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« Gioventùuna tragica verità »

Una tragica verità

Post n°286 pubblicato il 22 Ottobre 2023 da la.luna.piena1

Anno del Signore 1630, 20 ottobre.



Ferrara, che fino a 32 anni prima era il Ducato degli Estensi, ora diventato ennesimo territorio papale, era avvolta dall'oscurità, dato che oramai era quasi notte e da una caligine di nebbia sempre più densa. Avventurarsi da soli per le vie strette, buie e quasi del tutto deserte era correre un pericolo anche mortale.
Lo sapeva benissimo anche Isacco tutto questo, ma non poteva assolutamente mancare all'appuntamento. Solomon era un uomo sui 50 anni, ben messo e la sua famiglia era di origine ebraica. La sua famiglia, come tante altre si erano stabilite nella città emiliana da decenni e fino ad allora non avevano avuti dei grossi problemi. Iniziarono ad esserci quando gli Estensi cedettero il loro ducato al Papa, avendo perso la guerra contro Venezia per il controllo del sale. Infatti da un paio di anni non potevano, le famiglie ebraiche, scegliere dove dimorare, ma erano costrette a vivere nel ghetto. Questo ghetto partiva dalla piazza della cattedrale e aveva la via principale piena di negozi di vario genere e qui vi era uno dei cinque cancelli che ad una certa ora venivano chiusi. Uscire dopo questa ora  si correva il rischio di essere arrestati dalle varie pattuglie di soldati che facevano la ronda. Nella via principale vi era pure la Grande Sinagoga dove  tutte le famiglie ebraiche, residenti nelle vie attigue , si trovavano per festeggiare  le varie feste. Isacco, alzò la lanterna che aveva con se , all'altezza dei suoi occhi per vedere dove stava andando perchè con quel silenzio e le vie molto simili fra loro era molto facile perdere l'orientamento. Sapeva di essere un po' in ritardo, ma sperava che quelli che lo aspettavano avessero capito la causa di tutto ciò. Alzò gli occhi al cielo, mormorò una brevissima prece, si mise a posto il mantello e si incamminò. Ad un certo momento si accorse che era fuori dal ghetto e si incamminò un po' più velocemente per quello che la nebbia permetteva. Ascoltava eventuali passi in arrivo , ma ciò che sentì fu un urlo straziante, un urlo di una persona che era stata colpita a morte. Il suo primo istinto fu di scappare, di allontanarsi in fretta per evitare guai, ma poi  decise di andare a soccorrerla.  Vide un corpo a terra, sotto di lui si stava allargando la pozzanghera di sangue che usciva dalla ferita causata da un pugnale ancora ben piantato nello stomaco. Con paura e con stupore si rese conto che la vittima che oramai stava morendo non era niente meno che il Rabbino capo  con cui si doveva incontrare quella sera stessa. Chi l'aveva ucciso? Perchè? Mille domande  c'erano nella testa di Isacco, ma nessuna risposta. Fu in quel momento che  sentì' i passi frettolosi delle guardie che accorrevano e per evitare guai decise di scappare e coì fece......

 
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