo dell’amore, che spero di poter celebrare presto con Cesare, suo papà e quanti gli vogliono bene.

Ieri sono andato nella parrocchia di Iceme per aprire un nuovo Centro Eucaristico nella cappella di Corner Angai. E’ una comunità numerosa, priva finora dell’Eucarestia per mancanza di sacerdoti. Al termine della Messa, quando ho posto il Santissimo nel tabernacolo e ho consegnato le chiavi al catechista, la gente ѐ esplosa in canti e grida di gioia. Hanno capito che questo era il loro vero Natale: Gesù ѐ venuto ad abitare in mezzo a loro, al centro della loro vita, dolori e gioie di ogni giorno. La loro fede mi ha commosso.

Sarà che sto diventando vecchio e forse un po’ ingenuo, ma – mentre mi do da fare per iniziative di sviluppo sociale ed economico e per la salute e istruzione della mia gente - vedo sempre più chiaramente che la cosa essenziale, la base ed il motore di ogni crescita e sviluppo duraturo, il cuore della missione, resta sempre l’annuncio e la venuta di Gesù, l’unico che ci salva e risponde alle domande e al desiderio del nostro cuore. Questo ѐ vero in Uganda, in Italia, dappertutto. Si tratta insomma di “fare Natale”, accogliere il Signore che viene per noi. Fare posto a Gesù, metterlo, piantarlo come un seme, una presenza viva e quotidiana in casa, in famiglia, nella nostra vita. I frutti non mancheranno. E riempiranno di gioia, amore, serenità ogni giorno del nuovo anno che il Signore sta per regalarci. E’ il mio augurio per ognuno di voi. Buon Natale e Buon Anno a tutti!

p. Giuseppe


PS. Ringrazio di cuore chi, oltre che con la preghiera, ha voluto generosamente sostenere economicamente alcune mie iniziative. Sono contento di segnalare che le offerte pervenute attraverso l’associazione “Due Mani” Onlus (tel. 030-7090411) sono servite o serviranno presto a scavare un pozzo, ristrutturare 2 dormitori della scuola di Alito, comprare 3 motociclette per i miei sacerdoti, aiutare un gruppo di malati di Aids, pagare le tasse scolastiche di vari bambini, alimentare un “fondo per sacerdoti malati”e mettere a mia disposizione un gruzzolo “per la carità del vescovo”. GRAZIE!

 
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