14FEBBRAIO2008manifestazione in piazza |
"SE UNO SOGNA DA SOLO è SOLO UN SOGNO...
SE MOLTI SOGNANO INSIEME
è L'INIZIO DI UNA NUOVA REALTà"
Friedensreich Hundertwasser
ATTENTI! NO CAMBIALI!
PER QUALSIASI MOTIVO VE LE PROPONGANO DIFFIDATE LE CAMBIALI, PRIMA INFORMATEVI A COSA ANDATE INCONTRO PRESSO UN NOTAIO O UN LEGALE.
PURTROPPO HO CLIENTI CHE MINACCIATI HANNO SOTTOSCRITTO CAMBIALI E ORA NESSUNA BANCA, ESSENDO STATI PROTESTATI, POSSONO AIUTARLI...
NON FIRMATE CAMBIALI!!!
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PREGIUDICATI E PROMOSSI
I 24 condannati in via definitiva
stanno fermi come uno scoglio in Parlamento.
Nessuno fa un passo indietro. Il primo che si costituisce agli elettori e si dimette diventa un eroe nazionale. Ma non lo capiscono. Quanti anni ci vorranno per toglierceli dai piedi? In tre anni ci siamo liberati solo di Previti. Sono pregiudicati di lungo corso. Drogati che non riescono a smettere.
Il Governo non è indifferente. Uno alla volta li aiuta a riprendere confidenza in sé stessi dopo le condanne processuali. E’ vero che pochi hanno conosciuto la galera, ma tutti sono detenuti onorari.
Lo scorso anno Vito e Pomicino, condannati il primo per corruzione a due anni e il secondo per finanziamento illecito a un anno e otto mesi e per corruzione a due mesi, sono stati nominati membri della Commissione Antimafia. Da quando ci sono loro la criminalità organizzata è diventata la prima azienda del Paese. Se ci fosse anche Andreotti, prescritto a vita, diventerebbe la prima multinazionale europea.
Il Governo non si dimentica dei condannati in Parlamento. E una ragione c’è. Metti che un domani gli attuali ministri e sottosegretari finiscano in tribunale a causa di una Forleo o di un De Magistris qualsiasi. Chi li aiuterebbe? Oggi a te, domani a me e il CSM a Mancino.
Gianni De Michelis, definito a suo tempo un avanzo da balera, grande trombeur de femmmes ministeriale e autore del libro: “Dove andiamo a ballare questa sera: guida a 250 discoteche italiane” è stato promosso. La felice iniziativa nei confronti del condannato a un anno e sei mesi per le tangenti autostradali del Veneto e a sei mesi per finanziamento illecito è opera di Massimo D’Alema.
Per capire cosa ci aspetta nel 2017 la Farnesina ha istituito infatti un comitato di esperti detto: “Gruppo di riflessione strategica”. I personaggi che ne fanno parte si riuniranno in una sala del Ministero degli Esteri a discutere di energia, produzione, commercio, sicurezza e del futuro del mondo. Il Caronte della sinistra ha invitato Gianni De Michelis a far parte del gruppo. La nomina dell’ex ballerino è motivata in quanto presidente dell’Istituto per le relazioni tra Italia e Africa, America Latina, Medio Oriente e Estremo Oriente.
Mi aspetto altri gesti importanti del Governo nei confronti dei condannati. I bombaroli alla commissione Difesa, i brigatisti agli Interni, gli estorsori al Fisco. Diamo loro una speranza per il futuro e a D’Alema la Forleo.
Postato da Beppe Grillo il 30.10.07 15:00
PINO MASCIARI E IL SUO NO ALLA MALAVITA!!!
V-DAY... TO BE...
http://www.beppegrillo.it/2007/10/vday_di_ieri_e.html
Oggi voglio fare il punto della situazione. Al V-day sono state raccolte circa 350.000 firme uniche e autenticate di maggiorenni italiani. I comuni di residenza dei firmatari stanno certificando le firme. E’ un iter lungo, e non a caso. In Italia le leggi popolari vanno scoraggiate.
Sto ricevendo dai comitati e dai meet up scatoloni su scatoloni con i moduli.
A fine novembre andrò a Roma a depositare le firme alla Cassazione. Se non verranno sollevate eccezioni, quando le proposte arriveranno in Parlamento, chiederò di illustrarle alla Camera, in diretta.
I 24 parlamentari condannati in via definitiva sono sereni, lavorano tutti i giorni, insieme ai loro colleghi, per mettere il bavaglio alla Rete e ai magistrati. Di dimettersi non ci pensano proprio, un posto così con la loro fedina penale dove lo trovano?
Bisognerà dargli un aiutino perchè traslochino.
Il prossimo V-day sarà sull’informazione, chiederemo di eliminare i finanziamenti pubblici all’editoria e di abolire l’albo dei giornalisti.
Il V-day ha fatto venire allo scoperto i media, i cani da guardia del potere. Sono invecchiati di 10 anni. I giornalisti hanno sostituito l’esercito e i cannoni di Bava Beccaris.Nelle ultime settimane, prima hanno ignorato il milione e mezzo di persone del V-day, poi hanno cercato di diffamarmi e ora vogliono mettere tutto a tacere.
Un disegno di legge e centinaia di migliaia di italiani che chiedono pulizia e trasparenza sono diventati l’antipolitica. Il rovesciamento delle parti attraverso l’informazione è la tecnica collaudata di questi partiti.
Il prossimo V-day si terrà il 25 aprile del 2008. Sarà il giorno della liberazione degli italiani dalla disinformazione. Stay tuned.
Postato da Beppe Grillo il 27.10.07 20:23
WHY NOT
Inchiesta "Why not", Mastella indagato a Roma
Reuters - Ven 26 Ott - 17.45 ROMA (Reuters) - Il ministro della Giustizia Clemente Mastella è stato iscritto nel registro degli indagati a Roma per abuso d'ufficio, finanziamento illecito e truffa -- i reati contesti al guardasigilli nell'inchiesta "Why not" del pm di Catanzaro Luigi De Magistris. Lo riferiscono fonti giudiziarie. Il fascicolo è in mano al procuratore Giovanni Ferrara, che sarà coadiuvato da un sostituto che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione e, se riterrà di procedere contro Mastella, il giudizio spetterà al Tribunale dei ministri.
WHY NOT - PARTE 2
L'inchiesta di Catanzaro su un presunto comitato d'affari che distraeva fondi pubblici, al centro di dure polemiche tra magistrati e politici, vedrebbe coinvolto, secondo fonti di stampa, anche il premier Romano Prodi per abuso d'ufficio. Sia Prodi che Mastella hanno negato qualsiasi addebito. Secondo le fonti, alla procura di Roma non è arrivato da Catanzaro nessun fascicolo su Prodi. L'inchiesta "Why not" è stata sottratta a De Magistris dal procuratore generale di Catanzaro per un controverso conflitto di competenza. De Magistris, contro il quale Mastella ha avviato un'azione per il trasferimento davanti al Csm, ha aperto una serie di inchieste sui rapporti tra affari e politica in Calabria e Basilicata.
GOVERNO CADE DAL PONTE DI MESSINA
GIU’ DAL PONTE - Antonio Di Pietro e l’Italia dei valori votano con la CDL l’emendamento che sopprime la società Stretto di Messina. I no all’emendamento sono stati 160, 145 i sì, 6 gli astenuti: governo battuto e l’Unione si spacca.
Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro aveva espresso nei giorni scorsi la sua contrarietà sulla soppressione della società Stretto di Messina Spa, definendo i promotori come talebani animati da puro furore antagonista. Il rischio, aveva spiegato il ministro, è quello di vedersi recapitare una penale di 500 milioni di euro da parte delle società private già impegnate per i contratti sul ponte
In disaccordo con la scelta del suo gruppo, la senatrice Franca Rame ha votato con l’Unione e si è alzata per protesta dai banchi dell’Idv.
25 ottobre 2007
« DAVVERO CURIOSO | PRESTITI PER TE » |
Il vizietto, quando Tonino si faceva dar casa dai suoi inquisiti
di Filippo Facci
aiuto Antonio Di Pietro, verso la fine degli anni Ottanta, non aveva una fama stupenda. Certi suoi trascorsi l’avevano accompagnato sin lì. «Tu gli giri sempre intorno, ai politici, ma non li prendi mai» gli diceva per esempio Elio Veltri, che lo conobbe in quel periodo e che scriverà di lì a poco: «Confesso che qualche volta ho dei dubbi, perché nelle inchieste non arriva mai ai politici. I loro furti sono così evidenti e la loro certezza di impunità così sfacciata, che si fatica a pensare che non si possa incastrarli».
Le perplessità, condivise da molti cronisti giudiziari, erano legate perlopiù alla rumorosissima inchiesta sull’Atm (Azienda trasporti milanesi) di cui presidente era il democristiano Maurizio Prada e vicepresidente il socialista Sergio Radaelli. Tra le sigle di un libro mastro delle tangenti spiccavano in particolare «Riva» (che i più ricollegarono a Luciano Riva Cambrin, uomo di Prada) e poi «Radaelli» e «Rad» che era associato spesso a certo «Lupi» (che i più ricollegarono ad Attilio Lupi, uomo di Radaelli). Dunque Prada e Radaelli, pensarono tutti: si era profilato dunque il rischio che Di Pietro incontrasse di giorno gli amici che già frequentava la sera. Prada e Radaelli, infatti, facevano parte di un giro di frequentazioni ad ampio raggio (il sindaco Pillitteri, l’ex questore Improta, l’industriale Maggiorelli, il capo dei vigili Rea tra moltissimi altri) che aveva fatto tappa anche nella casa di Curno dell’allora magistrato, quella descritta nella puntata di ieri. Non mancava, ovviamente, l’industriale Giancarlo Gorrini e tantomeno «Dadone», ossia il costruttore Antonio D'Adamo: che fanno insieme, più di duecento milioni «prestito» beneficiato da Di Pietro. E son valori.
Morale: tre giorni dopo che l’impaziente Repubblica aveva esplicitato i nomi che tutti aspettavano (Prada e Radaelli) Di Pietro decise di stralciare le loro posizioni dalla sua inchiesta. La posizione di Radaelli, in particolare, sarà poi archiviata su richiesta di Di Pietro. Le responsabilità del cassiere socialista saranno appurate solo qualche anno dopo. Per farla breve: Di Pietro archiviò, ma Radaelli era colpevole.
Perché questo racconto? Per delineare, quantomeno, un conflitto d'interesse: proprio in quei giorni, quando il gip non aveva ancora accolto l’archiviazione chiesta da Di Pietro per Radaelli, l’allora magistrato ebbe a disposizione un appartamento concesso a equo canone dal Fondo pensioni Cariplo per 234 mila lire il mese, comprese le spese di ristrutturazione: questo in Via Andegari, dietro Piazza della Scala. Un sogno. L’ex sindaco Paolo Pillitteri ha raccontato che Di Pietro si rivolse dapprima a lui, senza successo, ma che gli consigliò di chiedere a Radaelli che allora era consigliere della Cariplo in predicato di vicepresidenza.
Di fatto andò così: il direttore della Cariplo ebbe la dritta per trovare casa a Di Pietro (non si sa ufficialmente da chi) e incaricò un funzionario di provvedere. Quest’ultimo accompagnò Di Pietro in via Andegari, e tutto bene. Venne preparato il contratto che poi venne chiuso in cassaforte. Come si dice: alla luce del sole.
I 20 milioni circa delle spese di ristrutturazione vennero ricaricati sull’equo canone, che salì da poco più di 100mila il mese a 234mila. L’assegnazione fu anomala a dir poco: non tanto perché venne ignorata ogni graduatoria d’attesa (nell'Italia dei favori è normale, anche se illecito) ma perché venne saltata di netto l’apposita commissione affittanze, che si limitò a ratificare una decisione calata dall’alto. Il rapporto è ancora lì, anche se non reca il nome del destinatario: è rimasto in bianco.di Filippo FacciVota1 2 3 4 5 Risultato Strumenti utili Carattere Salva l'articolo Invia a un amico Stampa Rss Segnala su OKNOtizie Commenti Condividi la tua opinione con gli altri lettori de ilGiornale.it
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aiuto Parentesi: agli appartamenti del Fondo pensioni Cariplo, allora più di oggi, accedevano solo i raccomandati di ferro. Tra i magistrati, per dire, ne ebbe uno solo il procuratore generale della Repubblica Giulio Catelani. La maggior parte dei magistrati normali (quelli che non ritengono di dover pagare un affitto normale, cioè) a Milano sono raggruppati nelle case comunali di viale Montenero 8. Il Fondo pensioni, inoltre, è pubblico. È regolato con decreto del presidente della Repubblica. Insomma: fu un privilegio da signori concesso dalla Cariplo di Radaelli, grande miracolato dell’inchiesta Atm. È un fatto. Penalmente irrilevante, direbbe Di Pietro.
Quella dell’appartamento è una vecchia polemica. Di fronte alle prime malizie, nel luglio 1993, il procuratore capo Borrelli replicò che al Tribunale di Milano esisteva un ufficio che procurava case «ai magistrati che vengono da fuori». Tale ufficio risulta inesistente, e vi è comunque da escludere che fosse adibito a trovar casa ai figli dei magistrati: difatti in via Andegari c’era andato a stare Cristiano Di Pietro, e questo nonostante il contratto vietasse tassativamente qualsiasi tipo di subaffitto. Il magistrato risiedeva appunto a Curno e nel bilocale dormiva solo ogni tanto, quando non tornava dalla moglie o quando non preferiva la pur disponibile garçonnière di D’Adamo, distante poche centinaia di metri. In sostanza, Di Pietro aveva tre case.
La sua difesa, nella circostanza, è stata davvero goffa. «Radaelli», disse in un libro, «non c’entra nulla nella storia della casa... è abitudine, qui alla Procura, che quando viene un nuovo magistrato gli si cerchi una casa». Falso, come visto: Di Pietro ufficialmente stava a Curno. Di seguito ammise di essersi rivolto a Pillitteri e poi alla Cariplo (senza menzionare Radaelli) ma per una casa dove potesse abitare il figlio: «A diciotto anni decisi di prendergli una casa, non potendola comprare». Strano anche questo: proprio in quel periodo si era fatto «prestare» i famosi cento milioni dall’ex inquisito Giancarlo Gorrini sempre per comprare una casa al figlio: Di Pietro l’ha messo a verbale. Difatti la comprò: un lotto a mutuo agevolato a Curno (accanto alla sua, in via Lungobrembo) per centocinquanta milioni in contanti, mai passati per banca: alla luce del sole anche questo. In sintesi, le case sono quattro. Una, a Curno, la pagava la moglie, perlomeno allora. Un’altra, in via Andegari, la pagava la Cariplo di Radaelli. Un’altra ancora, utilizzata da altri come rifugio per scappatelle, era la garçonnière di via Agnello 5, con entrata anche da via Santa Radegonda 8, sopra la Edilgest di Antonio D’Adamo: quaranta metri quadri al sesto piano, all’interno di una torretta piazzata in mezzo a un terrazzone con vista sul Duomo. All’interno, una boiserie rivestita in legno, camera da letto, soggiornino e zona pranzo semicircolare. D’Adamo è l’ex inquisito che «prestò» a Di Pietro altri cento milioni, oltreché elargirgli vestiti alla boutique Tincati di corso Buenos Aires, un telefono, una Lancia Dedra e altri infiniti privilegi della D’Adamo card. Aggiungiamo (e fanno cinque) la disponibilità di una suite al residence Mayfair di via Sicilia 183, Roma, dietro via Veneto: roba da cinque o sei milioni al mese pagati da D’Adamo che staccava assegni anche per i relativi biglietti aerei Milano-Roma-Milano (una quindicina) acquistati all’agenzia Gulliver di via San Giovanni sul Muro.di Filippo FacciVota1 2 3 4 5 Risultato Strumenti utili Carattere Salva l'articolo Invia a un amico Stampa Rss Segnala su OKNOtizie «La Cariplo», si legge in un vecchio memoriale di Antonio Di Pietro, «ha reso pubblico, con il mio consenso, l’entità effettiva del canone, a dimostrazione della falsità delle accuse di favoritismo». E queste sono balle spaziali. I dati sull’appartamento, in realtà, sono noti solo perché tre giornalisti (lo scrivente tra questi) ci scavarono per mesi. Non fu certo Di Pietro a rendere noto lo schedario degli immobili Cariplo a pagina 531: contratto intestato a Di Pietro Antonio, 65 metri quadri calpestabili (70 commerciali), 230 metri cubi a un canone annuo di 2.817.039, ossia 234.753 il mese. Infine: non è mai stato chiaro perché Di Pietro, se tutto era davvero lecito o normale, non appena la storia prese a circolare abbandonò l’appartamento in fretta e furia. Per usare il gergo del suo amico Travaglio: come un ladro.
INFO
CONTATTA L'AUTORE
Nickname: x14febbraio2008
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Sesso: F Età: 44 Prov: BG |
LE VERITÀ CHE CAMBIANO LA VITA
OGGI CI SONO DUE TIPI DI VERITà:
LA VERITà VERA (ORMAI IN VIA DI ESTINZIONE, DEVI CERCARLA PASSANDO ANCHE PER PAZZO)
E
LA VERITà CHE PERMETTE AI POTENTI DI MANTENERE INTATTO IL TEATRINO, DOVE NOI SIAMO MARIONETTE.
A NOI RESTANO DUE COSE DA FARE, ANZI TRE...
ACCETTARE LA VERITà CHE CI VOGLIONO FAR BERE E CONTINUARE AD ESSERE LE MARIONETTE DEI POCHI
VIVERE IN UN MONDO TUTTO NOSTRO, IGNORANDO ENTRAMBE LE VERITà E CREARNE UNA NOSTRA ALLA FACCIA DI CHI VUOLE MANOVRARCI O APRIRCI GLI OCCHI
OPPURE CERCARE LA VERITà CHE TANTI TEMONO MA TUTTI HANNO IL DIRITTO E IL DOVERE DI SAPERE
http://it.netlog.com/go/out/url=-aHR0cDovL3d3dy...-
QUESTO è UN SITO DA VISIONARE PER CREARE UNA PROPRIA COSCIENZA CRITICA.
NON VUOLE ESSERE UN MODO PER AFFERMARE CHE QUESTE COSE SIANO VERE MENTRE CIò CHE CI HANNO DETTO FINORA SIANO TUTTE FALSE.
OGNUNO LEGGA E RIFLETTA, SE ALLA FINE è CONFUSO, SIGNIFICA CHE è SULLA STRADA GIUSTA... CI VUOLE SOLO UN Pò DI PAZIENZA E CORAGGIO PER AVVICINARSI ALLA VERITà...
FINCHÈ MORTE NON CI SEPARI
LA POLITICA ITALIANA SECONDO IL TIMES
è UN REPARTO GERIATRICO...
è ANNI CHE LO DICIAMO
EPPURE STE MUMMIE
DALLE POLTRONE NON SI STACCANO MAI...
DIVORZIANO 5 VOLTE NELLA VITA, MA MORIRCI SE SI STACCANO DALLE POLTRONE 'STI INFAMI!!!
LA POLTRONA è L'UNICA CHE PUò VANTARE
IL FATTO CHE UN POLITICO MANTENGA LA FATIDICA PROMESSA
"FINCHè MORTE NON CI SEPARI!!!"
L'ITALIA APPARE SUI QUOTIDIANI INTERNAZIONALI
SEMPRE CON NOTE NEGATIVE.
SECONDO IL TIMES
SIAMO GOVERNATI DA UN REPARTO GERIATRICO
ED HA RAGIONE!!!
L'ITALIA NEL MONDO
COME LO SCEMO DEL VILLAGGIO!!!
SONDAGGIO 2
82 voti
A) immunità parlamentare, rimborsi spese non documentate e accessi gratuiti a cinema, teatri e mezzi pubblici. (48) 58.5%
B) immunità parlamentare e pensione da parlamentare (7) 8.5%
C) pensione da parlamentare e possibilità di stare in politica stipendiato oltre due legislature (13) 15.9%
D) possibilità di stare in politica stipendiato oltre due legislature e immunità parlamentare (14) 17.1%
E) nulla (0) 0%
L'INPS SI OCCUPERA' DI MUTUI
ALTRO SONDAGGIO EFFETTUATO SU NETLOG
http://it.netlog.com/go/manage/layout
L'INPS è in deficit pauroso motivo per cui si andrà in pensione solo dopo 40 anni di contributi, ma con una pensione comunque insufficiente, motivo per cui si sono appropriati del TFR. Scenderesti in piazza per chiedere trasparenza in merito?
161 voti
- Si, ma scenderei in piazza anche per altri motivi. (45) 28.0%
- Si, scenderei in piazza a patto che si faccia poi qualcosa di concreto. (44) 27.3%
- No, tanto non servirebbe a nulla. (26) 16.1%
- Si, anche se non dovesse muoversi nulla al momento. Sarei disposto a scendere in piazza ogni week end per raggiungere gli obiettivi. (34) 21.1%
- Non saprei, forse si. (12)
7.5%
AGGIORNATO AL 03 DICEMBRE 2008
L'INPS SI OCCUPERA' DI MUTUI... COME LE POSTE DA QUALCHE ANNO... POI FA NULLA SE LA POSTA ARRIVA SOLO CON PARECCHI GIORNI DI RITARDO... E LE PENSIONI? SUBIRANNO INGHIPPI ANCHE QUELLE?
SONDAGGIO 1
33 voti
A) sarebbe una bella cosa (2) 6.1%
B) sarebbe la conferma che il vero obiettivo dei sindacalisti è la poltrona (18) 54.5%
C) la FIAT è costata già troppo agli Italiani (7) 21.2%
D) li voterei di sicuro (1) 3%
E) tra il marcio nuovo e il marcio vecchio, preferisco ancora la vecchia guardia, almeno so cosa mi aspetta! (5) 15.2%
YOU TUBE
GIUSTIZIA
NON PUOI
IMPEDIRE AL SOLE DI SORGERE SPARANDOGLI ADDOSSO!!!
- COSì COME NON PUOI PENSARE DI POTER IMBAVAGLIARE TUTTA LA MAGISRATURA E OLTRAGGIARE LA GIUSTIZIA FACENDOLA SEMPRE FRANCA! -
PROCESSO SME
Sme: Berlusconi, Ho Evitato Che Prodi Svendesse Aziende a De Benedetti
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