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QUO USQUE TANDEM... (II)

Post n°9 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da domenicomolinini

L'incipit dell'orazione che Cicerone pronuncia in Senato e che, riveduta e corretta, passa alla storia come Prima Catilinaria, si presta bene all'uso che ne ho fatto nel precedente post, ma è giusto che io faccia ammenda con Lucio Sergio Catilina.

I nostri percorsi scolastici, infatti, ci hanno fin troppo abituati a considerare Cicerone come il difensore della patria e Catilina come un nobile corrotto, immorale e ambizioso, che per sete di potere capeggia la congiura passata alla storia con il suo nome, ma, grazie all'intervento di Cicerone, è definitivamente sconfitto.

A una lettura storicamente più attenta, Catilina risulta  essere sì un nobile, ma con il culto della fierezza, dell'onore e della dignità del patrizio romano uniti a un atteggiamento "rivoluzionario" teso ad affrontare e volere risolvere le problematiche delle classi sociali più deboli.

Catilina, quindi, vuole il potere, ma non per smania dello stesso, bensì  per attuare una politica di cambiamenti, popolare ma non demagogica, che ridìa a Roma la sua antica dignità, sgominando la disonestà e la cupidigia, l'inganno e la corruzione, che imperano nell'Urbe del suo tempo.

Basti dire che tra i punti fondamentali del suo programma elettorale per la candidatura a console ci sono la riforma agraria, la ridistribuzione delle terre, maggiori diritti alle donne e agli schiavi.

Troppo per non disturbare i potenti che tra i loro sostenitori, è doloroso ma così è, possono da sempre contare anche su tanti intellettuali.

Marco Tullio Cicerone, homo novus, soggetto di estrazione non nobile, ma con un connaturato conservatorismo in politica, in quel momento è console a Roma, ma, ancor più, è l'intellettuale ideale per fare fuori politicamente, e non solo, quello che rappresenta un pericoloso sovvertitore dello statu quo.

 

 
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Tesi89
Tesi89 il 28/02/10 alle 12:55 via WEB
Molto interessante questo post!Si può notare a questo proposito il modo del tutto diverso da Cicerone in cui Sallustio, nella sua "Congiura di Catilina",presentava questo personaggio: per quanto descritto come un uomo avido di potere e corrotto,viene anche visto come il portavoce dei deboli in uno stato dove i deboli non hanno voce,dominato dal desiderio smodato di denaro perchè calato in una società dove il denaro è considerato l'unico metro dei valori...Sallustio,con l'imparzialità dello storico, sa bene che se in uno stato ci sono corrotti,sbandati ed estremisti è perchè qualcosa in quello stato non ha funzionato: il marcio viene a galla e la contestazione ha una sua ragione di essere.In molti passi le opinioni di Sallustio sembrano coincidere con quelle di Catilina,anche se non le risoluzioni e i mezzi adottati.C'è un'inquietante analogia con l'attualità...com sempre la storia si ripete e dovrebbe (potrebbe) essere maestra di vita.Un saluto.
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 28/02/10 alle 18:02 via WEB
Ti ringrazio davvero per il tuo commento.
La storia dovrebbe essere maestra di vita, ma, come sappiamo, è studiata quasi sempre con superficialità e, per aggiunta, scritta ed insegnata dai vincitori.
(Rispondi)
 
cateviola
cateviola il 28/02/10 alle 20:25 via WEB
la figura di Catilina ci è arrivata nella versione dei vincitori. A me ispirava simpatia, come puoi immaginare, anche se, se avesse vinto, nulla ci può far immaginare l'esito della sua ambizione e dei suoi nobili ideali; purtroppo, non è raro che si parta per la rivoluzione e si arrivi a nuove dittature
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 01/03/10 alle 14:53 via WEB
E' proprio così. Sono pochi gli esseri umani che una volta ottenuto il potere restano coerenti con gli ideali e i princìpi propugnati prima di raggiungerlo.
Di tali esempi la Storia è piena.
(Rispondi)
 
ilike06
ilike06 il 04/03/10 alle 18:56 via WEB
marito... il blog langue... su, su... un altro post :)... e passa da caterina ;-)
(Rispondi)
 
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