non so che cazzo

LA LUNA DI ABDUL.

Tra le montagne afghane avevo freddo,

sangue fame e non un letto,

loro ci avrebbero liberato,

ma così non è mai stato,

loro ci avrebbero salvato,

ma ci hanno solo bombardato.

Tra le montagne afghane avevo un figlio

ma oramai non è più vivo

portato via come un coniglio

con morsi e graffi da un recinto.

L'ho ritrovato in mezzo a un telo

ho urlato e maledetto il cielo

l'ho ritrovato in mezzo a un telo

ho pianto e me lo son ripreso.

Così una notte son scappato

perchè mi avrebbero ammazzato

così una notte son scappato

sotto un cielo blu stellato.

Con la neve alle ginocchia

tremai come una foglia

pensai di abbandonare

di viver non ne avevo voglia.

Ma alla fine c'ho pensato e ho preferito respirare

e per continuare a farlo, potevo solo camminare.

Amici e compagni son rimasti per la via

io mi son salvato, son arrivato in Turchia,

mentre l'Europa era vicina

 come l'alba alla mattina

era sempre più vicina

 come l'alba alla mattina.

In Grecia a Patrasso,

cartoni molli al vento,

in uno spiazzo senza tempo

eravamo in più di cento.

La paura d'essere scoperto

soffocava il mio lamento

la paura e lo sconcerto

la tristezza e il malcontento.

Spesi quel che era rimasto

per il mio ultimo viaggio

io e i miei compagni, ci facemmo un po' coraggio

in un camion ammassati, come luridi maiali

resistevo al presente, e pensavo ad un domani.

Mi cagavo nei vestiti, sempre uguali da sei mesi

mi pisciavo nei vestiti, umiliati ed offesi

e mentre tutt' intorno incominciavano a morire

i cadaveri ammassati iniziavano a marcire.

Sopravvissuto non so come

avrei voluto stare altrove

perchè mi guardan con disprezzo

con paura e con ribrezzo.

Dormo sotto a una coperta

in una piazza che è deserta

quando la luce si fa scura

mi sento solo e ho paura,

ma sono solo un clandestino

che voleva aver fortuna,

sono solo un clandestino

parlo solo con la luna.