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Marinai?

Post n°499 pubblicato il 29 Agosto 2015 da Zero.elevato.a.Zero
 

ProraSiamo stati naviganti
con l'acqua alla gola
e in tutto questo bell'andare
quello che ci consola
è che siamo stati lontani
e siamo stati anche bene
e siamo stati vicini
e siamo stati insieme.
(Naviganti – I. Fossati)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Joseph Conrad dice che “La vera pace di Dio comincia in qualunque luogo, a mille miglia dalla terra più vicina”, lo dice come marinaio esperto oltre che scrittore meraviglioso di molti racconti salati.
Di ritorno dalla crociera estiva nelle isole dalmate, le mille isole al di là di questo piccolo mare, trovo svuotando la sacca una domanda che pare avere già un abbozzo di risposta.
Cosa vuol dire essere marinai? Ma soprattutto appartengo anche io a questa categoria di persone per le quali il sale guarisce ogni loro malattia e che non sopportano la solidità certa della terraferma, ma si affidano ad un universo instabile dotato di regole altrettanto liquide?
Qui linee rette non esistono ma tutto si approssima e si aggiusta, come le tante minuscole avarie della barca che essendo femminile vuole farsi continuamente guardare e coccolare con vezzi capricciosi. Qui non esiste la certezza di un orario di arrivo perché tutto segue il mutare del vento, spesso così alieno alle formule degli uomini da eludere le previsioni dei meteorologi che pure si considerano scienziati; così lo si fa pizzicare nel naso con le luci dell’alba per capire dove e come si andrà, magari dopo una notte in coperta a controllare che l’ancoraggio si sposi con le spallate delle raffiche e il passaggio del maltempo.
Tutto questo per avere in cambio spettacoli del tutto naturali, le schiene curve dei delfini o i balzi dei tonni, lo sciabordare delle piccole sardine che saltellano sul pelo dell’acqua perché sotto, nell’acqua di cristallo, passano dentici solo in apparenza sornioni, ed ancora il sole e la luna, quelli sì sempre davvero  puntuali in una danza senza fine.

Fulmini

A volte la cornice del navigare è lo spettacolo di luce che riverbera sull’acqua e sulle isole, magari ritrovata sbucando da una nebbia di avvezione, a volte è l’uggia di un momento piovoso con il languore di una perturbazione di passaggio che si è rubata il vento; però quando le vele si tendono forte sotto nembi carichi di pressione e di fulmini allora il pensiero torna inevitabilmente al capitano Achab ed alla sua sfida empia agli elementi, così che i tuoni altro non sono che tamburi di guerra che invitano alla pugna.
ChitarraCredo che il marinaio sia una persona così: fatta di parole scarne, con un carattere di poche raffiche rabbiose, ma soprattutto di molte tenere brezze, attratto inesorabilmente dal richiamo delle onde, uno che quando la rotta si interrompe, la barca è ormeggiata ed il piede poggia a terra, che tanto ferma non sembra più, guarda di nuovo lontano verso quella linea tra il cielo e l’acqua, quella linea che non c’è ma che invita ad essere superata ancora una volta.

Allora pur nella mia totale inesperienza, pur senza avere il turacciolo di chi ha passato capo Horn e altre prove severe di mare, praticante di queste brevi rotte dove la vista di terra manca per poche ore, nel piacere effimero del vento che allontana o riporta a casa, io mi sento marinaio, pronto per una nuova rotta finché il Cielo vorrà, con gli occhiali scuri e la chitarra felice di vibrare assieme al vento che passa.
…e se marinaio ancora non sono…  desidero diventarlo.
Buon Vento


Ma come fanno i marinai - Dalla e De Gregori

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Commenti al Post:
norma3330
norma3330 il 30/08/15 alle 13:16 via WEB
Credo che non è il vestito fa di uomo un vero marinaio ma l'amore per il mare. Nelle città senza Mare… chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio… forse alla Luna… (Banana Yoshimoto) Un saluto - norma
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 11/09/15 alle 07:53 via WEB
Ho pensato molte volte quando ero studente a Bologna come potesse essere vivere tutta la vita in un posto lontano dal mare, un luogo che non apre i confini ad un infinito che solo in apparenza ferma il viaggio, semmai invita a modificare il modo per attraversarlo verso un orizzonte lontano che non si vede e che per questo apre l'anima. Ricordo bene quando, tornando a casa con il treno, mi affacciavo al finestrino in attesa di vedere il primo ponte aperto sull'Adriatico e solo allora pensavo: sono tornato a casa.
Ciao Norma :)
 
lightdew
lightdew il 15/09/15 alle 22:22 via WEB
Nascere e vivere vicino al mare è un dono immenso che non ci rende marinai finché non capiamo quanto siamo piccoli e pieni di inutili pretese di fronte alla sua forza
lascio un umile e fraterno saluto
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 17/09/15 alle 10:52 via WEB
Nella mia città "vitellona" la maggior parte degli aborigeni non osa superare la seconda secca, dove il mare si inabissa a profondità superiori ad un paio di metri. I giorni di vento passano indifferenti se non sono quelli del fine settimana. Per ogni generazione c'è comunque qualcuno che nasce con la voglia di affrontare il confine che non c'è, per prendere il largo fino a che il profilo solido dei monti di casa sparisce ed i pensieri si allargano in tutte le direzioni.
Si riempie l'anima di una sensazione strana composta di profumi misti che vanno dal timore di perdersi alla gioia della avventura... e il tempo, il lungo tempo dilatato che solo il pelago conosce, permette ai pensieri, solo in apparenza aggrovigliati come reti dopo la pesca, di stendersi e occupare spazi impensabili prima, fino a comprendere che anche tu, singola goccia, sei comunque parte del mare.
Attraversare le acque è di per sé già una grossa pretesa, come certamente è una sfida all'umiltà quella di mettersi su un guscio di noce per superare forze infinitamente più grandi di quelle umane... eppure ci sono richiami ineludibili e barriere inaccettabili, sopratutto quelle che non si possono vedere.
Non ho ancora ben compreso se l'arte della marineria sia un moto di arroganza o di amore, forse di entrambi, così suggestivo è il Bardo quando paragona nella sua Tempesta il mare all'amore dicendo: Nessuna barriera può resistere all’amore. L’amore osa tutto quello che può.
Come può allora una testa dura, fosse anche dura come uno scoglio, arginare il mare?
Un saluto salato :)
https://youtu.be/5FO2KD7CDFI
 
   
lightdew
lightdew il 23/09/15 alle 10:40 via WEB
Oh che meraviglia, solo chitarra e canto..la porti in barca prossimamente? ;-)
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 23/09/15 alle 12:02 via WEB
In Barcolana la chitarra non si riesce ad usare, le mani che non sono alle manovre reggono parabordi per evitare collisioni con gli armi vicini in boa e quando non bastano queste si usano anche i piedi.
Per la chitarra occorrono lenti e desiderati periodi di solitudine, anche se ristretta agli spazi angusti del vascello, del resto oltre le draglie si apre un orizzonte infinito ed il canto vola via con le raffiche di vento.
https://youtu.be/6mKJZM0EFi4
 
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