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Domenico Molinini - Tempo vivente

Concerto per Flauto e Pianoforte
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29 Giugno 1980 - Corato

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QUO USQUE TANDEM... (II)

Post n°9 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da domenicomolinini

L'incipit dell'orazione che Cicerone pronuncia in Senato e che, riveduta e corretta, passa alla storia come Prima Catilinaria, si presta bene all'uso che ne ho fatto nel precedente post, ma è giusto che io faccia ammenda con Lucio Sergio Catilina.

I nostri percorsi scolastici, infatti, ci hanno fin troppo abituati a considerare Cicerone come il difensore della patria e Catilina come un nobile corrotto, immorale e ambizioso, che per sete di potere capeggia la congiura passata alla storia con il suo nome, ma, grazie all'intervento di Cicerone, è definitivamente sconfitto.

A una lettura storicamente più attenta, Catilina risulta  essere sì un nobile, ma con il culto della fierezza, dell'onore e della dignità del patrizio romano uniti a un atteggiamento "rivoluzionario" teso ad affrontare e volere risolvere le problematiche delle classi sociali più deboli.

Catilina, quindi, vuole il potere, ma non per smania dello stesso, bensì  per attuare una politica di cambiamenti, popolare ma non demagogica, che ridìa a Roma la sua antica dignità, sgominando la disonestà e la cupidigia, l'inganno e la corruzione, che imperano nell'Urbe del suo tempo.

Basti dire che tra i punti fondamentali del suo programma elettorale per la candidatura a console ci sono la riforma agraria, la ridistribuzione delle terre, maggiori diritti alle donne e agli schiavi.

Troppo per non disturbare i potenti che tra i loro sostenitori, è doloroso ma così è, possono da sempre contare anche su tanti intellettuali.

Marco Tullio Cicerone, homo novus, soggetto di estrazione non nobile, ma con un connaturato conservatorismo in politica, in quel momento è console a Roma, ma, ancor più, è l'intellettuale ideale per fare fuori politicamente, e non solo, quello che rappresenta un pericoloso sovvertitore dello statu quo.

 

 
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