Creato da Giuranna il 05/07/2008
Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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Scommettiamo?

Paderno e il Villaggio Ambrosiano sono quartieri diversi ma non tanto da non poter camminare insieme!
Varie cose li uniscono: le due scuole dell'infanzia e le due elementari appartengono all'I.C. De Marchi, le due parrocchie dal 1° settembre 2007 formano un'unica Comunità Pastorale con un solo parroco.
La nostra scommessa è che possiamo crescere insieme, valorizzando le rispettive risorse e potenzialità.

 

La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).

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Messaggi del 29/12/2011

A PADERNO CARTA D'ORO PER OVER 60

Post n°2505 pubblicato il 29 Dicembre 2011 da Giuranna
 

 

Sul Giorno di oggi: Una carta d’oro agli over 60 per tenere a bada la crisi.

Sul sito del Comune di Paderno Dugnano il dépliant di presentazione.

 

 

 
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STRANO NATALE A MADINANI

Post n°2504 pubblicato il 29 Dicembre 2011 da Giuranna
 

Una foto di P. Marco Prada tratta dalla rete internet

 

Dall'amico p.Marco Prada (missionario SMA, originario di Palazzolo e da pochi mesi al lavoro nella sua nuova parrocchia in Costa d'Avorio) ho ricevuto nei giorni scorsi la seguente lettera:

 

Parrocchia di Madinani
Costa d'Avorio

Madinani, 10 dicembre 2011

Carissimi,
tra qualche giorno sarà Natale. È mio dovere scrivervi per farvi i miei più sinceri e sentiti auguri di Natale, e per ringraziarvi del vostro sostegno. Per la prima volta festeggerò il Natale nella mia nuova missione di Madinani, che si trova nell'estremo nord-ovest della Costa d'Avorio. La missione si estende su un territorio di circa 5.000 kmq, e ospita una popolazione di circa 60.000 persone. Uso il "circa" perché non ho trovato dei dati certi sulla nostra regione, ma solo delle stime. La grande maggioranza della popolazione è di religione mussulmana, e, al di fuori della cittadina di Madinani, la sua occupazione economica principale è l'agricoltura. È una zona un po' isolata dal resto del paese, che il governo ha un po' dimenticato. Per questo ci sono poche scuole, nessun ospedale, nessuna strada asfaltata. Qui da noi il tempo sembra essersi fermato. Tutto si svolge secondo i ritmi del passato. Ho provato a chiedere allo sparuto gruppo di cristiani che vive in città: come si festeggia il Natale qui da voi? Mi è stato risposto: "Natale qui da noi è un giorno qualsiasi, la gente va a lavorare, non c'è nessun segno esteriore che ricorda il Natale. Anzi, i nostri fratelli mussulmani non vogliono neppure sentire nominare la parola Natale. Per loro Gesù è solo uno dei profeti antichi che hanno preparato la venuta di Maometto. Udire dalla bocca dei cattolici che Gesù è il Figlio di Dio, equivale a sentire pronunciare una bestemmia. Dio è unico e, dicono, non può avere figli. Chi dice il contrario è un politeista, e offende Dio."
Per questo, mi hanno spiegato, noi cristiani che viviamo in un ambiente fortemente islamizzato dobbiamo celebrare il Natale con molta discrezione, per evitare di offendere chi ha una fede diversa dalla nostra, e dobbiamo accettare che quel giorno nessuno venga a farci gli auguri.
Mi chiederete: ma che senso ha essere missionario in uri ambiente come questo? Con tutti i cristiani della Costa d'Avorio e dell'Africa che sono senza prete, perché rimanere in una regione in cui il missionario non può neppure avere la gioia di annunciare la nascita di Gesù, che è Dio che ha voluto farsi uomo per condividere le speranze e le sofferenze di tutti gli uomini della terra?
Qualche volta me lo sono chiesto anch'io in questi due mesi, nei quali stiamo facendo sorgere la nostro Parrocchia. Quando arriva la sera, cerco di fare un bilancio: è servita a qualcosa la giornata che è passata? Oggi ho incontrato tante persone per le quali sono "Monsieur Marco", il "tubabù", cioè "il bianco", con i quali abbiamo parlato dei problemi della gente, ai quali ho promesso di interessarmi e di impegnarmi a fare qualcosa per "trovare qualche soluzione. Persone simpatiche, che mi hanno invitato a casa loro, che mi hanno offerto il loro cibo, e che con molta pazienza mi insegnano il dialetto locale, il malinké. Persone che non sanno cosa sia e che cosa faccia un prete, e neppure gli importa saperlo. Ne è valsa la pena?
Poi però penso che neppure Gesù ha avuto fretta di annunciare il suo vangelo. Per lunghi anni ha condiviso la vita della gente del suo villaggio con tutta semplicità, ha imparato dalla saggezza degli anziani, ha lavorato con le sue mani, ha dovuto rimanere impotente di fronte alle ingiustizie e ai soprusi, ha capito l'importanza delle piccole cose.
E allora chiedo a Gesù Bambino che mi faccia sentire a Madinani come lui si è sentito a Nazareth. Che mi insegni a non considerare tempo inutile quello che passo tra questa gente. Che mi faccia capire quanto sono importanti i valori della pazienza e della semplicità.
E chiedo a Gesù Bambino che questo Natale porti un dono a tutte le bambine e i bambini di Madinani: il dono del futuro. Un futuro guarito dall'odio e dalla violenza che hanno lacerato la Costa d'Avorio in questi ultimi 12 anni, un futuro in cui ciascuno è libero di sognare un mondo più bello, un futuro costruito con le proprie mani, un futuro che non faccia più paura.
E che Gesù Bambino faccia a tutti voi lo stesso dono: un futuro pieno di speranza, un futuro che ispira fiducia, un futuro di pace e serenità.

p. Marco Prada

 

04 B.P. 884 -ABIDJAN 04
Costa d'Avori
o
prada_marco@yahoo.it

 

 


 
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