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Post n°417 pubblicato il 08 Aprile 2012 da Zero.elevato.a.Zero
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:) un sorriso come ombrello
leggendo con curiosità e confesso un pizzico di invidia le vite dei santi, ho scoperto che anche la presenza onnipotente dello Spirito viene confusa dalla solidità opaca della carne umana. I santi si raccontano pieni di dubbi, incertezze, passi falsi, giusto loro che pongono il proprio cuore al servizio del Progetto divino. Io credo che le creature umane paghino spesso terribilmente quel dono pregno d’amore che è il libero arbitrio, così la nostra libertà ci vincola paradossalmente a desideri impermanenti, a necessità di primato, che inevitabilmente conducono a soffrire, soprattutto quando non siamo capaci di affidarci al seme naturale della nostra essenza e anteponiamo a tutto la parola Io invece che quella di Dio.
Vincent era certamente un’anima tormentata, questo disagio è stato il motore che lo ha condotto a quel viaggio difficile, vorrei dire cruciale, dentro a sé stesso che gli ha permesso di esprimere la sua umanità attraverso il pennello.
Il post che ti è piaciuto è il frutto di una introspezione personale e quaresimale che ho voluto lasciare alla mia memoria, unendo immagini e musica in modo che la mia mente semplice ed il mio cuore polveroso potessero almeno percepire la presenza del Mistero.
Grazie, davvero grazie, di avere condiviso con me le tue emozioni; un abbraccio giallo e forte come il sole di Vincent.
Max