Pensieri

E’ solitudine quando abbiamo bisogno degli altri,
ma gli altri non hanno bisogno di noi.

Oppure è solitudine quando sappiamo essere soli con noi stessi al punto tale che non riusciamo più a destabilizzare il nostro equilibrio interiore;
…è solitudine quando non vogliamo accettare che necessitiamo degli altri;

Lo è quando quella necessità, quel “bisogno desiderato” è sempre più singolare ed esclusivo…

così impossibile da trovare nell’ordinario vivere…
in quel tempo di tutti i giorni, nella gente qualunque.

lo straniero

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Silenzi

Ricerco la comunicazione o l’allontano troppo spesso in relazione dei miei stati d’animo…
L’aspetto nei momenti di nostalgia e la evito per colpa delle diffidenza e della delusione.
Altre volte rimpatria anche contro la mia volontà, pazienta alla porta con tutta calma e nel primo spiraglio, si riaccomoda in qualche maniera… mi ritrovo rilassato.. e in perfetta sintonia in un canale comunicativo ‘esclusivo’ e ‘spensierato’.

Il senso di leggerezza allontana i timori e scioglie la diffidenza…

La comunicazione è ovunque, attorno a noi.. nelle persone, nelle cose che curiamo… tutto ciò che è tangibile, che in qualche modo entra in relazione con il nostro animo…

polaroid8

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ventiquattro febbraio

Se penso a questa data non mi viene in mente nessun particolare avvenimento nella mia vita.

Ma penso a quel viso, penso a quello sguardo; gli occhi chiari, il leggero sorriso che sembra essere sereno, la spalla involontariamente poco scoperta, un dettaglio ai molti indifferente, ma ai pochi cosi sensuale…

Volevo dirtelo cosí in silenzio, senza che nessuno osservi… volevo dirtelo cosí a bassa voce… in modo che anche a stento riesci a sentirmi…

Questo messaggio non porta nessuna fotografia con se, poiché l’immagine che deve raccontare e nel riflesso dei tuoi occhi che lo leggono.

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Tempi sbagliati

In mano tenevi uno specchio, indosso un abito scuro. Temevi che io non t’avrei considerato così bella?
Sono bella sono brutta? Pensavi.
Ti domandavi se fosse dipeso dalla luce, dallo specchio, dal numero di ore che avevi dormito il giorno passato, dalla stanchezza, dall’ora del giorno, dall’umore.
– Adesso come sono? Adesso sono bella… – Consideravi – Sì adesso sono bella e vorrei che mi guardassi Riccardo –

Lasciavi così cadere lungo la schiena anche l’abito scuro, denudandoti.

Ma io non ho saputo guardare a tempo debito ed ora non posso far altro che sognarti in un rammarico; è così, senza vesti, che t’immagino… così ad ogni ora del giorno, ad ogni ora della notte, indipendentemente dal numero di ore che hai riposato, indipendentemente dal tuo umore, indipendentemente dalla tua decisione di tornare o di non riprendere mai più la nostra conversazione…

 

Pierangela

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Coniugazioni verbali

Quello sarebbe stato l’unico modo e l’unico tempo.

Niente imperfetto, che già contiene l’errore nel nome.

Non voleva il vincolo di un condizionale o l’ipotesi di un congiuntivo ormai in disuso.

Aveva vietato trapassato remoto e passato prossimo con le loro commemorazioni e i loro rimpianti, bandito l’ansia di un futuro fatto per costruire e l’uso dispotico dell’imperativo.

– La baciò all’indicativo presente, come se dovesse durare per sempre, e quel bacio le restò dentro per l’eternità. –

fotografie ritrovate

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Ero fotografo

In un gesto, in un soffio di vento, in un accento francese, in quella mano, in quella gonna mimetica imbrogliata sul marmo. Nelle tue movenze femminili, sempre più precarie in un mondo disfatto.

In un attimo inseguito, in un palloncino esploso, in una sagoma di donna, in un abbraccio estemporaneo…
…in questo mondo incerto, sempre più privo d’attenzioni…

…io ero fotografo e non lo sapevo.

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Ritagli

“una voce traballante, tartagliante tra un singhiozzo e un sospiro ansiolitico… ed io che vorrei sorreggerti allo stesso modo in cui scendevi la scala in marmo – traballante tra un singhiozzo d’emozione e un sospiro ansiolitico.”

Ogni tanto ritrovo qualche paragrafo scritto e disperso in un cassetto; quante volte ti sarai chiesta se ciò che scrivevo fosse rivolto a te?

Ricordi la scalinata al castello di Roppolo e la mia mano lungo la tua schiena?

sedia

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