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natale

Post n°681 pubblicato il 22 Dicembre 2008 da tonny88

È l’alba. Una fascia iridescente e luminosa si staglia lungo l’orizzonte. Guardo il cielo per un attimo, subito infastidito da una luce che ormai non ricordavo. Dopo il grigiore e la pioggia dei giorni scorsi, ecco tornare l’arancio, il giallo, il rosa. Spunta una palla infuocata, è Il sole che pian piano si alza. E io lo osservo crescere. Mi fa compagnia durante il mio viaggio in treno. Un compagno perso da tempo che ho la fortuna di avere oggi accanto, fuori da quel finestrino, e vedere il paesaggio cambiare. Farsi nuovo, colorarsi. Riprendere la vitalità perduta, consumata, sbiadita dallo scorrere prepotente e incessante delle sporche acque passate.

Eppure oggi è l’ultimo giorno di lezione. Non poteva cominciare meglio. Per molti verrà letto come di buon auspicio per le tante agognate vacanze. Per me è solo uno spettacolo gratuito che la natura ci offre. Niente di più, niente di meno.

Sono raffreddato. Naso chiuso e irritato, fazzoletti nuovi e usati sparsi ovunque. Giovedì notte sentivo l’evolversi del malanno, il respiro cambiare ritmo, il naso tapparsi. Per molti è una vera disgrazia, ammalarsi all’inizio delle vacanze, con il rischio di perderle e passarle chiuso in casa. Per me è solo una casualità. Non aggiunge niente, non togli niente. C’è chi ti sta lontano, per paura del contagio. C’è chi non si fa più sentire dopo averti invitato per bere qualcosa fuori, forse sempre per paura, o forse per altri motivi che non sai. Poco male, forse per la prima volta ho voglia di restare da solo.

È il crepuscolo. Il sole ormai tramontato è già un ricordo. La notte si sta già impossessando del cielo. Rimangono solo pochi colori, il rosso e il viola che si fondono in nuvole che per ultime hanno visto il sole. Sono passati tre giorni da quell’alba. E non è cambiato niente. Il tempo scorre e scivola. Come un fiume da cui io mi sento fuori, e tutti gli altri li dentro nuotano in massa verso la prossima meta. E io rimango arenato in un ansa fregandomene un po’. Ora con un certo sollievo. Perché ho capito. Sono giunto ad una conclusione. Dubito che sia venuta così, senza preavviso, come un’illuminazione ad un genio. Ma come sempre, sono stati gli eventi, e la loro somma.

Il natale ormai è vicino, ma non lo sento affatto. Le luci, i regali, le canzoni, non le vedo, non le sento.

Non vedo e non sento più niente adesso. Non mi va. Apatia e indifferenza completa. Noia. Non cerco nessuno, non ho voglia di vedere nessuno. Non penso nemmeno più. Perché non ho voglia di stare male.

Ho litigato con un amico, per motivi sciocchi, ho rischiato di perderlo dopo 2 giorni del suo silenzio. Eppure non sono stato male. Mi ero già quasi rassegnato a quello che doveva essere. Infondo è già successo pensavo. Infatti adesso come se niente fosse parliamo ancora. Un’amica mi ha chiesto di uscire due volte in 3 giorni. La prima non potevo per impegni universitari, la seconda non lo so. Dopo aver detto che ero influenzato non si è più fatta sentire. Eppure venerdì ero tentato di chiederle cosa avrebbe fatto a capodanno, ero tentato anche di chiedere ad un altro amico di uscire quella stessa sera. Ma non ho fatto niente di ciò. Erano solo pensieri fugaci e inconsistenti. Spazzati via dal vento.
Non parlo con un altro amico da giorni. Solo un paio di squilli ogni tanto. Rimango invisibile per buona parte del tempo su messenger, evitando quei pochi contatti in linea con cui potrei palare.

Non ci sono più io adesso. Non sto bene, ma non sto nemmeno male.

Negli ultimi mesi ho passato momenti di assoluta tristezza, e di assoluta indifferenza. E adesso a vincere è questo ultimo. Ma solamente perché ho capito, ho capito tutto. Con la stessa inutile soddisfazione di aver risolto tutti i nodi di un filo mal riposto. Non so in che altro modo spiegarlo. Ma è la sensazione che provo. Come se avessi finito qualcosa. Ma non c’è né gioia né euforia.

Ci sono ancora i sogni, ma anche loro pian piano stanno perdendo la loro forza e stanno diventando semplici racconti per farmi dormire la sera.

Sono cresciuto forse. Il sentirmi ancora solo, e senza futuro non mi fa star male. Perché in un certo senso, sento che non posso avere più di quello che ho, e non posso aspettarmi che le cose migliorino. Non posso più pensare di avere le amicizie che sogno. Non posso credere che un giorno sarò felice. Perché devo star male se passo il capodanno da solo? È solo così che deve essere, e poi semplicemente non mi resterà altro da fare che mentire quando l’università ricomincerà. Dovrò mentire sempre e comunque. Perché è tutto sempre una continua bugia.

E adesso non so perché ho le lacrime agli occhi. Ma sorrido. Non merito nulla e va bene così.

Ho una famiglia che non posso cambiare con cui passerò il pranzo di natale, come se fosse un momento importante, quando invece in realtà non lo è mai stato. Ma va bene lo stesso. Non c’è giorno in cui mia madre non mi irriti per la sua stoltezza e ingenuità. Io mi arrabbio, e mi chiedo  il perché, ma non posso farci niente. Mio fratello che regala la wii all’altro fratello sposato, quando la console in realtà la voleva lui e non riesco a capire il perché del gesto. Un nipote che mi fa pena, perché lo spavento, e avrà chissà quali traumi crescendo. Pacchi regali per lui che probabilmente dovrò incartare io, perché mia madre dice di non essere capace. Sarà un pranzo come tutti gli altri, per me non durerà più di quei soliti 10 minuti, e me ne tonerò poi in camera, come se nulla fosse.

Ho voglia di stare solo. Se litigo con tutti se non ho più voglia di nessuno attorno è solo per questo motivo. Potrò piangere ancora, certo piangerò sempre, anche adesso lo sto facendo anche se con forza mi sto trattenendo, ma saranno lacrime che non hanno più bisogno di essere rivelate. Ci sono pensieri che meritano di rimanere chiusi nella propria testa. Anche questo blog non ha più motivo di essere aggiornato. Non c’è mai stato veramente un motivo.

Merito di stare da solo, è quello che ho sempre pensato ma che non ho mai avuto il coraggio di dire. Stare soli, limitarti a se stessi, sentirsi al sicuro. I rapporti con gli altri creano solo problemi. E io non ci sono portato. Non vedo la mia vita in compagnia di qualcuno.

Avere gli strumenti, ma non i mezzi, e aver paura delle possibilità nuove. Come regalare un navigatore a chi non ha una macchina propria. Non serve a niente, ma lo fa sentire peggio, deriso.

Le paure, i sogni, le speranze. Tutto si perde in questa notte stellata. Tra le luci colorate di natale.

Auguri blog. ciao.

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Commenti al Post:
Oxumare81
Oxumare81 il 23/12/08 alle 09:15 via WEB
Ti auguro un Natale di pace e serenità! Baci!
 
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NESSUNO

Sono nel buio un’ombra,
sono nel nulla un’orma,
sono il vuoto,
sono un malato.
Sono la foglia che cade,
Il deserto e il mare,
sono l’errore,
sono odio e amore.
Sono la tela bianca,
il libro strappato,
sono il vetro rotto,
un panno consumato.
Sono l’attesa, la speranza.

L’indecisione e la tristezza.
Sono l’infinito senza arrivo.
sono morto e vivo.
Sono un fantasma,
lo spirito errante,
sono l’animale estinto,
l’escluso, sono il vinto,
sono un uomo solo,
io sono nessuno.

 

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