Creato da Zero.elevato.a.Zero il 21/07/2008

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Etimo delle Canzoni

Post n°354 pubblicato il 21 Giugno 2011 da Zero.elevato.a.Zero
 

Mina

Inizia l’estate: consumata la notte della lunga danza ancora il mio pensiero è pieno di musica e di canzoni, così oggi parlerò di questo, di bellissime canzoni e di talentuosi interpreti ed autori.
Sono stato spettatore della presentazione del proprio libro da parte dello scrittore Massimiliano Lepratti e del suo volume: De André in classe. Una serata affascinante dove l’autore si è concesso al racconto della vita dell'indimenticato cantautore genovese attraverso una proposta didattica che racconta di Storia, Filosofia, Politica, Scienza, Poesia e Prosa tutto attraverso le canzoni di Fabrizio De André. Vera enciclopedia vivente sulla storia di questo artista, il Lepratti ha deliziato la platea con aneddoti ed immagini meno note sulla vita di De André, perfezionando la sua esposizione con momenti musicali capaci di descrivere le emozioni più belle che queste canzoni lasciano in chi le ascolta.
Credo di avere aggravato il vizio, di per sé già piuttosto criminoso, di cercare l’origine delle parole; ho complicato questa tendenza malsana con il desiderio di sapere di più, quando possibile, anche sull’origine delle canzoni, e sulla loro vibrazione sopra la corda del destino che lega la vita degli artisti.
Scopro così ancora una volta di più che le canzoni sono importanti, fondamentali anzi, non solo per la vita dei semplici fruitori, che da queste traggono il tappeto di note sul quale camminare meglio sopra i ruvidi accidentati della vita, ma anche per gli artisti stessi che le hanno accarezzate.

Pessimo studente, rampollo di un’ottima famiglia, Fabrizio finì in qualche modo il liceo per poi avventurarsi negli studi universitari, Medicina, Lettere, infine Giurisprudenza dove sostenne 18 esami, fino ad avvicinare una laurea che non conseguì mai. L’anno 1967 fu per lui un anno di pesante crisi, esplosa il 27 gennaio con il suicidio dell’amico e collaboratore Luigi Tenco al Festival di Sanremo. Proprio in quei giorni, racconta, pensava di concludere la sua carriera artistica, poco remunerativa sotto il profilo economico ed ancor  più amara sotto quello degli affetti quando fu contattato da Mina, che desiderava la sua Canzone di Marinella, che in questo modo divenne il successo raccontato dalla cronaca.
Questa canzone, dedicata ad una prostituta il cui corpo fu trovato massacrato nel greto di un fiume, diventa una favola, ma non per questo un dramma meno intenso, attraverso la saensibilità umana ed artistica di Fabrizio. Sarà anche un best seller garantendogli quella indipendenza economica e la decisione di risparmiare al mondo un pessimo avvocato, per chi lo apprezza è viceversa il prolungamento di una carriera che ha lasciato meraviglie ineguagliate di musica e testi.
C’è ancora un’altra canzone che ha una storia interessante e che ha riscattato una voce bellissima dall’oblio, era l’anno 1983 quando Mia Martini, complice la terribile campagna denigratoria nei suoi confronti aveva interrotto la propria carriera di cantante. In quel periodo il principe della canzone Francesco De Gregori la contattò per regalarle uno dei suoi pezzi più struggenti: La Donna Cannone, che Mimì sulle prime rifiutò; però quel gesto e certamente quelle note struggenti ebbero il potere di richiamarla fuori dalle quinte a ritrovare gli applausi meritatissimi ed un riscatto fatto di successo e di affetto popolare.
Ecco, ragionavo su quanto anche le canzoni non solo abbiano un’anima bellissima, ma possiedano anche una storia che avvolge e trascina le vite dei loro compositori e degli artisti che le cantano. Storie che trovo così belle ed umane che oggi, volevo raccontarle per chi non le avesse conosciute già.

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Commenti al Post:
io_ribelle
io_ribelle il 21/06/11 alle 17:58 via WEB
sono sincera..non l'ho mai seguito molto..penso di essermi persa qualcosa che meritava...un abbraccio
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 28/06/11 alle 06:59 via WEB
C’è un tempo per ogni cosa, e niente io credo succeda a caso, entrare nella poesia di De Andrè vuol dire accettare il sapore polveroso della vita, sentire nella gola il gusto acetoso delle difficili esistenze e partecipare con impareggiabile poesia al canto degli umili che non vogliono essere dimenticati. Se sarà opportuno troverai il tuo tempo accanto al tuo desiderio.
 
mpt2003
mpt2003 il 22/06/11 alle 07:54 via WEB
quello che mi colpisce in questo tuo post è come in un mondo considerato leggero come le canzoni ci sia invece un'attenzione alle persone, un'attenzione che fa bene all'anima di chi è oggetto di questa attenzione ma anche di chi è semplice spettatore....anche da questo bisogna riflettere e imparare. buonagiornata o lasciando a te l'augurio chetu hai fatto da me shimbalaiè.:)mp
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 28/06/11 alle 07:00 via WEB
È vero la musica serve ad alleggerire il peso altrimenti onusto della vita, così ci sono canzoni che raccontano della gioia semplice ed altre che pescano nei tormenti inevitabili della vita. Partecipare, anche come semplici ascoltatori, credo sia un prezioso tassello di questo intarsio, è un modo prezioso di onorare la poesia che si nasconde tra le rime e le note, arricchisce, soprattutto io sento questo dentro di me, la capacità di comprendere emozioni in modo da viverle meglio, senza vergogna. La vergogna spesso è un peso che impaccia e ostacola il cammino. :)
 
Vivianafio
Vivianafio il 22/06/11 alle 11:09 via WEB
caro amico anche senonsempre lascio commenti ti leggo sempre, ma questa volta devo dirti che ho letto con piaceree tristezza come le persono soffrono senza lamentarsi, almeno la maggior parte, ti ringrazio per quello che hai scritto, con affetto amichevole viviana
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 28/06/11 alle 07:01 via WEB
Il silenzio e la parola sono la stessa cosa, tra una sillaba e la successiva esiste sempre un attimo dove la bocca non pronuncia. Restare in silenzio e leggere senza rumore è altrettanto importante del partecipare lasciando un traccia di sé. Molto spesso nel mio silenzio la testa annuisce per esprimere il fatto che comprende meglio. Grazie di cuore del tuo passaggio e dei tuoi pensieri benevolenti. Un saluto,
Massimo
 
Nues.s
Nues.s il 23/06/11 alle 11:51 via WEB
Sospiro. Per la delicatezza delle note, per il ricordo che ne ho anch'io del Faber, per la bellezza dolce e avvolgente della sua voce. Per tutto questo. Manca, manca sempre, Max...
E respiro...respiro con questa versione così suggestiva. E sulla recensione che ne fai. E di tutte quelle canzoni italiane davvero belle, che ci hanno lasciato dentro l'anima, quel qualcosa che rassomiglia all'amore.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 28/06/11 alle 07:02 via WEB
Io credo che queste siano davvero canzoni d’amore, non di quel sentimento spesso confuso con la passione dove prevale il desiderio di possesso, anche solo delle parole. Queste sono liriche regalate che raccontano di un affetto verso la vita, più bello e prezioso di quelle degli innamorati, che come dice Gino Paoli, sono sempre soli. Perfettamente d’accordo con te: queste sono le vere canzoni d’amore.
 
pennydog
pennydog il 23/06/11 alle 23:26 via WEB
Grazie per questo bellissimo regalo, piccoli passi di vite che si intrecciano e che cambiano le loro direzioni. Ho sempre amato moltissimo De Andrè e nonostante fossi molto giovane all'epoca mi piaceva molto anche Tenco. "Vedrai, vedrai" è una canzone che mi ha sempre ispirato tenerezza, per il desiderio di dimostrare alla compagna che sarebbe riuscito a cambiare le cose, e speranza nella possibilità che questo potesse realmente succedere.
Questo libro non posso perdermelo ;o))) Notte Max, un forte abbraccio.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 28/06/11 alle 07:03 via WEB
Il destino di una vita annodata dal pentagramma lega spesso le esistenze degli autori, qualche volta queste vicende sono colte dai biografi, più spesso avvengono nelle intimità delle loro anime. Nomi apparentemente distanti come generi o come predisposizione sono invece più sovente legati tra loro, non solo per la frequenza dei luoghi di spettacolo, ma io credo soprattutto per una migliore sensibilità delle loro anime che li porta a comprendersi oltre quella che è data ai comuni spettatori. Così il destino travagliato di Luigi Tenco ha scosso profondamente lo spirito dell’amico De Andrè che lo ha ricordato in quella struggente Preghiera in Gennaio. Tra quei carrugi di Genova quanti nomi oggi famosi si sono incontrati in compagnia della musica (penso solo alla chitarra di Branduardi nella Buona Novella) e di una risata complice che non conosceremo mai.
 
lightdew
lightdew il 30/06/11 alle 15:11 via WEB
ho sempre lottato con il mio peso, che non mi faceva mai figurare..e questa canzone, come puoi ben capire, mi tocca nel profondo. non avevo visto in prima lettura il link dove si parlava di mimì, e ora, che ripasso con parole di canto, mi perdo anche nei video collegati ad essa, dove renato parla di lei. anche di questo devo dirti grazie.
ieri, mentre tentavo di cantare, c'è chi mi ha parlato di musica. cantare è sapere si, come nasce una canzone, ma poi, bisogna fare un passo successivo..far propria quella canzone. pensarla, sentirla, e cantarla in fondo, rimane solo l'ultimo passo. è stato doloroso ieri, lo sai, ma oggi, dove averci dormito su, ho capito quello che già sapevo..in fondo immergersi è l'unica soluzione per comprendere..
un sorriso al tuo grande cuore, laura..;*
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 02/07/11 alle 22:50 via WEB
Io sono nato brutto :) nel senso che non ho mai affidato al fascino esteriore la possibilità di risultare interessante. Bello o brutto, per la verità, davvero non so cosa siano, so che non credo siamo poi troppo diversi dalle noci: il guscio esterno può darci segnali sulla qualità del gheriglio ma sono solo indizi, è il frutto interno che racconta davvero di te, e la buccia alla fin fine è destinata a ravvivare la fiamma del caminetto, oppure nel migliore dei casi sì, a fare una barchetta con il pongo e uno stuzzicadenti che diventa albero di maestra. Ma è il frutto che nutre e procede la vita. Cantare è vivere, è un dono divino al quale tutti possiamo partecipare, perché stonati si diventa ma certamente non ci si nasce, e credimi per questa volta perché ci sono passato anche io, il sonno ti ha portato consiglio: l’unico modo per capire e godere la vita è viverla. Ancora una volta ti esorto a cantare per il tuo gusto; intonazioni, tecnicismi, metodi, strategie, si possono imparare tutti quanti ma, prima, ci vuole la voglia di cantare: la voglia di vivere che ti batte nel cuore. Cantiamo dai!
 
   
lightdew
lightdew il 04/07/11 alle 11:12 via WEB
cantare con te è un dono di vita..cantiamo, max..:*
 
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