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Nodi

Post n°353 pubblicato il 17 Giugno 2011 da Zero.elevato.a.Zero
 

Gli uomini tornino ad annodare corde al posto della scrittura (Lao Tze, V sec.a.C.)

Nodi

 Succede, credo non solo a me, di esprimere un commento ad un post e nel farlo scatenare ricordi personali. Mentre mi accingevo a lasciare sul bellissimo blog di Russell un’opinione sulle cose importanti da imparare e come impararle, è riemerso dall’album dei ricordi Fafein. Questo nomignolo, squisitamente romagnolo, che corrisponde al vezzeggiativo di Giuseppe, era quello di un marinaio ormai in pensione che spicciava qualche lavoretto al Club Nautico di Rimini. Possedeva mani capaci di quella magistrale abilità che consentiva di riparare i legni degli scafi e di provvedere alla loro manutenzione, la vetroresina invece era ormai troppo nuova per lui, che guardava con diffidenza gli aghi impenetrabili nelle sue palme callose e resine chimiche tanto diverse dalla pece. Nei giorni di pioggia lui non poteva lavorare all’esterno e noi giovani pulcini della scuola vela non potevamo uscire in mare, esaurendo le lezioni di teoria in un tempo breve, per poi cercare un ordito alla giornata, con un orecchio al vento che tornasse a fare capolino.
È così che ho conosciuto Fafein, guardandolo intrecciare trefoli che sposavano cavi d’acciaio a cime vegetali, con quel gesto fluido di naturale disinvoltura dopo una vita dedicata a compierlo; è stato lui ad introdurmi nel mondo magico dei nodi, quella geometria tessile che permette di legare sciogliere a volontà come solo un incantesimo permette. Con la gioia degli anziani che trovano occhi giovani e curiosi di sapere tutto subito mostrava e rimostrava la sequenza migliore, dispensando consigli, raccontando aneddoti, legando assieme alle cime il suo cuore e tutti i suoi ricordi salati e dolci.
Banale dire che i nodi sono matematica, lo sono potentemente, la modellazione dei nodi si applica anche alla teoria delle stringhe che sono il presente futuro della nostra conoscenza scientifica, ma i nodi restano anche un retaggio prezioso di saperi antichi e un altrettanto capace contenitore di simboli, imparare un nodo solo per la sua utilità è salire una montagna ignorando la grotta del tesoro che nasconde dentro.
Oggi, anche se non piove, il ricordo torna in quel piano inferiore del Club Nautico, che invece di essere solo una rimessa ingombra di vele, derive e timoni era al tempo anche la sede dei corsi di vela. Così mi piace parlare di nodi ricordando che questi ci seguono fin dai primi istanti di vita quando la mano dell’ostetrica ne disegna subito uno attorno al cordone ombelicale.

DiotalleviPoi per il resto della vita sono sempre presenti, ovunque intorno a noi, in un simbolo pubblicitario, o nell’antico mosaico romano di un palazzo della mia città dove si rappresenta addirittura quello di Re Salomone, con i suoi innumerevoli significati esoterici, ed ancora più giù per legare le scarpe.
Uno dei nodi più usati in marineria ha un nome passionale: Gassa d’Amante, in verità distorto dal suo etimo originale che lo richiama piuttosto al diamante. Si tratta di un anello che ha la proprietà di non essere scorsoio, di non stringere e soffocare quello che cinge ma che, per quanto tenacemente teso e sottoposto a sforzo, si scioglierà con semplicità mirabile sapendo su quale punto fare presa. Forse per questo fa bella mostra di sé già nel cordame della Barca Solare di Cheope.

 


La Gassa d’Amante è come tutti i nodi della vita, complicato da capire solo la prima volta, poi, con l’esercizio diventa un gesto ordinario, magari ci si può aiutare con una filastrocca che dice: “Il Serpente avvolge la coda, entra dalla porta, gira intorno alla casa, esce dalla finestra”. Comunque lega ogni volta in modo tenace, soprattutto in modo sicuro, ecco perché, a dispetto dell’etimo, è certamente degno di essere chiamato d’Amante. 

 

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Commenti al Post:
lightdew
lightdew il 17/06/11 alle 18:24 via WEB
Da piccola, quando andavo a pescare con il babbo, e si tirava su il filo della togna, capitava se non eri accorto, che si formassero nodi. Allora con calma, dovevi cercare di scioglierli, perdendo molto tempo prezioso. Forse anche questo passaggio di vita avrebbe dovuto insegnarmi maggior cautela nell'affrontare la strada. Purtroppo, pur sapendo sciogliere con pazienza molti nodi, il tempo perduto non si recupera.
il pesce salta
sul filo assassino
creando nodi

;)..non sarò mai un piccolo Sampei..:)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 21/06/11 alle 17:20 via WEB
Mi chiedo, così chiedo anche a te, il tempo è davvero perduto? Forse invece i momenti “persi” hanno arricchito il bagaglio di esperienza e insegnato a sciogliere più nuovi e complessi nodi con perizia e pazienza. Alessandro se l’è cavata in fretta sul nodo di Gordio, ma come paradigma fondamentale l’Asia, che così ha reclamato sotto il suo potere, è stata anche la terra a dargli una fine prematura. Ci sono nodi che per saggezza è bene lasciare intrecciati, comprendendo che non vanno sciolti, io credo, sia anche questa saggezza. Un grazie ai tuoi pensieri.
Rotta la lenza
il luccio astuto ha
lasciato un nodo


Per diventare Sampei devi inziare a salire in barca :)
 
gitana100
gitana100 il 20/06/11 alle 10:58 via WEB
buon lunedi...tutti abbronzatissimi.... Bacione Lilla
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 21/06/11 alle 17:20 via WEB
Nonostante la mia riluttanza sono costretto ad iniziare la vita da spiaggia e.. cambiare colore. Buona Estate
 
pennydog
pennydog il 21/06/11 alle 11:34 via WEB
I ricordi dell'infanzia sono così radicati che quando riaffiorano sembra di riviverli. Io ho sempre in mente la casa in campagna di mia nonna e tutti i momenti vissuti lì me li ricordo come fossero stati ieri ;o))
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 21/06/11 alle 17:20 via WEB
Sono ricordi preziosi, molto spesso lezioni fondamentali di vita che ci aiutano a godere in modo migliore del nostro presente, sono nodi legati che nessuno potrà sciogliere più :). Un saluto grosso
 
asia1958a
asia1958a il 21/06/11 alle 12:29 via WEB
Leggendo il tuo post mi è venuto in mente un articolo che lessi tempo fa a proposito della simbologia del nodo, lho “ripescato” e te lo copio su questa pagina per “arricchire” ulteriormente le nostre conoscenze qualora ce ne fosse bisogno. INTRECCI E NODI In generale rappresentano la Continuità della Vita, l'infinito susseguirsi di nascita e morte, giorno e notte, ecc. Per i Celti la Vita non aveva un inizio e una fine, ma procedeva con continuità e infatti non esistono leggende sulla creazione del Mondo nella mitologia celtica. Gli intrecci e i nodi formati da animali, vegetali ed esseri umani o da semplici linee rappresentano lo scorrere dell'energia divina nelle forme, della Vita Unica che incessantemente riempie e vivifica le molteplici manifestazioni materiali. La morte è solo l'abbandono delle forme da parte di questa energia per trasferirsi altrove, per continuare a scorrere. Muore chi si identifica con le forme; è immortale chi si identifica con l'Energia della Vita. Gli intrecci rappresentano perciò la Vita, l'energia spirituale, il percorso di crescita, la continuità, la resurrezione, le relazioni con tutti gli esseri (minerali, vegetali, animali, umani e divini), l'immortalità nel movimento, la buona fortuna che deriva dalla capacità di mettere in moto le energie vitali e collaborare coscientemente con esse. Simboleggiano anche il ciclo dell'esistenza nascita/crescita/maturazione/invecchiamento/morte/rinascita e vengono usati come talismani di protezione contro le negatività e anche come rinforzo dell'energia spirituale che vive dentro di noi. Sono anche 'mandala' di meditazione (seguendo con gli occhi il loro percorso è possibile entrare in un differente stato di coscienza), come facevano i monaci del cristianesimo celtico che leggevano una pagina del Vangelo e quindi seguivano con lo sguardo le forme degli intrecci a bordo pagina riflettendo sulla lettura e, cambiando stato di coscienza, riuscivano a evocare il significato profondo della Sacra Scrittura e del suo messaggio spirituale. Ecco...a me piace sopratutto quest'ultima parte della definizione del nodo. Ti auguro una buona giornata. Asia
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 21/06/11 alle 17:22 via WEB
Sono deliziato da questo articolo che proponi, saporito e pieno di nutrimento per lo spirito. Il segno di qualsiasi civiltà umana passa attraverso l’uso del nodo, paradigma perfetto di come si possano legare concetti e cose materiali allo stesso modo. Rifletto che tra i simboli più antichi, come il nodo della vita egiziano e il senso di religiosità ancora attuale dei nodi del rosario mariano (che non è presente solo nella religione cristiana) ci sia, pare proprio il caso di dirlo, un filo che unisce. Poi, che i nodi siano da sempre il sigillo di saperi complessi, come nel caso di quello all’apparenza semplice di Salomone disegnato sul mosaico romano più sopra, non è solo storia antica. Il cancello del Dipartimento di Matematica di Cambridge, uno dei portali più importanti di questa branca del sapere, che indaga oggi sul mistero dell’universo attraverso la Teoria delle Stringhe ed il conseguente Teorema dei Nodi, accoglie il visitatore con questo nodo di Conway, invitando la mente di chi vi transita ad immediate e fondamentali astrazioni.
Ti sono grato oltremodo di questo affascinante annodarsi di pensieri :), Buona Estate,
Massimo
 
mpt2003
mpt2003 il 21/06/11 alle 12:42 via WEB
il nodo in una corda può essere inteso anche come una sosta una congiunzione e non soltanto come un fastidioso inciampo......cambia il punto di vista...credo sia un sano esercizio di vita. grazie per avermici fatto pensare. ciao! mp
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 21/06/11 alle 17:22 via WEB
Gli Incas descrivevano i numeri con i nodi, li usavano parecchio bene visto le elevate conoscenze astronomiche che possedevano, non per questo inciampavano nel conteggio delle date e delle ricorrenze speciali, come il solstizio che celebriamo oggi. Ci sono molti nodi fatti non per costruire trappole, ma per vivere con maggiore pienezza: penso al simbolo del matrimonio celtico che ancora si celebra in Scozia, dove i polsi degli sposi vengono annodati con il tartan del clan, il nodo simboleggia la loro unione, ed è l’inizio di quell’arazzo bellissimo di una vita da vivere in due. Già anche l’arazzo è fatto di nodi. Un saluto carissimo
 
Nues.s
Nues.s il 23/06/11 alle 11:39 via WEB
L'ho letto poco fa il tuo commento da Russell. E come sempre, vedi Max..? sai esercitare una forza stimolante e necessaria per rivedere quella parte di noi così complessa. Quei nodi possono essere raffiguranti di una sequela - anche - di esperienze negative, quelle che non possono slegarsi, non ci si riesce. Poi, magari con l'esercizio, proprio come tu con quei gesti, si riesce a modellarne la via d'uscita. Abbisogna di costanza e pazienza. E del tempo. Senza quello...nulla si puo'.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 28/06/11 alle 12:26 via WEB
Il tempo ci è dato come un regalo, non sappiamo quanta sabbia ci sia nella nostra clessidra, io credo però, per il mio modo di vedere e sentire, che sia in abbondanza comunque. Si tratta di riuscire a soppesare il peso di ogni singolo granello, di avere la sensibilità di capire che anche quel microsocpico scintillante pezzettino è pieno di energia vitale. Ci sono nodi che restano nel rosario della nostra vita, momenti di dolore incancellabile, proprio per questo necessari, preziosissimi. Ci sono nodi che anche potendo è opportuno lasciare intrecciati.
Spesso in barca si realizza un nodo al capo di una cima, serve per evitare che possa scorrere dal passa scotte e scivolare via, permette di ritrovarla dove serve al momento giusto. Così immagino i nodi di dolore, impediscono che il ricordo scivoli via e permettono all’esperienza di rimanere a portata di mano, per manovrare meglio nella manovra imprevista e resistere alla raffica passando oltre. Buon vento, di cuore buon vento!
 
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