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"Tutto questo fa schifo. Non parole. Un gesto. Non scriverò più."
Ma io non sono Pavese, non lo sarò mai (in quel caso dovrei trovarmi un esorcista) e, fosse anche solo per questo, io scrivo ancora...
Ci sono libri a cui ti aggrappi, convinta che abbiano tutte le risposte.
E così, l'altra notte, sono rimasta sveglia fino alle 5 per leggere un romanzo regalatomi per caso, credo in base ad un titolo che mi era calzante, "La donna che non poteva essere qui", dove, coincidenza assurda, la protagonista aveva 28 anni (io 27... ma tra poco... uff!), era laureata in lettere classiche (ehehe, povera scema!), lasciava il paesello per migrare nella grande città (lei a New York, io a Roma), non riusciva in nulla e decideva di tornare indietro fallita e sconsolata...
L'ho letto d'un fiato perché mi auguravo un finale illuminante, proprio come quando, in una fase sentimentalmente delicata della mia vita, guardando un film, cominciai a fare il tifo e a saltare sul divano, nella speranza che la Streep raggiungesse per tempo DeNiro. Perché... se succedeva a lei, doveva per forza succedere anche a me...
Ma la realtà è diversa.
Nella realtà ti capita che un telefono perfettamente acceso, non squilli quando dovrebbe, per poi trovare, dopo un paio d'ore, uno di quei messaggi rompiscatole (ti ho chiamato allle ore.... blah blah blah) e farti mille domanda.
Che voleva? Dopo tutto questo tempo? Ma mi pensa ancora? E ora che faccio? Lo chiamo io?
Alla fine ho mandato un sms... Ed è stato giusto, dovuto, nei riguardi di me stessa e del passato. E mi sono sentita serena, quasi felice, nel rendermi conto che nessun tempo è speso invano, anche quello dedicato agli amori più strani, più insoliti e più innocenti del mondo. Ed è stato sano, perché troppe seghe mentali non hanno mai aiutato nessuno.
Insomma, per quasi un intero pomeriggio, mi sono cullata nell'illusione che LA VITA E' MERAVIGLIOSA, malgrado le sue mille imperfezioni, malgrado la considerazione fosse scaturita da un evento che molti considerano irrilevante, una piccola gioia esclusivamente mia e non condivisibile.
Ma, in serata, è arrivato il contraccolpo... da tutt'altra direzione, sotto forma di un dolore universale e dilagante...
e mi sono sentita infinitamente piccola, scema, una perfetta idiota.
Non so cosa conti nella vita, non so se c'è un senso... ma ho concluso che, in fondo, anche Pavese è stato un grande stronzo a scegliere di non vivere. Perché ci sono persone che vorrebbero farlo, ne hanno il diritto e per cause ignote e inspiegabili forse non potranno farlo.
Degna colonna sonora del post.
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POETRY
Le cloache di notte somigliano
a fiumi nascosti.
Scommetti che a perdere il cuore
guadagni più spazio?
Sul banco dei pegni
ho impegnato
il mio ombretto di rosa.
Palpebre nude non chiudo
per cogliere il resto
di quello che resta
sul conto in sospeso
dei nostri sospesi.
Le formiche al tramonto ricordano
grani di pepe.
Sai contare al contrario, partendo
da cifre irrisorie?
Sotto l’arco
s’inarca in trionfo
la triade imperfetta.
Me stessa, quell’altra o la stessa
si chiudono a riccio.
Per capriccio
mi cavo d’impiccio.
Mi sento di troppo.
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KELLY JONES
I really hope ya happy,
both of you
and maybe sometimes
you miss me too!