Guardo la pagina del mio blog. Ho scritto l'ultimo post un mese fa, e lo stesso è accaduto per il penultimo.
Mi sento quasi in colpa: vado poco a leggere quello che scrivono gli altri amici di questo sistema, alcuni dei quali (devo dirlo, sennò faccio torto alla mia franchezza) non vengono punto a leggere i miei scritti: segno che sono molto presi da altro, ovvero che avendone letti alcuni, dei miei post, sono giunti a determinazione che quello che scrivo non sia interessante.
Guardo la pagina, so e mi dico che avrei tanto da scrivere, raccontare, denunciare, ma poi mi scuoto e DEVO iniziare un altro giorno di studio e di ricerca con l'angoscia di dover finire e di non riuscire a farcela... Mia moglie mi dice che dovrei visitare tanti blog. Navigare, se non sbaglio, si dice. Navigare per invogliare gli altri a venire a leggermi. Ho provato a navigare e, salvo lodevoli eccezioni, ho scoperto che dietro nomi di fantasia, e barocchismi vari, spesso c'è il nulla. E così ho rinunciato. Eppure sono un navigatore. Viaggio, spessissimo, ma con la mente. E dovunque io vada, come accade per un film che si rispetti, scrivo una colonna sonora. Ma sono geloso dei miei viaggi; delle terre che visito; dei cieli in cui volo e dei mari che penetro.
Amo la solitudine e ancora di più la compagnia. Ma per quest'ultima solo di quelli che mi capiscono davvero, che sono pochi. Spesso sono attorniato da tanti, ma sento di essere solo, e riconosco nella calca quelli, pochi, che stanno davvero con me. Accade quando dirigo e riconosco i professori d'orchestra che "ci sono" e quelli che fanno finta d'esserci, come quando tengo le mie lezioni e riconosco gli studenti avvinti dal mio discorso e quelli "vinti" dal sonno.
Si dice che ognuno abbia quel che si merita. Ebbene, se così è, allora vuol dire che quello che ho è quel che merito.
In tre anni di blog ho capito una cosa: si scrive per sè stessi. Indubbiamente i commenti fanno piacere, stimolano a scrivere ancora anche. Ma hanno senso soltanto se vengono dalle persone con le quali trovi delle affinità, stabilisci un legame simil affettivo. Da quando sono sull'altra piattaforma, ricevo molti meno commenti di prima. Ma sinceramente non mi faccio paranoie circa l'avere quel che merito :) e non navigo per dovere, ma solo per piacere. Ecco perchè ora sono qui :) Tu poi fai del tuo blog ciò che vuoi! Ciao.
Domenico, pur non pretendendo di pensare, sentire e percepire i rapporti in rete in maniera identica a come fai tu; riconosco molte delle tue... posso dire preoccupazioni? che qui esponi.
Ci sarebbe, e personalmente avrei, moltissimo da dire in proposito, ma cercherò di andare al sodo di alcuni punti che trovo fondamentali.
Il mare di internet, proprio come il montante flusso dell'informazione in genere, ma anche la vita pubblica ed artistica di una città vitale, richiedono una partecipazione costante e piuttosto frequente - il tutto declinato secondo i diversi casi. Ciò non implica obblighi, nè la scarsa presenza (relativamente ai ritmi medi degli utenti) genera chissà quale sanzione. E' però fisiologico che, meno si è presenti (scriventi) - si legge e commenta - si sbircia e si bussa alle porte; meno lo scambio sarà quantitativamente fruttuoso. La quantità non fa la qualità, questo non lo si discute neppure (anch'io, pur favorendo maggiormente gli scambi con i lettori, non mi sogno di essere meno selettiva) ma certo permette statisticamente una maggiore possibilità di incontrarla, quella qualità che cerchi.
Penso che tua moglie volesse più o meno intendere questo.
Non parlerei insomma, non connetterei (per restare sulle metafore internettiane) la presenza di lettori (che però a me pare vi siano, e di affezionati) con il merito.
Libero è, consentimelo, un puttanaio, un nido di vipere e culla di polemiche davvero orride - così scrivevo ad un amico l'altro giorno. Altrove si ha un clima migliore, ma - credimi - la sostanza non cambia: è necessario, se lo si vuole, trovare tempo e pazienza per coltivare, anche facendosi venire una barba così, quel che ci si trova di buono. Che c'è, anche in misura maggiore di quanto io sperassi.
Il tempo che abbiamo è per ciascuno misurato, lo so. Non dev'essere una costrizione impiegarlo, ma ti invito a non darti pena per come vanno o non vanno le cose. Cerca magari, invece, di capire cosa desideri da questo blog: un dialogo fitto? una pagina di (ri)elaborazione e sviluppo molto personale dei temi che hai a cuore, senza l'ansia di ricevere un riscontro? E' questa banale ma non semplice domanda che deve farti da bussola per decidere quanto di te, del tuo tempo e del tuo impegno è giusto infondervi. Il come viene a ruota, in quello ti possiamo aiutare senz'altro di più :)
(Ecco, lo sapevo: sono stata prolississima. Pazienza.
Buona giornata.
Avete ragione tutti e tre: ognuno di voi ha espresso concetti giusti. Non posso che essere d'accordo con nnsmettodsognare sulle affinità che possono fare da coagulo; dice bene cecilia2day (non sei per nulla prolissa): avrei voluto aiutare i miei interlocutori a capire meglio cosa sia la musica, ma, forse, un blog non è il luogo giusto per farlo; lapidario, ma non per questo meno efficace, massimocoppa a cui confermo di essere totalmente aderente al suo pensiero.
Io credo che, in fondo il tuo problema sia il tuo essere perfezionista. Mi spiego, più per i tuoi amici lettori che per te, ovviamente ;) la tua "percisione", altrimenti detta affettuosamente "pignoleria" (:-P), fa sì che qualunque cosa tu faccia, sia un'impresa degna di nota. Non lasci nulla al caso, tutto deve essere attentamente programmato ed eseguito nel migliore dei modi, anche se questo significa metterci un bel po' di tempo par la realizzazione finale. Tutto questo, rapportato alle parole e alla tua lingua che ami, si traduce in una discreta logorrea (non priva di contenuti culturali profondi, ovviamente ;-)). La suddetta precisione, quindi, nel momento in cui deve rendere tali contenuti in concetti scritti, ti porta a non essere capace di buttare lì un pensiero in quattrequattrotto, ma a ponderarlo e a cercare la forma migliore e più corretta, seppure un po' prolissa, per esprimere al meglio ciò che vuoi dire, magari, scrivendo, rileggendo, correggendo più volte. Anche questo richiede tempo e spesso ti fa desistere dal farlo, visto che, nel frattempo sei impegatissimo con il tuo lavoro fatto di musica, sì, ma anche di parole. giusto? ;-)
"La solitudine dei numeri primi" ........ :) Non sono una presenza assidua del web. Ho un blog, ma ci scrivo dentro solo quando mi va di raccontare una storia, sperando che qualcuno abbia voglia di "ascoltarla", non avendo pretese di insegnare niente a nessuno. Non mi piace il filosofeggiare (ognuno le sue lezioni le impara dalla vita) e chi usa il blog per riscattare le frustrazioni nel reale. Anche se mi piacerebbe spaziare di più, finisco sempre (anche per una questione di tempo) col frequentare quasi esclusivamente i miei blog amici. Rispondo ai commenti sempre con molto ritardo (tanto più in questo periodo in cui ci sono giorni in cui fatico a trovare le parole) e commento poco nei blog altrui(ma quando lo faccio, in quel caso, come si può vedere, non lesino sulle parole!.. ehmm..) Questo blog mi piace perchè non si confonde con la massa... e perchè sono, musicalmente parlando,ignorante come una capra e venire a leggere mi fa sentire più vicina, per un momento, ad un mondo che, solitamente, avverto così lontano. :)
A leggerti non si direbbe proprio che tu sia "ignorante come una capra" :) Eppoi, come facciamo ad essere davvero certi che le capre siano ignoranti? :) C'è, sì, un personaggio, di nome Vittorio, che lo dice spesso rivolgendosi a quelli che non condividono i suoi punti di vista, e l'ho anche conosciuto. Ma questa è un'altra storia. Per tornare a me, forse sbaglio; ma se sbaglio è per la forte spinta di dare agli altri quanto più possibile del poco sapere che ho acquisito. E qualcuno (e qui non sbaglio) avrà frainteso, intendendo che volessi salire in cattedra. Buona Domenica!
E che ti importa di quelli che pensano che tu voglia salire in cattedra?
Del resto, tu una cattedra ce l'hai davvero e se anche in un contesto differete da quello che istituzionalmente ti consente di starci (in cattedra, intendo) tu ci salissi per disquisire di quello che è il tuo sapere istituzionalmente ricoosciuto, cioà la musica, che male ci sarebbe? E, generalizzando, che male c'è se ognuno di noi parla di ciò che sa? Qui nella rete il confronto è garantito dai commenti, per cui tutti siamo liberi di mettere il nostro sapere a disposizione di chi voglia leggerci senza per questo doversi sentire colpevoli di presunzione.
Perché dovrei pensare, ad esempio, che Pasquale voglia salire in cattedra se, nel suo blog leggo di matematica e ingegneria? Lui è un ingegnere.... Parla pure di te e della tua musica. Tu sei un musicista... :*
Musicista. Parola grossa. Grossa e pesante quanto un macigno. E, come spesso accade, malamente usata. Mi capita di ascoltare un telegiornale e scoprire che siano definiti musicisti dei veri e propri cialtroni, più guitti che menestrelli, e questo giudizio trova il pieno consenso della maggioranza. Che bello! Qui i calcatori del suolo italico, isole maggiori ed isolette comprese, sono tutti concordi: la poca evoluzione in fatto di estetica musicale ci accomuna tutti. Altro che separatismi. Qui l'Italia mette tutti d'accordo; e si ritrova davvero unita.
ehm... chiedo scusa per tutte le "n" che sono saltate nel mio commento precedente... come sai, un giorno Cleo ne ha staccato il tasto che ora, riattaccato alla bene e meglio, ogni tanto... zompa :) tornando a ciò che dici, lo so che questo, per un purista come te, è una sofferenza, ma forse questa è la "tua prova", il mezzo per permetterti di dare la giusta definizione del Musicista. potresti scrivere un nuovo inno per questa Italia unita... Fratelli musicisti d'Italia.... :DDD
Faccio una precisazione perchè temo di essermi spiegata male. Quando parlo dei blog che non mi piacciono, mi riferisco ad un mio gusto e ad un mio sentire personale. Ciò non toglie che ognuno è libero di usare il suo spazio come meglio crede. Quando un posto non mi piace, semplicemente, lo evito. Il fatto che io venga a leggere, e qualche volta anche a scrivere, in questo blog, qualcosa deve pur voler dire! :) Infatti.., è così fastidioso questo tuo "salire in cattedra", che, per dispetto, l'ho inserito pure tra i miei preferiti! :-P (spero, con questo, di non rovinarne la reputazione!) :))
è giusto che tu dedichi tempo e attenzione allo studio, agli studenti, alle tue ricerche, ai viaggi che custodisci in cuore. Si sta di più in questi non luoghi quando prevale il desiderio di condividere o il bisogno di conforto, se c'è tempo (e a volte se ne spreca .. perché è meno faticoso sfuggire con queste distrazioni quel che ci pesa invece che affrontarlo) e solo se ne viene davvero la voglia, non per "obbligo" (ci sono abbastanza doveri nella vita). "Navigo" molto meno di un tempo, passo a trovare quando posso solo pochi... e apprezzo molto i blog senza frenesia. Meglio pochi, ma buoni (vale per i post, i commenti, gli amici) Un caro saluto
Non chiederò mai abbastanza perdono per le mie esternazioni. Lamento che i miei post siano poco letti quando io leggo pochissimo quelli degli altri. E dire che di amici che scrivono bene ne ho conosciuti diversi. La verità è che lascio il mio lavoro a tarda sera, quando i settentrionali hanno bell'e digerita la loro cena e sono così stanco che raramente ho voglia di girare tra i blog. Adesso sto dettando questo commento a "qualcuno" che sta pazientemente scrivendo al posto mio, poiché ho gli occhi stanchi da ore di computer.... Un saluto a te :)
Intanto, con raccapriccio, vedo lo sfacelo rappresentato da una "simildonna" che nelle immeritate vesti di Ministro della Repubblica balbetta concetti che non si reggono in piedi....
Quanti spunti in un solo post. Così, a pelle mi vien da dire che la community è relazione prima di tutto. Rapporti umani che si creano strada facendo, strane e curiose alchimie che nascono da una fugace lettura fra un dovere ed un piacere della vita quotidiana. Si definisce un "posto libero", ma in realtà sappiamo che l'altro si aspetta la nostra presenza e compartecipazione, ma si crede che il virtuale in qualche modo giustifichi le mancanze. Il blog nasce come valvola di sfogo, ma finisce per diventare una stanza della propria casa: sta a noi decidere che farne.
Saggio commento. Per alcuni di noi il blog è proprio come una stanza della propria casa. Una stanza in cui, con estremo piacere, riceviamo amici e c'intratteniamo con loro per raccontarci ed ascoltarli raccontarsi. Alcuni, tuttavia, sbagliano (vedi il sottoscritto): piace loro ricevere in casa, ma dimenticano che anche agli altri piace ricevere ospiti :) Faccio ammenda :)
del resto, questo corrisponde al tuo modo di fare anche nella vita: è più facile che gli amici siano ospiti da noi piuttosto che ricevano noi in casa loro ;-)
Inviato da: ilike06
il 18/08/2012 alle 16:09
Inviato da: domenicomolinini
il 17/06/2012 alle 12:08
Inviato da: domenicomolinini
il 17/06/2012 alle 12:05
Inviato da: domenicomolinini
il 17/06/2012 alle 12:03
Inviato da: ilike06
il 16/06/2012 alle 21:28