Creato da Giuranna il 05/07/2008
Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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Paderno e il Villaggio Ambrosiano sono quartieri diversi ma non tanto da non poter camminare insieme!
Varie cose li uniscono: le due scuole dell'infanzia e le due elementari appartengono all'I.C. De Marchi, le due parrocchie dal 1° settembre 2007 formano un'unica Comunità Pastorale con un solo parroco.
La nostra scommessa è che possiamo crescere insieme, valorizzando le rispettive risorse e potenzialità.

 

La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).

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Messaggi del 19/11/2016

L'EPIDEMIA

Post n°7998 pubblicato il 19 Novembre 2016 da Giuranna
 

 

Da leggere il discorso di Papa Francesco ai neo-cardinali in occasione del Concistoro odierno. Ne riporto un passaggio:

La nostra è un’epoca caratterizzata da forti problematiche e interrogativi su scala mondiale. Ci capita di attraversare un tempo in cui risorgono epidemicamente, nelle nostre società, la polarizzazione e l’esclusione come unico modo possibile per risolvere i conflitti. Vediamo, ad esempio, come rapidamente chi sta accanto a noi non solo possiede lo status di sconosciuto o di immigrante o di rifugiato, ma diventa una minaccia, acquista lo status di nemico. Nemico perché viene da una terra lontana o perché ha altre usanze. Nemico per il colore della sua pelle, per la sua lingua o la sua condizione sociale, nemico perché pensa in maniera diversa e anche perché ha un’altra fede. Nemico per… E, senza che ce ne rendiamo conto, questa logica si installa nel nostro modo di vivere, di agire e di procedere. Quindi, tutto e tutti cominciano ad avere sapore di inimicizia. Poco a poco le differenze si trasformano in sintomi di ostilità, minaccia e violenza. Quante ferite si allargano a causa di questa epidemia di inimicizia e di violenza, che si imprime nella carne di molti che non hanno voce perché il loro grido si è indebolito e ridotto al silenzio a causa di questa patologia dell’indifferenza! Quante situazioni di precarietà e di sofferenza si seminano attraverso questa crescita di inimicizia tra i popoli, tra di noi! Sì, tra di noi, dentro le nostre comunità, i nostri presbiteri, le nostre riunioni. Il virus della polarizzazione e dell’inimicizia permea i nostri modi di pensare, di sentire e di agire. Non siamo immuni da questo e dobbiamo stare attenti perché tale atteggiamento non occupi il nostro cuore, perché andrebbe contro la ricchezza e l’universalità della Chiesa che possiamo toccare con mano in questo Collegio Cardinalizio. Proveniamo da terre lontane, abbiamo usanze, colore della pelle, lingue e condizioni sociali diversi; pensiamo in modo diverso e celebriamo anche la fede con riti diversi. E niente di tutto questo ci rende nemici, al contrario, è una delle nostre più grandi ricchezze.


Segnalo anche l'intervista integrale pubblicata da Avvenire il 17 novembre scorso: Papa Francesco: non svendo la dottrina, seguo il Concilio

 


Si tratta, fra l'altro, della risposta di Francesco alle osservazioni critiche di quattro cardinali, rese note nei giorni scorsi:

Al Concilio la Chiesa ha sentito la responsabilità di essere nel mondo come segno vivo dell’amore del Padre. Con la Lumen gentium è risalita alle sorgenti della sua natura, al Vangelo. Questo sposta l’asse della concezione cristiana da un certo legalismo, che può essere ideologico, alla Persona di Dio che si è fatto misericordia nell’incarnazione del Figlio. Alcuni – pensa a certe repliche ad Amoris laetitia – continuano a non comprendere, o bianco o nero, anche se è nel flusso della vita che si deve discernere. Il Concilio ci ha detto questo, gli storici però dicono che un Concilio, per essere assorbito bene dal corpo della Chiesa, ha bisogno di un secolo... Siamo a metà.

Qui sotto le belle immagini che parlano da sole, della visita di Francesco e dei neo-cardinali al papa emerito Benedetto:



 
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ESTREMO SALUTO A PEPPINO REBOSIO, MAESTRO DELLA FISORCHESTRA

Post n°7996 pubblicato il 19 Novembre 2016 da Giuranna
 

Si celebra stamattina a Dugnano il funerale del Maestro Giuseppe Rebosio. Di seguito il ricordo di Alberto Manzoni:


Peppino Rebosio, l’entusiasmo della vita

Con la santa Messa esequiale alle 10.30 nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso in Dugnano vien dato oggi l’estremo saluto a Giuseppe Rebosio, più noto come Peppino o “maestro Rebosio”, ideatore e per tanti anni direttore della “Fisorchestra Settenote”, composta dai suoi giovani e giovanissimi allievi di fisarmonica. Così ci ritroviamo, a soli undici giorni di distanza dai funerali di Pignoli, a piangere la scomparsa di un altro Giuseppe musicista dugnanese, anche in questo caso accompagnando il dolore di moglie, figli e nipoti, la sua famiglia che era certamente l’amore principale, prima delle note e degli spartiti.
Tante cose, dunque, accomunano il ricordo dei due, che hanno avuto oltre la musica impegni di volontariato, anche se differenti. E per Peppino la mia memoria va soprattutto alla “Fera de Dugnan”, in quanto lui fu tra gli entusiasti fondatori, trentadue anni fa, del comitato promotore poi divenuto l’attuale associazione che promuove la tradizionale festa della seconda domenica di ottobre.
E vorrei sottolineare l’aspetto dell’entusiasmo: anche se è normale che chi fa un’attività – professionale o di volontariato – con passione e convinzione per forza dimostri almeno un po’ di entusiasmo, nel caso di Rebosio, almeno per come io l’ho conosciuto, questa era una specie di magma dell’animo, che gli sprizzava fuori visibilmente da tutti i pori e che dava – almeno a me dava – una spinta ed un sostegno grandi per continuare nelle iniziative che ci eravamo proposti. Se aggiungiamo capacità di comprensione e rettitudine, prudenza e generosità, si capisce come anche lui sia stato un maestro di vita, prima che di musica.
E come per l’altro Giuseppe chiudo in poche righe, perché pure lui non avrebbe gradito troppe sviolinate da morto. Ciao Peppino, ti ho conosciuto da vivo, mi ritengo onorato per questo, e questa è stata la cosa bella.

Alberto Manzoni

 
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