Creato da patty1_mah il 02/10/2007

Sottouncielodistelle

Ai confini dell’infinito, dove cielo e terra si prendono per mano

 

Messaggi del 08/11/2014

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Post n°8724 pubblicato il 08 Novembre 2014 da patty1_mah


Mia nonna diceva che quando una donna si sentirà triste,

quello che potrà fare è intrecciare i suoi capelli: così il dolore rimarrà… intrappolato tra i suoi capelli e non potrà raggiungere il resto del corpo.

 

Bisognerà stare attente che, la tristezza, non raggiunga gli occhi, perché li farà piangere e sarà bene non lasciarla posare sulle nostre labbra, perché ci farà dire cose non vere; che non entri nelle tue mani – mi diceva – perché tosterà di più il caffè o lascerà cruda la pasta: alla tristezza piace il sapore amaro.

 

Quando ti sentirai triste, bambina, intreccia i capelli: intrappola il dolore nella matassa e lascialo scappare quando il vento del nord soffia con forza.

 

I nostri capelli sono una rete in grado di catturare tutto: sono forti come le radici del vecchio cipresso e dolce come la schiuma della farina di mais.

 

Non farti trovare impreparata dalla malinconia, bambina, anche se hai il cuore spezzato o le ossa fredde per ogni assenza. Non lasciarla in te, con i capelli sciolti, perché fluirà come una cascata per i canali che la luna ha tracciato nel tuo corpo.

 

Intreccia la tua tristezza – mi disse – intreccia sempre la tua tristezza.

 

E, domani, quando ti sveglierai con il canto del passero, la troverai pallida e sbiadita tra il telaio dei tuoi capelli.*

 

[Paola Klug]



 
 
 

da FB Firenze poco conosciuta...

Post n°8723 pubblicato il 08 Novembre 2014 da patty1_mah

Firenze è una signora riservata.
Non a tutti è concesso di toglierle quel velo di riservatezza e di pudore dietro al quale nasconde la grazia dei suoi giardini malcelati dal ferro battuto dei cancelli. Solo a chi sa accarezzarla come piace a lei rivela un po’ di sé ad ogni angolo: la luminosità delle sue ceramiche, l’occhieggiare di un damasco dalla bifora di un palazzo severo, le strade che scendono tutte verso quel punto dove la città si fa fiume…
Solo una volta si lascia andare. E’ in fondo a via Martelli che mette a nudo, all'improvviso, il candore dei suoi marmi: piazza Duomo, il Battistero, il campanile di Giotto… E il fiato ti muore in gola.
Firenze è una signora che indossa l’arte.
Ma non lasciatevi ingannare dalla bellezza facile ed appariscente delle agenzie.
Firenze è Firenze solo se sfiori con mano leggera il muso del Porcellino in San Lorenzo, se passi la notte a frescheggiare sotto le logge dei Lanzi mentre davanti a te piazza della Signoria tace e veglia il Biancone…
Firenze non è solo Ponte Vecchio con le sue botteghe ed i turisti, i suoi "tipici" ristoranti, né tanto meno “com'è delizioso andar sulla carrozzella”.
Firenze è ponte Santa Trinita, che se ti guardi intorno il tempo si ferma in via Tornabuoni mentre Borgo San Jacopo ti pugnala alle spalle. E’ arrampicarsi a piedi su per l’“erta canina” andando verso il gialloverde dei limoni che occhieggiano dai mattini delle ville…

Firenze non è solo piazzale Michelangelo con il gelato passato di mano per la foto ricordo.
Firenze è la mia piazzetta in pietra serena che sa di sole e di fresco e che è sempre lì, dietro ogni angolo. E’ la bancarella con il lampredotto fumante, è la gabbietta col grillo alle Cascine (quando si poteva), è la rificolona in mano ad un bambino dalle gote rosse, è i falò stellati di San Giovanni, lassù, sui colli morbidi.
E’ un caffè che sa di pittura e di poesia alle “Giubbe Rosse”. E’ la “vecchia città di pietra e argento”.
Firenze è una signora scontrosa e irriverente. Bizzosa, sfrontata e a volte cinica, è anche “O bella figliola icché la desidera”, è il grullo e il bischero del bottegaio, E ti fa arrossire il suo sarcasmo e vorresti che qualche volta tacesse, se non ne possiedi l’anima.E' il vocio dei mercatini e il chiacchiericcio degli studenti in piazza san Marco, è “I Fiorentini dormono con un occhio solo” di Montanelli...
Firenze, oggi, è una signora un po’ stanca e diffidente, abbracciata ai suoi ricordi perché il nuovo la disturba.

Firenze è la mia vecchia e stanca signora ed io sto invecchiando con lei e ogni giorno che passa divento sempre più canuto e stanco, con la meraviglia differenza che io finalmente sparirò fra le nebbie lattiginose del tempo, lei invece no e questo mi rende felice.


 
 
 

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