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PRIGIONIERA DELL'ALZHEIMER

Post n°6623 pubblicato il 01 Settembre 2014 da romolor
 
Foto di romolor

Ultima domenica di agosto: mentre mi trovavo in spiaggia ho dovuto interrompere la lettura in quanto distratto da una conversazione molesta.
Accanto a me, una signora piuttosto matura ne salutava una più giovane e faceva il suo bilancio personalizzato della villeggiatura appena trascorsa alla villa al mare.
Gli ultimi 12 giorni erano stati eccezionali e avevano "ricompensato" la donna di un luglio e di un giugno disagevole, lontano dalla vacanza e causato dalla malattia dell'anziana madre, l'Alzheimer.
La stagione 2014 aveva avuto il culmine con gite fuoriporta a Cisternino, assieme al marito, per pranzi luculliani allietati dalla conoscenza di altre coppie al ristorante con le quali ci si scambiava i numeri di telefono.
I figli? Ormai sui 35, arrivavano alla villa per veloci weekend e mettevano tutto in disordine.
Ma la signora era felice, soprattutto perché, amando il mare, è solita fare da sempre dei blitz alla villa di famiglia con bagni talvolta "fino a novembre" se la stagione lo consente.
In tutto ciò, in questa come in altre conversazioni che ascolto spesso, la malattia di genitori anziani, o molto anziani, viene vista come la rottura di scatole che "impedisce" il divertimento, in questo contesto da me descritto - ma anche in molti altri casi- a gente già molto matura ma "fortunata" agli occhi di altri, che magari hanno perso i genitori in età più giovane e giovanile e pensano che li conserva ancora in vita sia più fortunato.
Da molte parti avverto il fastidio della sopravvivenza dei vecchi oltre un certi limite di età (dopo gli 80 anni) e la rabbia verso eventuali badanti da impiegare, ferie "ridotte" da organizzare e "il vecchietto dove lo metto".
ROMOLO RICAPITO

 
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