Creato da: domenicomolinini il 09/02/2010
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Tempo vivente

Domenico Molinini - Tempo vivente

Concerto per Flauto e Pianoforte
Flautista Michele Bozzi
Pianista Gianni Saponara
29 Giugno 1980 - Corato

I parte

 

II parte

 

Ildebrando Pizzetti, Messa di Requiem

 

Ildebrando Pizzetti, Concerto dell'Estate

 

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Ultimi commenti

allora? questo libro? questa storia???? ;-)
Inviato da: ilike06
il 18/08/2012 alle 16:09
 
Una storia che merita di essere raccontata.Tra pochi...
Inviato da: domenicomolinini
il 17/06/2012 alle 12:08
 
Già... sono del '51 :-)
Inviato da: domenicomolinini
il 17/06/2012 alle 12:05
 
Grazie!
Inviato da: domenicomolinini
il 17/06/2012 alle 12:03
 
è ancora in fibrillazione per via della copertina che ha...
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« una domenica italiana (d...Requiem di memore raccog... »

Tempo Vivente

Tempo Vivente è un brano, per flauto e pianoforte, che scrissi nella primavera del 1980, dedicandolo al flautista Michele Bozzi, mio ottimo amico e collega in conservatorio oltre che eccellente flautista.

Appena ne terminai la composizione, detti lo spartito a Michele che lo eseguì dopo pochissimo tempo, inserendolo, quindi, più volte nei programmi dei suoi numerosi concerti.

Tempo Vivente può essere un titolo emblematico. Tuttavia la musica che ho scritto non ha alcuna funzione descrittiva del Tempo, che si voglia intenderlo come dimensione temporale o metafisica.

Del resto, come ho scritto e vado dicendo, la musica, tutta la musica, non descrive un bel niente (a mio sommesso parere, anche quella detta "descrittiva".)  Se la musica potesse davvero descrivere quello che talvolta recitano i titoli dei brani, ascoltandola, tutti, nesuno escluso, senza conoscerne il titolo, dovremmo comprenderne il significato. Così come comprendiamo la trattazione di un argomento anche se non ne abbiamo letto il titolo.

Perché Tempo Vivente, allora? Chissà. Forse ci sono ragioni che, pur essendo "nostre", pur scaturendo dalla nostra psiche, ci restano ignote, o ci sono note, ma noi non sappiamo o non vogliamo averne contezza. E allora scegliamo un titolo per un nostro libro, per una nostra composizione, per una nostra opera e pensiamo che la scelta sia casuale e non sappiamo che in realtà stiamo mettendo in ordine le tessere di un mosaico.

 

 

 
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Commenti al Post:
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 26/04/10 alle 15:08 via WEB
E' un'interessante teoria. Sarà per questo che ho intitolato il post di oggi GL anzichè Gardaland per esteso; per rimuovere la consapevolezza di esserci andata :)
Però la musica richiama alla mente almeno dei luoghi, delle atmosfere e sarebbe interessante sperimentare se le immagini che ci appaiono ascoltando un brano, sono simili per tutti gli ascoltatori.
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 26/04/10 alle 15:56 via WEB
Tutto quello che la musica possa richiamare alla mente, al di là dei suoni di cui sia composta, è puramente soggettivo.
Le sperimentazioni a cui ti riferisci fanno parte dei laboratori di ear training e, nella fattispecie, dei percorsi di educazione all'ascolto. Si propon l'audizione di un brano e poi si procede.
Ne riparleremo sicuramente.
(Rispondi)
 
cateviola
cateviola il 26/04/10 alle 22:14 via WEB
intanto, nel tempo, nel tempo vivente della vita liberata, assolto il dovere del giorno con i suoi affanni, ascolto dalle finestre sul Tubo ... e rifletto sui titoli e il senso del titolo
Un abbraccio al Maestro
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 27/04/10 alle 08:41 via WEB
Grazie :)
(Rispondi)
 
dianavera
dianavera il 03/05/10 alle 06:32 via WEB
Prima o poi l'uomo dovrà pur svegliarsi dal suo stato di sogno millenario per rendersi conto della sua solitudine più completa, della sua sostanziale "estraneità". Egli dovrà prima o poi sapere e rendersi conto di essere niente più che uno Zingaro ai margini dell'Universo. Un Universo in cui, suo malgrado, deve vivere ma che è del tutto indifferente alla sua musica, alle sue inclinazioni, alle sue speranze; un Universo del tutto sordo alle sue sofferenze e ai suoi crimini... ---------------- Jacques Monod Le Hasard et la Nécessité Essai sur la philosophie naturelle de la biologie moderne
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 03/05/10 alle 08:45 via WEB
Buongiorno. Ti rispondo con le parole con cui Kant conclude la Critica della ragion pratica:
Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata. La seconda comincia dal mio io indivisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti quei mondi visibili) io mi riconosco in una connessione non, come là, semplicemente accidentale, ma universale e necessaria. Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi annulla affatto la mia importanza di creatura animale che deve restituire al pianeta (un semplice punto nell’Universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore, come [valore] di una intelligenza, mediante la mia personalità in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall’animalità e anche dall’intero mondo sensibile, almeno per quanto si può riferire dalla determinazione conforme ai fini della mia esistenza mediante questa legge: la quale determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito.
(Rispondi)
 
dianavera
dianavera il 03/05/10 alle 09:26 via WEB
Mai ricevuto risposta piu' intelligente e profonda ad un mio commento messo forse con leggerezza e voglia di provocare una reazione. Grazie
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 04/05/10 alle 15:22 via WEB
Sono io a ringraziarti. Nel tuo commento ho letto tutto il pessimismo che tante volte prende anche me.
(Rispondi)
 
dodici_scatti
dodici_scatti il 09/05/10 alle 21:58 via WEB
Penso che tutto avvenga all’improvviso( anche la scelta di un titolo di un brano musicale), ma non è mai un caso, è di solito il risultato di lunghi percorsi. A volte, il sapere, la conoscenza, la cultura, non basta più alla nostra ricerca. Allora accade qualcosa dentro di noi che attiene all’ordine dell’intuizione, o dell’emozione. Forse, la soluzione è solo dentro di noi. Forse è il medesimo suo percorso…un percorso non facile, e, non ancora terminato.
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 10/05/10 alle 08:02 via WEB
Visto che i suoni altro significato non hanno che il loro stesso essere immagini sonore, il titolo di un brano di musica strumentale credo abbia significati dovuti a ragioni più profonde.
Chissà. Mentre componevo la musica di Tempo vivente, mio padre si avviava a concludere il suo percorso terreno ed io ne ero consapevole...
(Rispondi)
 
mara2003
mara2003 il 10/05/10 alle 06:46 via WEB
ed io che spesso davanti alla scelta del titolo fuggo inesorabilmente? a riguardare all'indietro il mio blog, tanti post sono intitolati "no title"...che sarà mai??? Un caro saluto:-)
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 10/05/10 alle 08:07 via WEB
Può darsi che tu non voglia dare un titolo ai tuoi lavori, poiché farlo sarebbe una sorta di ammissione di qualcosa che non vuoi "ancora" reificare.
Perdona la mia pseudo psicologia e dalle il valore che si merita :-) Un caro saluto anche a te :-)
(Rispondi)
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 20/05/10 alle 20:02 via WEB
La musica, così come le altre opere d'arte, ispira emzioni e tocca corde probabilmente individuali e proprie ad ognuno di noi, eppur tuttavia non si può negare che ascoltando il Requiem di Mozart forse condotta per mano dal titolo, mi senta l'animo meravigliosamente straziato, e se ascolto Al chiar di Luna, veda un romantico fascio di luce entrare da una finestra aperta in una morbida notte d'estate...Certo, se non ci aiuta una qualche descrizione siamo liberi di vagare, ognuno come gli è più congeniale, tra i viali a volte contorti della nostra mente...Ma comunque sia, qualsiasi esplorazione all'interno del nostro animo, se può usufruire di una colonna sonora, non può che essere magnifica...;)
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 20/05/10 alle 21:06 via WEB
E' un discorso interessante, il tuo, che, ancora una volta, apre a considerazioni sul significato della musica.
Non è assolutamente vietato, ascoltando il Clair de lune di Debussy ritrovarsi in una magica e romantica atmosfera lunare.
Sto pensando al magnifico uso che di questo brano, in una versione sapientemente orchestrata da Marvin Hamlisch, è fatto in Frankie & Johnny (Paura d'amare), magnifica pellicola di Garry Marshall con Al Pacino e Michelle Pfeiffer.
Ma proprio questo è il fattore del quale occorre tenere conto: quanto le significazioni extra sonore che diamo alla musica possono essere o sono influenzate da situazioni come la visione di un magnifico film?
Penso anche alla bellissima musica con cui Morricone ha vestito Mission, ma chiedo: quanti ascoltandola senza aver visto quest'altra meravigliosa pellicola, possono "vedere" piroghe sul Rio delle Amazzoni e francescani lungimiranti che cercano di portare la parola di Dio rispettando nel contempo una civiltà diversa dalla loro?
Ti ringrazio davvero per il tuo intervento. Prima o poi dovrò scrivere diffusamente in merito.
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 20/05/10 alle 21:10 via WEB
Ho preso come esempio il Clair de lune di Debussy. Stessa considerazione, calata in una differente dimensione ambientale, si potrebbe fare con il I movimento della celeberrima Sonata di Beethoven e di tante altre pagine di cui è ricchissima la letteratura musicale.
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ilike06
ilike06 il 21/05/10 alle 17:06 via WEB
e se la musica suggerisce immagini, non c'è dubbio che le immagini suggeriscano musica. e Morricone ne sa qualcosa ;-)
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rita.chi
rita.chi il 21/05/10 alle 03:22 via WEB
ciao ti lascio il mio sorriso ciaoooo
(Rispondi)
 
 
domenicomolinini
domenicomolinini il 21/05/10 alle 07:32 via WEB
Un sorriso è una cosa bellissima. Grazie.
Buona giornata :)
(Rispondi)
 
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