Uomini, siete una piaga

E non solo d’Egitto.
La pioggia di rane, in confronto a voi, sarebbe ‘na passeggiata di salute.
Alle terme.
Luogo dove dovrei andare perchè ho pure l’influenza, a riprova di quanto sto per andare a polemizzare narrando qua sotto.

Hanno stabilito ( ma chi? ) che i maschi invecchiano dopo.
Dopo quando? Dopo di chi? Dopo delle loro madri, immagino. No perchè attenzione. Vedo e sento uomini di ciquant’anni definire carampane le loro coetanee.
Mi mancano, però…e le vorrei qui sulla mia scrivania entro le prossime ventiquattr’ore, le referenze per potersi permettere tale affermazione.
Nella fattispecie: IBM inferiore a 28, bicipite a forma di prosciutto con l’osso, pettorale che sta su senza l’ausilio di un push up taglia seconda, analisi che testimoniano l’assenza di colesterolo, addominali scolpiti e capacità di un’erezione degna di tale nome senza scomodare un intero sexy shop e senza tentare random tutte le sezioni di youporn. Che alla fine dell’operazione tocca fare una cura ricostituente entrambi, lui perchè è devastato e lei perchè, al confronto, preparare la cena di Natale per trentasei parenti è stato uno scherzetto.
Quindi: invecchiate dopo di cooooosa? Quando mai? Chi ve l’ha messa in testa ‘sta stronzata, ditemelo, ora e subito.
Come dite? Ah, noi? Beh è vero. Noi. Colpa nostra, vero. Che abbiamo questo strafottutissimo senso materno che ci viene sempre da prendervi con le buone e a furia di coccolarvi e vezzeggiarvi ( nella speranza di insegnarvi un po’ di buone maniere ) abbiamo ottenuto il risultato di mettervi in mente tante di quelle baggianate che adesso ci credete persino voi.
Come la storia de “eeee ma le misure non contano”. Non contano? Ma davero davero? E voi ci credete? Che noi saremo state sceme a esagerare nel consolarvi eh…ma pure voi a crederci…eh. Non ci vuole essere geni per capire che 8 cm sono una statura di tutto rispetto solo ed esclusivamente per il Brucaliffo, eh.

Adesso veniamo al nocciolo.
Adesso, secondo la maggior parte dei maschi, i LORO quaranta sono i nuovi trenta, così come i LORO trenta sono i nuovi venti. E i LORO venti…per fortuna sono cazzi delle loro mamme, se la spicciassero loro che noi abbiamo fin troppi problemi.
E sottolineo i loro.
Succede questo. Siccome loro sono ggggiovani, fanno sport. Vanno a giocare a squash. A squash, capite? Che è il rumore esatto della pallina quando rimbalza e li becca in fronte: squash!
Vanno a giocare a squash e mostrano fieri la loro prestanza fisica alle ragazze che passano davanti per andare alla lezione di spinning. Perchè loro ci hanno ancora il fisico, eh.
Poi, tu gli chiedi di portarti la cassetta d’acqua e aaaaah non posso la schienaaaa…il gomito il ginocchio la caviglia il dito mignolo il sopracciglio chemmmmalechemifa.
Come i bambini che la mattina hanno mal di pancia e non vanno a scuola e il pomeriggio miracolosamente son guariti e vogliono uscire a giocare.
Mica finita qua. Si mettono i jeans strappati. Oh sissignore, sì. L’hanno visto a Justin Bibier e allora va di moda. Certo. Così tutto il giorno in giro a sfoggiare ciuffi di pelo selvaggio che spunta dai buchi dei jeans alle ventenni di tutto il mondo ( che sorridono…certo che vi sorridono…ovvio…ma non è quello che pensate voi il motivo! ) e la sera poi hanno preso freddo al culo e te li sorbisci sul divano col plaid che sorseggiano il Tachiflu Dec.
Ma mica finita qua. Mica è finita qua. Fanno le battutine da Casanova. E rovinano la vita alla ragazzina di turno che per tutta la sera poi verrà sfottuta come “quella che attira solo i vecchi bacucchi”. Non lo sanno loro quante serate di merda ogni donna ha dovuto passare grazie a ‘sta cosa. Non se ne rendono conto. Sono ancora fermi al concetto “l’uomo maturo piace di più” ( altra stronzata che gli abbiamo messo in testa noi..cioè sì…l’uomo maturo piace di più…ma appunto MATURO. Maturo. Dentro. Nella zucca. Piacciono quelli maturi perchè sono maturi dentro e quindi non fanno queste vaccate ma se tu le fai non sei maturo che piaci di più sei un povero mentecatto che si crede stacippa )
Ma mica finita quaaaa. Eh no. Hanno prenotato l’esame della prostata ( secondo richiamo ) e ancora stanno a farsi venire le convulsioni quando sullo schermo appare il loro cantante preferito, attore, attrice, pornostar. Ci manca che svengono e dobbiamo chiamare il 118. Sono ancora lì a postare su FB le frasi “Personaggio Famoso TI AMO” e, peggio ancora, ad andargliele a scrivere direttamente nei loro profili.
Che se io fossi una cantante e mi trovassi un 45enne che mi scrive ‘na roba del genere sotto il profilo gli manderei una busta con i soldi per lo psicologo.

E diciamo anche che tutto questo va bene. Li abbiamo tirati su così e adesso ce ne assumiamo le nostre sacrosante responsabilità. Ottimo.
Va bene.
Poi…un giorno…perdi un attimo il controllo…giusto cinque minuti…ti distrai e ti scappa un’esclamazione di pura gioia davanti a un pigiama rosa di Hello Kitty…e ti senti dire “eeeh che cazzo, alla tua età e ancora ti incanti davanti a ‘ste robe?”
A questo punto, se ti parte disgraziatamente un omicidio, a mio avviso, è giusto che il giudice tenga conto di tutte le attenuanti del caso. O no?

E Buon Natale

La prosopopea e demagogia annuale sul Natale ha il potere di essere scontata e irritante quanto il dobbiamo essere tutti più buoni e farci gli auguri per forza con bacibacismack.
Sì lo sappiamo tutti che mentre noi compriamo regali e farciamo il tacchino c’è gente che muore di fame e freddo, non siamo tutti ciula e viviamo nello stesso mondo, non nel Fantistico di Alice, purtroppo. Che a me, avere uno Stregatto, piacerebbe, e sono anni che lo chiedo a Babbo Natale ma quel burino non me lo porta mai.
Lo sappiamo benissimo che il significato del Natale non è il panettone e che i bimbi in Africa mangeranno il solito riso.

Quindi?
Che dobbiamo fare? Penso, e sottolineo, penso, fare ognuno ciò che il cuore e la coscienza suggerisce. Ma come stile di vita, non a Natale. Ognuno faccia per il resto del mondo ciò che la sua anima gli suggerisce di fare ed eviti anche di andarlo a raccontare in giro perchè tanto, andare a raccontare cosa si fa e cosa si pensa in proposito, non aiuta.
Se le coperte scaldano…si diano coperte. Ma non per poi fare la ramanzina al resto del mondo perchè magari, il resto del mondo, ha dato più coperte di quanto non si sappia ma non l’ha detto.
Il senso del Natale non è neanche mettersi in cattedra a ricordare a tutti quanto facciano schifo rispetto a noi.
Perchè tanto, se anche decidessimo tutti di non mangiarlo ‘sto cazzo di panettone, non si risolverebbe nulla. Non è puntando il dito contro la cena di Natale che si riempiono le pance di chi le ha vuote.
Potremmo anche decidere di passare la notte di Natale alla stazione pagando caffè ma allora, insieme a chi ha il caffè, dovremmo metterci a riflettere su chi, in quel momento, in un altro pezzo di mondo non ha manco il caffè e su chi in quel momento sta saltando su una mina messa da noi e su chi muore ancora di morbillo ma non se lo incula nessuno.
Eh sì eh. Perchè al mio paese si muore ancora di morbillo e influenza ma mai nessuno se ne fotte dei bambini analfabeti o dei pescatori a cui comprano i prodotti fottendoli sul prezzo perchè tanto è conosciuto solo come la terra dei ricchi resort quindi che ci frega?
Io, certo, mangio il panettone ma non è che abbia bisogno di nessuno che mi ricordi, in questi giorni, di chi conosco bene e che il panettone non lo vedrà mai in vita sua.

Che faccio? Mi ammazzo? Non lo mangio e non lo dò a mia figlia in solidarietà ai cuginetti che non ce l’hanno?
Io faccio quello che posso. Come tutta la gente normale e sottolineo normale fa ogni giorno per gli altri.
E non serve per forza usare soldi, per migliorare il mondo, spesso, basta non cambiare tavolo al bar o non alzarsi in metropolitana se il vecchietto noioso e pedante ci sta raccontando appassionatamente della sua ulcera perforata.
Poi, chi ha…soldi, oggetti, tempo…dà.

Ma la ramanzina su quanto facciamo schifo a mangiare la sera di Natale risparmiatecela eh.
E non lo dico mica per me: io a Natale non ho proprio nessuna cena, come al solito, quest’anno ancora meno visto che pure mia figlia va col papà e non c’è quindi io al massimo guarderò il Gobbo di Notre Dame su raidue mangiando cereali direttamente dalla scatola come Bridget Jones. Ma in generale: schifo gli auguri e i baci di cortesia ma schifo pure chi schifa chi li fa.
E’  Natale. Non cambia nulla. Il mondo è lo stesso, nulla di nuovo sotto il cielo, chi deve morire muore, chi deve essere felice è felice, chi è solo è solo e chi ha ottantasette parenti scassacazzo a casa ce li ha.
E’ una festa. Si festeggi. Il resto…ciò che c’è da fare…non è un discorso “da Natale” è un discorso che vale sempre e si può fare anche il 12 gennaio che vale ugualmente.
Chi farà del bene lo farà il 24 dicembre e anche il 3 aprile, chi se ne fotte se ne fotterà ugualmente pure il 24 a mezzanotte e penserà solo a se stesso, la predica dal balcone non serve, non è utile e sembra solo “vergognatevi tutti di ogni boccone che metterete in bocca perchè c’è chi non mangia”.
E però…non mangiano manco gli altri giorni…e te mangi ogni giorno visto che sei vivo. Quindi? Che si fa? Ci vergogniamo ogni volta che beviamo un sorso d’acqua? D’accordo.

E, contro il mio solito stile…quest’anno…Auguri di Buon Natale a chi mi sta simpatico.
A chi no…se ne vada affanculo. A Natale, a Capodanno, Pasqua e Epifania.
Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh là.

Ma ne vale la pena?

Io ho imparato come ci si comporta con gli altri osservando. Osservando soprattutto me stessa.
Ho imparato che alcune cose non vanno fatte perchè quando le ho fatte dei perfetti estranei me l’hanno fatto capire a calci in culo e non con esempi e discorsi.
Ho imparato che alcune cose vanno fatte, invece, perchè quando non le ho fatte, dei perfetti estranei me l’hanno rinfacciato a calci in culo e non con esempi e discorsi.
Gli anni son passati così. Tra il prendere un calcio in culo per una cosa sbagliata fatta e prenderne uno per una cosa che avrei dovuto fare.
Adesso, che ho una certa età, ma non un’età certa purtroppo, credo di essere arrivata alla consapevolezza di essermi costruita la mia educazione.
Il mio carattere. La mia personalità. E soprattutto la mia scala di valori. Che ritengo valida.

Adesso ho una figlia in crescita. Il mio compito sarebbe quello, finalmente, di trasmetterla anche a lei. E invece no. Io, mia figlia, la cresco con i discorsi pacati, le riflessioni e gli insegnamenti verbali, quelli che avrebbero facilitato la vita a me.
Ma non le sto insegnando a rispettare le regole che ho imparato io.
Perchè le voglio bene. E non voglio che diventi come me. Voglio che sia inserita e che si sappia difendere dal resto del mondo. Anche a costo di diventare una persona come io non ho voluto diventare.

Io ho imparato che bisogna dire la verità. Anche quando dirla comporterà ammettere un tuo errore e pagarne le conseguenze. Ho imparato che pagare le conseguenze con dignità è più giusto che farla franca…però fa male.
Ho imparato che bisogna sempre prima pensare al benessere degli altri perchè se le persone attorno a te non sono felici non potrai mai esserlo neanche tu perchè il malessere negli altri fa più che male che il tuo stesso, disturba più che se lo provassi tu.
Ho imparato che se hai dieci cose non te le puoi godere se non le hai divise con qualcuno in modo che tutti abbiano qualcosa.
Ho imparato ad ammettere i miei errori ma, principalmente, a cercarli. Perchè spesso, i nostri errori, per noi non lo sono. Scientemente un nostro comportamento ci sembra legittimo, giustificato…non riusciamo a renderci conto del perchè faccia un erroneo effetto sugli altri. Io ho imparato ad ammettere errori che non ritengo tali quando capisco che comunque il loro effetto sugli altri è diverso.
Ho imparato ad avere la pazienza di aspettare le reazioni. E alcune, molte, non sono mai arrivate e non arriveranno mai.
Ho imparato a capire. E soprattutto ho imparato a cedere. Anche laddove avevo ragione, secondo me, ragione piena, a un certo punto ho imparato a cedere e a lasciare le ragioni agli altri, adattandomi.

Essere persone corrette, empatiche, oneste. Essere una persona in grado di abbassare la testa anche quando dovrebbe stare su un palco scintillante a prendere meritatissimi applausi. Essere una persona capace di rinunciare a cose dovute per smezzarle pur di non prevaricare…significa essere delle belle persone.
Ma paga? Ci si guadagna?
No. Ci guadagnano gli altri. Avere a che fare con una persona così è sicuramente un vantaggio.
Ma essere una persona così, no.
Perchè tu stai lì, ti metti in discussione, ti fai delle critiche, accetti delle cose che altrove non dovresti accettare, rinunci a delle cose che altre situazioni ti darebbero con gioia, spieghi, prendi con le buone, cedi, lasci correre…e alla fine…alla fine il risultato è che diventi semplicemente una noiosa logorroica del cazzo piena di filosofia fin dentro le orecchie, una teorica della vita che concilia il sonno.
E, di solito, a questo punto, arriva una scema o uno scemo qualunque, che se ne fotte di tutto e di tutti e manda a puttane l’intero percorso trascinando con allegra superficialità le persone per le quali tu ti sei fatta a pezzi.
Poi non importa se dopo un po’ si rendono conto, se poi le mazzate sui denti inevitabilmente arrivano…intanto a te porta solo sofferenza.

E allora, forse, paga molto di più pensare solo al proprio importantissimo culo.
Ed è quello che io insegno a mia figlia…pur non approvandolo per me.
Paga decidere di meritare certe cose e sbattere i piedi a terra finchè non le si ottengono, paga fare i furbi, paga divertirsi pensando che al domani ci penseremo, paga mettere davanti a tutto se stessi, paga fare quello che piace e comportarsi come piace fregandosene vastamente delle conseguenze che questo porterà.
Paga parlare di cazzate e non perdere fiato, tempo, dignità e cervello nel mettere sul piatto alcuni sentimenti.
E lo possiamo fare tutti perchè è molto semplice. Tutti possiamo, da oggi, decidere di vivere seguendo solo l’istinto e quello che ci fa stare bene.
Se io, oggi, decidessi di farlo…di sicuro mollerei il 90% di quello che sto facendo adesso e il 90% delle persone che ho attorno.
Farei quello che mi piace, che mi entusiasma e che mi eccita e correrei dalle persone che mi danno quello che io voglio. Ci metterei un minuto.
Mentre invece ci ho impiegato quasi trent’anni a essere così.

Tempo perso. Trent’anni buttati in vacca. Utilizzati per comprendere teorie che al giorno d’oggi non vanno di moda e non sono utili. C’era da aspettarselo, del resto, da una che ha scelto di studiare il greco e il latino anzichè il cinese e il russo.
Solo che forse…il tempo utilizzato per avere la coscienza pulita…non è mai del tutto sprecato.
E allora che succede?

Succede che sei destinata, comunque, a essere sola.
Coerente con te stessa, convinta, con la coscienza pulita, senza sensi di colpa, con la consapevolezza di star percorrendo l’esatto itinerario che hai scelto per te…ma incompresa e sola.
Cosa che sarai nella felicità, nel dolore, nei festeggiamenti e nelle difficoltà.
E le famose dieci cose le dividerai sempre. Perchè non te le terrai mai tutte per te. Ma non le vivrai “con”. Le darai e basta.
E’ così. Scegliere questo tipo di scala di valori comporta, inevitabilmente, questo. E anche il giorno che deciderai di sbranare qualcuno e deciderai di fare una cattiveria o deciderai di non essere corretta…lo farai da sola.

E in fin dei conti, l’immagine esatta è di una persona che ha lavorato per rinnovare un bel castello, ha strofinato pavimenti quanto gli altri senza imboscarsi in pause straordinarie, ha tolto polvere, ha lavato piatti, si è sfrantecata le mani in giardino per togliere le erbacce…poi…come tutti…si è ripulita, si è messa un bel vestito, si è sistemata i capelli…è scesa nella sala per festeggiare l’inaugurazione…e anzichè sedersi a tavola è andata dritta verso la porta d’uscita…con la musica e le risate che ad ogni passo erano meno forti.
Questa è la mia vita. Passare nei castelli dismessi…mettere in ordine…rendere tutto pulito e ordinato…poi farmi bella e andarmene mentre gli altri se lo godono…verso un nuovo castello dismesso. Da sola. E con il dubbio amletico di essere una grandissima, imperitura, megagalattica COGLIONA.
Che è infatti ciò che sono.
Amen.

lupo

 

 

Uhm, sì, certo

Ero lì che bevevo il mio pranzo…sì perchè parliamone. Io sto a fa’ na dieta liquida a base di frullati che dovrebbe permettermi di arrivare a Natale e poter mangiare una fetta di panettone senza trasformarmi nella nonna di Peppa Pig.
L’unico risultato ottenuto fino ad adesso è che mi sono rincoglionita e guardo il mondo con uno sguardo vuoto ed ebete che sprizza intelligenza quanto quello di una triglia sul banco del pesce…da tre giorni.
Poi dice “è strana quella là ci avrà dei problemi”. No. Ci ha fame. Ma vabbè.
Bevevo il pranzo e mi sono imbattuta in un simpaticissimo articolo molto utile a noi che ci portiamo a spasso due inutili ovaie. Ma sai quegli articoli che proprio ti svoltano la vita, eh.

Si intitola “Se lui fa una sola di queste dieci cose…lascialo! Ti farà soffrire.”

E una si immagina che leggerà e una brava giornalista spiegherà, a tutto beneficio soprattutto delle ragazzine, che se un fidanzato le tratta male o dà loro uno schiaffo o si rifiuta di usare la contraccezione…meglio lasciarlo perchè sono situazioni in cui meglio non mettersi. E ti viene anche un alito di speranza per un mondo migliore, ecco, un mondo fatto di giornaliste che ribadiscono alle nostre figlie quello che già cerchiamo di dire noi mamme da quando son nate.
E invece…ecco no. Ora vi racconto quali sono le dieci terribili cose di cui questa scellerata  squinternata si è occupata, sulle quali ha scritto un articolo e per le quali è stata pure pagata, ttttacci sua e di chi glieli dà ‘sti soldi. Siete pronti? Udite. E soprattutto: non guardate me non l’ho scritto io. Giuro. Era sul sito “Caffeina” ecco.

1. Se ti fa dei complimenti ambigui. Ad esempio. Se ti dice “come stai bene con quel vestito” non è giusto perchè ti deve apprezzare sempre e non solo in certe occasioni.
Ecco. Quindi adesso che tu sia in pigiama, in tuta da sub o che tu abbia addosso ottomila euro di vestito da sposa…per lui devi essere uguale. Se si sbaglia a dirti che coi bigodini in testa non sei esattamente un’icona di glamour tu lo devi sbatacchiare fuori di casa, sulla zerbino, con la ciotola dell’acqua come un San Bernardo sbavante.
Che, se vogliamo, in linea di principio non è nemmanco sbagliato…cioè…certo non è carino che per ottenere un complimento tu debba prima passare sette giorni alla Spa…uno che ti fa un complimento appena sveglia, insomma, ha il suo perchè…ma da qui a lasciarlo e farci un articolo, dai, poraccio. Che tra l’altro oggigiorno viviamo in un mondo costellato di maschi esteti, influenzati da Enzo Miccio, Garrison e Cracco. Ormai sanno tutto loro. Se ti fai le unghie a punta anzichè squadrate loro lo sanno che non va di moda, ormai sanno pure come si mette un tampax e lo spiegano nella pubblicità…cioè…ovvio che abbiano da ridire sull’abbinamento della gonna con la camicetta che non ci sta bene. Possinammazzalli tutti. Rimettete Rambo in tv, per piacere. E rispediteli a fare la pubblicità del trapano.

2. Se a letto non si dimostra generoso.
Ora. Partendo dal presupposto che, vi piaccia o meno, si dovrebbe tornare all’antico adagio che quando si va a letto insieme la generosa è la donna. Che si sta gentilmente concedendo. No perchè attenzione anche qui, eh, che mancano due giorni e ci toccherà pregarli tutti quanti. Detto questo. Una volta che tu, gentilmente, hai deciso di concederti. E che lui ha dimostrato grande entusiasmo per questa concessione ( e quello lo deve fare sennò prendetelo a sprangate sui denti, direttamente ) la domanda è: che caspita volete ancora? A ognuno il suo. Tu donna fai un po’ quella che se la tira, lui insiste così tu capisci che ti desidera, tu alla fine accetti lui fa ooooooohhhhh come sono felice…poi a quel punto però, carissime donne, vedete quello che dovete fà senza esasperare la gente eh. Non è che si va a letto con il grafico della partita doppia e si mette la “x” su “cosa fatta io cosa fatta tu”. E che cazzzz.

3. Se dopo un po’ di tempo che uscite insieme non vi ha ancora presentato gli amici.
Ma ci tenete davvero così tanto a conoscere i suoi amici? E soprattutto le sue amiche? Mais pourquoi? Non vi basta lui? Volete ritrovarvi a cena anche un branco di schizzati tali e quali a lui che parlano solo della squadra del cuore e del gigantesco mondiale torneo di Fifa? Ma lasciateli lì dove sono…che s’incontrino il venerdì sera a vantarsi di quanto ce l’hanno lungo, tra di loro, com’è giusto che sia. Davvero volete vederlo con i vostri medesimi occhi mentre sbaciucchia e fa le moine alle sue amiche? Ma evitate. Trovatevi un hobby. Iscrivetevi a pilates.

4. Se ti manda solo messaggi ma non ti chiama mai.
Eh. Vabbè. Anche qui in linea di principio è giusto. C’è da dire che noi siamo solitamente delle gran parlatrici e potremmo tenere la gente tre ore al telefono solo per descrivere come abbiamo leccato il francobollo per la cartolina. Noi al telefono comunichiamo emozioni. Loro informazioni. Quindi, infine, di che cavolo ti devono informare ogni giorno? Che poi…non ti chiama? Cioè magari prima di divorziare e mandare a puttane un’intera famiglia più un mutuo trentennale…chiamalo tu, ecco. Se non ti risponde, allora, chiama l’avvocato. Quelli rispondono sempre.

5. L’uomo che, quando uscite, non porta il portafogli.
Adesso. Va bene che nessuna di noi, e abbiamo tutte le nostre ragioni, nutre una particolare stima verso il genere maschile. Però…però dai. Questa, bisogna riconoscerlo, non è una cosa che succede. Sarà anche successo ma lo strano di turno non fa statistica. A parte il fatto che se si lavora entrambi decade ‘sta storia che deve pagare sempre l’uomo, che questa sì è un’anticheria da cambiare ( a differenza di altre, tipo quella di prima ) ma poi possibile che ogni volta che si dà contro agli uomini bisogna sempre buttarla sui soldi? Ecccheppalle! E basta con ‘sti soldi, son pure sporchi, carta tutta sporca, non facciamoli entrare nei sentimenti che impiastricciano tutto.

6. Se non riesce a organizzarsi neanche da qui a stasera e ti fa sapere all’ultimo momento.
Ma proprio noi parliamo? Ma ci permettiamo pure di parlare? Che siamo quelle che “sei libera per il mio matrimonio tra cinque anni?” e noi “Eh guarda ti faccio sapere perchè sai dipende se la mia estetista avrà posto il giorno prima”. Ma stiamocene zitte. Ma ok criticarli ma critichiamoli su cose sulle quali noi abbiamo la coscienza a posto. Che ogni sera son piene e dico piene le strade di uomini in macchina che aspettando donne in ritardo che dicono “guarda scendo eh…aspetta…però tieni conto che se non riesco a coprire bene l’occhiaia potrei anche disdire…ti faccio sapere entro dieci minuti…forse…”

7. Se si rifiuta di usare il preservativo quando tu glielo chiedi.
Oh…una cosa intelligente…sono commossa…brava Giornalista…cioè sono orgogliosa di te…mi sento come se stessi guardando mia figlia che si laurea…

8. Quello che dopo i trent’anni ancora non è in grado di pagarsi l’affitto da solo.
Ok. Fino a ventinove possono essere dei debosciati totali. A trenta deve scattare l’impreditoria coatta ed essere lanciati nel grandioso mondo del business. Capito? No perchè…facile, eh. Perchè invece le donne, a trent’anni, tutte autonome, vero? Tutte grandi donne noi. Non ne esistono di trentenni e oltre che ancora si perdono in un bicchiere d’acqua e hanno bisogno della mamma che le chiami ogni giorno e che le aiuti. Noooooo. Cioè. Qua si finisce di studiare, tra un po’, a trent’anni, che fanno corsi di laurea sempre più lunghi e ti chiedono specializzazioni sempre più strane per darti un lavoro da imbianchino. Che adesso pure se vuoi fare il panettiere devi avere l’attestato che il pane l’han sempre fatto le nonne ed è sempre stato buono. Poi ti assumono cocopro…propropro…ambarabaciccicoccò…e come pretendi che un ragazzo di trent’anni riesca a pagare un affitto di tremila euro al mese che oltretutto non gli danno perchè se non presenti busta paga indeterminata nessuno ti affitta manco un ripostiglio?

9. Se ci prova con le tue amiche.
E grazie al cazzo, Giornalista, c’era bisogno che ce lo dicessi tu. A noi non sarebbe mai passato per la testa di calcinculare un moroso che si inquatta con le nostre amiche. Anzi. Di solito lo affittiamo così arrotondiamo lo stipendio. Ecco perchè noi donne trentenni siamo autonoma, secondo la capa tua?

10. Se non dimostra gelosia nel caso voi ci provaste con i suoi amici.
No vabbè. Io non so che uomini abbia frequentato, questa Giornalista…ma propongo una colletta. Aiutiamola. Mandiamola dallo psicol…no. No no no. E’ Natale. Facciamo una colletta e regaliamole una bella crociera per singles…perchè secondo me, questa Giornalista, ha bisogno di…be’…divertirsi un po’, ecco. Rimettere un po’ in bolla le idee. Su. Lasciamo stare i Panda da salvare, per quest’anno e facciamo una donazione per questa ragazza che, secondo me, ha tanto bisogno.