Non so bene quale sia l’immagine che offro di me: mi sento cristiano ma sono molto poco cattolico. Affronto per la prima volta in questo blog un tema di attualità, per il semplice fatto che mi scatena turbini di pensieri, allora non posso nasconderlo sotto alla sedia invece di metterlo sul tavolo per un confronto, che spero partecipato. Papa Benedetto XVI, nel quarantesimo della Enciclica Humanae vitae, scritta da Paolo VI, ha ribadito il no della chiesa alla contraccezione, constatando comunque nella stessa esternazione una scarsa adesione di pensiero da parte dei cattolici. Sono incapace di affrontare con la sufficiente competenza gli aspetti teologici, mi interrogo invece, come persona interessata alla scienza, sul parallelo che analizza la crisi delle civiltà umane propugnatrici della limitazione delle nascite, civiltà che si sono avviate ad una scomparsa in tempi insolitamente brevi, il mio riferimento diretto è agli spartani, ai nubiani ed anche alle ultime generazioni dell’impero mongolo. È storicamente provato che nelle civiltà umane il benessere comporta ineluttabilmente la diminuzione della spinta alla procreazione, rimane il fatto che invece in natura succede il contrario, la fame porta a contrarre le nascite per consentire di sfamare gli individui che già esistono. Esiste un classico esercizio di calcolo statistico che si chiama Volpi e Conigli, permette di simulare lo sviluppo della popolazione di queste due specie dove la volpe è l’unico predatore ed il coniglio l’unica preda. Nonostante la semplicità, è possibile leggere come la natura opera cercando in ogni caso di aumentare, con il progredire del tempo e le necessarie fluttuazioni, la popolazione studiata, prendo come esempio le volpi. Queste infatti crescono nei periodi in cui è elevato il numero delle prede, sono periodi di benessere, fino a fare ridurre la proporzione con i conigli, quando questa scende in maniera eccessiva le nascite delle volpi diminuiscono per consentire ai superstiti una buona riserva di cibo, saranno i conigli a crescere più rapidamente. L’espressione grafica dello studio mostra che comunque il numero tende ad aumentare con il passare delle generazioni, questo perché la simulazione non tiene conto del territorio limitato, ma torna ad essere veritiera se caso che il territorio si amplia in modo costante. È quindi una necessità naturale quella di aumentare il numero avendo la possibilità di espandere i territori, come capita alla razza umana, quando invece questo non è più possibile allora inizia una fase recessiva, in attesa di nuove frontiere. In questo momento esistono molte popolazioni umane che sono ancora in forte espansione, ciò nonostante non sono quelle che consumano di più le risorse disponibili. Chi gode del maggiore benessere rasenta la crescita zero, ed è una controtendenza alle leggi naturali. Il discorso della Chiesa è paradossalmente un richiamo alla naturalità dell’uomo, si carica certamente anche di molti altri significati, io ho voluto limitarmi a questo per cercare di capire da un punto di partenza. Tra le molte contraddizioni, per le mie scelte di vita il problema mi tocca in modo impersonale, mi resta difficile comprendere come possa venire un esempio da una categoria di persone che sceglie la castità come stile di vita, ma non è sull’applicazione che ho riflettuto, semmai sull’origine del problema. Termino con un ultima nota, anche questa di sapore statistico, viaggiando per blog e profili è facile notare una cosa: tra le esperienze raccontate della vita, quella dei figli resta sempre la prima a dare un significato migliore alla nostra esistenza. Che siano davvero considerazioni di mero ordine economico a spingere in una direzione opposta?
il fenomeno è sintomatico delle societa decadenti...successe anche nell'impero romano quando si avviava verso il declino..
nella nostra credo giochi l'educazione che impartiamo ai giovani..tutto subito!
un figlio costann solo in ternini economici...
le rinuncie sono tante..nn si vede l'ora che crescano per "poter fare"...vacanze,viaggi,uscite serali...
ci sono passata anch'io..ed ora guardandomi indietro,a fianco e davanti.. mi rendo conto di quanto inutili siano stati quegli svaghi,di quanto sarebbe più bello adesso avere magari quattro figli e nn solo due:-)
chi è ancora in tempo ci pensi...
un bacio mio caro e riflessivo amico.