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Messaggi del 22/09/2017

 

Il destino in una pallottola ( nono capitolo)

Post n°2271 pubblicato il 22 Settembre 2017 da paperino61to

“ Un’ultima cosa Gutz…” a parlare è Lord Cunnig, responsabile del servizio segreto inglese.

“ Questo pacco contiene una pistola con silenziatore. Immagino che la violenza non faccia parte del suo credo, ma anche lei come noi, capirà che l’unico modo per fermare quel pazzo di Hitler è ucciderlo”.

Per la prima volta Hans Gutz percepisce la realtà della cosa: uccidere un uomo, seppur malvagio con ambizioni di dominio sul mondo, non rientra nella sua ottica di vita.

“ Ma…non ho mai sparato in vita mia…non credo”.

Cunning tira fuori la pistola e fa vedere come in poche mosse sia pronta per sparare.

“ Provi a mettere il silenziatore professore, poi andremo in cortile e  vi farò vedere come si spara. Tenga conto che i nostri agenti creeranno un diversivo in quel momento e lei nella confusione potrà sparare senza che nessuno se ne accorga, inoltre non avrà bisogno di prendere la mira, sarà a pochi passi da lui”.

Gutz esce dalla villa per tornare a casa e nella tasca del suo impermeabile c’è l’involucro contenente la pistola. Non sa se mettersi a ridere o piangere, gli sembra di essere l’interprete di uno di quei film americani sui gangster.

Rientra verso l’ora di cena, Ilga non c’è, un biglietto sul tavolo della cucina , lo avvisa che avrebbe fatto tardi, è andata a trovare una vecchia amica la cui figlia si sposa la prossima settimana: “ La cena è nel frigorifero” conclude la lettera.

L’uomo ancor prima di togliersi gli indumenti nasconde il pacco contente l’arma.Riflette dove la può nascondere e opta per metterla dietro ai libri. Sa che la moglie non gli toccherebbe mai, è geloso dei suo preziosi “ libri”.

“ Ottimo, ora siamo nelle mani di Dio”.

Ora bisogna convincere Ilga a scappare, non è stato facile, ma non può lasciarla in città, ne avrebbe pagato le conseguenze sicuramente anche con la vita.

Decide di chiedere agli inglesi di portarla di aiutarlo a nasconderla mentre lui era a “ salvare” il mondo, ma gli inglesi sarebbero stati d’accordo? Anche i loro agenti avrebbero corso seri rischi.

All’arrivo della moglie non  proferisce parola in merito alla riunione a cui ha presenziato e tanto meno il “ lavoro sporco” che avrebbe dovuto svolgere.

La moglie invece gli racconta dell’amica, di come è felice del matrimonio della figlia, della speranza che le diano presto una nipotina.

I mesi passano più in fretta di quello che Gutz crede, verso la fine di dicembre riceve una telefonata, questa volta risponde la moglie.

“ Scusi ma lei chi è? Mio marito è appena sceso…come?..”

La comunicazione si interrompe.

Quando il professore arriva a casa viene informato di questa cosa, il volto diventa bianco come un lenzuolo, ma ripete alla moglie che sicuramente hanno sbagliato numero.

“ Impossibile, mi hanno detto il tuo nome e cognome….sei sicuro che non ne sai nulla?...”.

Gutz glissa la domanda e va a cambiarsi per la cena.

L’indomani mattina rimase a casa, si da per indisposto e manda la moglie in farmacia. Mentre la donna usciva dal il telefono squilla, sono gli inglesi.

“ Gutz? Sono io…non faccia nomi…venga al parco dopo pranzo. Su una panchina troverà un giornale, all’interno troverà un foglio, lo legga attentamente poi lo faccia sparire. E’ il piano per l’attentato...esatto, lei dovrà comportarsi in tutto e per tutto come è scritto in quel foglio..arrivederci!”.

Quando la moglie torna dalla farmacia vede il marito seduto sulla poltrona, la testa tra le  mani, capisce immediatamente che è successo qualcosa, ma pur facendo mille domande non ottiene risposte da parte del marito.

Dopo pranzo l’uomo va al parco con la scusante di andare all’università a prendere dei documenti.

Per le strade on vi è anima viva, il freddo è pungente. Vede la panchina, è situata ad est dell’entrata semi nascosta da una pianta. Su di essa il giornale, si siede un attimo. Le gambe gli tremano e il cuore batte all’impazzata.

Dopo una decina di minuti si alza mettendo il giornale nella sua tasca, si guarda intorno e ritorna sui suoi passi.

Arrivato a casa, nasconde la lettera nel cassetto della scrivania, per poi  buttarsi sul letto. E’ stremato dall’attesa, dall’ansia di fallire, anche se fosse riuscito sarebbe stato poi tratto in salvo? La teoria è una cosa ma la pratica è un’altra, poi lui non aveva mai sparato a nessuno, e se la paura prendeva il sopravvento?.

Si addormenta e le visioni lo avvolgono ben presto, vede delle fiamme alte nel cielo, ma stavolta a bruciare non sono libri, è un edificio…un edificio a Berlino. Questo edificio ha una cupola alta che le fiamme l’hanno avvolta quasi completamente. Vede anche un uomo…un barbone, dormiva dietro all’edificio.

Poi la visione lentamente sparisce per poi ritornare in maniera più forte. Quel barbone è arrestato, un uomo parla alla nazione, la colpa dell’incendio è causata dalla “ feccia comunista” con l’aiuto degli “ ebrei”, vede arresti e uccisioni, le grida di costoro  non lo lasciano dormire.

Si alza urlando…aveva capito… l’edificio che bruciava era il Reichstag… i nazisti lo hanno  bruciato dando poi la colpa a comunisti ed ebrei.

“ Dio, ti prego dammi la forza…solo questo ti chiedo dammi la forza di compiere il mio dovere”.

Dalla porta socchiusa la moglie carpisce solo le ultime parole e con una mano si copeì la sua bocca, un tarlo le sta penetrando nella mente e il suo Hans ne è l’attore principale.

“ Ma io ti impedirò di fare una sciocchezza, qualsiasi essa sia”, bisbigliando queste parole torna in cucina facendo finta di nulla, ma con la promessa che appena il marito uscirà avrebbe cercato le prove del suo tarlo.

 

( Continua)

 
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