Bella vita quella del papà. Con la scusa di accontentare i piccoli ci siamo visti il nuovo capolavoro della Dreamworks che vado a descrivere in queste righe: Kung Fu Panda. Le tecniche avvenieristiche si animazione 3D degli autori di Shrek e Madagascar questa volta viaggiano verso il continente asiatico, nella Cina millenaria del Kung Fu. Per gli amanti delle arti marziali ci sono un numero incredibile di riferimenti alle tradizioni di cui si fanno interpreti. La più evidente risalta nella pratica degli stili rappresentati dagli stessi animali che hanno ispirato i monaci Shaolin. Lo stile della Tigre: Potente forte con posizioni basse ed agili, movimenti fluidi capaci di concentrare la forza e sviluppare la potenza. Lo stile della Scimmia: Acrobatico, giocoso, imprevedibile, utilizza colpi ripetuti verso articolazioni e punti sensibili fino a disorientare l’avversario, sono colpi apparentemente poco potenti ma di efficacia letale.
Lo stile della Gru: aggraziato equilibrato con ampi movimenti circolari che imprimono enormi velocità ed energie ai colpi, si caratterizza per le posizioni su una sola gamba che lascia libera l’altra di calciare. Lo stile del Serpente: utilizza movimenti improvvisi e rapidissimi verso punti vulnerabili e non lascia scampo, richiede grandissima concentrazione ed autocontrollo ed una energia interiore estremamente sviluppata.
Lo stile della Mantide: utilizza movimenti imprevedibili alternando posture lente ad altre esplosive, la variazione del ritmo e la quantità di tecniche sono la prerogativa di questo stile di combattimento. Lo stile del Drago: basato sulla calma interiore e sulla spiritualità che si esprime in combattimento con la percezione assoluta degli avvenimenti e la capacità di anticipare le mosse dell’avversario. Lo stile del Leopardo: ancora più potente di quello della tigre sfrutta l’energia delle masse muscolari e la perfezione dei movimenti per creare la massima forza d’impatto. Lo stile del Panda: compare per la prima volta in questa storia, ma non è detto che non diventi tradizione.
Dappertutto nella pellicola si trovano elementi delle antiche leggende, ed ai film di culto del genere, come luoghi, nomi primo tra i quali quello del protagonista: Po, che riporta alla mente il maestro cieco del monastero Shaolin che addestra David Carradine, alias Kwai Chang Caine. Tanti sono gli elementi che consigliano la visione oltre il primo, gradevolissimo, impatto con la storia divertente e scanzonata di un panda soprappeso nel quale è stato impossibile non identificarmi. Il finale è qualcosa che riporta gli appassionati di questo genere a “Messaggi da forze sconosciute”, pellicola del 78 con David Carradine e Christopher Lee. Le ultime parole non ve le racconto, riderete una volta di più pensando a me. Auguro buona visione e buone meditazioni sulle piccole perle che vengono snocciolate durante il proseguire dell’avventura. Quella che raccolgo ed offro dice: Ieri è scritto per intero, domani sarà mistero, ma oggi è un dono veramente, per questo lo chiamiamo presente.
bella vita sì quella del papà che condivide un *piacere* con i suoi piccoli...per un attimo mi sono messa nei panni di una mamma anche se non so nulla nè di mamma nè di Kung fu...ho colto l'attimo ma è stato un po' amaro...grazie cmq Zero!!! Giulia
Una maestra accudisce contemporaneamente i bambini di più di 20 mamme ed è in grado di aprire una palestra di arti marziali quando vuole... a quando l'inaugurazione?
se ti dico che guardando i trailer alla tv con la piccola che chiedeva.."quando andiamo, mamma?",, ho pensato a te ed ho sorriso a lungo, mi credi?..sei mitico..zero!! :)) un abbraccio
Carissimo M avevo gia intenzione di andare a vedere questo film, ma dopo la tua descrizione ci andrò di sicuro. Putroppo io non ho ancora figli non mi resta altro che cercare di mimetizzarmi tra i bimbi.
Guardare la medusa è una semplice questione di specchi. Lo specchio è presente in tante leggende, come lo Jata-Kagami che convince la dea Amaterasu ad uscire dalla grotta e riportare la sua luce nel mondo... specchi magici :)) ce n'è uno anche in questa storia...
Zai jian (arrivederci)