Allo sguardo di taluni, la mia denuncia sui "vuoti" musicali potrebbe sembrare contraddittoria, visto che in Italia sono tanti a professarsi cultori ed a dirsi esperti di musica. Gli italiani sono infatti convinti di essere un popolo di amanti della musica. E' questa una concezione acritica che si fonda su luoghi comuni, facilmente confutabili su basi scientifiche, e che si può ritenere valida solo se per amore verso la musica si voglia intendere il consumo generico di prodotti complementari alla musica (vedi i supporti audio dei quali i consumatori in Italia sono tanti), precipuamente rivolto all'ascolto. Ci sono, poi, quelli che affermano di studiare o aver studiato la musica, convinti che "studiare la musica" consista e coincida con l'apprendimento della tecnica per suonare uno strumento musicale. Ebbene, la maggior parte di queste persone, bene o male, suona uno strumento musicale. Ma, suonare uno strumento significa in ogni caso che si stia facendo musica? E fare musica cosa significa? E cos'è la musica?
L'armonia delle sfere... Quando dici che la musica è il cibo dell'anima non posso non pensare: quale musica? Io dico che la musica può essere il cibo dell'anima, al pari della pittura, della poesia e di tutte le infinite forme di espressione che l'intelletto umano concepisce. Ma, ad esempio, tutta la poesia può essere cibo dell'anima? Qualsiasi concetto espresso in versi da chicchessia?
Purtroppo si, marito mio. il cibo tiene in vita e per restare in vita non occorrono aragoste e champagne. anche l'anima, quindi, può cibarsi di qualunque "piatto" di musica... le motivazioni per cui ci si cibi di pane e mortadella o aragosta possono essere varie, ovviamente ;-)
Tu implicitamente declassi la mortadella ed il pane che, invece, costituiscono un cibo squisito quanto l'aragosta (che preferisco accompagnare con i nostri bianchi italiani o, perché no, con certi rosati salentini che gli sciovinisti produttori dello champagne nemmeno si sognano di produrre). Mortadella, pane, crostacei e via via considerando sono alimenti che io pongo sullo stesso piano, purché, ed è quel che conta, si tratti di mortadella dop, pane dop (vedi quello di Altamura o di Laterza), vini a denominazione d'origine controllata e garantita. In questo caso c'è il bello della diversità ad animare ed arricchire i sensi: vista, olfatto, gusto e, perché no, tatto e udito. Ma se il cibo è adulterato, se contiene grassi vegetali idrogenati, se contiene metanolo, se le farine sono scadenti e il grano contiene addirittura ocratossina, se... che si fa? Si mangia lo stesso? Si propina alla gente, visto che non tutti hanno la capacità di distinguere gli aspetti organolettici del cibo?
e lo dici a me? lo so che è così, ma la gente non riconosce i cibi adulterati e se ne ciba inconsapevolmente. il problema è come renderli consapevoli... oltretutto se ti ci provi, a renderli consapevoli, intendo, ti guardano storto e non ci credono minimamente che il cibo di cui nutrono la loro anima è adulterato... vorrei puntualizzare, a scanso di equivoci, che parlo in generale e senza alcun riferimento diretto a geraldine che, avendo parlato di cibo per l'anima, potrebbe sentirsi coinvolta in prima persona.
Sono certo che Geraldine apprezzerà la tensione morale ed etica che anima le mie esternazioni. Intendo semplicemente offrire i frutti della mia esperienza di studioso, ritenendo questo atto un dovere etico e deontologico. Mi spiace solo che fino a questo momento nessuno mi abbia chiesto il perché ed il percome di ciò che affermo. Segno che si continua a ritenere erroneamente che la musica non faccia parte della categoria dei saperi e che sia sostanzialmente una scienza che, come avviene ad esempio con l'architettura, talvolta, solo talvolta, si fa arte.
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il 18/08/2012 alle 16:09
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il 17/06/2012 alle 12:08
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il 17/06/2012 alle 12:05
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il 17/06/2012 alle 12:03
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il 16/06/2012 alle 21:28