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La cura della comprensione

Post n°350 pubblicato il 02 Giugno 2011 da Zero.elevato.a.Zero
 

nebula

Ho la soddisfazione di avere dei figli che amano leggere, al punto da partecipare ad interessanti esperienze di un circolo culturale per ragazzi molto attivo nella mia città. Questi giorni precedono l’evento clou dell’anno che vede la partecipazione diretta degli autori più famosi del settore, ciò comporta  che siano pieni di domande ed insieme ne siano alla caccia. Alcune saranno le domande da rivolgere ai personaggi che tessono il telaio fantastico delle loro letture, altre più numerose derivano conseguenti dalle prime.
Così mi sono beccato la mia salva di questioni anche io, cercando risposte chiare a quesiti semplici e quindi difficili da sciogliere con il mezzo delle parole.
La domanda più grave è stata quella sul significato di un’opera letteraria, ossia sul messaggio ultimo che l’autore vuole trasmettere, in particolare mio figlio mi ha chiesto di capire meglio come possa essere che un testo, quale una poesia, sia qualcosa che contiene molti significati uno dentro all’altro e scintilli di mille colori, ma soprattutto quale sia quello giusto, lui ha detto quello vero.
Imbarazzo :) …
La parola poesia mi ha fatto pensare a qualcosa che racchiude insieme testo ed ovviamente per il mio modo di sentire, ho accostato subito anche la musica facendola diventare canzone; così abbiamo parlato assieme di un autore conosciuto da entrambi e noto al mondo col nome di Franco Battiato.
È facile dire che i suoi testi sono sempre affascinanti, legati da melodie che trapassano il cuore per lasciare che la luce possa entrarvi. Io ed il pargolo abbiamo preso in esame il testo de La Cura, uno dei capolavori più celebrati dell’autore catanese. Credo sia paradigmatico di quanto volevo offrirgli come risposta: un diamante che cambia colori a seconda delle inclinazioni, un testo a molti livelli, complesso come un reticolo cristallino, dove il risultato della lettura dipende dalla posizione di chi lo osserva, dipende dalle luci che splendono attorno, non ha mai lo stesso riverbero ed ogni volta ne regala di migliori in quanto imprevisti.
La cosa più bella ed importante resta però il fatto che, a mio modo di vedere, non ci sia la Risposta Vera, ma il compositore, con saggezza mirabile, affidi all’anima dell’ascoltatore la capacità di spiccare voli diversi, fino all’altezza che ciascuno sente propria.
Vale la pena dire che in casa ho un libro scritto appositamente su questa canzone, neanche sull’opera recente di Battiato o sulle spigolature di questo personaggio carismatico: un intero volumetto dedicato a quest’unica canzone scritta assieme alla mano fertile di Manlio Sgalambro e pubblicata nell’album L’Imboscata del 1996.
Credo comunque di poter dire che, qualunque sia la prospettiva con la quale ci si approccia, questa è una canzone che fa bene, per questo motivo mi piace riascoltarla con voi.
Io ed il giovanotto abbiamo visitato le molte esegesi interpretative che si possono reperire anche in rete. È certo una canzone d’amore, ma questa parola già da sola è una chiave esemplificativa della complessità che affidiamo alle parole, esprimendo concetti che pensiamo di avere chiari, ma risultano viceversa difficili da tradurre in sillabe.
Amore è un concetto di una verità ineludibile, ma di difficile declinazione, è certamente il fulcro di questa lirica pur non essendo pronunciato mai, e dentro alla canzone le medesime parole cambiano di peso a seconda di chi si immagini le possa pronunciare: questi può assumere le sembianze di un amante premuroso o di un destino che soccorre gli ultimi aneliti di difficoltà terrena.
Per la mia sensibilità ho vissuto fin dal primo ascolto questo momento di poesia come una preghiera, un atto esplicito della forma più grande di Amore. Certamente sposo felicemente la chiave di lettura che la vuole una preghiera al contrario, non le parole che le creature rivolgono al loro Signore, per il bisogno di sentirsi considerate, ma il bianco purissimo dell’Amore più grande che vuole manifestarsi fino a diventare parola di conforto.
Personalmente esco ogni volta da questa piccola estasi di note accarezzato nei sentimenti migliori, ed ogni volta con un sapore nuovo, perché l’Amore, quello cantato in questo brano speciale, non è mai fine a se stesso.

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Commenti al Post:
lightdew
lightdew il 02/06/11 alle 14:41 via WEB
sembra un mazzo di rose rosse, quell'energia d'amore che sorvola il tutto.. e cosa dire del tuo dono?..un libro, prezioso, dove, tra le prime righe trovo una riflessione a monito.. " ..che dolore l'esistenza che vede nero, dove nero non c'è.".
io, che riconosco in te, l'amore infinito per il prossimo, posso dirti solo grazie per come sei. coerentemente speciale. ;*
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 02/06/11 alle 16:15 via WEB
Una neonata stella di neutroni, la pulsar B1509, genera questa nebulosa ripresa dal satellite Chandra. I tecnici della NASA le hanno dato un nome suggestivo: la mano di Dio. Io resto affascinato anche da queste possibili diverse interpretazioni della medesima luce, succede in fondo come per le parole, che si possano percepire messaggi differenti frutto delle nostre emozioni personali.
Ringraziandoti con sincerità per il tuo commento, tu sai che io credo fermamente che ciascuno di noi sia un essere irripetibile e certamente speciale. Questo lo sappiamo tutti in fondo al cuore, ma spesso, per le vicissitudini della vita, siamo portati a credere che la parola speciale abbia la valenza di diverso e lontano da quella che in altri immaginiamo essere felicità. Speciale invece vuol dire meritevole di un amore unico e personalmente indirizzato, non solo dalla mano solerte di Dio, ma anche attraverso il dono delle persone che ci dimostrano affetto profondo, con il quale ti lascio questo saluto :)
 
Giulia_live
Giulia_live il 02/06/11 alle 20:27 via WEB
Molto bella la similitudine dei mille fuochi del diamante. Perchè una poesia, un testo di narrativa, oltre a regalare emozioni diverse a seconda di chi legge, a una stessa persona che rileggerà una seconda volta apparirà in una nuova luce. E Battiato non usando "amore" ha fatto una scelta intelligente: è un termine assai inflazionato. Eppure esso traspare prepotentemente da "La cura"...
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 06/06/11 alle 17:56 via WEB
Una targa in casa mia mi ricorda che il rumore non fa bene (ma questo si intuisce facilmente) e soprattutto che il bene non fa rumore. Allo stesso modo Battiato spande amore puro tra le sue note senza il bisogno di nominarlo, non c’è bisogno che un seme abbia nome perché possa comunque generare un frutto :)
 
pennydog
pennydog il 02/06/11 alle 21:59 via WEB
E' il nostro stato d'animo che determina il significato di ciò che ascoltiamo o leggiamo. Leggere può aiutare a superare momenti brutti, anche la musica per me ha questo potere, non potrei vivere senza.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 06/06/11 alle 17:56 via WEB
Io ho una musica che tengo nell’armadietto dei medicinali: terapeutica. Allevia i momenti di incertezza, ridona coerenza ai pensieri e stimola la voglia migliore di vivere, con la quale ritorno a cantare, ciao Penny
 
gitana100
gitana100 il 04/06/11 alle 18:26 via WEB
ce il sole.....tutti al mare. Un bacione e felice weekend..Lilla
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 06/06/11 alle 17:56 via WEB
C’è il mare, cosa possiamo volere di più? :)
 
Nues.s
Nues.s il 05/06/11 alle 23:57 via WEB
Ci sono autori e poeti cantori che di quel canto, di quella musica, son capaci di parlare a tanti...
Credo altresì, che bisogna esser anche 'ben disposti' nell'accogliere simili melodie e interpreti. Non scordero' mai quando tempo fa, mi si disse che alcoltare Fabrizio De Andre', equivaleva a 'suicidarsi'(!) Beh...questo è per farti capire che non tutti sanno arrivare al cuore, perchè c'è proprio una sorta di rifiuto dell'ascolto... perchè invece, al contrario, cio' avvenga. La comprensione ecco che si allontana e il significato di certe 'letture', allunga le distanze. Peccato quando accade. Una gioia invece quando 'sopravvivono' anche dopo anni e anni. Solitarie Stelle indomite d'un firmamento chiamato Musica. Battiato, meraviglioso, è una fra queste.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 06/06/11 alle 17:57 via WEB
Sta scritto: Non c’è peggior sordo di chi non vuole udire. Io non so interpretare la frase del suicida se non che, di fronte a quell’opera imparagonabile di De André, il suo cuore abbia potuto toccare il limite imo del suo vivere senza profondità. Perché queste pagine non sono solo liriche necessarie all’autore per esprimere il proprio sentire, ma diventano immensi giardini fioriti dove ristorare l’anima nei momenti più diversi, ci vuole però la voglia semplice di togliere le scarpe e camminare a piedi nudi sull’erba per capire il contatto con il messaggio migliore di questa armonia. Grazie Nù.
 
several1
several1 il 11/04/19 alle 15:42 via WEB
proprio qualche giorno fa ho letto il libretto (e visto il video) curato da Battiato, Attraversando il Bardo ... un uomo che mi piace molto per il percorso dissimile che ha svolto
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 15/04/19 alle 10:27 via WEB
Un’opera stimolante, come sempre, del mistico Franco Battiato, che invita con la sua meditazione coinvolgente a rivolgere il pensiero verso i misteri della vita, anche verso quel periodo transitorio tra un decesso ed una successiva reincarnazione, secondo la tradizione theravada che ho imparato a conoscere per la traduzione di Giuseppe Tucci. Un’opera che a me personalmente invita a considerare il senso del divino e di quel dono prezioso che è il transito terreno, ricco di incontri illuminanti come questo.
Grazie di cuore dei tuoi pensieri e buona Pasqua nel senso migliore di questa parola :)
 
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