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Non correre Papà

Post n°542 pubblicato il 06 Ottobre 2017 da Zero.elevato.a.Zero
 

Costiera

La Coppa d’Autunno, meglio nota come Barcolana, che si tiene ogni seconda domenica di Ottobre con il poco o molto vento che Dio concede al golfo di Trieste, è anche per me una tradizione. Sono abitudinario in modo patologico, spesso una cosa che riesce bene la prima volta cerco di farla diventare un rito del tutto personale. Con questo criterio trovo sempre e non scordo mai le chiavi di casa o dei veicoli che stanno sempre nelle solite tasche allo stesso modo. Quando lavoro indosso sempre una camicia con taschino per tenere il cellulare, così anche senza suoneria posso sentire la vibrazione e capire che mi stanno chiamando. Anche se qualcuno dice che non va tenuto sul cuore (non ci sono evidenze scientifiche al riguardo ma solo dicerie) è il posto migliore perché sia davvero utile, altrimenti lo dimentico. Del resto non lo uso solo come telefono, amo la tecnologia e ne approfitto per la sua capacità di essere agenda, blocco per appunti, strumento di consultazione di disegni e documenti di lavoro, ma anche libreria da leggere nei momenti di attesa negli uffici pubblici o nei momenti liberi… e naturalmente per ascoltare musica.
È imminente la Barcolana dicevo, quest’anno come in alcuni dei precedenti ci arriverò su strada, per godere comunque del mare e di quella folla immensa di innamorati della vela, giusto il tempo della regata, con quella testardaggine che mi porta da molti anni a volerci essere anche con poco tempo a disposizione e con la fretta che deriva dalla necessità di dover lavorare fino all’ultimo.
Una volta pronta la sacca e dedicati i saluti ai miei cari riceverò la solita raccomandazione: Papà non correre!
A differenza della barca, in macchina non lo faccio mai, rispetto i limiti e approfitto della poca tecnologia del mio vecchio Toyota per innescare il Cruiser e tenere una velocità costante sotto i limiti di legge. Quando arriverà il momento comprerò un’auto nuova, di quelle che sanno stare entro le strisce e mantengono la distanza di sicurezza senza bisogno del pilota, almeno fino a che non inventeranno qualcosa che come un treno del tutto personale ti porti a destinazione senza bisogno di fare altro che rilassarsi e godere del panorama che scorre.
Una volta a bordo della barca invece sarà diverso, con la consueta amichevole sfida profumata di adrenalina, con il vento cui succhiare quel decimo di nodo, provando a capire le sue bizzarrie e possibilmente godere delle raffiche che piegano la barca, dosando con parsimonia il carrello in modo da accelerare invece di sbandare rallentando. Ritroverò volti noti diventati amici, quest’anno in particolare lo skipper che lotta contro una difficile malattia, ma che con ostinazione, che posso capire perfettamente, vuole esserci ancora una volta, prima di affrontare una competizione molto più difficile e con in palio la posta più alta.
Non so se questo sarà l’ultimo atto di mare sportivo della mia stagione, intanto ringrazio la vita di questa possibilità e aspetto con la dovuta pazienza il momento di partire per Trieste, con la gioia nel cuore e una canzone tra le labbra, ma… senza correre.
Buon Vento!

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Commenti al Post:
mpt2003
mpt2003 il 06/10/17 alle 14:17 via WEB
"non correre papà" è una raccomandazione che sa d'affetto e di persona bisognosa di cure. Se ci pensi una simile attenzione inverte un po' i ruoli, in genere sono i genitori che accudiscono i figli e che lasciano loro simili avvertimenti. Il fatto , dicevo, che ciò avvenga ci fa sentire bambini o forse molto simili ai nostri figli, segno che anche loro sono diventati grandi e che noi ora (non solo per meriti dovuti all'età ;) ) siamo da "controllare" .
buon vento
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 06/10/17 alle 16:24 via WEB
A ben pensarci è una raccomandazione che ascolto da molti anni, questa però proviene dalla figlia che proprio in questi giorni prende lezioni di guida da papà, forse era preoccupata più per il veicolo che per il pilota :)
Il fatto che io possa conservare qualcosa di infantile mi conforta, certo sono parole che mi fanno sentire amato e allo stesso tempo tollerato, non dico compreso, in queste piccole avventure alle quali potrei anche rinunciare, ma sul divano passo già fin troppi fine settimana. Qualcuno che assecondi controllando queste irrequietezze è certamente prezioso, volevo ringraziare questo pensiero benevolente, come ti ringrazio per questo augurio che per me ha il sapore del sale.
Ti saluto con un sorriso :)
 
paperinopa_1974
paperinopa_1974 il 06/10/17 alle 19:41 via WEB
invito festa libero claccic ti basta cliccare il codice e valido per te buon divertimento tante belle cose ciauuu
 
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 07/10/17 alle 19:40 via WEB
C'è molta "intimità" nel tuo descrivere le cose. Semplice, schietto, l'emozione a pelo d'acqua quando la barca scivola dolcemente. L'attenzione di tua figlia è la cosa più emozionante in questo post. La scelta musicale è stupenda perchè è un autore che adoro. Io ti lascio codesta...e buon ascolto (ad occhi chiusi però) https://www.youtube.com/watch?v=aKw5mbcE7VY
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 09/10/17 alle 15:44 via WEB
Sposo con assoluta identità la tua visione della musica ad occhi chiusi della quale ti ringrazio molto. Gli occhi regalano una visione imperfetta e ed illusoria: a volte basta affidarsi ad altri sensi per allargare l'orizzonte ed ottenere sensazioni che introducono in universi più vasti, perfino migliori.
Mi piace questo Concato unplugged nella semplicità di voce e chitarra, è nella semplicità che gli artisti migliori offrono le emozioni più intense.
Grazie dei tuoi pensieri :)
 
lightdew
lightdew il 08/10/17 alle 09:47 via WEB
mentre tutto sta scorrendo, io ti osservo dall'altro di un quasi cielo... è bello rivederdi, anno dopo anno...;*
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 09/10/17 alle 15:44 via WEB
Raccontato così pare che tu abbia trovato il centro del Dharmacakra: te lo dico con grande ammirazione. Questo incontro che si rinnova è una cosa bellissima, hai ragione, del resto non faccio mistero del fatto che sempre mi sento accolto in una seconda casa, incontro gli amici che si chiamano tutti Mario al Bar, e perfino capisco, anche se ancora la parlo molto male, la lingua triestina. Un anno intero sembra un periodo lungo da trascorrere, ma quando ti volti indietro ti accorgi che sono lampi di luce come quelli di un faro che ti invita a ritrovare un porto amico.
Nel modo più sincero grazie di tutto :)
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 09/10/17 alle 00:09 via WEB
“Non correre papà”...non volermene, ma appena letto questo titolo ho cominciato subito a canticchiare a mente una canzoncina demenziale che si sentiva quando ero piccola, che diceva “non correre papà, non correre papà, la mamma è morta già sull’autostrà!”:)) Il finale è anche peggio, te lo risparmio, ma se proprio vuoi farti due risate: https://youtu.be/pOoSRe-Olj0

Dopo questa piccola parentesi, trovo molto rassicuranti queste abitudini che ci portano a ritrovarci in determinati posti sempre nello stesso periodo. Rassicuranti perché ci dicono che in fondo niente è cambiato, che noi non siamo cambiati, e che abbiamo la stessa voglia e spensieratezza di vivere certi momenti, nonostante il mondo vada invece avanti, a volte anche in maniera più tragica come per il tuo amico skipper. Sono quegli appuntamenti che ci regalano un giorno senza la sensazione che sia passato invece un anno, e in qualche modo, quindi, ci permettono di averla vinta sul tempo che passa...mica male:)
Sempre buon vento, zero:)

 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 09/10/17 alle 15:45 via WEB
È una competizione anche quella contro il tempo? Oppure come succede agli skipper migliori è possibile convincerlo ad averlo come membro d’equipaggio, in modo che non sia più un avversario. Un marinaio di quelli magari un poco silenziosi all’inizio e dai movimenti misurati, ma che di fronte a una luna piena che sale rossa dal mare, affonda le mani nel sacco della memoria per tirare fuori una bottiglia speciale fatta di ricordi dolcissimi.
Ogni anno, dei 17 nei quali sono venuto a Trieste per fare Barcolana, trovo sempre qualche pizzico di città cambiata, questa volta, dopo il Salone degli Incanti, ha aperto Eataly, che negli anni scorsi permetteva grazie al cantiere un agile parcheggio della macchina proprio in adiacenza al villaggio Barcolana. Quindi ci si deve adattare a scoprire un posto nuovo per lasciare il catorcio: è un paradigma di tutta la vita questo dover sempre cercare. Ti ringrazio per avere ampliato le mie conoscenze musicali, è perfetta da canticchiare al volante con tutta la famiglia, ha quella punta di amaro che aiuta a digerire le pesantezze della giornata .
Un sorriso leggero come una brezza :)
 
neimieipassi
neimieipassi il 10/10/17 alle 21:26 via WEB
Il treno del tutto personale che mi porti a destinazione comodamente rilassata è un mio sogno da sempre :)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 16/10/17 alle 11:47 via WEB
Un bravo insegnante deve possedere anche qualche spunto istrionico, ecco perché ricordo chiaramente il corso universitario di meccanica applicata alle macchine dove le parole di esordio del professore sono state: "gli ingegneri salveranno il mondo".
Non so se questa profezia escatologica sia destinata a compimento: per il treno personale però lo stato dell'arte si sta avvicinando a grandi passi a quello dei sogni, c'è speranza insomma di vederlo nel prossimo futuro. Intanto bisogna cominciare a progettare con cura anche la destinazione del viaggio perché il saggio Confucio ammoniva dicendo: "Se non sai dove andare non andarci". ;)
Buon viaggio!
 
oltreleparole_2010
oltreleparole_2010 il 16/10/17 alle 22:55 via WEB
Il bagaglio deve sempre riempirsi delle nostre esperienze sensazioni emozioni e ogni giorno sentirsi vivi...Grazie di aver condiviso con noi esperienze di vita vissuta :-)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 17/10/17 alle 18:57 via WEB
Non parto mai con la valigia completamente piena, è opportuno che ci sia spazio per portare a casa qualcosa del viaggio, piccoli oggetti souvenir, ma soprattutto ricordi. Per entrambi ritengo fondamentale il dono della condivisione in modo che la gioia della scoperta non ammuffisca, ma possa contribuire, come una fetta di pane imburrata dalla visione personale, a portare nutrimento e voglia di stare assieme raccontandoci le piccole cose della vita. :)
 
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