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Post n°342 pubblicato il 12 Aprile 2011 da Zero.elevato.a.Zero
 

LIPRQuell'Aprile si incendiò
al cielo mi donai

e la terra restò giù
più piccola che mai
io la guardai non me lo perdonò

come un falco mi innalzai

e solo restai
e ancora adesso io volo
e ancora adesso io volo
(
Gagarin – C. Baglioni)

 

Inizia l’ultima settimana di Quaresima, Domenica delle Palme la conclude per iniziare le celebrazioni della Settimana Santa. Ne approfitto per un bilancio, quest’anno negativo per me in modo inaspettato.
Rifletto sul senso di questo esercizio proposto annualmente, su questo tempo dedicato alla manutenzione interiore che dovrebbe servire a eliminare difetti, come quando si lucidano le patine ossidate per riportare a lucentezza lo splendore scintillante, in questo caso dell’anima.
La Quaresima di quest’anno mi ha lasciato molta ruggine e mi rammarico.
Eppure le Scritture mettono in guarda dalle tentazioni:
Allora il diavolo lo condusse con sé nella Città Santa, lo depose sul pinnacolo del Tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede" (Mt. 4, 5-7)
Ci sono atti di potere che vanno contro l’umiltà necessaria per vivere in modo armonioso, la tentazione alla quale ho ceduto non è quella del pane o della potenza, ma quella del potere, che per me si rappresenta nell’arte del volo. Nonostante il periodo forte, nonostante saggi consigli, tra i cedimenti di questi giorni c’è l’abbandono al godimento dell’ascesa, una breve tratta sopra i cieli tra Rimini ed Ancona per ritrovare quel senso di potestà e di governo sulle cose che invece avrei dovuto evitare.
Accettare la vita è piegarsi alla potenza delle leggi del mondo, già con la pratica del mio mestiere, ho misura dei pesi e della gravità, che sfido per sollevare masse da quella che altrimenti sarebbe pianura. La materia, io credo, deve essere unicamente strumento di trasformazione e non, come invece è talora mia desiderio, elemento di possesso. In questo modo ho imbrigliato le molecole dell’aria per farle serve della voglia di vincere la barriera che costringe i piedi a terra. Similmente vivo il desiderio di disciplinare il vento e le correnti marine, di superare le onde, progettando vacanze di mare su acque che lambiscono terre ancora sconosciute.
I desideri non invecchiano quasi mai con l’età, il Maestro Battiato lo spiega esaurientemente,  miei amori per l’aria o l’acqua non invecchiano e non sopiscono: ritornano con le stagioni. I moniti sono sempre molti, ma come spesso accade con i segnali ai quali si fa l’abitudine, perdono di efficacia e spingono alla loro violazione.
Ho volato su ali di metallo, per niente simili alle ali d’Aquila del Salmo 90, dove prevale il canto soave del vento, invece che il rombo tonante del motore e poi, come sempre, sono tornato a terra, pesante quanto ero partito e gravato anche da questa ulteriore consapevolezza: di avere ceduto alla tentazione.
Miserere!

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Commenti al Post:
lightdew
lightdew il 13/04/11 alle 07:41 via WEB
credo esista una netta differenza tra la superbia e la gioia di vivere. nell'una non si dona nulla, nell'altra si manifesta un piacere sperando di recarne ad altri la stessa gioia infondendo la speranza di provarci. così io vedo le tue esperienze di volo raccontate qui. quando parli di vela o di volo, esalti una tua passione e una tua gioia di vivere. è peccato vivere così? io non ci trovo nulla di male. sono felice di saperti felice, e felice anche di pensare che qualcuno possa trarre da queste pagine la voglia di provare nuove strade. perchè vivere, è assaporare la gioia del mondo ..
<i Quis enim sic delectat quam ille qui fecit omnia quae delectant? sant'Agostino
;)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 15/04/11 alle 19:22 via WEB
Delectatio quippe quasi pondus est animae
(Agostino d’Ippona)

Che bella e difficile domanda Dew: è peccato? Mi intimorisce la parola passione, che come sai io vedo in antitesi con l’altra fondamentale: Amore. Mi fai pensare però, un pensiero che curerò nel mio giardino in attesa che fiorisca; di questo seme, intanto, ti ringrazio col cuore.
 
gitana100
gitana100 il 13/04/11 alle 11:06 via WEB
sono passata per lasciarti un saluto...Lilla
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 15/04/11 alle 19:22 via WEB
Ricambio il tuo saluto con gioia e amicizia
 
mpt2003
mpt2003 il 13/04/11 alle 21:56 via WEB
non conosco a sufficienza la tua storia per non interpretare quelle tentazioni alle quali non hai avuto la forza di resistere come un sano desiderio di provarsi e di provare a sfidare dimensioni che non ci sono proprie.E' un modo per scoprire e provare non un modo di ergersi ad altro che non sia un piccolo saggio uomo che si cimenta in esperienze che possono essere anche sue seppure non gli appartengono naturalmente. O forse lo spirito è dato dal periodo che stiamo vivendo? è sempre così piacevole ascoltarti raccontare la tua vita. Ciao! buona vita. mp:)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 15/04/11 alle 19:24 via WEB
Quale migliore tempo per riflessione e bilanci di questo? Io credo che volare, il mio volare con ali di metallo, che quello di altri non so, sia un momento in cui prevale l’orgoglio di saperlo fare. Ed è un piacere contro le forze naturali che dovrei sapere tenere a freno; eppure quel tempo tra le nuvole, che Yeats chiama un impulso di gioia solitario, quel tempo mi riempie di fierezza che temo non costruisca amore, su questo volevo riflettere a voce alta. Buona vita anche a te, ricca di momenti preziosi.
 
Nues.s
Nues.s il 15/04/11 alle 11:59 via WEB
Max caro...
leggendoti, mi viene in mente una piccola, grande frase tratta dal testo dei 'Malavoglia':
"il buon pilota si prova alle burrasche."
Credo che dica molto...moltissimo.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 15/04/11 alle 19:25 via WEB
Chi ha roba in mare non ha nulla
(I Malavoglia)

C’è uno strappo nella tela della mia vita, uno squarcio procurato dal mare e dalla tempesta: una che non ho conosciuto ed invece avrei voluto vivere. Molte volte chi mi è stato maestro ha cercato di insegnarmi che davvero la burrasca è la prova del marinaio: quello più abile, la sente arrivare, come un ladro di notte, e sa che deve aspettare al sicuro il completarsi del suo passaggio, per riprendere spazio in quell’universo inquieto che ci è dato in prestito, ma che nostro davvero non è mai. Farò attenzione alle burrasche, cercando di sentire il naso che pizzica. :)
 
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