Creato da Zero.elevato.a.Zero il 21/07/2008

Da zer0 a me

Pensieri calcoli poesia e musica

 

 

« Sotto il fangoImpazienza »

Il Kendo e l'arte della manutenzione dello Shinai

Post n°226 pubblicato il 07 Ottobre 2009 da Zero.elevato.a.Zero
 

shinai

Anche se è da più di un mese che sono ricominciati gli allenamenti, c’è sempre un momento particolare per me che segna in modo compiuto l’inizio della nuova stagione di Kendo. Allietata dalla presenza di nuovi iscritti, arriva puntale l’occasione di fare manutenzione per la prima volta, o per quella successiva, dello strumento composto da  quattro stecche di bambù usato in vece della spada, che si chiama Shinai.
Spiegavo così ieri sera, con un pensiero ispirato alla filosofia di Pirsig che ha le sonorità di una bella canzone di Battisti, come l’operazione di cura vada fatta con atteggiamento consapevole, non solo per essere certi di avere tra le mani un attrezzo in perfetto stato, capace di resistere alle sollecitazioni e garantire così il corretto livello di sicurezza, ma anche perché questa cura personale riassume ed anticipa tutto il cammino sulla via della spada.
La prima cosa importante è smontarlo, allo stesso modo con il quale chi si affaccia alla scoperta di quest’arte deve sapere smontare le proprie conoscenze pregresse, separando i vari pezzi si capisce anche la tecnica con la quale è assemblato ed allo stesso tempo si rivede il cammino percorso che ha portato a indossare una divisa color indaco per entrare con riverenza nel Dojo. Sono i pezzi della nostra esperienza che si sommano in quel qualcosa di unico che siamo noi, ma che, con il senso della ragione (dal latino ratio che vuol dire dividere e separare) consentono la visione dei vari aspetti del nostro essere e del nostro voler diventare.
Si procede quindi ad una carteggiatura che, per prima cosa, arrotonda gli spigoli laterali e le asperità dei nodi del bambù, creando contatti più arrotondati tra le parti, così come deve essere il contatto che si produce tra i praticanti del Dojo: tondo ed amichevole.
Si eliminano anche, quando non si tratta del primo utilizzo, le schegge e gli elementi di puntiglio, li potremmo definire le ostinazioni, che si sono creati praticando le tecniche, rendendo di nuovo tutto liscio e piacevole al tatto, molto oltre quello che l’occhio da lontano riesce a vedere, perché è una sensazione intima che solo la pelle può percepire mediante il contatto diretto.
Con olio e pennello si procede a costruire una nuova membrana sullo shinai, in modo da renderlo elastico e resistente allo stesso tempo, lucido, con un aspetto fiero come una spada deve avere, come deve avere anche chi ha l’intenzione di impararne l’uso. Pronto per affrontare le nuove vibrazioni.
Non manca che riassemblare il tutto, curando che le legature abbiano un aspetto confacente e scoprendo con piacere che i nodi e le vecchie piegature non capitano più dove erano prima, perché nuovi nodi e nuovi punti di collegamento sono a disposizione del praticante fino alla prossima necessaria occasione di sciogliere ancora una volta il tutto, e ancora una volta ricominciare a pulire.
Gambatté


L- Battisti - Sì viaggiare

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/0elevato0/trackback.php?msg=7787510

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
socionica
socionica il 07/10/09 alle 12:25 via WEB
Non conosco questa disciplina, ma la cura che metti nel raccontarci la manutenzione dello strumento dimostra l'amore con cui la pratichi.
Metto la stessa cura nel conservare e curare le cose (anche datate) che mi appartengono...trovo sia una semplice forma di rispetto per gli oggetti, che non sono solo cose inanimate, ma pezzi della nostra vita.
Buona giornata
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 07/10/09 alle 17:23 via WEB
Io faccio anche di peggio, dimentica per un attimo la tua professione e considerami con indulgenza :). Agli oggetti che fanno parte della mia vita io do sempre un nome, a volte giapponese a volte no, mi serve per apprezzare quanto siano preziosi anche se inanimati, fatti non di un valore venale e quantificabile, preziosi per il fatto che li uso per vivere, spero in questo modo, essendo impossibile per me dare loro un’anima, potergli comunque offrire il rispetto per il modo migliore con il quale mi permettono di affrontare le cose di tutti i giorni.
 
   
socionica
socionica il 08/10/09 alle 17:22 via WEB
Bellissimo dare un nome alle cose più care...mi hai dato una idea ^____^
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 12/10/09 alle 19:05 via WEB
Ce la racconterai?
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 25/04/19 alle 09:35 via WEB
... non ho parole... solo una: G R A Z I E
 
 
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 25/04/19 alle 09:41 via WEB
... diciamo che io so sistemando lo shinai.. ed è una questione (mia personale), mentale.. direi, di ostinazione al contrario, è che vorrei che fosse tutto come la prima volta! mentre invece la lettura di questo post mi fa capire, che invece devo ricominciare a riassemblare.. Ma perchè la mente (mente?) e invece di concentrarci su quel che stiamo facendo ci fa fare dei voli sul come era prima? è una disposizione caratteriale? e che i punti di contatto di ora non ci piacciono e vorremmo quelli di prima? , - ecco è questo il 'nodo' che io non riesco a limare bene! ho scritto supermale, lo so', ma la mia speranza più grande (anzi due), è che tu comprenda, e soprattutto che io riesca a rendere liscio lo shinai :-) grazie, Maestro :)
 
   
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 25/04/19 alle 10:52 via WEB
La mente… mente? Delizioso koan ed anche verità, del resto elaborando attraverso sensi imperfetti non è possibile sperare in un risultato impeccabile. Il desiderio che tutto resti come prima è soltanto un bisogno di rassicurazione, il prima è stato superato ed imparato, quindi non fa più paura perché il risultato ha portato beneficio, quantomeno sopravvivenza, credo sia normale volerlo perpetuare anche di fronte all’evidenza che tutto cambia e si deve fare la fatica di adattarsi; il mondo, si sa, tende a svolgere il lavoro minimo possibile, è una constatazione fisica nella quale ci siamo anche noi con la nostra vita: possibilmente pigri .
Anche nella pratica della manutenzione dello shinai è comunque possibile scoprire che, per quanto il nodo che conclude la legatura non risulta mai uguale al precedente, è possibile produrre un nodo nuovo esteticamente anche migliore del precedente e questo deve fare da sprone quando si prova la riluttanza di sciogliere l’esistente. Tutto questo lo direbbe un maestro vero, io invece come vedi e sai indulgo spesso nel guardarmi indietro… per cui maestro no, grazie, diciamo al massimo… bidello :)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 25/04/19 alle 10:51 via WEB
Vorrei dirti: prego. Lo faccio secondo l’uso britannico che mi piace molto: sei la benvenuta. :)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 

AREA PERSONALE

 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 

SEI NEL BLOG DI

Zero elevato a Zero

Min: :Sec
 

IL DONO DEL TENGU

 

Tengu
Un regalo imperdibile

 

DARUMA

Bambola Daruma regalo di Aikoyuki

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

lightdewsurfinia60bisou_fatalcassetta2Zero.elevato.a.Zerobubriskapresidelibriboezio62ditantestellekaren_71virgola_dfm12ps12NoRiKo564vi_di
 

ULTIMI COMMENTI

Citazioni nei Blog Amici: 41
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963