« Non posso dimenticare | La canzone più bella » |
Da domani suonano di nuovo le campanelle in molte scuole d’Italia e così sarà nei prossimi giorni: nella mia regione si inizia Martedì. Per me è l’occasione adatta per un ricordo di quel tempo straordinario passato ad insegnare, così che, auspicando un anno scolastico pieno di cose interessanti a tutti gli alunni, di gioia e di serenità per i genitori, soffermo il mio pensiero sull’altra forza protagonista: quella degli insegnanti. Per loro conto ho espresso questa preghiera, che vuole essere un incoraggiamento a superare i momenti impegnativi e godere appieno del mestiere più bello del mondo, dove il regalo migliore resta un sorriso che non si consuma.
Preghiera dell'Insegnante all'inizio dell'anno scolastico Signore, Tu che sei stato Maestro, Ti prego aiutami ad insegnare bene, più con il cuore che con la logica. Fammi trovare buone risposte, e domande ancora migliori. Insegnami a sorridere a i ragazzi, anche quando incidono sui banchi frasi sconclusionate prive di qualsiasi sintassi. Aiutami a confortarli quando piangenti e sconsolati raccontano di disastri globali solo per giustificare di avere mancato nello studio di un capitoletto. Manda il Tuo Angelo pietoso mentre scrivo di getto le note sul registro, in modo che possa frenare la mia ira e applicare la Tua misericordia. Signore Ti prego aiutami a ricordarmi giovane d’un tempo quando anch'io odiavo i compiti, quando per colpa degli ormoni, che Tu mi hai dato, pensavo alla Gina invece che alla Ginestra, perdendo nella stessa mattina: diario, compiti, e il cellulare appena ricaricato. Aiutami a ricordare quando anch'io urlavo a squarciagola invece di parlare, ma bisbigliavo soltanto una volta interrogato alla cattedra. Dammi la forza di sopportare i genitori, quelli petulanti, quelli brontoloni, soprattutto quelli convinti di avere messo al mondo un genio incompreso, i genitori stanchi, nervosi e impazienti: i genitori come me. Insegnami a perdonare il Direttore e i Segretari quando scrivono troppe circolari che non posso correggere con la mia matita rossa, allarga la mia mente ed il mio cuore, Tu che infondi con il Tuo Spirito il dono delle lingue, fa che io possa capire cosa vogliono significare. E se sarò diligente, Signore, riservami un posto in Paradiso, ma tranquillo, dove possa avere un momento per me, senza chiamare il bidello. Amen
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Lo dimostra la dolcezza del tuo racconto che non è fatto di rimpianti, ma è una cornucopia di soddisfazioni. Grazie Giulia!
Un abbraccio***