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Giovanni Veronesi

Post n°584 pubblicato il 17 Aprile 2020 da Zero.elevato.a.Zero
 

“I miei sogni sono irrinunciabili,
sono ostinati,
testardi e resistenti.”
Luis Sepùlveda

Succede inevitabilmente nella vita di qualunque navigante di vivere periodi di terraferma, sono momenti in cui, nonostante i piedi all'asciutto, resta fisso il pensiero di poter tornare nell'Elemento; quindi con gli amici complici di queste avventure si parla in questi giorni di prigionia dei prossimi viaggi, si immaginano le rotte future e le meraviglie che possono ancora far alzare le sopracciglia di nuovo incrostate di sale.
Dopo questo primo preambolo al post c'è dell'altro, ci sono persone che hanno la dote di saper raccontare, le parole per loro sono come pennelli con i quali tratteggiano le esperienze vissute e le intessono con emozioni personali in modo che non sia solo un ritratto, ma un rivivere ogni volta il loro racconto come se anche noi stessimo sperimentando assieme il momento, con partecipata emozione. Sono affascinato da sempre da questo talento, ci si può sforzare di imitarlo, ma è una di quelle cose che si ha dentro, oppure non c'è verso.
Ecco che in un gruppo su web di amici della vela appare, in mezzo alle tante inutili vignette, anche un solo file audio che racconta di mare; lo fa talmente bene che ascoltarlo una volta non mi basta.
Ho pensato così di amplificare nel mio piccolo la portata di questo racconto accostandogli le immagini che dietro alle palpebre chiuse ho visto passare; contaminando la sua storia con il mio vissuto, annodando le sue emozioni con le mie.
È il modo doveroso di ringraziare il celebre autore e regista Giovanni Veronesi di questi pochi minuti capaci di rapire l'animo e portarlo lontano, dove tutto è liquido e in perenne movimento, nell'attesa agognata di poter mollare gli ormeggi e ripartire; servirà poi capire come mai ci è vietata questa possibilità, che certamente non comporta il rischio di assembramenti. Ma è evidente che chi timona la nazione un timone vero non sa cosa sia.
Buon Vento!

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Commenti al Post:
several1
several1 il 17/04/20 alle 09:43 via WEB
Non ho parole per commentare, posso solo lasciare un po' di schiuma raccolta dalle onde
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 17/04/20 alle 13:01 via WEB
Lascia l'onda
una carezza morbida:
schiuma di mare

:)
 
lightdew
lightdew il 17/04/20 alle 11:50 via WEB
Colgo il tuo invito e ascolto. Ricordo una masterclass organizzata alla Contrada, ma soprattutto la sua voce mi riporta ad un programma radiofonico su RadioRai2, intorno all'ora del pranzo, dove si parlava di teatro e si testavano le varie capacità dei partecipanti. Irriverente e indisponente, di una capacità superiore e di una sincerità spiazzante che rasentava la maleducazione ma che si addolciva di fronte al vero talento. Di vela non so parlare, se vuoi la prossima volta, parliamo di mare. Un caro saluto
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 17/04/20 alle 13:02 via WEB
Parlare di vela e di mare è una cosa unica, come puoi immaginare il mare senza nemmeno una vela? Nemmeno di questi tempi che paiono un brutto sogno!
Il protagonista del monologo fonde in sé alcune peculiarità che ne formano il carattere: è toscanaccio di Prato ed è figlio di un ingegnere, ovviamente velista.
Bentornata a casa :)
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 18/04/20 alle 10:53 via WEB
Caro Amico. c'è molto in questo post, che ho letto ieri, - ma che non ho potuto commentare il tempo reale. C'è l'adorato Sepulveda, (grazie per quel pensiero che è mio). e il mio sentire e credo. C'è lo splendido video. Si, come dice il regista : è un privilegio vivere il mare così. Averlo imparato. Io sono più da spiaggia :-) ho paura di navigare, l'ho imparato se così si può dire 'da grande' grazie ad uno zio svedese, che di fronte alle mie (talvolta motivate) paure, moriva dal ridere, si sentiva un vikingo dinanzi al mio modo un po' fantozziano di vivere la barca. Ho visto grazie al suo motoscafo i fondali marini, in cui mi perdevo, con maschera e boccaglio, il cielo rivoltato , e nel mare increspato, ho imparato ad avere meno paura della barca che mi pare una 'violenza' per il mare, ed imparare invece le carezze, quando insieme si abbracciano, ed è bellissima la navigazione. Ogni volta che incrociavamo dei velieri, rimanevo incantata.. come può non essere altrimenti? :-) e, dicevo che il tuo post è pieno di cose, non solo perchè ci fa vivere la tua passione, mescolandola con la passione di altri famosi (mi è venuto pure in mente il suo strano film, io tanti e troppi ne ho persi, ma è forse suo quello strano spaghetti western con david bowie come cameo?), ed è toscano, pure, terra che amo, e che mi ha vista felice. Ed inoltre mi ha ricordato ancor di più con grande amore, VENTOTENE. Uno degli ultimi viaggi fatto in famiglia: bellissima isola, di cui ho anche parlato... che segna forse, l'arrivederci con l'età più bella del mio Matteo. Ne ho scritto sul blog. e peraltro, da là nacque l'Idea (che tale è rimasta ) di un'Europa grande e magnifica... Era tanto più facile, per noi, prima , spostarci. e riguardo le paure, che vogliono inculcare... non so' più cosa dire al riguardo. Mi dicevo, che vorrei tanto andare in centro con Matteo che continua a chiedermelo, stiamo bene, e giriamo sempre con la mascherina, e con i carteggi, e vorrei poter andare magari a passeggiare al mare, o sull'appia antica, - a lui farebbe bene, e non possiamo. Quindi, tutto questo ha dell'incomprensibile, - perchè c'è un caos assoluto.. e, se da una parte, mi dico, che non è tanto perchè chi è al timone non ha capacità, ma soprattutto perchè c'è il distacco con la natura vera delle cose, e le maglie umane sono diventate qualcosa di inverosimile a livello mediatico e politico, una rottura epocale davvero con tutto. Per noi, muoverci in tutto questo, è davvero deleterio, e leggere pagine come le tue , quindi, può far bene. su serio. Sono sicura, che al dilà della mia esposizione, hai bene compreso, il mio scrivere. Bel post :-) ciao Amico. Roberta
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 19/04/20 alle 11:56 via WEB
Cara Amica, una barca a vela è fatta per il mare e certamente non è una violenza, prova ne siano le onde che genera che sono sempre piccolissime perché ogni curvatura dello scafo è studiata per adattarsi alle onde e accarezzare l'acqua che scorre con il minimo sforzo, che altrimenti sarebbe un freno. La vela è un modo speciale di andare in mare, non serve l'orologio e non si fanno previsioni a lungo termine, si va dove il vento quel giorno concede e se questi dovesse essere troppo severo si resta coi piedi all'asciutto, chinando il capo contro le raffiche come in un inchino. Il fatto è che io posso scrivere chilometri di parole, anzi miglia, ma non ho la capacità di raccontare le emozioni come riesce invece a Giovanni Veronesi, regista anche della pellicola "Il mio West" che ti piace ricordare. Lui ha avuto la fortuna di avere un padre velista che ha professato la sua Fede nel modo migliore, con un sorriso intenso, ma celato agli sguardi dei più nelle ombre della sera. Mio babbo preferiva il moscone a remi (così chiamiamo qui il pattìno) e non ne sapeva di vela, ma ha incoraggiato in ogni modo la mia voglia di conoscere il mare e di questo gliene sarò sempre grato. Oggi c'è sole con quell'aria che si muove per via della terra che si scalda e che quindi si chiama brezza termica. È un vento gentile, ideale per piccole uscite che culminano a Baia Spaghetti, non nomenclata nelle carte ufficiali, ma nota a tutti i marinai di Rimini, dove consumare un po' di gas della bombola prima di riprendere la navigazione con i rinforzi del primo pomeriggio. Ma oggi è una domenica diversa dove è possibile solo immaginare, e al massimo fare due passi intorno a casa, argomentando del futuro che si spera possa presto venire a restituire il maltolto riportando la normalità che fa rima con felicità, una felicità che ti auguro abbondante. Un sorriso carico di speranza :)
Max
 
   
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 23/04/20 alle 17:20 via WEB
grazie per l'augurio alla felicità.. ne ho davvero un gran bisogno, e soprattutto ci credo ancora :) ci spero :-) invece ci riesci molto bene a dire della tua passione della barca a vela (a tuo modo). E come giustamente anche dici, sei fortunato a tuo modo, perchè tuo padre non ha ostacolato questa passione, che considero comunque un privilegio. lietamente altrettanto apprendo che il film era quello che ricordavo. E ricambio il sorriso. Roby
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 24/04/20 alle 10:09 via WEB
Prima ancora di diventare papà ho sperimentato l'esperienza dell'arco asimmetrico giapponese che racconta Gibran, in questa cosa più mistica che marziale, che si chiama Kyudo, mi hanno insegnato in modo illogico e quindi perfettamente attinente allo Zen di cui è veicolo, che la freccia scoccata correttamente sa lei dove andare. Allo stesso modo spero di aver scoccato bene quelle due frecce che ho contribuito a generare, adesso posso solo incoraggiare il loro volo dove hanno deciso di puntare.
Un caro saluto :)
 
Nous_Spirito
Nous_Spirito il 22/04/20 alle 10:27 via WEB
La navigazione in mare e un po' come una poesia, ognuno nel "leggerla" assume i colori della propria melodia interiore, segue la propria ispirazione, la propria idea di bellezza legata ai sogni, ai desideri, all'emozione, e questa libertà assoluta è quella della barca che corre sull'acqua con la differenza che il velista non è solo cacciatore di versi, ma anche di vento.. Buona brezza..
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 22/04/20 alle 16:23 via WEB
È molto vero quello che dici, aggiungo solo un dettaglio per sottoscrivere meglio le tue parole. Molto spesso i versi che scaturiscono dal navigare restano interiori, non arrivano a sublimarsi in versi o parole; si fermano appena dietro agli occhi, così i naviganti, che si guardano senza parlare, leggono gli sguardi altrui e ascoltano queste liriche che hanno la stessa tonalità del vento ed in questo si confondono trascinate via lontano, dietro la poppa.
Grazie per i tuoi pensieri: Buon vento, sempre!
 
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