Creato da faccia.d.angelo il 16/03/2007

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Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 22 Marzo 2007 da faccia.d.angelo

 

Lettera aperta di un paracadutista in congedo all’ex Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Francesco Cervoni nel 60° Anniversario della Battaglia di El Alamein

Caro Generale,

che dirle? Sono ormai passati ben quattro anni dalla mia prima lettera, lei era nel pieno del suo potere al servizio del primo governo comunista d’Italia, io ero affranto da ciò che succedeva alla Folgore.

Adesso lei è un anonimo burocrate in pensione, sconfitto dalla Storia così come è stato sconfitto il suo tentativo di azzerare la memoria della Battaglia di El Alamein con il suo anacronistico decreto, dettato dai suoi padrini politici.

La Folgore invece ha vinto, la memoria ha vinto, tutti i paracadutisti che hanno sofferto in quei giorni bui hanno vinto.

Passeggiare per Roma riempita di manifesti murali con il folgorino di El Alamein è vittoria, una mostra sulla Battaglia di ben tre settimane organizzata a Milano dalla Provincia è vittoria, un lancio di paracadutisti della Folgore in Piazza Duomo a Milano è vittoria, il Presidente della Repubblica a El Alamein è vittoria, il Vicepresidente del Consiglio Fini che va in visita privata alla Folgore è vittoria, o meglio, più che una vittoria una vera e propria catarsi.

Lei è lo sconfitto insieme ai suoi referenti politici, sinceramente non me ne dispiace, anzi!

Certo lei starà soffrendo a vedere i suoi successori che sono lì ad El Alamein a farsi belli col Presidente, eppure dirà: "anche loro la pensavano come me! Anche loro erano tutti d’accordo sulle mie circolari quando regnavano i catto-comunisti!"

Si, lo so che mi vuol dire che molti di coloro che sono lì oggi, ieri non avevano fatto niente per difendere questa ricorrenza, specialmente fra coloro che lo avevano come istituto, in primo luogo il Presidente dell’ANPd’I.

Caro generale che dirle? Il walzer è un ballo che richiede dei giri a sinistra e dei giri a destra, questa volta è il momento di quelli a destra e lei ha perso il tempo!

Sa, per molti di noi, essi sono come mercanti nel tempio, sempre pronti a vendere se stessi, come la loro mercanzia, al miglior offerente, ma così è la vita, soprattutto di coloro che antepongono la loro carriera ad ogni cosa!

Molti paracadutisti che hanno combattuto contro di lei la battaglia politica per il mantenimento delle celebrazioni di El Alamein, non sono là a festeggiare con i camaleonti, sono tornati all’aratro, dopo aver vinto anche questa battaglia.

Si, battaglia perché la guerra è ancora lunga e tutta da vedere, innanzi tutto le forze avversarie, dopo essere state sconfitte sulla fronte della negazione di quegli avvenimenti, stanno cercando di appropriarsene, ovviamente mutandone il significato e gli intenti di coloro che vi combatterono: "Combatterono con onore dalla parte sbagliata, non tutti erano fascisti, furono cavallereschi con il nemico, dal loro sacrificio è scaturita la pace e l’unione dell’Europa". Con queste ed altre amenità si cerca di mutare non solo i significati, ma anche il valore storico di tutto ciò.

Una parte è sbagliata secondo la posizione da cui si osserva, forse gli inglesi che erano lì per difendere il loro Impero erano dalla parte giusta? Come si fa a dire che un ventenne nato nel ’22 non fosse un fascista dopo essere stato figlio della lupa, balilla e avanguardista? Alcuni anni fa un gruppo di reduci accompagnati da ufficiali in servizio visitarono il sacrario, seguì una visita al museo della Battaglia gestito dal Governo Egiziano e che si trova nel paese di El Alamein. Durante la visita al Museo entrarono in una sala dove era una fotografia del Duce, si misero in riga e salutarono romanamente. Un azzimato colonnello dello SME li redarguì dicendogli che era un’azione fuorilegge, il più alto in grado dei reduci lo zittì con frasi non ripetibili

Il comportamento cavalleresco non esclude il fatto che lì erano andati per combattere e per vincere, non per fare azioni umanitarie. Viene spesso ricordato il Ten.Col Paolo Caccia Dominioni, del XXXI° Guastatori, principalmente per la sua opera di carità nella raccolta dei resti dei combattenti di tutte le nazionalità, pochi lo ricordano come un eccezionale combattente di ben quattro guerre sostenute dall’Italia dal 1918 al 1945, un combattente che quando era necessario combatteva senza andare troppo per il sottile. Vorrei ricordare un episodio non politicamente corretto secondo l’ottica attuale, ma veritiero e necessario affinché non si trasformino farisaicamente le verità storiche e l’attitudine dei combattenti italiani. Durante la ritirata da El Alamein gli autocarri del XXXI° Guastatori, carichi per lo più di soldati inermi e feriti, furono attaccati senza pietà da autoblinda inglesi. Caccia Dominioni fece scendere i pochi uomini validi e li dispose a difesa emanando il seguente testuale ordine: "Che in caso si catturino nemici, essi vengano passati per le armi, senza esitazione, qualunque siano il loro grado, il loro atteggiamento e le circostanze della loro resa". A la guerre commme a la guerre, tanto per chiarire sullo spirito combattivo con cui era affrontata la guerra e smentire i trasformismi di sincretismo umanitario con cui si vorrebbe sdoganare e sminuire l’azione dei nostri soldati in questa battaglia e più in generale nella II^ Guerra Mondiale.

E poi come non dire due parole sul nostro Presidente, si la sua presenza sancisce una ufficialità al riconoscimento del valore dei nostri soldati che hanno combattuto ad El Alamein, ma molte sue parole ed azioni portano ad una sensazione di musealizzazione e storiografizzazione privata del significato originale del loro sacrificio, anzi trasformato in un rifiuto aprioristico di ogni forma di guerra, quantomento pro-Patria. Tale rifiuto non sembra più aprioristico quando si tratta di conflitti pseudo-umanitari o guerre ad un fantomatico terrore che alla fine si risolvono in una accettazione di conflitti pro-USA.

Il vero significato che la Battaglia di El Alamein ha per i paracadutisti e gli altri soldati italiani che vi parteciparono è che essa fu combattuta con ardore con la convinzione di essere dalla parte giusta, di combattere per spezzare l’egemonia economica ed imperiale dell’Inghilterra per il bene economico e politico della propria Patria, che infine mancò la fortuna non il valore, ma che soprattutto i paracadutisti non la persero, furono annientati perché altri cedettero, non loro!

Adesso inizierà intorno a questa battaglia il mercantilismo editoriale e mass-mediatico con libri e trasmissioni più o meno veritiere, va bene così, in quanto più se ne parla, anche male per assurdo, e più l’avvenimento diventa noto e di tendenza. In questa maniera la vittoria diventa più solida e la sua sconfitta, generale,sempre più amara.

La guerra (politica) comunque continua, una volta consolidata la vittoria sul mantenimento delle tradizioni, bisogna riportare la Brigata ad essere, quantomeno nello spirito, ciò che abbiamo conosciuto, per fare ciò bisogna ridare ad essa il contatto con il suo popolo attraverso il volontario a ferma annuale e la riserva di completamento. Bisogna riportare l’ANPd’I ad essere l’associazione d’Arma dei paracadutisti militari e non un club oligarchico di pochi interessati personaggi. Bisogna consolidare il terreno conquistato prima che un altro governo catto-comunista cerchi di distruggere tutto un'altra volta, se dovesse mai succedere forse l’unica soddisfazione sarebbe quella che ai camaleonti sopracitati non sarebbe permesso di fare un altro giro di walzer.

Mi ero ripromesso di non intervenire più per iscritto, ma la tentazione di gioire per la nostra vittoria e la sua sconfitta, generale, è stata troppo forte, ma soprattutto desideravo mettere in guardia sui trasformismi e sui tentativi mutanti di cui sopra ho parlato, ma adesso non parliamone più, ci lasci godere della nostra vittoria e celebrare la festa che lei voleva abolire.

Folgore!Un paracadutista

 
 
 
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