Allo sguardo di taluni, la mia denuncia sui "vuoti" musicali potrebbe sembrare contraddittoria, visto che in Italia sono tanti a professarsi cultori ed a dirsi esperti di musica. Gli italiani sono infatti convinti di essere un popolo di amanti della musica. E' questa una concezione acritica che si fonda su luoghi comuni, facilmente confutabili su basi scientifiche, e che si può ritenere valida solo se per amore verso la musica si voglia intendere il consumo generico di prodotti complementari alla musica (vedi i supporti audio dei quali i consumatori in Italia sono tanti), precipuamente rivolto all'ascolto. Ci sono, poi, quelli che affermano di studiare o aver studiato la musica, convinti che "studiare la musica" consista e coincida con l'apprendimento della tecnica per suonare uno strumento musicale. Ebbene, la maggior parte di queste persone, bene o male, suona uno strumento musicale. Ma, suonare uno strumento significa in ogni caso che si stia facendo musica? E fare musica cosa significa? E cos'è la musica?
La musica è colei che risponde alle domande dell'anima, che ciba il mio (nostro) essere, è una mamma, una sorella, un'amica che ti stringe a sè quando il resto del mondo si volta a guardare altrove. La musica è la linfa che ti entra dentro per non andar più via. La musica è ovunque, in una sinfonia suonata da un'orchestra, nel canto del mare, nella risata cristallina di un bambino o nella commozione di una madre. E' ovunque, perchè è viva, perchè è vita. :)
In maniera lirica hai dato risposte condivisibili. Sì, la musica è viva, poiché essa è movimento nel senso fisico del termine. Infatti il suono fisicamente, ed a prescindere dal corollario di assunti che meglio lo definiscono, è il risultato della variazione da uno stato di quiete ad uno di moto.
Si potrebbe quindi dire che la musica sia come la parola.
Ma, la parola è sempre ed in ogni caso carica delle valenze che tu attribuisci alla musica?
E, quindi, la musica è sempre carica delle valenze che tu ad essa attribuisci?
Ciao maestro, finalmente sono riuscita a risolvere l'impallamento del pc: non uso internet explorer ma google chrome ed è velocissimo! Come stai, come va?Mi sono persa un sacco di cose interessanti...spero di rifarmi.Mi intriga molto questo post e mi riprometto di commentare con l'attenzione che merita dato che sono un po' stanca fisicamente e mentalmente. Domani, con la mente più fresca avrò, spero, una sinapsi più pimpante!Buona serata caro e a presto.
la musica per me e' indispensabile per vivere. A parte poi le mie teorie sul fatto che alcune note musicali ci sintonizzano con le frequenze dell'universo.Ascolto di tutto, con piacere non ho preclusione alcuna ed amo cantare.
Che meraviglia la musica per me e' il cibo dell'anima.
buonanotte
L'armonia delle sfere... Quando dici che la musica è il cibo dell'anima non posso non pensare: quale musica? Io dico che la musica può essere il cibo dell'anima, al pari della pittura, della poesia e di tutte le infinite forme di espressione che l'intelletto umano concepisce. Ma, ad esempio, tutta la poesia può essere cibo dell'anima? Qualsiasi concetto espresso in versi da chicchessia?
Purtroppo si, marito mio. il cibo tiene in vita e per restare in vita non occorrono aragoste e champagne. anche l'anima, quindi, può cibarsi di qualunque "piatto" di musica... le motivazioni per cui ci si cibi di pane e mortadella o aragosta possono essere varie, ovviamente ;-)
Tu implicitamente declassi la mortadella ed il pane che, invece, costituiscono un cibo squisito quanto l'aragosta (che preferisco accompagnare con i nostri bianchi italiani o, perché no, con certi rosati salentini che gli sciovinisti produttori dello champagne nemmeno si sognano di produrre). Mortadella, pane, crostacei e via via considerando sono alimenti che io pongo sullo stesso piano, purché, ed è quel che conta, si tratti di mortadella dop, pane dop (vedi quello di Altamura o di Laterza), vini a denominazione d'origine controllata e garantita. In questo caso c'è il bello della diversità ad animare ed arricchire i sensi: vista, olfatto, gusto e, perché no, tatto e udito. Ma se il cibo è adulterato, se contiene grassi vegetali idrogenati, se contiene metanolo, se le farine sono scadenti e il grano contiene addirittura ocratossina, se... che si fa? Si mangia lo stesso? Si propina alla gente, visto che non tutti hanno la capacità di distinguere gli aspetti organolettici del cibo?
e lo dici a me? lo so che è così, ma la gente non riconosce i cibi adulterati e se ne ciba inconsapevolmente. il problema è come renderli consapevoli... oltretutto se ti ci provi, a renderli consapevoli, intendo, ti guardano storto e non ci credono minimamente che il cibo di cui nutrono la loro anima è adulterato... vorrei puntualizzare, a scanso di equivoci, che parlo in generale e senza alcun riferimento diretto a geraldine che, avendo parlato di cibo per l'anima, potrebbe sentirsi coinvolta in prima persona.
Sono certo che Geraldine apprezzerà la tensione morale ed etica che anima le mie esternazioni. Intendo semplicemente offrire i frutti della mia esperienza di studioso, ritenendo questo atto un dovere etico e deontologico. Mi spiace solo che fino a questo momento nessuno mi abbia chiesto il perché ed il percome di ciò che affermo. Segno che si continua a ritenere erroneamente che la musica non faccia parte della categoria dei saperi e che sia sostanzialmente una scienza che, come avviene ad esempio con l'architettura, talvolta, solo talvolta, si fa arte.
Mi ricollego alla risposta sul tuo ultimo post per rispondere alla tua prima domanda: no, penso che non sempre chi suona uno strumento fa musica, appunto perchè si può fare rumore invece che suono. Fare musica, secondo me, è prergativa di chi geneticamente ha il senso dell'armonia,quando ce l'ha nell'anima, è un inizio di note unite da un preesistente senso appunt dell'armonia, dell'insieme armonico, della gentilezza e della conoscenza uditiva dell'animo umano.Cos'è la musica? Come disse qualcuno: la voce di Dio. E per me è vitale, non potrei vivere senza la musica...Non sono stata tecnica, lo so...ma ho seguito il mio cuore.Buon pomeriggio...^___^
Non sempre chi suoni uno strumento è consapevole di fare musica. Mi spiego. Facciamo leggere ad uno straniero che non conosca e capisca la nostra lingua, ma sappia òeggerne e pronunciare fonemi e gruppi di fonemi, una pagina di Manzoni. Ebbene leggerà senza comprendere un'acca, mentre chi di noi avesse l'avventura di ascoltare comprenderebbe e farebbe i dovutim sebbene soggettivi, aggiustamenti, magari inflessivi o accentuativi, utili ad una migliore recezione dell'assunto. Ergo, per fare musica occorre innanzitutto saperla, possederla linguisticamente e pertanto concettualmente.
Inviato da: ilike06
il 18/08/2012 alle 16:09
Inviato da: domenicomolinini
il 17/06/2012 alle 12:08
Inviato da: domenicomolinini
il 17/06/2012 alle 12:05
Inviato da: domenicomolinini
il 17/06/2012 alle 12:03
Inviato da: ilike06
il 16/06/2012 alle 21:28