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Il Mantello e la Spada

Post n°509 pubblicato il 26 Marzo 2016 da Zero.elevato.a.Zero
 

Poi disse loro:
«Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?».
Risposero: «Nulla».
Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca;
chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una.
Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della scrittura:
“E fu annoverato tra gli empi”.
Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento».
Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade».
Ma egli disse: «Basta!» 

Luca (22,35-38)

Spada

Che senso ha la pratica della spada in questa epoca, quale ancor di più il significato di impugnare un arma potenzialmente letale quando il mondo ha sempre più bisogno di pace di fronte ad eventi luttuosi ove prevalgono il disprezzo della vita, l’accanimento contro i deboli. Non mi riferisco soltanto agli attentati in Francia e Belgio, quanto ai tanti angoli del mondo dove c’è meno informazione diretta o questa è volutamente  meno veicolata dai media, angoli dove ugualmente si consumano efferatezze, sopraffazioni, soppressione del rispetto per la dignità umana e per la vita che hanno lo stesso truce odore di crudeltà.
Con questo peso nel cuore come mai ancora continuo ad impugnare una spada e soprattutto con che intenzione?
Intanto credo fermamente che l’uomo portatore di pace abbia necessariamente dovuto imparare prima l’uso delle armi, per comprenderne l’inutilità. È quel sapore di adrenalina scatenato da istinti atavici che dobbiamo padroneggiare e soffocare non solo sui campi dove si danno battaglia gli eserciti, che non sono il nostro suolo calpestato ogni giorno, ma ogni volta che qualcuno offende le nostre abitudini e la “buona educazione” al volante di un veicolo o superando una fila ordinata; questo è il nostro piccolo terreno di guerra dove possiamo scegliere l’uso delle armi della parola aspra, dell’azione violenta, piuttosto che il dialogo o la ricerca di comprensione. Non credo sia un atteggiamento debole, se queste nostre idee sono più valide allora non hanno bisogno di essere urlate per migliorarne la ragione, basta che siano onestamente e direttamente dimostrate con l’esempio.
Vivevo con meraviglia la scorsa lezione di spada dove al termine della parte teorica si sperimenta con combattimenti attenutati da protezioni e strumenti non particolarmente offensivi la verifica di quanto appreso. Apprezzavo con sorpresa il fatto di trovare persone esperte disposte a incrociare la spada con un principiante e trovare un livello che non schiacciasse le giovani aspettative di un novizio ma lo invitasse a crescere e trovare le migliori motivazioni per migliorare la sua pratica e il suo modo di viverla: è il senso perfettamente compiuto di una scuola.
Terminato il duello ci si toglie la maschera protettiva per un ringraziamento che gli occhi dimostrano sempre sincero, questo mi ha permesso di capire che lo scopo di questa fatica non è imparare il modo migliore per ferire, ma quello per capire, ecco perché la spada diventa uno strumento di amicizia e salda relazioni che sfidano la ruggine del tempo.
La spada medievale ha la semplicità singolare di una croce il cui simbolo in questi giorni mi riporta alla comprensione di come uno strumento di dolore possa diventare veicolo di redenzione e di miglioramento soprattutto del cuore, dal quale etimologicamente discende il coraggio.
Nell’imminenza della Pasqua, sotto questa luna piena di Marzo, l’augurio più bello di molto coraggio per i giorni a venire.


F. Guccini - Canzone Delle Colombe E Del Fiore

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Commenti al Post:
norma3330
norma3330 il 26/03/16 alle 17:39 via WEB
Serena Pasqua :)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 28/03/16 alle 19:07 via WEB
Spero che per te siano stati giorni di pace, di quella che carica di energie positive i giorni a venire riempiendoli di luce. :)
 
boezio62
boezio62 il 29/03/16 alle 10:22 via WEB
Sai mostrare il quotidiano e unirlo alla profondita' di una riflessione interiore.Il Giappone mi affascina e mi turba da decenni per questo suo mantenersi in equilibrio tra il filo della spada e il bordo setoso di un fiore.Ho letto moltissimo ma non ho mai avuto la possibilita' di una pratica materiale percio' mi piace molto questa descizione da 'dentro' che condividi pubblicamente.Molte persone si fermano alla superficie dei comportamenti umani e come hai detto giustamente considerano 'artificioso' l'autocontrollo delle emozioni e 'debole' colui che pur restando fermo nelle sue convinzioni non arriva a prevaricare l'altro.La tua pratica spirituale-filosofica-sportiva insegna proprio questo.Ed il bello dell'insegnamento di tante pratiche sarebbe proprio quello che viene chiamato 'spirito sportivo' all'interno di una competizione dove si cerca di prevalere ed è il rispetto delle regole,dell'avversario,di se' stessi.Non voglio mancare di rispetto e permettimi un confronto su piani totalmente diversi ma oggi prevale il rovesciamento di De Coubertain e anche della parola di Cristo:l'importante è vincere.L'Umanita' fara' un enorme passo avanti quando riuscira' a rinunciare alla Violenza ...pur conoscendola e riconoscendoLa dentro se' stessa.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 30/03/16 alle 18:15 via WEB
Caro Amico,
tra le molte cose generosamente regalatemi dalla vita c’è anche l’insegnamento di un Professore di Educazione fisica ai tempi del liceo. È da questa persona, che ancora saluto con gratitudine nel piccolo cerchio delle mura cittadine, che ho imparato il senso dello Sport, un senso quasi del tutto scomparso prevaricato prevedibilmente non solo a livello professionistico, ma anche a quello amatoriale, dall’agonismo sempre più spinto, che è tutt’altra cosa, ma di questo ho già espresso un pensiero giusto quattro anni fa.
Ancora adesso, che per cocciutaggine non rinuncio a competizioni e confronti sudati, resto capace di quell’atto semplice che consiste nell’ammirazione del gesto dell’antagonista. È un’emozione che non conosce invidia o rammarico, ma contiene lo stupore che scaturisce dalle cose belle. Vincere o perdere una partita, un assalto o una regata non cambia la mia vita, non è lo scopo primario, lo fa la presenza di un concorrente, che non so chiamare avversario, che permette la misura dei miei limiti e la mia capacità nel tenderli anche se di poco più avanti per come è possibile, per come anche lui prova a fare.
Il duello di spada soprattutto mette a nudo le proprie paure, che sono i colori più vivi e personali della nostra anima, questi cromatismi offerti con sincerità permettono un contatto più intimo del cozzare del ferro con la vera natura di chi ci guarda negli occhi in questi momenti brevi che lasciano lunghe percezioni. Non esito a dire ancora una volta che è una malta tenace di rispetto reciproco ed amicizia.
È questa armonia che manca ormai sempre di più in ogni aspetto della vita quotidiana, dove prevale l’invito a prevaricare le regole e la spinta ad una narcisistica ammirazione di sé, invece di perseguire la ricerca del bello in tutto quello che ci circonda, soprattutto nelle differenze delle persone che incrociano il cammino e che hanno nuance diverse dalle nostre, ma che possiamo imparare.
Un saluto a tinte pastello :)
 
lightdew
lightdew il 31/03/16 alle 19:14 via WEB

Di meraviglia
Cammino della spada
In Meraviglia
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 02/04/16 alle 10:57 via WEB
Quando incontri uno spadaccino, estrai la spada:
non si recita una poesia a chi non è poeta.

(Tradizione del Buddhismo Chan)
 
   
lightdew
lightdew il 10/04/16 alle 15:06 via WEB
...dove cadrà la polvere? e perchè anche Matteo parla di spada? dov'è la poesia del perdono cristiano, la marianità di pace e amore?.. niente poesia dici, eppure a volte lanciare un seme può servire.
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 13/04/16 alle 18:10 via WEB
É un commento molto ricco con tantissimi spunti; solo per oggi non soffierò via la polvere dallo specchio e non indagherò sui molti modi che ha il seme per cadere.
Mi siederò invece vicino ai tuoi pensieri argomentando sul potere fondamentale della spada che è quello di tagliare e quindi di separare; è così per la Dhu l-fiqar della quale abbiamo già parlato; è il medesimo per la spada che Matteo, raccontando le parole di Gesù, raccomanda di acquistare perfino rinunciando al mantello.
Questo è il vero potere della spada come vettore messianico: separare la verità dalla menzogna, una lama come mirabile strumento per comprendere e progredire su una via di saggezza. Anche gli Angeli, che sono creature di Luce, usano spade fiammeggianti per sconfiggere l'oscurità; allo stesso modo dentro di noi ci sono demoni ombrosi che la sincerità di una spada può fendere, mondandoci, dopo questo taglio indispensabile a crescere, della zavorra che ci tiene incollati a terra. Imparando a separare il grano dalla pula è più semplice cogliere il valore nutriente delle altre anime e più percorribile la via del perdono. La marianità che ti è così cara io fatico a leggerla nelle righe della Buona Novella, e per questo cerco di impararla da te che ne fai professione.

ah per quanto riguarda la spada e la poesia invece: Rostand...
Ecco, ed io gitto con grazia il cappello,
poscia comodamente, pian pianino,
mi libero del mio vasto mantello
che mi attabarra, e lo spadon sguaino.
Di Celandone più gentil, più fino
di Scaramuccia al gioco dello stocco
vi prevengo, mio caro paladino,
che giusto al fin della licenza io tocco.
Cyrano
 
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