Creato da Zero.elevato.a.Zero il 21/07/2008

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Lo Zen e il Cantiere

Post n°357 pubblicato il 08 Luglio 2011 da Zero.elevato.a.Zero
 

In questi giorni ho fatto pulizia nella memoria del mio cellulare, mettendo da parte o cancellando una serie numerosa di fotografie che non ricordavo nemmeno più di avere in macchina. La tecnologia mette a disposizione questi apparecchi che servono un po’ per tutto, non solo per telefonare dai posti più disparati, io lo uso anche per guardare film, ascoltare musica o leggere libri, orientarmi in macchina e in mare, consultare la mappa del cielo ed ancora, come fanno in tanti, per scattare foto.

Nello spulciare le vecchie foto, quelle abbastanza decenti da conservare, mi sono capitate tra le mani alcune istantanee che ho scattato più per capriccio che per necessità di lavoro. Sono la storia della costruzione di un piccolo condominio che si affaccia sul parco, proprio di fronte al ponte a me tanto caro. Invece di indagare dettagli tecnici, particolari esecutivi o elementi utili alla contabilità, queste sono state fatte per mio desiderio: sono semplicemente la visione del panorama dal medesimo punto di vista al trascorrere delle stagioni. In realtà la mia intenzione era proprio questa: trovare un osservatorio che raccontasse il passare del tempo da un luogo che è stato mio per il tempo della sua realizzazione ed ora è la casa di qualcuno che, con ragione migliore, la sente propria, secondo una impermanenza dal sapore marcatamente buddista.
Il caso vuole che tutto questo abbia avuto inizio con il più classico dei precetti Zen: la demolizione. In effetti il terreno era già occupato da una vecchia costruzione, possedeva quindi una sua anima ed una sua vocazione ad accogliere vita umana: si è semplicemente trasformato, adattandosi.
Il racconto per immagini non vuole essere altro che questa visione del tempo che passa e di come, anche fra i tralicci e le quote che crescono in mezzo ai tempi contingentati dei crono programmi e del balletto delle previsioni si spesa, sia necessaria, a mio avviso, la costante percezione della natura che vive il suo corso raccontando il cerchio della vita, così da non perdere di vista il nostro procedere temporaneo in questo giardino che chiamiamo esistenza.
Inevitabile per me affiancare a questi pensieri la visione della pellicola così cara diretta dal coreano Kim Ki Duk: Primavera, Estate, Autunno, Inverno ed ancora Primavera; un racconto che si snoda in 5 episodi temporali che, al pari del mutare dei fiori, raccontano del procedere della vita anch’essa riconoscibile nelle sue stagioni, un film che ho trovato in rete e volentieri propongo alla pazienza degli interessati.
Molto spesso parlando del mio mestiere mi accorgo del preconcetto che aleggia sugli ingegneri, come se la tecnica e il mondo dei numeri ad essa collegata impedissero di fatto di assaporare la condizione umana e il senso di quella sabbia che trascorre nella clessidra, come se il potere acquisito di sapere sfidare il cielo costruendo torri fosse da ostacolo al senso della radice che beve la vita dal suolo. Conclude questa galleria una foto serale dell’edificio, ripresa sul ponte che la guarda da lontano confondersi nel parco con le sue luci accese. Ogni tanto quando passo di lì rivedo con piacere il manufatto, come quando si guarda una creatura (dovrei dire una creazione, ma forse anche le case hanno una loro vita) diventata adulta e matura e pronta ad offrire protezione, dopo essere stata sostenuta e curata perché diventasse stabile, qualche volta, osservando quelle finestre illuminate di vita, lo confesso senza vergogna, mi spunta un sorriso. 

Primavera
Primavera: Tra le macerie / già una nuova vita a / forma di fiore

 

Estate
Estate: Come quest’erba / ecco cresce veloce / la nuova casa 

Autunno
Autunno: Più in alto / delle foglie nel vento / passa l’Autunno

Inverno
Inverno: La fredda nebbia / sul noto vedere una / morbida coltre

Primavera
Ancora Primavera: Città fiorita / sull’incanto del parco / lenti respiri

Oggi
Oggi: Passi di notte / quelle luci nel nido / sono sorrisi


Guccini - Canzone dei dodici mesi

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Commenti al Post:
pa.oletta
pa.oletta il 08/07/11 alle 10:10 via WEB
Rimango sempre stupida quando entro qui da te. Tranquillità e pace mi avvolgono... Mio figlio sta studiando Ingegneria al politecnico... ingegneria edile... buffo, vero? Assaporo la musica e ti risaluto... con un sorriso! Paola
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 13/07/11 alle 11:05 via WEB
Oooh un ingegnerino in casa :) Splendido connubio del numero con la passionalità e la fantasia, gli auspici migliori al giovane collega che possa sempre trasformare la fantasia in numero e il numero in realtà concreta. Un saluto cordiale.
 
   
pa.oletta
pa.oletta il 13/07/11 alle 11:16 via WEB
Buon mercoledi... caro ingegnere.. Un saluto ed un sorriso.. Paola ;-)
 
pennydog
pennydog il 08/07/11 alle 11:16 via WEB
"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma." Così almeno diceva Lavoisier, e dal tuo racconto pare proprio che sia così.
Quante cose fai con il tuo cellulare, io a mala pena lo uso per telefonare, leggere poi un libro mi è impossibile, perfino sul pc, devo avere le pagine altrimenti dopo un po' gli occhi mi vanno in tilt.
Buon fine settimana Massimo ;o))
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 13/07/11 alle 11:05 via WEB
Aveva quasi ragione Lavoisier, non del tutto, ma ci è andato vicino. Del resto aveva tempo per studiare, senza intripparsi come me con queste diavolerie moderne, che ti guardano con il sorriso dolce di un’arancia prima di invitarti alla sua spremitura :)
 
Vivianafio
Vivianafio il 08/07/11 alle 15:39 via WEB
caro Massimo quando ti leggo imparo sempre grazie,unabbraccio viviana
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 13/07/11 alle 11:05 via WEB
Io vorrei che fosse solo un racconto di vita, schietto per quanto ne posso essere capace: un saluto.
 
domitilla956
domitilla956 il 08/07/11 alle 22:55 via WEB
Max il tuo scrivere è poesia .. sempre...
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 13/07/11 alle 11:06 via WEB
Ma questa volta invece che parole ho solo messo in fila mattoni, che ci possa essere poesia in una costruzione? Pensando a Coral Castle penso proprio di si. Qualcuno ci riesce :)
 
io_ribelle
io_ribelle il 09/07/11 alle 11:56 via WEB
che bello leggerti..sempre interessante ciò che scrivi..sai che non sapevo che si potessero fare tante cose con un cellulare..anche guardare film?..un abbraccio con immensa stima!
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 13/07/11 alle 11:07 via WEB
Ebbene sì, i nuovi cellulari non hanno niente di meno di un computer con in più il dono della portabilità estrema, per colpa del lavoro sono spesso a fare file ed anticamere per conferire con funzionarii solerti e burocrati complicatori di casi semplici, così nell’attesa fa comodo avere qualcosa di gradevole per tenere il tempo a braccetto. Ti saluto con un sorriso :)
 
gitana100
gitana100 il 11/07/11 alle 14:39 via WEB
dal mio mare ti auguro una serena solare settimana...bacione Lilla
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 13/07/11 alle 11:07 via WEB
E dal mio mare ti auguro freschi pensieri sotto il sole che scalda.
 
Nues.s
Nues.s il 15/07/11 alle 18:24 via WEB
Ho amato tanto questo film che hai citato. E...resto sorpresa per come, in quello scorrere di immagini, ne hai corredato accanto, un haiku. Sei forte. Ingegner poeta che in quel 'paesaggio' ne ha impressionato gli attimi, lo scenario cambia, la natura prende un altro verso...e la 'creatura' nasce.
Viene anche a me, un sorriso... :)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 20/07/11 alle 11:31 via WEB
Ogni tanto, quando la curva della vita invita a rallentare, viene spontaneo chiedersi cosa sarebbe stato prendere una diversa direttrice, aver scelto un mestiere differente. Anche se molto affezionato ai numeri che servono ad appoggiare in modo confidente i miei dubbi, penso che avrei potuto abbracciare con interesse, ma con quali risultati non so, l’arte medica che aiuta la nascita delle creature umane. Allora, anche se con i dovuti paralleli, scopro che il sentimento del costruire e dell’ospitare la vita dandole conforto, del proteggerla soprattutto dalle intemperie e dalle calamità della natura, ha similitudini con la partecipazione ed il sostegno al momento dove nuovi esseri umani incontrano la luce. Il calcestruzzo ha una apparente solidità indifferente al tempo, ed invece si adatta e si deforma, soffre delle rughe degli anni, ma possiede elasticità e duttilità, anche se lento possiede lui pure una propria vitalità. Finire una casa ha quindi questo sapore per me: assomiglia a vedere una famiglia aumentata che torna a popolare il mondo. Sono felice che tu possa capire quindi il sorriso che promana dalle finestre quando al vespro la luce della vita le illumina da dentro, come illumina gli occhi di una persona felice. :)
 
lightdew
lightdew il 15/07/11 alle 20:03 via WEB
Cade la pioggia ed il tuo viso bagna di gocce di rugiada te pure, un giorno, cambierà la sorte in fango della strada, in fango della strada...
non so giocare, io, vado ad intuizione, e spesso, forse quando c'azzecco, dicono che sbaglio.
osservo il tuo anno, con occhi nuovi, sembra tutto sia esistito per questo momento, fermato qui. ascolto quest'anno, e mi sento vento..
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 20/07/11 alle 11:32 via WEB
che importa se questo è il momento
in cui tutto comincia e finisce
giuriamo per sempre però
siamo in un soffio di vento
che già se ne va

(Passione - Neffa)

Niente, cara amica, niente si ferma davvero ed è immobile. Può apparire così ai saggi che trovano il centro del mondo, ma agli altri esseri umani che, come me, percorrono strade di fango, quel fango che in cantiere non manca mai, queste persone il mondo costringe al tormento del movimento perenne ed alla passione di dover conoscere sempre nuove prospettive. Così anche quel punto fisso, in cima al balcone affacciato sul ponte, mi ha regalato sempre nuove visioni e nuove immagini, mi ha raccontato del trascorrere del tempo e della sua relatività e di quel mistero importante che è il ciclo della vita, un circolo dove si traccia un punto iniziale che poi scompare, sovrascritto dal segno che ritorna, per perpetuarsi sempre e sempre in modo differente. Un saluto cordialissimo.
 
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